La Difesa della Razza - anno V - n. 3 - 5 dicembre 1941

Carolingi "• procura a Pipino il nome c il grado regale, anche !>C egli non porta altro titolo che quello di Maggiordonv> o di Principe dc' Franchi: parimenti gli dischiude la via al Patriziato Romnno, ool primo cscmpio che Rii d:\ nell'a-.- sumcre il patl"O('inio della Chiesa Homana e n("IJ'inizia~ con la Santa S<-dc qurlle trattative, che in prosieguo di tempo donanno Condurre ad un J>ntto (754) di ~retta e definitiva alleanza. J)fi'm~sa efficace per la C&.-.1:ituzion(• del nuovo Jmpero occi(fontal<'. J n virtù di qu~'1.o Patto, che presenta un significato profon<lo di dignità e di m10,·a importanza ~-toricn per la razza its•liana, re Pipino assumeva la proh!Zione della Chiesa e clello Stato <li Roma e prometteva che, qualora riuscisse vincitore dei Longobardi, roncedcrebbc e mnnterrehbc dcfinitivamentc al succc.s-.ore di Pietro l'as..-«r luto dominio dcll'E<,::arcato e di tutte le altre terre riprese ai l.pngobardi, senza richiedei"(' altro compc-nso che i suf'ragi di pr<'~hierc per la propria anima e per il titolo e la dignità di et Patrizio dei Romani ,. Il rapporto tra la Roma .sacra e l'Occidente guerriero era nuovamente attuale e teneva desta. senza attenuazione o deviazione. Ja tradi1.ione aristocratica e gerarchica dell'Europa ini• . zialmente organizzata e formata dallo spirito dell'Urbe. 14 lncoron•1lot10 di OHone lii. (Cattodralo di Monzo). Carlo ."\lagno, C'Jntinuando il costurn<" del Patriziato Romano dei Carolingi, in tNla ai suoi diplomi e alle sue lettere c.-ominciò Ad ll'>ArC insi('mc con titvlo di lle;e /_.,<mgolx,rdonm1 quello alti-Nì <li Patricfo.a Romanonm1, e lo adottò invariabilmente fino al termine dell'anno Ottocento, nel quale fu incoronato imperatore. .\ llorc-hè nel 7!l5, mòrto Adrianll, salì sul 1ronc, di Pietro il nuovo Pontefice. Leone lii, il suo primo pcn· siero fu di continuart' (..'01 Patrizio franro le relazioni di an,icizin iniziate dal suo prcde<.-c~orc; anzi, n<•lla solènne legazione eh(' invib a Carlo, oltre ai consueti doni cd alle chiavi dr,lla confessione di S. Pi<'tro, gli fce<· pervenire anche il vcs.~illo di Roma, simbolo di quC'lla protc-.,;ionc,fondata sul senso <lcll'nntica Pides, che a lui, oomc Patrizio dei romani e difensore della Chiesa, veniva nuovamente affidata. Ora, è molto significativo notare chC' il Patriziato dei llt: F'ranchi, derivato dall'autorità dell'Imperatore, viene da taluni fatto risalire alla iniziativa del Senato e del popolo Romano: nel qual caso, esso presenterebbe un carattere razziale ancora più profondo. determinandosi sulla base di una oonoscc112a collettiva ria"i• sunta dalla potestà aristocratica del Senato. Secondo Melchiorre Goldasto (//ationale cmistitutùmum impt:- ~!:~) 1 :a <li~:!n~~~op~Ì Grande sino A <.:~-tantino Copronìmo, sarehbc stat.a conferita dal solo lmperatore, ma ciò in virtù cli una Legge regia, con c-uila gente romana, ossia la raz7.a dominatrice nei diversi territori dell'Impero, avrehbc trasferito negli Imperatori ogni suo diritto. Sotto Copronimo, poi, il pvpolo ro• mano, revocata la legge regia, &\"l'f"hbèriv<'ndicato a sè tutta l'autorità dell'Impero. <' quindi con questa autorit1'l sovrana avrebbe eff'ato i Ile dei Franchi suoi Patrizi, affidando loro la protc-Lionc c la difesa di Roma: al tempo stesso i Papi avrebbero affidato a que--ti la protezionc- della Chiesa Ron,ann. C'f>I titlllo <li Aclvocati, o Difensori. Anche SC' tale a...,sunzionc storica può semllfarc alquanto et tenden,-.iosa ·•. non si può non ricionoscere che daJ passaggio dClla Tradizione Patrizia Romana a quella lmperialc ,•igcntc durante il periodo delle invasioni. sino a quella ripresa dai Pontcf-ici nei loro rapporti con i Re stranieri. agisce la pcrsi,.,-tcnza di un principio •olimpico• ro. mano, non come scmplicc conCC'~ioncideale o astratta, ma come fona la cui concretezza non può derivare se non dal suo appoggiarsi ad una incsauribilr energia ra1.zialc. Così. per virtù della vita• JitR dovuta ad un'am\onia etnica che si riflette sul piano poi it ico e sociale come nelle .-sue espressioni pii'I vere, viene restaurato l'lm• pero di Roma. Tale armonia presenta tre aspetti significativamente arrcm,ativi del rapporto del tipo etnico a.rio-romano con le ,·a.riazioni ario-nordichc: l'aspetto romano - longobardo, quello franco-roma- ~fC: (~~li :::o~~e;::ii p8ri per potenza vitale e ()('r nobiltA del so.nguc: ma sul piano animico-spìritualc <.-ssc vengono dominate e, per coi;ì dire. modcllatc dal principio romano, che si ri• Hetterà prodigiosamente 1\ell'et/,01 guerriero e nella cultura del nuovo Jmpcro, rlalla penisola iberica a quella italica. sino alla regione ccntro-enro}M'a che as-.urnerò. il nome di Marca Orientale. Al tempo ~1.csso, viene ~1:ituita ~ue.lla salda unità di forte guerrirre che, appunto pc.rchè si fondano sulla nuova organicit.'l razziai<", mantem\ validissime le barriere contro le invasionì dei Normonni. degli Slavi e degli A.raLi. Il volto della raz1.a italiana è gill ben definito: i ~uoi lineamenti puramente fisici saranno nordico-mediterranei, riassumendo in ut\a ricchezza espressiva la mobilitn longobarde, la oompost<"t7.a franca e la fierezza germanicai ma· essi saranno dominati dall'espressione romana, ossia da.li'• anima• romana e ancora più internamente, dall'inestinguibile spirito olimpico solare. Questo spirito olimpico

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