La Difesa della Razza - anno V - n. 3 - 5 dicembre 1941

noslra razzo che ~nde questa superiore, che la m1tt10 perciò in condizione di 0$plrar9 al 11uo posto nel mondo, a rendersi partec'Pe attiva della vila dei popoli in r:1odo costruttivo. Deve rendersi conto che \l!IO mohiludine di tarati è latalmente con• dannato a sparire per dar posto ad una mi• noranza !rosea- di onOr9ie, vitale. e perc'ò dominatrice. E veniamo ora allo lami9La. L'individuo che crea una lam:glia. lo la s,peli&O. molto 1Jpesso, senza renderai con, to delle responsabilità cui va incontro. sen• zo conoscere i doveri cui devo far Ironie; armato della sua debolezza morale e fsica che g!I fa preferire di lasciare nell'om• bra molti s,pinosi argomenti. Una co:'lSlotazione balza evidente: il con1adino è quello che la più I gli e che sì SJ:OSO (o almeno si sposava) p:ù 9iovane. Lopcll'a.o Si sposa ,più lord.i solo pe1·chè bi• sogna pure avere una moglie che pensi a lui od ai 1,uoi bi&o9ni materiali, mo cerca dl non ov•r molli lt9l1 perchè costano, porchè pesano molto sotto diversi aspolli. Il e s!qnore > <1i sposa p ù tardi ancora, ed à ancora meno prolifco perchè i pesj dell'oi::eralo sono in lui maggiormente sentili. E tutlo questo perchè? Perchà più l'indit'lduo à sp'ritualmente collo, portato alla cono.cenza del 11ublime ucopo della vita, più è reao edollo della neeessil6 di essero 1n molti e molto sani, p:ù è :e:ruito aui suoi doveri di cittadino, di membro di una razza che VUOLE sopravvivere, maggiormente si verif!ca il fallo cho egli nega ogni rogiono dì essere a dò che ha imparalo, e la il conlrar'o di quanto dovrebbe? Porchè? Si poltebbe otiservaro che il problema econornieo ha la .iua impor1anza: la fami• 9lio cwta, e perciò l'operaio la realringe peichè altrimenti non la può manlenere. 11 ocntad no non ha che in parte questo pens:ero perchè alleva i ligll altingendo alla produzione dei compi con spesa m'nìma, IM)l'I senza tener conto che un figlio a JG.12 anni comincia ad eaaero utile e spes90 neceuario per aiuta!·e i suol nel lavoro dei cornpi, Il aignore che finanziariamen• i. può. non vuole per molteplici rogioni. Ma non è '10lo il problema linanziario che va'.o: in lai coso porchè e come si spie• gherebbe che le lamigl'e numerose si lro· vano Ira gli operai di più disagiate con• d,: oni e non nelle classi med'e ope;aie? E' dunque un problema anche molto morale. Anche qui occorrono dei provvedimen11 deltati dal!'alto. Ottima la isltuzione degli assegni lami• l:ari per venire incontro a colui che p'.ù ha bi.ioQnoperché maggior numero di figli ha cu: p,ovvedere, Ot1imo il complesso di provt'edimentì sociali di que,Jt: ul!imi· anni. In 10!s.nso credo bisogni lavorare ancora, e prolondamente. Ma vi sono pure delle ragioni morali. ed ~ :nveslono tulio il problema della VITA SOCIALE. E· appunto la ortllicioso vita di og9i che erto 10 condizioni ambientali per cu: !'in• d.!Yiduo ha perso il sano istinto v'tale dei propri nonni, per cui si è creata una otmo1!0.-a che lo circonda in tr\oc:IO da forgi: di1:1entiCOicohe segue una slrado che porla alla decadenza. Qu~ta ar1ilicioai16 si tro- \O In specie nelle grandi dllò. Sempre parlando in un campo di vita 11rettame!'l!emorale, si dove constatare che ain il crescere delle 9ro:ndi ci116 sono cr•- tciuti i focolai di inle'lione che intaccano le doa morali della razza: focolai che han• no ormai esteso Jo loro az·one funesta anche ai piccoli centri. A nulla ha servito o serve nè reli9ione nè colloliclsmo. Le chiese sono si ancora popolate: ma per tra<i zione non per vem lede. I comandamenti ®no si conosciuti, ma non allallo praticai!. Basterebbe la osservonza !attiva dello religione perchè,. lo moraJe Joase ben diversa da quanto è, ma lo religione manca di sanzioni penali, e la minaccia dell'inferno non ferma nessuno dalla via dei p:aceri lllecit:: Inoltre basta il penlimento linale ... Bisogna perc:6 lavorare a fondo L'individuo non deve - an:tituuo ·_ ave• ro 'preoccupazioni materiali per la suo la• migl'a: non soJo per li pane quotidiano. ma pet lo studio. alimento morale cui deve avvfore I llUOi fic;;,11: con ciò può cadere uno degli argomenti tanto cari a certe persone. ·La lamiglia deve esaere sacra: bi309n0 evitare il funesto osem,pio del suo dissolvimento o dei successivi acooppiamenli illegali, purtroppo tanto ftequenli :n città, triste esempio per la iesiduale grande mo$.$0 dei paosi e delle compagne. Bisogno s1 condannare l'aborto: ma bi.sogna pure che le donne sappiano che ogni figlio dove avere il suo ,padre: padre che rappresonta 11pilastro dolio lamiglia e sen• za del quale questa non ha ragiono d! essere. Favorire le nascilo i!Jegillime vuol d:re in ultima analisi favorire la libert6 seu.suale che queste precede, con le relallve conseguenze: mancanz .. di rispetto alla donna; mancanza della neeessitò-. in elà giovanile, di una lam:olia propria; avviamento, per la donna, verso uno china dalle quale non aempr-e pu6 r!aveni; decadimento morale per 1ulti; sorte nqn sempre lelice dello prole oosl venula al mondo: propagar•; di iniezioni e malattie le con• seguenze delle quali sono ben note. Ho dello: lavorare a londo. Nel campo educativo, nel campo delle sanzioni. Molti, e molto complessi. lo so bene, sono quc;.li problem', e voi lo sapete meg-lio dì me. Ma voi dite pure che b!sogna al• lronlarli e non ignororl': si incomincino intanto a !issare le mete, a studiare I programmi. lo possibili appliccrzioni e le ton• zioni, Queste devono essete severe e rigi• demente applicate>. "4 pM)-fJO,i-to. d d <&mCOll,d,ato, Ecco infine un allro scrillo del Ionie to. renzo Fala11ga, che oonlnua la sua polerni, cc con Vauetti, a99iungendo nuovi argomenti a quelli già accompa1i per 1J()alenere la sua lesi: < Sono grato al camerata Vasselli d! aver~ mi prevenuto (e: Questionario> del n. I anno V) su un argomento che avevo in animo di trallaro. in modo da permettermi di conosoere in an1ic;p0 le sue obiezioni. Sono convinto con lui che lo Chiesa, senza l'obbl'gatoriet6 della coscrizione, non avrebbe avuto necess:t6 di aoncire, con la ouo outorit6, una legge 'promulgala dallo Stato all'infuori di ooni preoccupazione re1' gioso. Ma il m:o covallere:soo CIVVersorio pare abbia dimentioato che noi siamo, 'n Italia, in pieno re9ime concordatario; che il Concordato delrl I febbraio 1929 tra Chiesa e Stato I1aliano ha superalo e r:voluzionoto la conoez'one laicale dello Stato, nell'interesse superiore della collel:lv'.16; che, a nor. ma dell'arl. 3-t del Concordato atesso, ìl matrimonio celebrato davanti ai ministri del culto cattolieo resta regolato dalle norme re:a1ive del diritto canonico, le quali d!venlano, per i cittadini cauolici, legge dello S1oto Italiano. D men1ica ancora, il Vasselli, come egli nella noia che ha aperto la polemica( e Questionario> del n. 20 o. IV), abbia a$\Jerito che in problemi del genere, più che la coaz.."one legiferala, giova la con• vin2:lone de!Jo neceu'.1à e dell'ulllitò di un ,provvedimento. Sarebbe, a me pare, contrario allo spiri• lo che detlò :1 Concordato, voler aggiungo• re o modilicare qualcosa alla regolamentazione òol matrimonio, per unilaterale deter• mina:tione dello Staio. dopo il r conoscimenlo ufficiale dato alla Chiesa quale unica autorità legiforanto in maler!a. O •i creeteb. be questo assurdo, paventato anche dal Vasselli, cho lo Stato stabilisco il divieto de; ma•rimoni tra tosati non <1lerilizzati, e la chiesa li celebra senza dome comun:cazio• ne all'ufli<:iale dello stato civile, frustrando. con ci6, in p.eno, il line che il leg!alatore intendeva raggiungere. Ora noi obb:amo. in Italia, un precedente: quando lo S:ato Italiano sane\ 11 div1e10 dea malrimon~ misti e alabill una sanzione i:ena:e con,ro il ini• nislro del culto che li avesse celebro,:, la Chiesa inlervenne v.etando Cli suoi m:n!slri lo celebroz.one di detti ma1rimonL ev,lando, con ciò, di far divampare aporlamento un (:()nfi!lto già latente. al primo annunzio dei primlseimi provvedimenti razziali del Governo Fasciata. (•) Mo quando :o chiedevo l';ntcrventa della Chiesa in materia di stc:iliuozione, non mi preoccupavo tanto della quest on~ di cui sopra, la quale pare a ine p.:ù formale che sostanziale. benal dol:o seconda quc• stione, piò, su proapellata e di p:,:;,,vasta portala: d: fonnore, c:oè, quella tal" ooscienzo, individuale e colloldva, per la quo, le la neceusìtà della sterilizzazione sa intimamente sentita e non 'mçosta dal d1 fuori. Perchè é ch'.aro che anche lo norme mo rali sono passibili di moddica1•.;! ne) temiY.J; è questione, in londo, d; battere e battere da parte dei J)OChi sui molti; ma dovrebbe essere altreltonlo ch'ato che in un pcese cattolico come !I nostro, 11ia pure soltanto all'estemo, senza voler sottilizzare. il poro-- re espresso dalla Chiesa in qualsiasi materia costitu!sce una remora per ogn: innovazione, anche s. umanitaria. remora la quale è meglio rimuovere con l'aiuto della stessa. Chiesa che contro di esaa. In quanto all'esistenza di una cosc'enza cattolica in• dividuale, quel certo dubbio avanzalo più avanti sulla ortodossia del cauolicesimo di casa noetro, dovrebbe d're al camerata Vasseltì che non Ci credo trop~; ma ,propria perchà io penso ~he la coscien:ta esiste nei più com• una vernice, sono del po• rere che basti, anzi s'a necessario. un intervento ullìciale por rimuovere tale inverniciatura .• Debbo pertanlo insistere sulla necouilà d.: collaborare oon la Chiesa per lo soluzione dei problemi che ci preoccupano ed auouro anch'io che una voce non la!ca si loccia sentire. (") Non cl rlaulla "4110 qu-c:.,lo U con:e,ulo ralnn<.,a <Zlffri.c. e1rco II dl•1eto linpgrtito .daUa Ctn..a ai suoi i:alnl5tri di celebrar♦ i :natnmonl mlati. Tal• dl•i♦lo sarebbe mollo opp:,,tuno, pare~ Impedirebbe li ..,.,iUQClrlli di abuid • di ♦'l'O• sioni, che stanno ripatandootl con troppo lrequenzo. (N.d.R.I ----Dù-. -.tt-o-,-,.•.-.. -_-b,-1.-, -TELES-----:-1:-cO----:INTEBLANDc:=:::-:-:=:-, ------- Stampatori: Società Anonima Isliluk> Romano di Ani Graliche dì TummlneUi & C. Città Universitaria - Roma

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