La Difesa della Razza - anno V - n. 2 - 20 novembre 1941

allo scato primordiale e solare • dello spirtto, il quale, dopo a· ver subito alterazione e corru• zione (uccisione e dilaceramcn. to di Osiride), viene restaurato da. Oro. II morto consegue l"in· diamcmo immortJlamc parteci• pando della forza restauratrice di O~ che riconduce ad Osiridc, che prov<Ka il e risorgere> o il e ricomporsi> di Osi· ride. A questo pun10, è facile cons1atarc corrispondenze molteplici di tradizioni e di simboli. Nel mito ellenico, si comprcn• dc, a taJe stregua, che da e aquile» r:sse.ri, come Ganimede, siano srati r:ipiti al trono di Zeus. Per meno di aquile, nel• l'antica tradizione persiana, il re: Kci•K.aus temò promctc:icamcntc di innah:arsi al ciclo. Nella tradizione in~aria è l'a. qu,la che porta ad Indra la mi. stica bevanda che lo costituirà a signore degli dèi. La 1radizione classica qui aggiunge un particolare suggestivo : ptr es· sa. Mnchè inesattamente, l'a· quila valeva come l'unico animale che poteva fissare il sole senza abbassare gli occhi (cfr. p: es. Lucia.no, /coroJH., XIV} Ciò chiarisce •la pa.rt~che l'aquila ha in alcune redazioni ddla leggenda prometeica. Prometeo ci appare non come co, lui, che è veramente qualifica· 10 per far proprio il fuoco olimpico, ma come colui, che, restando di na1Ura e titanka >, vuole usurparlo e farne cosa. non più da e dèi », ma da uc,. mini. Per pena, nelle redazioni della leggenda cui alludiamo, il Promct~ incattnato ha iJ feiaro oonlinuamcnte divorato da un'aquila. L'aquila, ani· ma.le sacro del Dio olimpico, associalo a.Ila folgore stessa che abbatte i titani, ci appare qui come una figurazione equi• "Ta1tnlc a.ilo stesso fuoco, che Promd~ voleva far suo. Si tratta cioè di una specie di castigo imma• ne n te. Promc:tto non ha la natura dell'aquila, che può ·fissare impuncmcn. te e e olimpicamc:n. te > la luce suprema. La stessa for• za che volle far sua, diviene: il prin• cipio dc:I suo tor• • memo e del suo castigo. E qui si aprirebbe una via per comprendere la 1ragcdia interiore: di vari esponenti moderni della dottrina di un ,upcruomismo titanico, osacssi e vittime della loro stessa idea, partendo da Nietzsche e da Dostojewskij, e con pari' colare riguardo, anche, agli uoi carattcrist.Ci dei romanzi di quest'ultimo .. Tornando al mondo del m.i• to ario, troviamo nell'antica tradii.ione indù una variante di quello prometeico. Agni, sotto forma di aquila o di sparviero, strairpa un .ramo dell'albero CO. smi~ ripetendo il gesto, che nel mito semita Adamo compl per e rt1ldersi simile agli dèi >. Agni, che a sua volta è una pcnoJU fieaz.ione del fuooo, vie• ne colpito. Dalle: sue piume cadute aJ suolo sorge però il seme di una pianta che: produr· rà il e SOMa tcrrestrc >. Ma il .tOMa è un ~ivaltnte dc.ll'am• brosia, ~ la sosl'anza simbolica che ind)a, che propizia una par. tccipazione allo stato e olimpico >. La stru1tura del mi10 a· rio, bcnchè in forma più involuta ripete quella che già abbiamo analizzata nel mito egizio (offuscamento di Osiride, resurrezione per mezzo di Oro). Si può parlare di un cen• tativo prometeico fallito in un primo tempo, poi crcttifìcato> e fatto seme di una giusta realizzazione dello stesso fine. Ne.Ha tradizione lrano-aria l'aquila figura spesso come u· na incarnai.ione deUa e gloria> ddJo hvart"6 che, come in altra occasione in quule &tesse pagine .ricordammo, per quelle razze: non valse come una astrazione, bcnsl come una forza mistica e un potere rtale dall'alto, che scende sui sovrani e sui capi, li fa partecipi della natura immortale e li testimonia con la vittoria. Questa e gloria> aria, personificata dall'aquila. non sopporta lesioni ddl'ttica virile propria al· la tradizione mazdea. Così il mito riferisce, che sotto forma di aquila essa si dipartl dal re Yima allorchè questi si conta minò con una menzogna. Sulla base di siffatte corri• spondenzc di significato e di simboli la parte che in Roma antica c:bbt- l'aquila ri,ùha in una particolare luce. 11 rito dell'apoteosi imperiale romana è una prima testimonianza cd una precisa conferma dell'ade· reni.a della romanità all'ideale olimpico. In tale rito proprio il volo di un'aquila dalla pira {u. neraria simboleggiava infatli il trapasso allo stato di e dio> dell'anima dell'imperatore mor10. Ricordiamo j particolari di questo rito, che fu ripetuto sul• l'esempio di quello originario celebratosi alla morte di Augusto. Il corpo dell'imperatore morto veniva racchiuso in 11na ba· ra coperta di porpora, portata da una. leniga d'oro e d'avorio. Veniva deposto in una pira CCI· stituita al Campo di Marte e circondata da sa.eudoti. Si svolgeva allora la cosidctta dcc-ursio, su cui subito diremo. Dato fuoco aJla pira, un'aquila si liberava dalle fiamme, e si pc:nsava cht in quell'istante l'a· nima del morto simbolicamente s'innalzasse verso le regioni celesti, per cs.sc:r accolta fra gli Olimpici (dr. Dione Cassio, 1 LVI, 34, sgl:., LZZI, 5, Erodiano, IV, 2, ccc.). La duwrsio, cui or ora si è accennato, era la corsa di truJ)' pc, di cavalieri e di capi intor. no alla pira deU'impc:racorc:. sulla quale essi gittavano le ri· compcnsc ricevute per il ioro valore. Anche in questo rit.:. si cela un significato profo:ido. Era crcdmu aria e romana. 11

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