La Difesa della Razza - anno V - n. 4 - 20 dicembre 1941

..,trCltWimi, perfino tra fratello e sorella, in u~ quu.i rituale in tutta l'Antichitii pre-ellenica. Nè s1 dà di questa ragione altra spiegazione che la se• gucntc. che adombra una simbologia meteorica e celeste. Le Danaidi rappresentano la siccità dei fiumi e delle fonti dell'Argolide. I figli d'Egiuo sono i tor• renti, i quali d'inverno, gonfiandosi e straripando. minacciano le fonti. Nella buona stagione, glì uni e le ahre scorrono placidamente. laddove nel più caldo periodo estivo, i primi si disseccano. Spiega• zione davvero oscura e affatto consentanea a una qualsiasi parvenza di realtà. Che rapporto ci può eMere infatti tra la siccità dell'Argolide e i torrenti egiziani? A meno che non si voglia pensare ad una migraiione dall'Egiuo in Grecia di es1>erti e di tee• nici idraulici egiziani a scopo irriguo di quelle terre d'Argo riarse: cosa questa assai niù ammissibile. Ma quel che ci preme è Ul,·ece di stabiTire che lt, figlie di Oanao. fug. gite dall'Egitto in Argolide, sono dagli Argh•i e dal loro re Gelanore (secondo Eschilo, invece, da Pelasgo, figlio di Palectone e re dei Pelasgi che si consideravano autocloni) accolte benevolmente, come si co1weniva a fug• gitive che invoca\'.ano a protezione la comune discendenza di razza. Il dato morfologico non sfugge tuUu·ia ad Eschilo. il quale a m1 certo punlo fa esclamare a Pelasgo, stueito: Tu m; dice$li un'incre,libil cosa: Voi d'Argfro lignaggio. Simig/Urnli Alle /.,ibicAe donne assai più siete. Che 110n d'Argo alle donnr. Una la/ pianta Sembr(I il Nilo ,wdrir: da' muschi fabbri Tal carattere p<1rch'it:i s'imprima Nelle femÙlec forme. Ed t1nco inU.·si A11darsul dors(( de' cammelli errando I ndich.e donne, clie tmt1 terra alberg,1. Agli Etiopi viciru,: o vi lcrrei Stuol di tiergilli Anw:.oni, se armate Foste d'arco e di strali . J: il Coro i:ibalte. per chiarire i dubbi razzislici di Pelasgo, che. do1>0la · trasformazione di lo in giovenca operata dall'ira ge:osa di Giunone. Giove s'accostò alla donzella in sembù111:.(dI i procace toro; e,l ceco il perchè della differenza morfo!ogica Ira i Pelasgi e le Danaidi, ibride e meticce nepoti del:a discendenza argiva. Comunque. una \·olla riacca.i:tle in Argo, sempre inseguite dai cugini d'~iderosi di sposarle., le Danaidi furono persuase dal padre Danao. che nel frattem1>0 a,·eva scalzato Ge:anore o Pelugo dal regno è ,,i si era so• s1ì1uito, a :1pogare i pretendenti egiziani, per evitare una guerra tra l'Argolide e l'Egitto. col vincolo di uccidere lulli i loro mariti la notte stC$Sa delle nozze. Eccidio (,he tutte le figlie di Oanao eseguirono. tranne una, IJ)errnneslra. clie non ebbe cuore di amm.azz.are Lioeo. Liceo. M;:amp3to alla s1rage. itcaccia dal trono Danao e dìvenla a sua volta re del p.,ese, iniziando le dinai'lie d'Argo e Tirinto. da coi do\•ewano uscire Pe~ ed Ercole. Da tutru quest'insieme di leggende e di rniti appaiono beu chiari tre punti precisi che stanno a confortare il 11(\Stro1entativo d'interpretazione razzistica del milo di lo. e cioè: primo, che lo nel suo viaggio e;piatorio è venuta a conlatlo con stirpi razzialmente inferiori. a mescolarsi colle quali Prometeo l'ammonisce severamenle di guardarsi. Secondo, che Io ha dato origine. mediante l'amples~o di Gio,·e taurino, ad una razza meticciata: libici ed egizi. Ten:o. clic accoglie.re uel proprio seno elementi_,meticci o di razza diver:1a comport3 drammatici squilibri poljtici. A conclusione di che. si possono citare i ,·ersi del coro del Prometro eschileo che ammoniscono circa la perfetta scelta delle aflinilit di razza e di condizioni naturali nel matrimonio. Sc,ggio, fu. saggio t1l certo Quei che i11 sua rnente primo l'orlò cortcello e il /e CO!l voce aperto. Clu- i11ieriei scnre u sua fortum., eguali~ Molto è co,ui&lio f'l{regio. Nè mai clii vil•e in imo, · No;;:e bmmar di chi più puote. e pregio Sl fa d'alta opulcn:.a o di natali. Speriamo che nessuno ci voglia rimpro\·erare il cattivo gusto di atlri• buire ad Eschilo in1e11zioni razzistiche. Egli è un poeta lalmente grande che d'altro non può oocupani se non ili poesia. Ciò 11011 toglie che il mito da cui egli ha tratto l'argomenlo di quesle due lragedie si presti mirabilmente all'interpretazione che abhiamo lentato di dargli, L'arcaicità dei tempi nei quali il mito si svolge e il fatto che i loro protagonisti non sono legati a vicende di caranere strettamente famigliare. testimoniano che la materia di queste due 1ragedie è in connessione con rivolgimenti di e,•j e di J>rogenie, oscuri e confusi nella mente dei primi· uomini, ma che mettono in evidenza la tremenda fatica delle antiche generazioni per afff'rmare e precisare nella storia dell'umani1à i loro caratleri di razza e di genio. PAOLO NULLO lii

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