La Difesa della Razza - anno V - n. 1 - 5 novembre 1941

,u come ogg,, m Italia, è stato 0051 , no c cosi altua~ lo scud10 dtllc ru.u e dei IIOIIOh. Accanto alla 11odl'ro~ opera da Renato Bta· •11111, Ra=:r r ,o,al, (d1 cui qut• ~,a nu.-1ra Ri,·1,ta s'è la,ramenlc oc· cupata) (:CCO qui. u1fam, una. serie di p.1bbl ca.ziom. le qw.h, in un modo o m un altro, interessano dìrtttamc.n1e l'c1no5oria e lo studio delle tradi11on1 J,opolan. Alla E1"olog10 dedica un e n<'"" pilo,o •• vince td amoroso, P. S<011i, F.dicorc Hocph (che ril nella colleuonc dc, e r.epil<>Jhl• c1 ha dato una dotta l'rti11or10 del Btanc). 01 inttrcssc più p;micobre, ma rigoroso nella sua 1m~ stu1011c:-, è 11 ,-olumc d1 Ernesto dc Mar· uno, No1"rol1.n110 r -110,,1<1smo 11ttfr111c,. 1-ogia, (cd. La1eru.). Un buon ffl,1.nualcsul• l'E1t1og,,afia, td1to dal P1rom1 d1 Napoli, Ci dà il Corto. F.ct c«o, rn(inc, un'ouima Gtudo allo ,t,uJio ddk 1ruOl.:io•1 ,of"'or, (Edmoni lralianc, Roma) di cu, è autore Paolo Toschi. Vi fu un tempo - quando predominava 1I positivismo - che l'tmologia, l'ctnocra• fia e lo srud.o dtl)e tradit1onj popolari ve• Divano considerata come dclk e bnnchc • <.!dl'antropoloeia. Più card, si è distinta l'ancropolO(ta (che studia 1110ma umano, e~ d JUO lato corporeo) dall'antropoloria nooloeica e pstc0loeiea. nel cui e am• Nto » sarebbero ric.nlratc l"ctnolO(ia, l'ct r.or,a(1a e lo studio dtlle tradizioni popol.;ri. Qual'è, oggi, l"acteggiamcnto dc:gl1 aud1os1 rispcuo a qucac: ddo.i:r.ioni o mc• elio dinani, a, poblemi che caJi ddnizJOn1 presupponrono? L'cmologia, aHerma lo Scotu, cStudia 13 civiltà dc:1 vari eruppi um1.0.i, e 10pra tuuo le civ;iltl dei popoli meno civi•i >. Lo Scot:ci, in fondo, non fa nessuna dia-in• z.ione fra l'ttnofogia e l'c.cnoen.fia. Se.non. chè questi due termini ,,cnrono generai• mente auc,nati~ il s«ondo. a.Ila dcKriz:O. ne-d~ popoli e il pnmo alla c:ompannonc.. Per aJcul\l studiosi, tuttavia, essi non ,ono che cki sinonimi. Prc,.cindendo, ora, dalle ddin uon1, quali 10no, dobbiamo dom.tnd.arci, 1 npport1 che passano fra l'uomv meno ovile e 11civile:? Fra 1a barbarie e la civiltà? E' stato af(crmau, che la diUcren.u tra il couddttto sc.lvanio e l'uomo cwik non l, riposta ne.Ile facoltà umane: pe.rchè anche 11 primu ha, come il ,coondo. la sua lingua, ,I suo intelletto, la sua rc.hfione e la sua moralità.. cd è perciò uomo inttro: è ripotta, in\·ett, nel fauo che l'uomo c1,·ile:con la sua atciv1tà 1oorctic:a e prati• ca ptnttra c domina più larga.mc.nit 11 mondo. Avendo, cosi, 11oosl<klc.110sclvagc10 una lingua, un intellttto, una religione e una nioratc è ovoo che anche qh abbia una sua civiltl. Si crede, è vero, gc.ncralmcn• le, che la c:v,lt.i componi una e.levata condiuonc d1 vita, e quindi • un'dcvata convi\·tnz.a sociale. La civ1hl, però, non ~ propnamcme quc.to: essa è pnmo,to l",r,.,irmc ckllc man1(ntazion1 che prepa =-.no e-mcc.granola vita materiale. e spiri• t,· .. lc- tt, un popolo, scnu distinzK>nc di •,rnp, " ,1i sp,.u:n. Anche la barbar"c t.

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