La Difesa della Razza - anno V - n. 3 - 5 dicembre 1941

nel loro ambiente di vita. L'inesorabilità dj coterto Rmhicnte che condanna a dure pri,•azioni i suoi figJi, i11culoò in ~i fiducia nelle proprie foru unitA a indomabile coraggio e abitudini ca,·alJt~he. mentre la libertà a tu per tu con la natura li l'C';C insofferenti di quaJsi~i giogo: doti prezi()S("per chi, come 1' Arabo, vuol guadagnarsi un giu«o posto fra le nazioni del mondo. Presso lo Sciòt-el-Arab e nel tratto tem1inale del Tigri e ddl'Eufrate il desf'rt.O cede davanti a coltivazioni il cui supt>rbo rigoglio è favorito da un millenario e accurato si~1.ema di canali. Sono co-,i irrigati quei celebri palmeti mesopotamici che anche Ofl1!Ì pur ridotti in superficie, si i,tendooo a perdita d'OC<'hiodalle rive dei corsi d'acqua nominati. I.o spettacolo carnbia al di là dei palnwti ove. rol finire dei canAli, comincia appunto a riprendere piede il deserto, sebbene il terreno continui ad esservi ugualmente fertile: basta un minimo ncquazzone per vederlo sparirt', rome per incanto, sotto un verde tappeto. I.ungo i fiumi sbucano invece. prospicienti sull'acqua, ville di ricchi Arabi, Persiani. Ebrei t rli qualche Turco. La ,;ponda irak,:,1la del1o Sciòt-c:l•Arab, a diffettnza di riuclla persiana, ne ha huon numero, talora in fila continua, separate solo da grandi piante di ole,md.ro che per rhilometri e chilom.etri mettono una nota gaia dursnte molti mesi dell'anno con le loro folte chio-- mc di fiori bianchi o f'OSII. (..'olezzo se ne spande lontano attraendo la sera bellissime farfalle tra cui, in maggio, abbonda la sfinge dell'oleandro. Senza i canali scavati dalla mano dell'uomo il deserto giungerebbe fin quasi ai fiumi come si ha più nel nord ove il 1lgri e l'Eufrate, inca.'li:Satirispetto aHe pianure cirrostanti, mal pennettono l'irrigazione. Di questa. anche quando una <'CCe'Zional-<..i'tuazione naturale la fR\'Orireblx-. l'lrak moderno, contro il suo dt"Siderio. ha potuto fmora avvanta~iarsi assai poco: la maggior parte dei suoi feracissimi terttni. compresi molti di quelli utilizzati nell'antichità e magnif~ti dai classici, h,mno dovirto restare incolti. Lo squallore affligge segnatamente la regione già dovizioAA di BRhilonia.Eppure si C'Ncolache al posto degli attuali quattro milioni di abitanti l'lrak riuscirebbe a nutrirne poco meno di cento milioni se: coltivato a dovere: cosa facile con un minimo di incoraggiamento e~di tranquillità interna ed estemft. Se iw desuma qur-1 che diverrebbe BagdM la città delle ~illf' e un A Notte, acct:nMd,• araba della ,eglone di Tlblt, a nord di hgdad. Arabo di lakuba. a Rord di a.gdad. tratrir.f' dc-signata dcllf" atti,;tù del Pac'S(" nu1 oggi scn7,a dubbio parecchio decaduta in confronto al passato. Le sole zone non adatte per l'agricol• tura dovrchbero tti,'"larc don1inio ,1,.i nomadi: essi pure importanti per la ecunomia irakena J)<'rchè sfruttano coi cammdli e le pecore aree altrimenti in abbandon(). Nessuno ignora, poi. le ricchez2e del sottosuolo di Kìrkuk e Mossùl, in attesa, a lor volta, del mi• gliorare ddla situa1.ione politica mondiale. L'agricoltura e l'allevamento del ~-tiame basterebbero nondimeno con le industrie e i commerci connc--- sivi, a dare agiateu..a agli ahitanti. Con ogni probabilità, ripeto. non so- !1-tanzialmente <"ambiati attraverso le f'poche, questi godono di buone doti psichiche se poterono alimentare civiltà come la sumerica, l'as.o;ira, t la babilon("SCdi cui tanti concetti e ritrovati ~pravvivono, inavvertiti dai più, in Oriente <' in tutto il bfl.cino mrditemmeo. I)ate le sue rìsor.,;e, dati i suoi uomini int.elligenti. spesso poeti e sempre guerrieri coraggiosi, l'Irak, insomma, ha b«-n motivo di pretendere un nvvenitt migliore e di piena indipendell7.a. LIDIOCIP1IIANI 21

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