La Difesa della Razza - anno V - n. 2 - 20 novembre 1941

che nei capi fosse la vera for· za decisiva per la ,·ittoria; cioè, non tamo nei capi come J)('rsona, quamo nell'elemento so,•rannaturalc, •olimpico> ad essi attribuito. Per questo, nel• la cerimonia romana del trionfo il duce vincitore assumeva i simboli del dio olimpico, di Jupiter, e al cempio di questo d·o andava a rimettere i lauri della vittoria, volendo con ciò esprimere il vero autore della vittoria, ben distinto dalla sua parte semplicemente um:rna, Nella decwrsi,q a,•,•eniva una e remissione» analoga: i sol· dati e i capi rcstituh•ano I,: ricompense che ricordavano il loro coraggio e la loro forza vincitrice all'imperatore come a colui che, nella sua potenzialità e olimpica>, ora sul pu1110 di liberarsi e di transumanarsi, ne era stato la vera origine. Ciò ci conduce ad esaminare la seconda testimonianza dello sp·rito •olimpico> della roman;tà, parimenti controsegnato dal simbolismo ario dell'aquila. Era tradizione classica che colui, su cui si posasse l'aquila fosse predestinato da Zeus ad ahi destini o alla regalità, volendosi con ciò indicare il presupposto e olimpico• della legittimità degli uni o dell'altra. Ma era parimenti traditionc classica. e poi spccificameme romana, che l'aquila fosse segno di vittoria, col che, pari• mcmi, vengono in risalto i presupposti e olimpici » della concezione stessa della lotta e Jclla vittoria, cioè l'idea. che a1traverso la vittoria della gcn• te aria e romana fossero le forze stesse della divinità olimpica, del dio di h1ce, a ,•incere; I~ ,·ittoria degli uvmini, rincs· 12 so di quella stessa di Zeus su forze amiolimpiche e • barbariche>, era preannunciata dal• l'apparire dell'animale stesso di Zeus. dall'aquila. Ecco la base per comprende• re adeguatamente, in relazione a significaci profondi d'origine tradiz:onale e sacrale, e non a vuote 1:llegorie, la parte che l'a• quila a,,c,·a fra le insegne dc• gli eserciti romani, presso si9"a e flt.rillo, fin dalle origini. Fin dall'epoca repubblicana raquila fu in Roma come l'insegna delle legioni - veniva del· 10: e un'aquila per legione e nessuna legione senz:'aquila > (cfr. Cesare, beli. gall., IV, 29; Tacito, Ann., I, 39; Hisl. I, 61, SQ, 100). In particolare, l'insegna era cost'tuita dall'aquila ·con le ali spiegate e, in più, r.on una folgore fra gli artigli. Vien cosl confermato rigorosamente il Smbolismo e oli.mpi· ,:o» già detto: presso all'anima- !.: sacro di G:ove vi è il se:1,rno rlclla sua stessa forza, di quel· la folgore. con la quale egli oombat<e e stermina i titani. Dettaglio degno di riJjevo. le mscgne delle trup~ barbariche non a\'evano l'aquila: nei sig11a aw.si/.inrum troviamo invece a- :iima)j sacri o e totemici>, rifacentesi ad altre influente, quali il toro o l'ariete. Solo in un periodo succ::essivoquesti se• gni s'infiltrarono nella stessa romanità associandosi all'aqui· la e dando luogo. spesso, ad un simbolismo doppio: il secondo animale aggiunto all'aquila nelle insegne di una èiata legione stava allora in relazione con una caraneristic.1 di essa. mentre l'aquila si rifaceva al sim• bolo gt'nerale di Roma. Nel periodo imJ')Criale, peraltro, l'aquila, da insegna militare, divenne spesso simbolo per lo stesso Jmpcri11n1. Noi sappiamo la parte che nella storia successiva il sim· bolo delraquila ha avuto nei popoli nordici e germanici. Que· sto simbolo sembra quasi aver abbandonato ptr un lungo periodo il suolo romano cd esser trasmigrato fra le nu:ze germaniche, tanto da apparire a molti come un simbolo essen• .zialmcnte nordico. Ciò non è esatto. Si è dimenticata l'origi• ne dell'aquila che figura ancora oggi come emblema della Germ"nia, cosl come essa fu anche emblema delrlmpero austriaco, ultimo erede del Sacro Romano Impero. Quest'aquila germanica è !fmpliceme.nte l'a· quila romana. Fu Carlomagno. nell'Soo, che nel punto di dichiarare la rt:1101Jalio ro,,,ani imperii ne riprese il simbolo fondamentale, l'aquila, e ne fece l'emblema del suo Stato. Scoricamente, è dunque null'altro che l'aquila romana quella che si è conservata fino ad oggi come simbolo del Reich. Ciò non impedisce però che, da un punto di vista più profondo, su• pcrstorico, nel .riguardo si pos· sa pensare a qualcosa di più che ad una sempFce importa- .zione. L'aquila infatti nella mitologia nordica figurava già come uno degli animali sacrì ad Odino,Wotan e come questo a· nimale fu aggiunto nelle inse• gne romane delle leginni, così esso apparve anche nei cimieri degli antichi capi germanici. Si può dunque concepire che mentre Carlomagno nell'assumere l'Aqu:la a simbolo del risorto im1>eroave"a essenzialmente in vista Roma antica, egli sinml· taneamcmc. senza rendersene conto, riprendeva anche un simbolo dell'antica tradizione ario·nordica, conservatasi solo in forma frammentaria e crcpuscQlare fra i vari ceppi del periodo delle invasioni. In ogni modo, nella storia successiva l'aquila fin) con l'a· vere un valore semplicemente araldico e il suo s=gnificato simbolico e morale più profon· do t originario fu dimenticato. Come molli altri, dh·tnne un simbolo che sopravvive,·a a ~ stesso e che quindi fu perfino suscettibile a servir da base ad idee molto diverse. Sarebbe quindi assurdo supporre la prtsenza, sia pur «sonnambolica», di concezioni, come qutlle qui ri.cordatc, dovunque oggi si siano viste aquile in segni cd cm· blemi europei. Le cose potreb• bcro stare diversamente ptr noi, credi dell'antica romanità. e poi pcl popolo, che oggi ci sta. a fianco, erede deU'impcrio romano,germanico. La conosccn• za del significato originario del simbolismo a rio dcli'Aquila, risorto cmble:-madi entrambi le nostre:,genti, potrebbe coutn,se• gnare anzi il significato pili alto della nostra loua. r conm•,- tcrsi con l'impegno, che in questa si ripeta, in una certa misura. la stessa vicenda. nella qua• le l'antica gente aria, nel segno olimpico ed evocando la forza stessa olimpica sterminatrice di entità oscure e titaniche, poct sentirsi come la milizia di in· fluenze dall'alto ed affermare un superiore diritto e una superiore funzio11e di dominio e di ordine. J. EVOLA

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