L'ouetnlorlo • Il cratere d"eru.zlone delrttna, donde ••rebbe pre10 le mosse la der.oinfnailone •Itali••· ment• il loro, venerato anche nella 1pecie allotropica ~I bove, divinità non 10llanto riconosciuta da tutte le genti dei mediter• roneo neolitico ed eneo (vedi od es.mpio il culto del toro . idolo in Creta), ma anche dalle nazioni dell'oriente daasico. Narra il Pascoli, in un suo celebre posso, come popolj provenienti dalle regioni nltentriona:!i della peni.sola. fos.sero e giunti alle loro M· di (meridionali} seguendo un toro. Grande commino av~bbe loro lotto compiere l'an~- male sacro.: da quej monti per tutto il sii• veslro paese, oltmversondo via via altri monti, guadando ropide humane. 10110 un cielo umpre Ol:ZWTO sotto un sole sempre più ardente. Ma ecco il bove condottiero mu9liò fermandosi . Il popolo si [ermò anch'eoso, si este~ lungo la spiogg'.a ... a infine vani. Non sa ne ricordò se non 11 nome, che era quello del TOl'o che li aveva guidati... In lor lingua si chiamavo Jtalo... >. Proprio nello voce e italo> passiamo riconoscere l'adattamento del vocabolo greco od una forma indigena non riooatruibila; ci contorta però la presenza dell'umbro 't,I 117 (v1tlu). o cui quasi tulli i 9lot1olog1 moderni •i riconducono. sebbene le probabilità sieno limitate Infatti. se sì può giuaiificare la caduta del e V> iniziale, con• uosta lo lunghez.:o dell'c 1 • d; e Italia> con la brevità detrc I> di e vitlu >, e poco chla• ro OJ)S)Ole lo sviluppo epentehco della vocale e a> tro la dentale e la linguale della vcx;e umbra; già 11 Wald• riteneva poco certa tale etimo!091a e l'Orlando lo negava con ,agione. Ad onor del vero t giocoforza r;conoscere che da una formo latina e v!. 1~llis> era facile arguirne una umbra • vltlu >, tenendo conto dell'a~ntc,, italico !,:;i cui forza st manifesta attraverso le lre- ::iuenli sincopi, mo per affermare questo bisogna ►,o•,are !a C!'lloriori\6 doli umbro nei riguardi del launo; e, concludendo. occorre osservare che le lingue dell'Italia meridionale, dove prima ai dilfun il nome, essendo osche, erano ooratteriuote dal fenomeno dell'anopllssi. che avrebbe potuto permettere loro di trasformare un eventuale e vitlu > in e ..-italo> o e vitolo >. sempre indulgendo alla brevitò della prima vocole. Etimologioamente. quindì, anche Se alcuni latti vantano qualche probabilità. la certez• zo d'essi è ben lungi dall'essere assoluta; preferiamo credere alla diffusione di una voce greca, ritornata ai greci mutata Ione. ticomente e graficamente e con il coerede di una etimologia nuova. Nè vale o smuoverci da questa poçizione un'ultima osservazione, che in realtà, dìee ben poco: ai tempi della guerra sociale, le monete osche portavano incisa una ligure di toro ed il e Corpus lnscriplìonum l.alinarum > in IX, n 6088 ricorda un'epigrafe in cui si accen• na a Corhn10, la copitale della lega italiana, chiamala, a quanto pare, e Viteliu >. Questo materiale è intanto 1an:hss1mo (I se• colo a. C.) e nemmeno ci pub provare che gli italici abbiano volu10 risuscitare ronlica forma indigena di e Italia>; non ce ne sarebbe stata neceaeità. essendo. già ai tempi di Pohbio, il nome preaente dall'Amo a Messìna Sulla fo;.,una del termine pQOO diremo Gli appellativi di Ausonia. Enofria e Saturnia sono poetie? ed indubbiamente tardi; solo il primo ho una certezza storica, riferondosi od un popolo che, anteriormenle al IV aec. o. C. abitava lo sponda destra del Liri; ci son testimoniati da Virgilio (Heuper:a: Err.' I, 530; Ausonia: En: VII, 54; Sotur• nia: Georg: II. 173) e da Ora2io (Ausonia: Conn: IV, 4, 56). Anieriormenle alle guerre sanml1che il nome e Italia•. secondo le te· 11imonianze d: Dionisio O. 74) e d1 Strabone (V. 209), li estendeva amo o Posidorua ed a Taranto); a1 tempi della preso di E» vianum, secondo quanto Ateneo (.1.<t~: Il, 34. bJ ripete do Teofrooto, 11 era ampho• to a quasi tutto lo Campania. Dopo la caduta di Cartagine. tulio lo .,enisolo vero e proprio, dall'Amo, lino a Reggio ero or• mai conosc:uta come Italia. ba questo momento la storia del termine si identifico con quella delle diviaion1 ammm1strative roma• ne e consegul, in uno data •poco, un vasto sviluppo, per ridursi di nuovo nel medioevo. Ottaviano nel 42 agg 1unae tutta la Gallia Cisalpina olla porte slrettamente pe. ninsulare e riordinò le regioni uecondo un crjterio elnografico, almeno lino dove ero po$Sibile; le regioni augustee dal nord al sud cosl •i susseguivano: Transpadana (Xlt Venetia el Histria (X), Liguria (IX). Aemilia (VIII), Etruria (VII), Umbria (VI), Picenum (V), Somnium (IV), La.tìum et Com. pania (I), Apulia et Calabria (li). Lucania et Bruth (lii). Cosi hn da ollo10. la penisola ven:va stret• ta in quell'unità etnica hnguiatica e pc,lilica che p ù non dovevo 'l'lmotritsi per fortune o per sciagure di tempt e che doveva costituire 1'1mmarcescibile vitalità delJ'orgo. nismo nazionale. Tale divis;one rimase d1 fatto per oltre tre-c.nto anni. lino olla nlorma di Diocleziano; nel vasto p'ano d1 rior• ganillazione- de-Jrlmpero, l'Italia perde la posizione privileg'1ato che la dishngueva e divento una delle dodici diocesi. predsamente la setl 1ma Dal punto di vista ge-ograhco viene com• pletato con l'aggiunta delle tre isole (Sicilia, Sardegna e Co~ica) foo allora escluoe e lonnanti provincie o: sè; al nord. anch~ la Raetio e le Alpes Colllae entrano o far. parte della d1~si e ital'ciano >. La suddi· visione in regioni cede o quello in provin.
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