La Difesa della Razza - anno V - n. 3 - 5 dicembre 1941

IFESl DELL! ENZ.l•DOCUUENT4ZIONE EMICA•OUffllONARIO DIRETTORE ELESIO INTERLANUJ NO V n. 3 • 5 DICEMBRE XX A· •Pl:01210'1;11! IN ABBONAMENTO POSTAL& tlREUNA

ANNO V· N. 3 SOMMARIO -5 DJCEMBlE · XX SCJINZA MAaNO - LA RAZZA ITALIANA. (Dal. n-,,- ........ ol .....,_b LIIJIO anwq, GENTI NOMADI E GENTI SEDENTARIE NELL1RAK. GUIDO ~ ANTIIOPOLOGlAI.- - _,_ POLEMICA QIOYAJIIII IIAYELl,I, STORIA DEL.GIUDAISMO. IL• 91.- - lo _,, F. Paaolll, GLIETRUSCHI CIVILIZZATORID'AMERICA? DOCUMENTAZIONE CI.AVIIIO c:ALOIIIIO. RIGINEE FOflTUNADELNOME ITAIJA; CZIIUE lllMA~ POPOLI DELL"AMERJCA CENTIIALE. AUIAIIACCO-UDIIITA 16-JOIIOVEIIBRE1911-XX. QUISTJONARIO PRO E CONTRO LA STERIUZZAZIONE. 10- ..... .--. _. "- L'al.n1 caap_., ....._. ...._ eeaM ... rau:A ......... deleo...datlll). I MANOSCRITTI ANCH~ SE NON PUBBLICATI NON SI RESTITUISCONO GLIUFFICDI ELLA"DIFESADELLARAZZA"SI TROVANO IN ROMA·PIAZZA COLONNA I !PORTICIDI VEIO, TELEFONO63737 62880 CRONACHE DELGLAUEHHA GR.ANDERIPISTA SE?TJMANALE IN ROTOCALCO ESCE OGNI SABATO • COSTA LIRE 1,50 f:: la-••,...,..,. ~ .-a ran-apJar\11 - ,_,u I -.--1 -pa&U UI .. a-erra ...-e--. _.....,_..veae I■ •• ••..,_ ...-■•-e -•pleM la ""•-• .... ..,_~ •••••••Ue■ , ee■•••le■ e •1111.are. Per ht Y ■ rle •■ terJe serUhrl •••• dalleU Vl •••••.,•••• ■en•■•e-•n Il •■lare •••e■al■le 4el 41Yerel •••• •••e■U. ■lf■rc•••• la •ir ■ t e ■••• rerl•••••• ••ne 't'•••- e■1■ l■ le■ I. Os■ t ■rUeele l ewl.lapp■t.■ -e•••• le e■l1e■ae tll ••• 1■•■1l■e e••••U■ 1■ pr•f'•••u.~ e re•ll•••t• •e-e•••• I erUerl 4ell ■ ••••••• 4..1....iir■ .. •-• IJ■ ■-pie e•,-•• •• f'•t•cr■ee. W■• aa....Je■J, cr••el, e■rte 1e•1r■ •e~e • eart.1■• •a.-tntJ,.• ~• • ........, u ...._ ._. iwplre I■ - .... •••--1 ·-11■ elle l pr■prl■-■M la •ta■-&e■ •e1 "■aUM>. TUMMINELLIE C.. EDITORI CITTA UNIVERSITARIA· RQMA TUMMINELLI HA PUBBLICATO MERAVIGLIE DI G. CASTELFRANCHI lEMIRABILRI,ECENTCI ONQUISTE DElLAS<;IENZAE DElLATECNl,CA UN LIBROISTRUTTIVDOI,VERTENTE . E DI APPASSIONANTELETTURA VOLUMEIN BROSSURADI 4Zl PAGINECON 110 ILLUSTRAZIONI IN TUTTELE LIBRERIE A LIRE28 VOLUMERllEGATOINTUTTATELA CON IMPRESSIONIIN ORO l. 35 TUMMINELLI CITTÀ Ut,llVERSITARIA • ROMA

BANCA COMMERCIALE ITALIANA CAPITALE L. 700.000.000 RISERVA L. 165.000.000 BANCA DI INTERESSE NAZIONALE

■ ANNO V . NUMERO 3 5 DICEMBRE 194I-XX t:ICt: IL S t: Il. 20 DI OGNI JU:!U: UN ~l!lfl:11:0 !H:rARATO LINI: I A880NA)U;NTO ANNUO LHlt: 20 A8BONA11111tNTO iUtllil ►-:$TICALlt • 12 ~~Tt:NO Il. UOt'PIO Dire11ore: TELESIO INTEHLAND! Comilato di redaaiooe: pror. dou. CUIOO LANDRA - prof. dote. LIDlO CIPRIANI Seir~l ■ rif) di reduione: CI ORCIO ALMIRANT•: SCIENZA•DOCUUENT4ZIO POLEMICOAU•ESTIONAWO

Se sull~ !ortuna del nome e halia :t I doc-,m:enb adducono s:,rove 01 alto valore, aul- :a 0119ino JXeci.S<l nulla sappia.mo di sicu. ro, antiche tradiz:on1 raccolle da clorici più o meno scrupolosi nflettono 9li inconsci at. teggiamenti cntic; d1 epoche superate. in cui s1 lentava di giustihcare l'etimolog'.a dei r.omi di PQPOh e di terrtt con leggende a ,;;chema eponimico, oppure a schema 101...- mico. Per quanto sj esamini il prob:-,ma. iJ risultato non può essere dubbio: l'eroe, sintesi dei valori della raua, o l'animalo sacro. protetlore della stirpe, contribuiscono in miaura massima alla denominmione. Possiamo però acc.nare che tali posizioni cono il frullo di una critico retrospettiva, dal mom.enlo che da tempo sì • constatato come i nomi delle regioni •i riJerisoano nella maggioranza dei casi a panico!arilò geografiche; il nome della terra poi. preesiste al popolo che la occupa e queslo 1i 6 chiama àa quella; :.o.o in seguito ad una vera metatesi d'interpretazione si ha la tra. sposiz-ono dei due letrm1ni e lo scamh:o del loro e-Jat10 valore. Ad u..".t certo momento della sua esistenza un'etnia. una razza av• verte la neces.sità di giustilicoro il nome che po~ta e ricorre alle solite àeforma: on, della rèClllà storioo, appoggiandolo a pallidi ricordi che vivono attra,·erso r.ùli Il cui ,ignilìcato à perduto, o pratiche rel1giose_ che più non •mtendono. Cosl, per ollrire esempi della soluzione eponl"miea. conaideriamo glj Elleni che ri• petono rortgine da Elleno, Roma !ondata do Romolo, i Raseni chiamali da Raseno, e, tenendo conto della I.J)legaiiona totemico, conosciamo i Piceni che derivano se ste:ui dalla gaua (pico) ed i Lucani, 11 CUi copoetipii. ero il lupo (>.Uxoç), La casistica di quanto alfermia:mo è troppo ricca per poter essere completamente desaiUa; limiteremo i. nostre oaerv0Lon1 od un phl. r'alrello c:ompo, il che giò abbiamo Pl'•fìsao. E' onlo che il nome di una regione si OCC01QJ)Oi11Di con l'ubicmione d'eMO. Nel n011lro coso, l'opill:on. comune rav• •iiil<I nell'ntrema zona .meridionale della penisola la part. conoaciuta primo.mente come e Italia :t; Dionigi di Aliccrnasso (P~. 'Ap7.. I, 35). •torico ellenistico, cila infatti Antioco di Sirocu.aa, fiorito nel aeeolo quinto a.. C., secondo il quale il nome e Jtalia > deaiqna•o ai sUOi le.mpl la ~ che dallo air.tto di Mesaincr ai eatende•o fno al Ba,. cento. E' questa in realtlJ, la testimon:anzo più antico NIIOtiYO all'argomento. Lo slflao Antioco preciaa che in epoca anteriore il nome citoto •i limita•o alla regione comp,Ha tra l'odierno Aspromonte ed il golfo dì Squilloo,. Gli •torici clte pocedettero Dionigi non banno lasciato citazioni di •alore: Ecote,o il Mìlesio non porto alcun elemento nuo•o alla questiont, e chiamo e Italia > le locali!<\ •udde«.. Strabone (VI, 24) à dello atesllO parere, coal pure Tuc!dide (VII. 33); nel• le loro as.senioni non •i scorge alcun tenlati•o critico. IDQ una aemplice odes:one o quonlo ero gi6 alato acritlo; per Erodoto inYe~ U. 93--DI. 136), l'espana'one del nom• • più •askl ed in•"i. tul1o il litorale del Sinua Tarentinua., includendo Taranto. Con c:er1ezza storica •i può qulJldi 'lllab:lire che. due aeooli dopo lo fondazione di P.omo. il tannine e Italia> ero g:iò noto; l'app:lriione d'euo de•• ene,- ricercala prima di tale data, impostando il problema del limite e a quo» in due aen3i; o il nome ero ~no. e quindi i Greci lo conobbero al lernpo dello loro colonizzar.ione, ~ •en- n• dato dai Gr4te'i ste:ul, ed in quealo caso non può riao!ire oltre il eecolo ollmo a. C. A •anlaggio dell'origine ind;g,ena si llduerano aenz'altro tutti 9li •toriCi greci, pur divergendo nella produzione delle prove. L'unica Ionie, Antioco, !etio ottravef'IO il passo di Dionigi, s'otLene a:lo leggenda dell'eroe eponimo: Italo, dominatore dolio bassa Co:labria e forse dello Peloritanio, avrebbe in un'epoca imprecisata nominalo do M 11 J:06.ut; Atis10tele (PohL VIII. 1329,h). concordando. aderi6<:e a loie supposizione. ll vecchio logografo [Uanico d, M li.lene. citato aefflJ)le da Dionigi, ai accosta inv~ ad una trodiz'one riferibile al ciclo delle impreae lndi•iduali elleniche e rooconla un episodio della decima forca d1 Ercole. relativo alla luga d1 uno dei buoi dì Gerione, la cui mandria l'eroe guidaTo nell'Argolide, affinchè Euriateo la aocnfìcosse ad Ero. n giovenco sfuggi al 91ganlesc~ po. slore precisamente sulle sponde dello 11lrel• to di ME•3S:no. ed Erc:ole cercandolo ed ovando senhto che gh indigeni chiamavano e vituli :t I bovini, denominò Our.-rù.l:r. la regione tutta. Con poche altero% on1 tale nuova opm1one viene accollo da Varrone e da T1m:?Q. hnchlt si modifica sostanzialmente r·allacciondoai alla 9enos1 totemico del nome. del resto giò grOAolanami,nte adombrata n:rll'ul1ima po~ deJ !acconto dì Ellanico. lino felice fro,e del grande biologo od anl!quario Aulo Gellio, c:oc:ciatora d1 notizie prHioce e di minutaglis ator1che, ci nvela che i buoi, di cui in Italia Yi Ju sempre abbondanza mOS8ima, venivan chiamOli nell'anllca ILnguo greca: lTV.o( (Notti ottiche XI, I); da qui a concludere Che e Jtalio :t voglia a'.9nilicore e lem:r dei buoi :t, 11 che già poteYOSi dedurre da1J'impreaa d'Er. cole, il JXl.$$0 lt breTe. Il mataria1 8 probatorio di,,.uo ai eaouri•

sc:e qui ed è ben poco; gli indagatori, eli• :nin<no per O't"f'ie ragioni la •uppoa.izione J Antioco, ai ailannarono a cercar elementi odcrui a confortare Ja teor"a di ElJanic:o e la loro Industrio • •tcr10 commenc:S..-ole M et&i riuacirono a podune qualche lutlmoiuarua,. ~ di .-olore lanlo J)r9(::0rio che attualmente t1i pet.riaca a:inaiden:lre i.ftlloluto il problemo. ritenendoci .odd.isfo,tn de9li sioni compiuti. • Pu.,., l'e.ame Nreno ed 09991t YO del paui di Eilcmic:oe di C.Uio ~ .....-e ancoro: i.condo di risultati. L'çqodio r·ten. bile od Ercole, Infatti, non • completo: il 9io,oenco (µgo a.co. do\a1o di eooezionall qualitb nakltorie, ai geti!) in ~ e, auperato lo •Cretto, fi rilugib in Sidia nelle ter• re dì re Erioe, ~•• tra I' Alocmta:ra ed U Simeto e solo qui .-enne r'preso dall'inJu. rioto eroe, dopo un duro combattimento con J ,e, che ai opponewa a que•la oooda. O lotto • importante, dcd momento etio cl permette di e•lendere 11 nome di OUn«l.t« <lllch. od un tra1to delt. cx»le orienlali del• la SìciUa. alla qual COIO OCC&nnQ, Mbbene ~ente, pure Antioco. Cellio poi, parla di un'anlca lingua greco (boves 9raeoa .-etere lìno-ua (Tlllo( voc:ilatl sunl), e la sua offenncnione à molto OKUta; l'wtioa interpn,mione poMlhile •:. trova nel sue> porre che il •ocobok:- clfflob derl•t da un'eap-nsione ellenica lo cui efmologia non era pi\1 ~•litui.bile. L'lpote&i che ora OTCIT\Ufemo N ho il d:'8110 di non Q'PP09giarai o docum..-iti qlustilicotori, •alorizzci per6 logicamente le ~ notizie In nostro poNeNO' e, pure apparendo vmtuita. offre, nel oomJ)O llnqulstico, una pobobilitò almeno uguale a quello QOCNditato pe, iq.na• ria. L"ett0re fondamentale !n cui inc:one il logografo le-.Jbio • dato, come at aolito, da un i.nkltivo di c:r tica ~trolpetti•o:: ammetMndo l'Hiatenza del nome 0:.CTl2l.lc in un ceno momenlO, l'~to.mento d'eaeo ad una fonna ilalioa almile a e vitulua > si presentova foc le, anche per le pouib!litb gfot• k>loqidl,e dte pu) tardi ..amineremo. Si OIN"i per6 che dQ quecite preme-a., si ricavano due lntereMOnti data: la conoscenza da JXlfl• greca dell'Italia meridiona• Le e l'etimologia •mixo gteca del nome che desiqncna la r.g.'one; GeDLo non aoio ribadisce li conc.llO, ma aUerma che la k>r• ma ltùol•ia un aroaìsmo etlenico, non una voce ilolica. Lo trodwon.e indigena de-gli Italici e dei Romani • muto ln propotlto e ci prova che il nome era acono&ciulo; gU steosi docu- :nenli oeoo-umbri tj attealano la preeerua di uno lonno ncn.onale c..of- >. la quO:e r:emoeno kmlanamente •i può rilerite od e Italia>. Nullo di pi.Il probabile, qulnd, di una primitiva denominazione greca, r:aaknte o1 MCOl.oottavo a. C., il cui tJqnifi• c:ato. sma:rrtosl col tempo. •ia •lalO artilìciosamente alte1010 con Il rioOC01tcunen1o arbitrario ad una voce omolono Indigena; e 10le trapasso si può aolo spieqoro con W'IO rapkla lorluna dei nome p-esso g:i abitanti delle coate meridionali dello penisola. in por1o •iculi, in pa.'1e grec·, giuntt dalla a:.etropoli o fondar colonie. Lo: portacolorità geografico eh. su99ffl la denomlnO:Z:one, •I de•e cercare in el,menti loli da CClipire l'im.mog!na::ione del primi esploralori ellen.1ci moventi da oriente; ed in1atti Ma 00Ste orienlall della Sicilia offroDO un lenomeno unico in luUo ~ Medìtenoneo: l'atti•o vuloono Etna, I poemi omerici non lo oonoaoevano Oe pereqrinai.k>ru di Ul!ue de't'Of10.... ,e poate nall'Ei;;ieo e nel Mar Nero. eolo lo acamb!o di <nuinak.ie>, oome torse del ~~ c,on cTrino4111•. "Aethalia - &l ....... traCke • tee.laute. ....... I ................ te ,,........-a 4Hhtsl... ~ ti .. .... ...... c:ria >, nome poetico della Siqha, ha generato il colossale enore), e quindì •I •piega il loro .Uenzio su un a::gomento tanto importante (I). D cotCttere vulcanico della montagna, conosciuto in epoc:o postetiOl'e ad Omero, viene nnnmenta\o nella lelleratwa greoa,; due eruzioni hanno lo.doto trocda. la i:nma, nel 47S a. C., meritò cenno da Pindaro e da Eschllo, la •ec:onda ai manìfeot6 cinquanl'annt dopo, ~ e lena del fuoco > o la e regione del fumo > non a-nebbe tro•oto altro voc:o.bolo adalto a designarla, oltre quello di cal&,d.(ca, derivalo da cat.&«Mci.c:he, occonlO al •igniti• ano di e trasformo in fuligine >, annovera quello pi\1 generale d. e o,dere. brudo~ >. Lo probabilllò qlouologlche ollrono buona •lc:ureua: la ridullone del dittongo • ai • in.ziale od e e > • normale, come normole • 1o spo11lamenlo dell'aa:enio sulla vocole precedente; la trok:ridone e1ano dovrebbe per6 easere: e Aelhàlia >, lormo parallela, come geneai, ad caUkor.b ridolla od Aelhio- ~a. Lo stes.so nome dì A•thoba, n tempi pienamente storici, era opphoalo anche al• l'isola Elba in •irtù delle aue m'niere di leno, il che dim01lra come l coloni greci non tendeaero o denominare una regione nel suo oompleuo, ma soltanto a prec acne alcune particolaritò d'essa. Il nome però ho 9()dulo di sinqolariaaimo fortuna, dal momento che • peneb'oto ln pn,iondità nei dia.. lett.i i1al1Ci fino od alterare lo p:-oprio lìsioncmio. pl~andosl a leggi lonelicho noli •ue: cosi la e e > Iniziate, M91uendo una tendenza antic:hisa1mo presen\e in umbro. in latino ed anche nell"odìemo itoHono, a.i à trosformoto in e I>, mentre lo dentale aorda asp 1rata si à semplHicata In dentale -,or. da pura, Lo steua quantità .delle sillabe appare giustificabile: e iicil1a > conservo Inlotti la :nlzlale lunga, come d.rivata dalla chiusura di un dittongo. Sì spiega oro la •1biUina .. Pf'Uaior&e di Gelllo, riguatdc, alla e qroeoa lingU<J -..,.,.. >, ~e viene rivendicata la q•nuina orig1ne ellentoa del nomo, crmaì trasformato e pteqoto od ooprhnere altro significato sulle orme di El!onico, non• ehi tro.c:ritto con una grofio che ricorda quella nallco. Gli Indigeni della Sicilia orientd.le • delle v'cinlort coste colobresi, accolto il nome atraniero per loro privo di •!qnilìoato, devono CJTer 1entato dì oftrime l'etimologia me• d:ante un espediente inconscio. di cui • c:o11 ricca la storia di ogni lingua. Si trottavo In 10Slonza di .sottopone il ao,,Jlantlvo ad una ;-nlerprelazione critica priva di valore llcientitic:o, ac:coatandolo od una i.-oce no• : 1 cnale ptù o mene:, omofona lo quale per avventura vantm1e u·n rilerimenlo o qual• che memoria o trodi%ione di carattere g► n..-ale. prol)r.o di una •lirpe o di un compleuo di •tirs>i. Appunto qui Ci 10vviene la leggenda a ac:hema totemico; tra t e totem • degli anti• chi Uo:lld dove•a trovar ~lo necea,o:rto7

L'ouetnlorlo • Il cratere d"eru.zlone delrttna, donde ••rebbe pre10 le mosse la der.oinfnailone •Itali••· ment• il loro, venerato anche nella 1pecie allotropica ~I bove, divinità non 10llanto riconosciuta da tutte le genti dei mediter• roneo neolitico ed eneo (vedi od es.mpio il culto del toro . idolo in Creta), ma anche dalle nazioni dell'oriente daasico. Narra il Pascoli, in un suo celebre posso, come popolj provenienti dalle regioni nltentriona:!i della peni.sola. fos.sero e giunti alle loro M· di (meridionali} seguendo un toro. Grande commino av~bbe loro lotto compiere l'an~- male sacro.: da quej monti per tutto il sii• veslro paese, oltmversondo via via altri monti, guadando ropide humane. 10110 un cielo umpre Ol:ZWTO sotto un sole sempre più ardente. Ma ecco il bove condottiero mu9liò fermandosi . Il popolo si [ermò anch'eoso, si este~ lungo la spiogg'.a ... a infine vani. Non sa ne ricordò se non 11 nome, che era quello del TOl'o che li aveva guidati... In lor lingua si chiamavo Jtalo... >. Proprio nello voce e italo> passiamo riconoscere l'adattamento del vocabolo greco od una forma indigena non riooatruibila; ci contorta però la presenza dell'umbro 't,I 117 (v1tlu). o cui quasi tulli i 9lot1olog1 moderni •i riconducono. sebbene le probabilità sieno limitate Infatti. se sì può giuaiificare la caduta del e V> iniziale, con• uosta lo lunghez.:o dell'c 1 • d; e Italia> con la brevità detrc I> di e vitlu >, e poco chla• ro OJ)S)Ole lo sviluppo epentehco della vocale e a> tro la dentale e la linguale della vcx;e umbra; già 11 Wald• riteneva poco certa tale etimo!091a e l'Orlando lo negava con ,agione. Ad onor del vero t giocoforza r;conoscere che da una formo latina e v!. 1~llis> era facile arguirne una umbra • vltlu >, tenendo conto dell'a~ntc,, italico !,:;i cui forza st manifesta attraverso le lre- ::iuenli sincopi, mo per affermare questo bisogna ►,o•,are !a C!'lloriori\6 doli umbro nei riguardi del launo; e, concludendo. occorre osservare che le lingue dell'Italia meridionale, dove prima ai dilfun il nome, essendo osche, erano ooratteriuote dal fenomeno dell'anopllssi. che avrebbe potuto permettere loro di trasformare un eventuale e vitlu > in e ..-italo> o e vitolo >. sempre indulgendo alla brevitò della prima vocole. Etimologioamente. quindì, anche Se alcuni latti vantano qualche probabilità. la certez• zo d'essi è ben lungi dall'essere assoluta; preferiamo credere alla diffusione di una voce greca, ritornata ai greci mutata Ione. ticomente e graficamente e con il coerede di una etimologia nuova. Nè vale o smuoverci da questa poçizione un'ultima osservazione, che in realtà, dìee ben poco: ai tempi della guerra sociale, le monete osche portavano incisa una ligure di toro ed il e Corpus lnscriplìonum l.alinarum > in IX, n 6088 ricorda un'epigrafe in cui si accen• na a Corhn10, la copitale della lega italiana, chiamala, a quanto pare, e Viteliu >. Questo materiale è intanto 1an:hss1mo (I se• colo a. C.) e nemmeno ci pub provare che gli italici abbiano volu10 risuscitare ronlica forma indigena di e Italia>; non ce ne sarebbe stata neceaeità. essendo. già ai tempi di Pohbio, il nome preaente dall'Amo a Messìna Sulla fo;.,una del termine pQOO diremo Gli appellativi di Ausonia. Enofria e Saturnia sono poetie? ed indubbiamente tardi; solo il primo ho una certezza storica, riferondosi od un popolo che, anteriormenle al IV aec. o. C. abitava lo sponda destra del Liri; ci son testimoniati da Virgilio (Heuper:a: Err.' I, 530; Ausonia: En: VII, 54; Sotur• nia: Georg: II. 173) e da Ora2io (Ausonia: Conn: IV, 4, 56). Anieriormenle alle guerre sanml1che il nome e Italia•. secondo le te· 11imonianze d: Dionisio O. 74) e d1 Strabone (V. 209), li estendeva amo o Posidorua ed a Taranto); a1 tempi della preso di E» vianum, secondo quanto Ateneo (.1.<t~: Il, 34. bJ ripete do Teofrooto, 11 era ampho• to a quasi tutto lo Campania. Dopo la caduta di Cartagine. tulio lo .,enisolo vero e proprio, dall'Amo, lino a Reggio ero or• mai conosc:uta come Italia. ba questo momento la storia del termine si identifico con quella delle diviaion1 ammm1strative roma• ne e consegul, in uno data •poco, un vasto sviluppo, per ridursi di nuovo nel medioevo. Ottaviano nel 42 agg 1unae tutta la Gallia Cisalpina olla porte slrettamente pe. ninsulare e riordinò le regioni uecondo un crjterio elnografico, almeno lino dove ero po$Sibile; le regioni augustee dal nord al sud cosl •i susseguivano: Transpadana (Xlt Venetia el Histria (X), Liguria (IX). Aemilia (VIII), Etruria (VII), Umbria (VI), Picenum (V), Somnium (IV), La.tìum et Com. pania (I), Apulia et Calabria (li). Lucania et Bruth (lii). Cosi hn da ollo10. la penisola ven:va stret• ta in quell'unità etnica hnguiatica e pc,lilica che p ù non dovevo 'l'lmotritsi per fortune o per sciagure di tempt e che doveva costituire 1'1mmarcescibile vitalità delJ'orgo. nismo nazionale. Tale divis;one rimase d1 fatto per oltre tre-c.nto anni. lino olla nlorma di Diocleziano; nel vasto p'ano d1 rior• ganillazione- de-Jrlmpero, l'Italia perde la posizione privileg'1ato che la dishngueva e divento una delle dodici diocesi. predsamente la setl 1ma Dal punto di vista ge-ograhco viene com• pletato con l'aggiunta delle tre isole (Sicilia, Sardegna e Co~ica) foo allora escluoe e lonnanti provincie o: sè; al nord. anch~ la Raetio e le Alpes Colllae entrano o far. parte della d1~si e ital'ciano >. La suddi· visione in regioni cede o quello in provin.

e• 1nt•rn•. c:krpprima in num&ro di dodici, poi. rwtl NCOlo IV, di dicia&Mt\e. 0uffta à certo La mouimo Mlenaione rowiunta dal ac,ee e Italia> in ogni tempo, L·un t6 politica delLa ~nl.olo, • -.;,uindi la pe,Niak-nza <Ml nome. Si ritro•ano all"tni.r:io del med.ioHo con il regno di Odoaa• • con quello di Teoctor:co l'Amalo (2) (~tion btto per C.rti ondeggiamenti del siat.ma l0f'do-cono aoggetto all'infiuen.z.a •1 •cmdaUJ, ma 1COmpaiono dopo la alorcunaia guerra 90l'ca,, per kJsciar poato ad wi frazionamento che di•iene sempr• pi~ alnulo Lo costitw.K>ne dei ducali longobardi e quello dei temi biio:ntini ia•oriace lo niluA)O di alami nomi locoli in danno di quello generalment. accreditato: Il nome e lkllia > ai ~tringe grodatc:unento a quelle ion. che prime ne rldero la naadla; al nord • eoppiantato dal termine e Longobar-- dia>, che tanta risonanza do't'e't'a acqu!ata- ,._,al centra dalla TU.SC:o• dal~ Pentapoli; mach.e nel a1eridionale ai riduee ad uno ...-ione geogmlid:J molto •CJ9'o. che Cl"ff•a il aig-ntfìoc:rto di e in Italia>, piuttosto che Indicarti un'unità •tnìoa • linguistica. Tale staso di CON, CUlQOri•o al tempo di Enrico Il di Sassonia., muta con l'crnento dei nUO't'i Nntimenti e delle nuo•e aapirozioni =e il R:naacimento promouero; già an Dante, nndioc:rtore di uno unità morale tlalicma, c:q,pare, pienamente restituito nella a-..a dignità. iJ nom. nazionale che, succeaaore di Roma, perpetua•a in ph) amp: çon. fini le memorie alOriche e la grandezza della CIM Eterna. CLAUDIO CALOSSO ms~ oll'autori'6 di Virgilio, cbe lnd11b- ~ oderiYG od llDCl _.di~ kl ....... poco ..... .lc!_critioo~<IOlkca lo~ .. fatica di Od.....:t pClrt,9 Mll'E,geo • ...u. _. Ntwnlna:lcltl. dal.l'Abioa, parta -U'ltoltci ~. ""'"1"6o oltr• allo Joni:i. il t..._ lrJ.riar• • kl IINN Sidlka, Nulla di •ffll• IIO, quindi H IIDO q11m1hlbò di llllodioai ho tiea• IOIO di "-tifican M, 1GP1» del flCIIJ910 dall'i~ ... ~_. da - kl ,uua:aioria ,g,909T0flco cWl'llda -.o il IIXll a. C. Mi ~ Ml- -• IIUlla Stdlla, ctM ~ d inM,- 09li _. i::odals:r-"'st\ldio.0-.,0-bcitoe.:i,na ~ drtl f,- • dal fumo (appcn, ••id-,1iMimo 11 Ql)lltrQalO ltG il JI0'90 di Vlrgilio (En. llt •· ~l'0-512) ®"" 11 ,...,..,._ dNo.:ri"' naokr • gli - ~ l'o.do 0'..00 dà delb tene In Clii pcll0Clblo i buoi dì lpwtOna (Od. Xli. •. 127 • Mg,). • ,..._ kirllanamant• parb di !ano- _, l'\lloon.id: OIUI. io. Od. Xli, •. 127 .criq: 8pl•«x(,i-., 3' iç •~oo-., /Af{;c1u, JOIII.Jllfflton• ~poa~;•Th=Ml~i1a"C: ;\~~ ~ ,01111,o.,..,_ -11a p,ima forma un·alJotropia dalla: -.ooada, - M, rogi«li addoU• ton0 ~. 1:~ dì •Trinacria• Tpi-.,a1:x.pl« .,._. ~., Tpl« fxp« = .,. po-lofi o ,,....... _1,. q1,1t,lla di • Trtriob• • non lii puti _.... a tal+ Ofi;oi-; il Ore.bo! -.i :I t-.. a 4"-"° PfOPNilo honn,o riffuaa1o Wl'(llltic:Q ta.-- ... ico dittlci1-,"' "91Jlbtl•. &p(u ~ -ouoi.. ... "'9n1hcalo o Tp(1.nv«, eioi': tridfflt•, ma ♦ 9iun>-rlN.il-ditol•~do­ ~ wcira ill 911tturaM -pirata. •llm.inanclo e.i, d_._ il ocww dello IMAione • ne,t dari• .._ lo ~ d'-wa:dm• •erifiean1N.1 al no- ..alt.o. n - ~ qllindi _,.: Tpi• '"tt!-~~ et.. kl Trinocrio - 1ia ~ n..okkl. i. d1,1t, .-oc:t q~ 01110toM deYOnO .., - lklll locila«IM CClllhlN, ~ l'abban41,0) di, qv.la - cono.ci11ta. 121 ,__.,_., --r• ctM l'holia di Odooer•. p.' pri'fG daUo Raia, •ra ~-I• COIII• ""°"° P9I' - di port• dal Nooewn, della ....., IIUl)Mlon • da tutta la Oo1.ma:zia alf•. dolk> • Pl'o?inaa • au·.,....... L'1a11..,. ta:i.mo • T.odorico -t6 Xlii can&u od oriar,t• ••• ._.li, lii c.rtj J)lmh, fino al Dan~.

GIU ~d periodo, che intcrcorr"(: all'incirca dal 450 al JOO. a. C., la comuni1à giudaica della Pa• lcstina, coJi6cati gli impulsi originari della nuova formula della e: k:ggc >, si costituisce in una s.orta di struttura repubblicano-teocratica, la quale, nella sua dasticità, oHrc ampio margine agli isiinti indi,·idualistici. Nella natura. e negli orienta· mentì stessi della Thora, aggregato quantitati,,o di esperienze e di prcccui in costante' aggiornamento. è dato ogni pos· sibile addcntclla10 al criticismo e alle: innumerevoli srum~turc. e deviazioni, interpretative. li codice religioso ebraico, il te· s?o fondamentale di una e: s~iritualità • e di una e: mistica• che hanno d'chiaratamente per obiettivo il regno mondiale del· la razza eletta, si elabora inccssantcmenre allra\•erso tutti ;!'li adattamenti della pratica e I(• 0ppOrtunità della contingen• IO za, :.ccoglicn<lo senza sforzo, accanto aUe sottigliezze tecni• che dei softr,;,. e dei sacer<loti, indirizzi e formuiazioni empiriche divergenti. criteri di applicazione, di lim t.:z1onc o di s,•ilu1>po contraddittori o del tutto opposti. La conseguenza è rigorosamente nel carattere della Tho· ro c della religiosi'3 giudaica, quale si è venuta <lcterminando dall'epoca di Mosè; etl è nel ca· rattere ormai acquisito dai nu· dei sinagogali e nello spirito delle comun\f-à. Le sinagoghe so110 già coifituitc nell'aggreg-c1.tointerna~onalc della Diosf'Oro: gruppi ebraici si tro· · \'ano, oltre cht: nella P<.'rsia e a Babilonia, nei territori più prossimi al mondi) ellenico; al• tri si formano sulle direttrici delle grandi correnti di tra.fii• co e di scambio: in Egitto si stanno propagando le colon~. di origine assai remota, rinforo z.:.tc all\poca dell'invasione ba· b loncse da masse di fuggiaschi. Ogni colonia, dalla Persia al· l'l!.gi110, ha il suo centro sina- &rogale e, attravèrSO i suoi col· lcgi di sacerdoti e di dot• <ori, una scuoi-' in1erprctaliva propria. Il ritmo di vita della DiasJ,<>- ra è appunto in <111esta disarti· colazione, in questa aggrega· -zione di fattori autonomi, cioè in questa costante inter·elisione di metodi e di fini: da cui deriva, in un modo che non sa· prcmmo ,•edere più netto, il rovesciamcnro nella comingenza, 1:immediatczza e la sinuosità di una tecnica pratica che st"nza tregua sfugge alle linee di ogni costruzione maggiore per fissar• si nelle labirintiche inanità del· la ceHula. Il gioco di contrappesi che automaricamenrc si crea tra le comunità sinagogali durante il periodo in esame è. per la storiografia giudaica. il periodo del e fecondo e'&:1ili· hrio ~: e non è in dciinitfri che la m«canica di fori:: cen· mfughe, singole e collettive, combinate in un'organizz.u=one C'OnS(ntanea. Abbandonato a ,e. stesso. 5'Htrauo, per un com·i:rgere casuale di sitna,:ioni, alla dina• mie.adelle correnti s1oriche. l°e· braismo si è ancora una volta irrig'dito nell'automatismo del termitaio. Non :,1>1>enraicomirJ• eia ad agire \'erso la Palestina il flusso di quelle correnci, l'« equilibrio» è sconvolto alle radici, riscoprendo, sotto la tra· ma del pscud~ ,•itaFsmo la J);'Ssività storica della rnzza. La Grecia. estendendo gradualmen· le la sua zona di influeuza ,,er. so rE.st, giunge alle soglie della Giudea. passaggio geografico e politico obhligato tra l'Oc· cidentc l' l'Oricrltè. L'incontro non porta a frizioni di rilie,•o dur~ntc J'-cpoca del dominio tolemaico in Egitin (320-198 a. C.): il cmuat10 fra greci ed ebrei si risolve, non premendo altri impcrati\'i. nel consueto ri• piegamento J!'iudaico nell'isola· mento. Ma quando Antioco 111 il Grande, battuti gli cgi1.•ani. stabilisce la sonanità grl'Ca 5ulla Giudea. il cozzo fr.t le due culture. le due ci,·ihà, i due temperamenti ran:iali si deter· mina immt.>diatamente. IJ senso gN:co della ,•ita, del· la .socìeià e dello st:.to, fonda· 111 nelle ,1cce11tnaz1011istl'!>se ùd suo s11':rimcntalismo, sulla conc,..zione di una stru:turalttà Mticola1a senza residui nell'i· dea C ::ll'csauo opposto. co11il suo proicuarsi verso una real· là superiore, <k·I ·relativismo [.'ludaico e <lclla sua decentra• ta em11iria. La scissionc che ne conscgue è cgualn'h:ntt l)rofon· d,: da aml)(J le parti. Il tf:1de· gno greco per i metodi dcll'esi• stcnza ebraica. per il caratt<-H' della repubhlica teocra<ica, che materializza e tr:wisa il di"ino nelle forme di un utilitarismo tl•rre-110, ha il suo c~ntrapposto nella rcaiion1.• dcr giudaismo contro l'itle.:!ità costruni,•a dd· l'anima greca. 11 fatto e spiri· to », il tra5ec:ndentc. l'impulso interiore \'l"rso punti fermi dì supcram<:nto, cdstituicono pt'r la pr:ma volta nella storia ebraica. su un piano d'intcres· se generale, gli elementi di scJ);'ra1:ionc e di contrasto. Pochi anni trascorrono, cd ecco che, alla falsa notizia del· la morte di Antioco IV Epifa•

ne, im•esrito dalla Grecia del governo della Giudea. esplode d1 colpo la rh·olta. Al massacro d1 alcune guan1igioni greè.he iwlate, segue la ~prcssiolk: dell'E1,ifane, che, minacciato dall'espandersi della potenza romana verso l'Ori<:ntc, com· batte con estrema energia l'in· sidia della ribellione interna. Nel 168 a. C. lo s<esso tempio di Gr-rusalemme ~ consacrato a Gio\·e. l giudei, fuggiti nel· l'interno del paese. si racco)· gono intorno alla famiglia dc· gli Asmonci S'inizia un periodo di guerre, di guerriglie, di tumulti. Ovunque possono, i ri· \'Oltosiuccidono greci e greciz· zati, distruggono 1empli, assal· tano e abbanono i JllOnumenti e le opere costruite dai domi· natori. La ribellione attinge un tall"grado di violenza che, gui· dati da Giuda Maccabeo, gli rhrei battono 11! truppe di He· ron, di Georgia, di Lisimaco, in tempi e in località diverse: a Bethoron. a Emmaus. a llerham. Ma b. storia giudaica si riptte nelle sue e,·oluzionj e nel· Jc sue involuzioni. All'eruzione di rivolta succede l'armistìzio del 163 a. C. e, con esso, l'immediata disg~gazione ddle schiere maccabce, richiamate da nuovi interessi partigiani. L'azione cominciata J>er libera• Ecco lyo, Monfatue, ffgllo del tludeo Lord Sw1ythlln51, no'.•.> cot.. ~ re del c noma brttannlco. Un gludM d'America, 1pp1rfononto 1111• •~• lntorn11lonalo contro Il raull,no • r1nlhc• mltl11"0•• , ...-,. olla rodio Il suo tomino pro~gondlstlco, re la Giudea dalla sovra11i1iLe dall'influenza greca, si conclu· dc, paradossalmcu1c, nell'insorgere di due grandi correnti grc· cizzami, l'una <'Slrcmista, l'al· tra moderata, k quali si combattono acremenk era di loro e combattono insieme _uua terza corrente, l'ebraica pura capita• nata da Giuda Maccabeo. Alcimo. capo dei moderati, poco dopo la stipulazione ddl'armtsti· zio ristabilisce, con l'aiuto del· le truppe siriache. le istituzioni greche. lt Maccabro .tbbandona Gerusalemme e lancia nuo\'a• mente l'appello alta rh·.olta. Se. guc, fino alla sua morte, che anirne in battaglia nel 16o, una fase di aspre loHc partigiane. Ma i giudei in realtà, si battono per fini che non pr<':scnta• no diffH<':nze sostanziali, per agcv;>lare e salvaguardare cioè i modi della partccipazion<': ebraica al processo storico, l...c differenze sono di metodo. cd esse ippaiono ;:.ncora una volta condizionate dall'antico duali· imo tra la tendenza alla proic• z:ione ,·erso J'cstcrno e la ten· dcnza unicnria. Al Ji là Jdlc formulazioni politiche e delle amplificazioni mistiche, Giuda compie un tentath·o. che non si ri1>Ctcrà1>iùnelle ,·icendc del· l'epoca !lOSt•cristiana, per incu· nearsi, con la sua struttura ccocratica e il suo rcpubblicancsi· mo pseudo-s:tc<':rdotalc,nel mon• do d('i popoli e della storia, e :.,·viarc il conscguimcnco del· l'obiettivo fissato nell'elabora· zionc bab;lone!e della Thora, il predominio poli1ico mondiale sulle altre razze. · Nella graduaziom• delle tre correnti che si scontrano in 1-'a· lcstina, sono preannunciali i procedimenti che caratterizzeranno ncll'a"\'enirc la tecnica del giudaismo internazion;tlc: l'adattamento disarticolato cd edonistico a.. culture e a mondi rauiali diversi; l'adozione di metodi sociali e funzionali esterni: l'asserragliamento nel· la realtà OOraica,e nelle sue crìstalizzaziooi. L'errore csscnz.ialc è. ancora, nel persistere e, anzi, nel consolidar'si del con· ccttQ territoriale, cioè nel volersi imporre storicamente in senso unitario, com(' un com• plesso organizzato in un defini· to paese. L'idea della p,aria. promessa, passando per le de· \'iazioni della Tho,-u, è divenu· ta infa1ti l'idea del inndamcnto, della base spaziak -.u cui far 1>ernoper la dilat;tzu,nc egemo• nica verso l'esterno. E' da que· sta. idea che traggouo alimento gli scom·olgimenti che, dalle guerre maccabcc in poi, squas· scr;1nno per più di due ,ccolì Israele; finchè l'elemento terra non sarà dcfiniti,·amtnte sot· tratto alle esplosioni di impulsi dell'aggregato palestinese. Non occorre ormai far rilevare i significati impliciti in questa pseudo ric<':rca di una consist<":nza storica attraverso l'adattamento a forme di civiltà straniere, o attraverso ,la loro nt'pzione : la cosiddetta or;ginalità del giudaismo sfocia nuo"amente nella sinuosa esteriorità del compromesso e ne.I vuoto dell'irrigidirne-mo. Quando, dopo la cacciata dalla Palestina, non agiranno più immediatamente te fantasime un.!larie, avverrà uno spcltacou

sprigionamento razztak nei tanti nudti della Diaspora e nella mera t«nica dell'attivi· smo prc,·aricatorc; al punto che i tre procedimenti ,·isti più sopra si combineranno, si fon· deranno e, in quelli che furono i moti\·i di feroci contrasti se· colari, si articolerà il mondo sfuggente e rattratto dell'ho· mu,ecul-.s giu~!i~. La guerriglia condotta da Giuda è prostguira, dopo la sua morte, dal fratclo Jona· than e, successi,•amcnte, dal teno fratello maccabeo, Simone. Lo seompagina~si della po· tenza greca, sotto l'assalto dì Roma. determina in Giudea speciali situazioni, di cui si gio- ,•a il partito sjmonide ~r pre· valere sulle altre due correnti cd eliminare le ultime forme del controllo greco. Recato l'appoggio delle sue tribù af $(>- ,·rano Demetrio Il. incalzato dai pericoli e dalle vicende, Si· mone chiede Jn cambio la sopprenione dei pesi tributari, cui succede presto la concusione dell'autonomia politica. Parrebbe un consolidamento unitario, e non è che un punto di progressione nella parabola di disctta verso il disgnca· mento. U terzo maccabeo si è imposto sulJa scia di un moYi· mento inteso a stabilire una netta separazione nei confron• ti degli altri popoli e ad aHer-- mare su di essi il predominio razziale. Conquistato l'ufficio di gran sacerdote, cioè dell'd· ftttivo regolatore della ,•ita giudaica, Simone continua sen· z.a arresti nella sua opera, chiarificandone: i fini reali e: originali. Egli crea ai confini un sistema di costruzioni militari atte alla difesa e all'offesa; gena Je basi di un'attività politica che stende le sue ramificazioni oltre il territorio del· la • ruza eldta ». E' il fulmineo svolgersi ,·er· so Ja pratica del concetto, con• sapnole e riflesso. della propagazione e deU'ìmposia:ione ebraica nel mondo. Non esistono fratture tra gli apocalittici· smi e gli affocati orgogli Jcl· la Thora, e 1c din.•nrici della quotidiana azione politica. In questa ,·M>lcnz.a di passaggio, in questa imnw:diah:zu di eduzione ruuiva. 1>ropric: de.I giudaismo, (: anz.i una delle eK>mpJifìcazioni più dirette di ciò che di telluricamente mobile è alle radìci della rana, e della sua barbarica insuHiden· za alla storia. Il figlio dell'Asmodeo, Giounni Jrcano, assa· le poco dopo a uno a uno i p:ccoli stati limitrofi. li a.ssog-- ge11a col frrro e col fuoco, CO-- stringe l'intero popolo degli Jdumej a convertirsi aJl'rbraismo, ~na la cacciata dal paese r la morte nel deserto. La tee· nica egemonica è nel pieno ddla sua applicazione. GIOVANNI SAVELIJ

S~,~~~~;;~i~t;:,~·:::;: .( LA RAZ Z A I TAL I A N A) prende che la potcn1.a _ _ dti franchi non può svilup• parsisusaldeba'ìisenongio- DAI1M1r'~~RAiRj ~1 vando::ìi della cooperazioul' .. di quella fiera e insopprimibile ra1.1,a che, nelln penisola italica. ha difeMl <' arfennato i valori tradizionali della Roma imperiale di contro ai popoli cl'Occi- AL FE u DALE s IMo de e che avevano omin• eiato oon l'invadere quel suolo .• Tale scn~ibilità del grande Capo dei F'ranchi rivela caratteri squisitamente ro• mani soprnttutto per l'equilibrio che nella sua animR ritrovano qualità JhÌchiche naturaln1ente rontrastnnti: la capacità guerriera e il tallo J)\)litioo. la virile de- <'i:sionc <' la temperante sag· gezza. Tali caratteri gli dànno la maniera di riconoscere lfl fondamentale importan1.a dri valori romani per il suo regno e per l'unità occidcnt11le: inoltre egli giunge a oornprcnclcre che, per imprimere una direr.ione di organicità e di positin\ ~ralità al poteN" franco, non puc\ che ri\·olt,?C-r.-i alla fon.a della tradi1.ionf' romana-cattolica. Xci condurrc- a compimento questa vasta opera, Carlo MRgno giunge a Tiooi,,lituir<> sulle ha-.i di una am1onia razzfal<' nordico• mediterranea un organismo nazionale curOJ>C1:) cnpacc di ~1:ituir.;i al decadente Impero Bizantino e soprat-- tutt.o di oppori-i all'invadenza razziale e militare ddle popolazioni crcettivamente barbariche uraloaltaiche <' slave. L'opera di Carlo Magno ha un valore costruttivo profondamente sociale cd etnico: egli riesce in questa ardita impresa, traendo par• tioolarc i~pirB.1.ionc da quello spirito • olimpico , chr gi1\ si esprime attraverso il Patriziato romano riconosciuto e iniziato da Carlo Martello. L'orient.amrnto mostrato verso la romanità da <\uesto monarca segna l'inizio 1.lella vera potcnw dei Fmnchi c. preparando Ja base del • Patriziato dei

Carolingi "• procura a Pipino il nome c il grado regale, anche !>C egli non porta altro titolo che quello di Maggiordonv> o di Principe dc' Franchi: parimenti gli dischiude la via al Patriziato Romnno, ool primo cscmpio che Rii d:\ nell'a-.- sumcre il patl"O('inio della Chiesa Homana e n("IJ'inizia~ con la Santa S<-dc qurlle trattative, che in prosieguo di tempo donanno Condurre ad un J>ntto (754) di ~retta e definitiva alleanza. J)fi'm~sa efficace per la C&.-.1:ituzion(• del nuovo Jmpero occi(fontal<'. J n virtù di qu~'1.o Patto, che presenta un significato profon<lo di dignità e di m10,·a importanza ~-toricn per la razza its•liana, re Pipino assumeva la proh!Zione della Chiesa e clello Stato <li Roma e prometteva che, qualora riuscisse vincitore dei Longobardi, roncedcrebbc e mnnterrehbc dcfinitivamentc al succc.s-.ore di Pietro l'as..-«r luto dominio dcll'E<,::arcato e di tutte le altre terre riprese ai l.pngobardi, senza richiedei"(' altro compc-nso che i suf'ragi di pr<'~hierc per la propria anima e per il titolo e la dignità di et Patrizio dei Romani ,. Il rapporto tra la Roma .sacra e l'Occidente guerriero era nuovamente attuale e teneva desta. senza attenuazione o deviazione. Ja tradi1.ione aristocratica e gerarchica dell'Europa ini• . zialmente organizzata e formata dallo spirito dell'Urbe. 14 lncoron•1lot10 di OHone lii. (Cattodralo di Monzo). Carlo ."\lagno, C'Jntinuando il costurn<" del Patriziato Romano dei Carolingi, in tNla ai suoi diplomi e alle sue lettere c.-ominciò Ad ll'>ArC insi('mc con titvlo di lle;e /_.,<mgolx,rdonm1 quello alti-Nì <li Patricfo.a Romanonm1, e lo adottò invariabilmente fino al termine dell'anno Ottocento, nel quale fu incoronato imperatore. .\ llorc-hè nel 7!l5, mòrto Adrianll, salì sul 1ronc, di Pietro il nuovo Pontefice. Leone lii, il suo primo pcn· siero fu di continuart' (..'01 Patrizio franro le relazioni di an,icizin iniziate dal suo prcde<.-c~orc; anzi, n<•lla solènne legazione eh(' invib a Carlo, oltre ai consueti doni cd alle chiavi dr,lla confessione di S. Pi<'tro, gli fce<· pervenire anche il vcs.~illo di Roma, simbolo di quC'lla protc-.,;ionc,fondata sul senso <lcll'nntica Pides, che a lui, oomc Patrizio dei romani e difensore della Chiesa, veniva nuovamente affidata. Ora, è molto significativo notare chC' il Patriziato dei llt: F'ranchi, derivato dall'autorità dell'Imperatore, viene da taluni fatto risalire alla iniziativa del Senato e del popolo Romano: nel qual caso, esso presenterebbe un carattere razziale ancora più profondo. determinandosi sulla base di una oonoscc112a collettiva ria"i• sunta dalla potestà aristocratica del Senato. Secondo Melchiorre Goldasto (//ationale cmistitutùmum impt:- ~!:~) 1 :a <li~:!n~~~op~Ì Grande sino A <.:~-tantino Copronìmo, sarehbc stat.a conferita dal solo lmperatore, ma ciò in virtù cli una Legge regia, con c-uila gente romana, ossia la raz7.a dominatrice nei diversi territori dell'Impero, avrehbc trasferito negli Imperatori ogni suo diritto. Sotto Copronimo, poi, il pvpolo ro• mano, revocata la legge regia, &\"l'f"hbèriv<'ndicato a sè tutta l'autorità dell'Impero. <' quindi con questa autorit1'l sovrana avrebbe eff'ato i Ile dei Franchi suoi Patrizi, affidando loro la protc-Lionc c la difesa di Roma: al tempo stesso i Papi avrebbero affidato a que--ti la protezionc- della Chiesa Ron,ann. C'f>I titlllo <li Aclvocati, o Difensori. Anche SC' tale a...,sunzionc storica può semllfarc alquanto et tenden,-.iosa ·•. non si può non ricionoscere che daJ passaggio dClla Tradizione Patrizia Romana a quella lmperialc ,•igcntc durante il periodo delle invasioni. sino a quella ripresa dai Pontcf-ici nei loro rapporti con i Re stranieri. agisce la pcrsi,.,-tcnza di un principio •olimpico• ro. mano, non come scmplicc conCC'~ioncideale o astratta, ma come fona la cui concretezza non può derivare se non dal suo appoggiarsi ad una incsauribilr energia ra1.zialc. Così. per virtù della vita• JitR dovuta ad un'am\onia etnica che si riflette sul piano poi it ico e sociale come nelle .-sue espressioni pii'I vere, viene restaurato l'lm• pero di Roma. Tale armonia presenta tre aspetti significativamente arrcm,ativi del rapporto del tipo etnico a.rio-romano con le ,·a.riazioni ario-nordichc: l'aspetto romano - longobardo, quello franco-roma- ~fC: (~~li :::o~~e;::ii p8ri per potenza vitale e ()('r nobiltA del so.nguc: ma sul piano animico-spìritualc <.-ssc vengono dominate e, per coi;ì dire. modcllatc dal principio romano, che si ri• Hetterà prodigiosamente 1\ell'et/,01 guerriero e nella cultura del nuovo Jmpcro, rlalla penisola iberica a quella italica. sino alla regione ccntro-enro}M'a che as-.urnerò. il nome di Marca Orientale. Al tempo ~1.csso, viene ~1:ituita ~ue.lla salda unità di forte guerrirre che, appunto pc.rchè si fondano sulla nuova organicit.'l razziai<", mantem\ validissime le barriere contro le invasionì dei Normonni. degli Slavi e degli A.raLi. Il volto della raz1.a italiana è gill ben definito: i ~uoi lineamenti puramente fisici saranno nordico-mediterranei, riassumendo in ut\a ricchezza espressiva la mobilitn longobarde, la oompost<"t7.a franca e la fierezza germanicai ma· essi saranno dominati dall'espressione romana, ossia da.li'• anima• romana e ancora più internamente, dall'inestinguibile spirito olimpico solare. Questo spirito olimpico

tron·nl il modo di manift-.1arsi sensibilmente nd costume gcrarchioo e guerriero proprio alla più significativa creazione· dcll'Jmpcro Carolingio: il J<"'cudalcsimo. Tutt'altro che retorico (' il rironosccre al centro dt>lla oostituzione· feudale l'aifonc del principio etnico romano-italico. Nella genesi e nell'affermazione del F'eudalesimo, infatti, ritroviamo un fenomeno veramente cspl'e).~ivo dflla persistrnzn attiva di qu~1.o printipio etnico: noi vediamo come le qualità guerriere, di violenza e di dominio, proprie ai gruppi razziali romano-germanici, romano- longobardi e fran- <--o-romani, gradualmente, come riprese da una magica for1..a originaria e più potente, si unifichino e si 1ra~formino attorno ad un principio dì spiritualiU cavalleresca che ripresenta ,,ivo il ~tumc romano dt>IIR fide,, della pii!llu e dell'ho,wr. 11 Mlldato violento, il guerriero brutale diviene signor<', gentiluomo leale <" gen<"roso. Nelle espressioni ehc qualificano questo nuo- ,·u erede della raz:,..asolarf', oomr e cavalierf' senza macchio e scn~ paura •• • ca- ,·nlit're cortcs<· •• dalla • incontaminata armatura •, possiamo cogliere il senso di que,to trarsi delle <tualit:\ creativ<"della razza. dal piano d<'ll'incoscienza e della eredità naturale, sino all'acqui"iizione di un grado di luce e di coscienza di sè, prc&-.oal princivio verti~ spirituale della tradizione olimpica. Lo !<.pirito « olimpico • ritro,·a la ~ua più fc<lelc espressione ,li" uala gio,·incz:ra nuo,•a della razza: la caval- )Cl'ia, la quale in origine è semplicemente una istitu1,ione militare oonfoml<' al riconoscimento della fon.a e della violem.a come dominanti valori mora.I.i.A queste manifestazioni semplicemente fisiche ed esteriori Ruma dà un significato interiore, riconducendole alla virtù originaria ·che sola può fare di esse uno strumento di azione e di organi7.z.azione gerarchica. Da questa epoca. ogni più nobile vicenda delle tradizione guerriera recherà. IR impronta di quc11a csse111.R romana del vh·ere e del conoscere, di cui !!iOltanto la razza può f>Ssere perenne depositarie. Qui traggono origine tutte quelle imprese cavalleresche in cui la fon.a e la gcntiJe7,7,a, 1a fì<'rc7,za e le nobilti\ rivelano la pn-- senza di un'ispirazione superiore, t" che trovano adeguata riso nani.a nell' èpOI del Cido Carolingio e del Ciclo Bretone, nei quali è riconoscibile la irradiazione occidentale dello :!t1.ilc epico proprio a11a nuova romanitA <·rilrtiana e cattolica. f~ sempre -infatti il principio mctafi,-.ico • olimpit..-o • che si manifest.n nc11c g~1:a di farlo )1Rgno e dl'i suoi Paladini, come in quelle di Ile Artù con i Cavalieri dt'lla Ta.vola Rotonda, sotto forma di una lotta s<"ìw.a tregua contro ogni aspéttu della prevaricazione nrimanica e Juciferica, contro ogni eresia. contro le for-Le dell'anti-romanitA (dietro cui è presente l'azione occulta del Giudai•ano) ricollei?and<Y.c-oi n il senso stesso dèl Ciclo del Graal, delle Crociate. del viaggio ultraterreno di Dante e <lei linguaggio del • Fedeli <l'Amore •· che esamineremo in un prossimo artit..-olo. MASSIMO SCIILIGERO Dalla .. bbla di Carlo Il Calvo, eshlente nella bibllot.ca di Parf9I: epbodl della Vita di f

.. uue,-1A

,.,.ndllllcl lnYltHO I 9lo.1nl ••erlcerd •d 1nuol,r1I percht "" Ja diYls. v•f• ■olti qu,11,111t1o, per• cht •Il• r • g • • .1 • pi.cclono ,I Mlhlul.

si trasfom1i,no, nu1.gari per cose dl1° nulla, da ami<'i in ncnnd. Schbem.• malcam1nticoo11dottidacapispesso ignoranti, pro_vocarono, fino agli ult.ìm_iiumi, noi{~non piccok a~lc autor1t,\ con periodiche a_gilllziom eh~ li _,, spinsero a divellere bmari_fcrrov,ari e abbandonan<i 11lta_gucmglia rcndC'ndo µeriool<>:s9l'usc1redagli abitati dopo l'imbrunire. Co,,toro occorre I ~ ~ 1!:tirc~~l~ast:J,~~\a ~~; f' frt'nti, con k loro rivendicazioni d, _,,.indipcndcn7.A, tutto un prohle_ma a S<· di cui, scu~.a.nessuna conclusione e rinfoéolando lirnri che ,;afC'bh<-stato conveniente ;;opire, si occupò la Soeiet,t dclle Nazioni. Pcr\t'suc vieis~iudini secolari il t<'rritorio eurdo fu l ~;::::.:~--;._,; __ ..:..~~;~i;;~ detto la •Polonia 1lell'Oricntc,. Sic- come ospita uomini forti, intelligenti e dcei~i a tutto, l'lrak, a.gcndo con fa dovutacautela,riuscirà a.suotcmpoatrarncotF,;-eioouosecnzaconl'Irakduranteunviaggiochencll9M-85 mi portò a scopo di studio un po' in tutto l'occidentea.siatioo, dalla Russia all'isoladiCcylon. I<'ral'altro put:.eicosl visitarecitt.-1. quali Mosslil, ~:~f:e~• f:1,fi:nt~J~~hti ~~:~~~ ~j C, biblica rama esistenti sul basso corso del Tigri e dell'Eufrate e lungo lo Sciot el-Arab, la cui prodigiosa fertilità tanto oontra~-ta col deserto cirro- .stante: dominio di orgogliose e oltremodo istruttive trihil nomadi che vetimi soldati. Infido, invece, re~-tcrà sempre l'elemento giu1h1ico, abbondante nelle dono negli agricoltori, e nei ~ent~i eittn irakenc e al solito in genere, esseri da tratta?!;t con dt- henpiazzato. Importante sprezzo. è il nucleo di Ebrei resiNei riguardi dell'odierna situazione dente in H111!'.d1d1ad ben dell'lrak non è privo di importanza npo a Imo•~- r,i1\di un millennio. Allo ~ie':~ a~~::~~f\i N:r':1!~,a~~~ ------~--,-, guwa euro1:t~~e~l\t~='~-~~!~ Ar11.bima tale qualifie11.non supera ne ,·ah,lllto in rirea .50.000 indiv1 :~~m::. ~i11.n:;::a :\ ~~.filtdf v~'. ~~ / ;- .. ~~ 1 1'it~~i:~n:1c:.!a:1~;t!1~ 1 :i1:::: :~~nè~:~!!;~:;Str~~n;~ ~i 1. ! ~,~ 1 :1~:c~nt,~g::!~~:~~a1~0 inglesi; cosicchè è spera.bile di vederli risalendo presto a 50 000 e quM1 rad un bel giorno uniti piil di qu11.ntonon doppiando nell'ult1mo decennio Nella siano mai stati. Gli Arabi del deserto, mede!!una 811.gdad , Musulmani non quelli che possiamo considerare i veri sembrano superare , 150 000, 1 Cl-1 Arnbi, si denotarono anzi, in ogni stiani i 15.000 i11d1vidu1.Non 11d1stempò, piil accaniti dei sedcntar_i nel senso con le trihil nomlldi ma il nu- _ ·ehiederel'cselu.sionetotaledellamge- el<'O giudaico, e in P"rticolare quello renza britannica dalla loro patria. di Bagdlld tena<"emente radicatosi Piil volte; pur protestandosi fedeli al attriwerso i tempi, eostitui'ICC: una regime irakeno, mostrarono con ener- pericolosa spina nel fì11.noodcll'Ir11.k. gia di non gmdire perplessità che con- Sulla popolazione sedentaria,· che dueevano ad 11.veredue governi: l'a- è poi quella da cui partono i prineirabo e l'i~lese. A mio parere cotesti pali impulsi per un radicale rinnovanomadi dar1mno al momento oppor• mento del PIWSC,vi sarchbe parecchio tuno un non trascurabile contributo da dire. Molti dei tipi ehe la oompon• alla nostra guerra qualora si sappia i;:onosono ravvieinabili ad alcuni delnon urtarne la suscettibilitA e quindi l'Europa meridionale. Con varianti evitare, che d11.un momento all'altro Tipl di .. "0 '"· locali, dovute evidentemente a dh·er- ..

sitàdiill!'fflCi,tipiaffiniadessisi e.tendono in serie ininterrotta dal t.cino mediterraneo alla Penia e ILIl'India lino al Capo Comorìn. L'an• ticof10rirc di civjltà nella Mesopotamia. nella Persia e nell'India fu dv1·uto oon tutù\ probabilità agli anten.ti di cotesto strsto umano. Ricerche rettntissirnc sulla civiltà dravidica t:~:~~::~:1:ri~\~;i,:1c;.af1~ a~1:!~ :~ ,:: ;:f;.;.l'r:. . !11! ~~~~~ 11s:::1:1~:bri~,~~.•;::~~ - ---. :~it~!~.e1n! 1 1~~:,Cno~1~n:~~~~~ -~· 'i} ' ti,·iunentc tardi apporti cbni.ici, nulla si rileva, almeno nella maggi ranu dri sedentari dell'lrak meridi nale, el,c autoriui a parlsn:- di ti ebraico. Fl'1l oott'Sti sedentari de- ;~ ;~.;;:~i ci ;~~hlJ:~:fi t~ f;: '" •11 u,.,.. d1 .._.,. .,.,,. •e;r- "' n :11:;;~e=:~~c~i:!::1 1: ~Jl~ bit. problemn. CnmunQuC, ~;,/'~ ~~~ minimo ,·orti,x, la solleva alle .,"tellc. ~;.~; ~ n~~::~g~~ 1:~ "",, ~ / I \ ::~~::o c!!n~~;~~- - cts -~dc~ 1 ::i:~ 1 ; ~prendentepronte-,.zadi · • "- cd ott in un'afa opprime11tt, e 11. guisA di nebbia foltissima o-<cura l'atmosfern anthc se .soprn brilla fulgido il sole. Vi sono momenti in cui IA ,·isibilità ne resta impeditn II poehi mct.ti di distan1.a vietanùo o rendtndo ol.- !~r1ipl:o~·~r~~~~°':ut!1!hm si opacano mano a mano the si cerea di pulirli, gli occhi si arros.«ano, la foceia in traspirazione a.s.~umc l'a- ::i;~a_~i,~;~~;~n~~::~ ;~ttfi~:hr:~~:::1~,.;: 11 :;~ 11 ~ n11tid11ignor11ntissin1i ge- colore, le ,.1:rade pos.~ono c9,11celtarsi. nitori in misere eapannc L'attivitàdcglianimali.-.clvapiricevc ddk oasi, mandati a allora una so,,ta: le ga~llc, gli uccelli scuola negli ultimi due e gli insetti scompaiono, i rettili si ~:~n~~~1tm=ti~;~n!:C: :~~~ ,----..,,.--..,.---, :~~a~1:n~u::!: !~ 11 t:cÌe ~:,ai/'~~~'. 1·oca~i. 11 cambio delle condizioni dono in torpore il ritorno della nor- ~~~ri:~~~01aa~~~~~~fr:~ ~~!~~;o p;i,U:: dat~':!:o~ 0 a 5~o~~ keni di aggiornare perfettamtnte \11 perfOMU'C uno strato soffice, improvloro vita materiale, m('ntale e sociak. visatu;i soora a loro. Il fenomeno è Sta a htnorgani1.iatc i,.-tit.uzioni edu- av,·ertibi]('. soprattutto nella regione cati1·e a mettere iu pieno valore tanto dello Sciòt-el-Aràb ma dal golfo Perpreziosa 11ttitudinc. sioo può e-stendersi ben oltre D11gdad. Ptr beo capire la p•rticolare men- D11millenni e millenni si testimonia: ~:~e ~~Ji\~:7 vfsi~!~11e~~1'~:~ ~~~~o~~~~ !t! !n~t~1=1 1:~R~~f~ ambicote n11turale di vita: il deserto. ma di poh·ere penetrata n('IICminime !\011 lo si creda il solito deserto con fcs~ure e, col tempo, resa oompnttll t. sabbia e le dune delle descrizioni in profonditìl. dalla pioggia. alla moda. Si tr11tu di ben altTa cosa, Eppure un ambiente siffatto, ptr forsemeno bella e senza duhbìo inco- fortuna mutcvo](' di 11.~pctti dal fosco n,odissima 11dallrontare soprattutto al :-itlentissimo, non numca di affaè t~l=n~;I i~ra~bhi:C ~ r~~~iop~O~,•~-~=l~~ :r:(': ~:cf:':~~\:•pe=~~'.?e 1~t oggi ,i f• <li solito, ma• e11mmello J'l<:uro~ mcridio1111lcin estate. Un Tipo delt. -.gl•":.,~..-•.,ba. • H<d di :: =:ii~~7'~::;: ste g bi~uJi~~i i::: 19

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==