l'iJtinto dei popoli .se1lleo presente, e che la rifleufone.appro,:a .ten.zadarsene u,w ragio11etultavia definitiva, ri«oono da que· .tla posizione più fina di fronte al reale la loro .sanzione chiaru e coscie11te. Il problenw. della ra.;.:a.si riduce oon qut:.sleai due problemi delle cosmiche guarchie, e della co.smica roltura fra il IHne e il male. E allora diventa chiaro che .se lo studio normalmente condotlO .sulle di/ferenti rau.e è in .sè un esame di differenzia:ioni morfologiche e di quelle t,erarchie che la natura ha di per sè istituito fra ra~a e ra:=a, quest'altro mo~nto, che è qut/W della lotta clu!. il problema della ra::za è chiamàta a condurre grandiosamente con.lro il mal.e, che .si annida nelle vene del• I'uomo, è il problema del punto di diVf!rt,en::a, Ot~ il bene .ti UlVf!rlenel mald: e di~nla un episodio di que.sto dramma. ehe, nella .sua più. riposta profondità, è ~ligioso. Chi può con. assolute::::adire dove, ca.soper ca.so, è il bene e dove il mak? Chi sapes.sequesU>,ne sapreb~ più. di. Dio. All'uonw, che ha il sen:,,odella vila e delle sue armonie. questa diVf!rgen:.a si rivela tutuu:i.a sotto le forme Utintframenle sicure, a~ se confwe, di un dUOsio inet.itabik nel secondo coso, e di una armonica pace tkl primo. Ed è per questa po«, e contro quel di.sasio - che, Mllo com• pkssione delle vicende umane, prende attitudini, intricale e poli· valenti - cAe Ji Jono comlxutule quasi tutk le guerre dell'iwmo. Guerre che osni popolo conduce contro altri popoli, per in.staurareappunto la pace Ml popolo e nella ra.u.a.. Nella vita di una. ra::,:ai conlra,ti sono terribilmente vari e comple.ssi. Perciò, ~ il problMJa del bene e del male, che uxca l'individtw singolo, è di reuuivamente facile .t,0luzion.e - facile, diciamo sempre, di fro,ite alI'Utinto c~ si congiunge ~n Dio - questo problema Mn è più facile, quando si applica aUe mOJse; cioè alle ra::::e ai popoli.. Il De..ttinodelI'umana carne ha 1,0/ut,o che l'uo,rw mansi il JU.O pa11ein/ridendolo di lagrime; e che la sua natura, com~ il JUO dolore, sia /alla Ukricanienle in due pe:::i; ùna le11denza che precipila ver.so la oonfu..tione, e un'altra, che è la sua pe· renne sek di arrrn:nu·a,sete che ognuno po.ssi~e a meno che non sia perverso e perdulo. Quindi ognuno di noi ha. il. suo /ardeUo di bene e di male; e il tragico i: che spe.sso so,w proprio le nalure più geniali e più creatrici, che hanno anche. nei loro scuotinu.>nlidi reden:.ione, più cadute nell'abù.so, più rotoli nt!l mole. Ni fu.mu.niuì tupeuò il sigill.o di Goethe, per rico11o~t'r,:quello eh,: r&li e3pres.se in fornu, monumenJa(e: Wer immer ,;trel>end sich bemi.ihl - deu ki.inncn wir erlUSen. Il grande è al di .sopra delle vi«ndr, ed è amico delle t~r• tigini, ove tulle le t:ice11desi confondono. Puciò. per il i:olo di queJlo superamento, ,: ~r qiuSla infinito armonia, o~ ,-sii svolge gli sguardi irradiai.i, ha d'ordinario una infinita pietà per le vicende piccole e tormentate del mondo, fra cui esli, il libt:rato, pii.i non si rilrot-a. Per q~slo sembra che egli. tanto urti contro il nw11do: e per q~sto anche Umte Jue a:ioni sem· brano fi&lie-del maU, menlre s~no non sono che solenni epifanie del bene. Aui eterni in cui ia11volge iJ. destino, secondo i/, cui J1l.Qvimento il grande solenne incede. Ora è coralleri.sticadi questi atti. del grande - che in fonde .JOrwil nwdello del bene per sii altri uomini - che essi hannt. Jem.pre una sicura belle::;,a;e ciò fa il loro prodigio, che trai a ,re le masse con occhi incantati. Perchè prodigio non .si com pie senza sostanziale bellnza. Basterò. dire - come generalmente si. fa - che per trouare la grande:::a di una ra:z.a occorre trovarne la belle:za? E che dovo è belle::=aè anche salute della razza? Cerlament~ fa/ferma::Wne sarebbe sufficiente, se a11chela bellczw e il suo crilt!rio a Jua volta. rwn fo"ero Jlali. perver· titi dalla for:a sottile del caltivo co,uit,lio. Nel mondo ri i osgi una belle:;:;asolenn~ e una belle;;::aa buon mercato. Gli uomini oorroUi, gli uomini del giorno geMralmente accolt,ono la seconda come la legittima e formonfosa; essa non dà do· lori; essa non dù peruirri. // più srave pericolo di q~su, fraintendimento della be[. lezZ{lsi /,a proprio nd problema della raz.:.a.CM del/,a bellezza esteriore maschile e muliebre c'è ormai un paradigma moderno: quello dei film unieriC<1nEi.ppure non ri è più corru::ioltt!' e più roirin•cl1e i,i quella <ippari~nte bellezza. /.,o ragione dt'll'erro11eitàdi quasi tutti gli apprezzamenti in· torno ai valori estetici f'd umani ri.Jiede nel /osto che il mondo moderno i inl~ramt:nte abituato a giudicare secondo categorie del finito. ci<H! di indole prevalentemente edonistica nel campo
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