Un altro esempio di .. civiltà • eme,icene. Ecco uno dei lenti modi in cui negli Steli Unili ii e1prim• le femminililà. <·(ltlula ,li 1:a/ori 11elfocumJH1gine ra:;:;iule.U1tu ro11segue11:;ube,i nota di questo ragio111111u:1110 è per esempio la compiaciuta co11· clusio11e di um, wpravt·e11utlt caduta ,li livello ra:;:;iale. qua/,. ferwnu•no correlalfro alla Jamosa caduta di Roma; la quale ro1·ina ra:::;iale ar·rebbe dot·ulQ euere ir11:erospar..~11lQsap. er corrispondere a /euomeno così gra11dimo. IJonde tiltre acrolx,- :.ie. pu poi spiegare il rilorno di ci,:i/Jò. così c,/1t, e lumin0Sl1. quale fu quPlla che si ebb~· t11lu/ille ,lel\medioec:o iu,/ia110. Noi cnxlionw di nort ,were irlutilmenle ru,;io11au> nei pre• rt'denli articoli. per rortcludere che ciQ che t1bbìumo detto alloru può porlt,re ww chiare:.:.« ablxult1nu1 de/illiliva cmche su q,ieslo r..~ssalissimo punto. /.,a, viU• dc·lla ra:.:.a.rw11 è quella roM.1esleriore che gli occhi dr/ corpo udo110, t.' che si misura secondo la qua111ilà e la perje:.ione 1/i quei/i olr'f:<,riu,ruwi. che si cl1iumun cillù: lanlo più di/etu,si ~enerolnwnte di iiie,u: e di luce inlniore, di va• slitl,, <fcmima e di MJ!ute del sa1115u,. f' delfcuio quanlo più grandi e m~co11i:.:.ati. qua11to più romplessi t' nwderni qu.esti /enom.eni. eh<· colpiscono toccliio e fo merite del pron'nciale in fregolo. ma che 11011 stmo t1/fatto il metro della ru:;:.a.So,10 an:i. come alcu11i di quei celebri scrillor; pur W"a,;ia sosten~ nero. ben piulloslo i segni della sua avriota decomposi:io,1e. di um, china insidiosa dalla quale esMJdilficilmenle si risolletVJ. lf <,·rilerio 11ero. quello che rwn sbaglio più. e che le 1•icissilu· dini st.oriche non con/ondorw (pt•r chi ol,,umo sappia leggere di,dro la cortina dei /alfi) non 1miJ euere ;,, realtà che u11 criteriq inleram-t11le Ìrtleriore. Ad esso si riferisce come a suo estremo punlo anche la cfrillà cori lulli i suoi ammennicoli falsi e co11 tulle l1t sue cose buone. Ninfre e Babilonia sono onde del mare e ombre fugaci di /ro111e.a quella ,-erilà più so• fltm:;iale e inleriore chi' è i11/i11ilaml'nlepiù lur1g(I e più lurgn di esse. E tallo che di /ronlc a questa posi:ioue <•iladello spi• rii.O. i senso delfo carne e del .i,wgut!. si clli<1ri,,c,.con esso lii modo mirabile. li, vicenda delle civiltà " l,,civibi,,. che come onde wpru orule si svilupfH1rono nel Haci,,o del Medilerra1100 sarebbe in si ,irrileva,lle di /ronlt ,,li.a ,-era superiorità ra:;:.fole, che sola Ja impo11e11tile opere delfuomo e la, slesse civillà. Civili, civi• lissime Juro110Corlagine e l..u.xor. non meno di Roma, di A1e11e, di l'arigi e di Berlino. I:.' chi avrà a misura di civiltà. il corag• gio di sostenere elle Roma /ou,, superi-Ore a- CartaF,ine? St"ntplicenienle perch~ lo 1•it1sc? QueJto modo di giudiet,rc, che scambi.a i( siu.sw col fono è un altro modo storicistico di tre• L'l!r le COJe. il quale confonde, dietro il muro ~dello materia. l a;eri sig11i/ica1i e le ragioni ('.ssen:ioli. Quando si rnol fH1"t/uredi suporiorità e in/eriorilÒ si fanno discorsi vani ,: parole al veni-O Je Ji prendono soltanlb in eSl,,,. ~ le cose e11eriori. E se tullavia faninw 1an10 si appouiono a que,ti giudi:.i. ciò signi/iC(I che eJJ.O cerco 0(1,0: cerco: la so8 su,nza ,/elle cose; q~llo rogW11 pro/orul« di ,·ila omlt t1na ~rso,,a è splendente e bella, e ci Ji 11.vvinghio•ud essa come a sali:atrice irtteriore dello slesso animo nostro. e un'<1ltra in1,•ect' ci indispone inJeriorme11te e ci è iiocofor:.a abbandonarlo. In fondo olle pouioni. che git1clicano dei popoli. c"è be11 altro. Tofool1t, c'è solo l'odio di porte o rumore di palria: mo genernlme,ite c'è Unche il bi.sogno di renderJi conto di u11 /e· nomcno in sè gr<mdioso; quello della Jostonw stessa dell"uomo. lo quale. 1:ibrando tutta di spirito in più o men t·igore. tocca gli slessi più intimi intereSJi della noslm umanità pru- /ornlo. che u tulle le ragioni dell'uma,1ità esistente intorno o noi è in jonc/o 1:i11co/au,.come lu foglia al ,;ronde albero. Noi no11 possiamo a mer,o - ,,è mai lo potremo - di giudicare ciò che i i11/eriore e ciQ che è superiore. 1,- u,1 gi.udi:io, che si ,/ice ra::;iale; nw che altro è esw sr no11 il de/i11iti1:o ed estremo giudi:;io etico, che dejinisce tulio ruomo, e. i11 politico. lultu il popolo, al di sopra e ul <li là delle opfH,re11:;t' fugge,:o/i e ca11gia,,1i? Giudicare è 11eceuario: e tulli giw.licono, ciascu110 focr1tdo tt>soro del poco o m-0/Jo wpue che hanno. e della urmonioSli e distarla caJJ<icitid,,i senlire il mon,lo "le rose. Quumlo si dict": i popoli del b<,cino meridio,wle so,w in/e• riori. si a/ferme, forse una m,e:.:.a t·rrità. a/fu q11alc si dà. col soli/o nwdo artificioso Jel/'i11lelletto oslrollo , pretY.111cetto,uno giu.sti/ùx1:;ione clie ,wn i la t-~ru. l'/011 i tr m.elro di civiltà esleriore che si giudico110 gli uomini e i popoli. Ala II tnt'lru mollo più semplice J; dignità e di stile. Alisu.nmdo le cupacilà cirili si polrà giungere a giadi.:i di""" cerln upprossimo:.ione, quundo si metto110 o confronto calesorie naturali di ra:;:.e evide11u:merite così dilfere11IÌ nella scafo dei rnlori. che il loro ro11Jronto è JJ<•ragont1bilea quello /m animali ed uomi11i. Ma quando si traila di popoli vicitli nello spa:.io. che cosa 1,'Q/etededurre ,hri con/ro,r.tj /r<1 gli ammennicoli di uria cit1iltà, che j,i u11 detemu'11ato periodo, date· le sue particolari cumlle• risliche. più aride u un popolo, /at'-Orilo dallo fortuna e dalle alliludini elellive per eua. che non ,, un altro. merio avvantaggialo dal deslino? Nullo o quasi ,iul/o. Simili giudi:.i sono condamwti " conti11ue ,lisillu.sio11i 11elpiano dello storia e della rt'(1/1à più ef/euu.ale. A/Jro COS(l è in1,'l!c,•qualche ollro elemento, clie 11011clipende dall'immediato sriluppo cfrile. e permane anche quando que• Jlo se ne è m1doto e Je di nao110 sopravviene. Si !Talla di quali/i,, 11eltome,1ll' rico,wscibili. no,1 più alle, sola ragio11e. ma llil'istirllo stesso clie sente le orru.oni.e su.preme delfeli.ro, delfarle e dello bellez:.o. le quali spesso Ji trova110 in popoli primitit'i. ,, nq,r, si rilrQ1'(1110 più, 11onosu1nte i bagni e i termosi• /oni. in ultri po/>Oli più evolu.1i. E qui allom è eddenk cl,e si hu a /t1re cJ11 la Juperiorità e inferiorità 1•ert1. Si ho a /t1re essen:;iolrnt11le con armonie di tùa. ron popoli e persone che /1::wnQu.nu sii/e e u,1a dignilà superiore e q11,-sur nwstra110 anc/u- nel periodo J,,flt, loro relaJir;a incii:illà, Imi• dot:e altri popoli più fai:orili. g0</ono conlemporoneamcnll' forte di beni civili maggiori. ma nelCarrimo non lcmno chi' 1111 CU• mulo di deviti:.ioni e cor1tradi.;;,ioni,fognì ge11ere, Il 5iudi:io si ri/erifce alloro no11 più al a1lcolo dello ch-iltù. mo. mrremmo dire. olla Jensibilità musicale. ulCin1npret11:.iou, u11imica. che unch,- soltanto si rfrcla. ,, dii ,.-,,la con animo im·orrouo e t>echi aperti. per la strada .. fra il populo. Yi sono 1erre nelle quali Ji pui, camminare fH!r chilometri e chilc~tri a11che nelle :one più primilfoe e ,n,:no ricche di me:;:i civili e di i!iene: e tu.I/uva ci ,i senu sempre fra genie /tJtta d'un pezzo. ,. ricca di una superiore armonia. La 11ila fra e,si i tulta sana, ~ talla contesta di. chi.ore:.:a.e lxmlà nelle po· role e neili aui.. Fra es,i ci si senù bene. come nella dolce patt della t:am{HJgM. Il frastuono di nwlle realtà e~ non
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