La Difesa della Razza - anno V - n. 1 - 5 novembre 1941

L 'uomo t• J, quando viene al m.011do. grida; e il dolore che emeue in quesw grùlo, e .;n quel ri~lulu piarigere che è la .sua/u11cWlle:.:.parima. esprime una rolluru, u,1 11,10. d1e lo speg11nsi dd pian/o placo. solo per risorgere di li a poco nuor.:nmente iiisislerile !JOtlo altra forma. Il piu11to, il grido di dolore ,.on s'incontra come rio~mole fenomeno della,1vita animale; la quale è tutta una wm, melu11· conia, che del cosmo segue il ritmo e il rol<Jre e1u110 st•n::.c, perchè. l'uomo wlo. le1•<da che abbia unu volta la fro111et·erso fin· finito cielo, è come se an~.ue /icw.:au, lu fronte dentro questo cielo; come se urlaJSe co111-rour, ~ano, nel cui mare ondoM, dc~ aoon.:are con sforzo tenace tutta la sua vita ,fa:.ione e tulkJ il .1uo tormento di ~11siero. PuciQ /'uomo piange e gridu. e urta contro un destino, che sempre, in4!1•itabilmente. .te egli t'Orrà compiere qualco!>a, gli farà male. Que.tta tortura è il fondumenlO del dolore tragico; perchè nell"uomo v"è. per ba.te di vita, qiu.tJ6 lrllgedi" e que.tt'urto. da cui egli m<Ji 110n .ti ri.tol1'f!, .te n<Ut 1·incendo l'eterno Ne• miro. Il qoole la lrndi:ù:me religio.ta identificù 11el dènwnto.tcuro, o.ttilc alla ,:ila: cui diede il nome Satauo. Que.tt"ombra di Satana .ti erge m.ae.sto.ta. fin.o a locc-are il ci.do. su tutta fo $/t'rminata ,;il<,U!rrestre. l>erciò l'uomo urUI di dolore: per infrangere con Iuli.a la mana delle sue for:.e u,u, frattura che è nelle .$Ut: fibre: la frattura. eterna di Sata110. Il dolore tragico è questa $0lleva:.io11e contro il nemico, e la .tlOri.<d,ei suoi trio11fi e ciel/e sue cadute. Ma colui. il quale si è pacificato. cioè lw riconiiunto le di.tgiunte parti. quegli 5ale come un fumo lento verso il cielo: e UJ .tua O.Ju.ta è pu più beatitu.di;,e e nt('n0 di 11wr1irio. Anche l'animale urfu di tragico dolore; ma solo i11,,quc,lche retro 11wme11l0di lact!ra:.ione fisica, eh! lo co11clucequasi .1em• pre ine1 ilabifom,te alla morU. Per l'uomo il dolore è int"t::Ce il pascolo di Iuli,• le sue ore più gmndi r di tutte I,- .t~ ore più inic11ue. t" inienuo il lxtmbino e f}f'rciò piottgf>: i11!,enuo è l'uortw di genio. e perciò ,lolora. Srnonchè vi ;. nel r,umdo IUlta u11Qschiera di umani. eh, pur .~i sia consolnt11e abbia vinto il dolore. lo schier" dei gau1ln1li. ,, cui s, aggiunge fQltra ilei fri,-idi; cioè ~li cdonidi del Mn.so e gli. cdoni.sti dclfi11telleu.o. Tunat•kt .te ad e.t.ti .ti av· t.'iCùta un'anima inge11ua.e /resro. congiunta. Ql dolore. con eiu111" alla solitudine di Dio, t proprio li, allora, in quell'indif J,·ren::a ul male, che /"anima, ricongiunta alle eterne armo· 1111•. "'ente più tlolore e più tormento: quella feuura c-l1etaglia e non cxmgiunge, quel sen.to aspro. e, come a dire. tagliente, ,·/,,. f,1stidis~, e moJlra ,ill'ini:.iato clic le parti nlJn si rico11· giun[{OIIOpiU insieme. e fa,mo fra .tè caufra armonia. Comr abbiamo dello t,iU, questa cacofonia è i/ .tegno del mnlc: e {uon&o. nel/ii sua tmgedia. storica. è tullO un drammo Ji loua /rn il bt'11e e il nwk; • • tlbbiuuw notGJO,non sen:.a. crediamo, profonda ragio!lc, che in /011do il problema della ra.z:a si riduce a qw:st-0 rrumdiale proble11u, di bene e di male. clie altrimcrrli dicemmo un prob!ema di cosmica arm.onia o disarmonia. Riport.al(>a quest'origine. il giud.i=.Wsui valori delle armonie ra:.:iali non pl.W più esseri: quello eh" confonde il meno e il più col meglic e il pt'&gio. Ala i due problemi sono due do· mundc divcnc, clie .ti fa in fondo ogni uomo che r;iffle al mondo per ogni elemento che egli tro11asu QUl!Sto mondo. E" la rosa che io t>edoin lbtale armonia; o vi fu in essa una .tCOS.jQ che la .tcombuùì? E altrimenti: è questa cosa la più alta che tocca il mio spirito, o se ne dà una ancora più alta? E' un nw• mento eh, cwt:olgc Cekrnitiì. o è un ottimo tran..seunu nel ciclo delk cose? Il momento del be11~ è come la gran luce dell'estak, in cui lutto si congiunge, dai cicli ctlla terra., i,, un.o .tola diUJganle armonia. E il male è COtm! l'inr~rno, che .tpeiM i cicli dello cita, ne mùw alle radici la /or:.a irrle.$0a salire, e pon~ la fini· te:.:a. del gr'o fra cosa e rosa. l'nciù il senio creai.ore, fu. sem· prc. inei:iiabilme11le. Ji1;/io dt'I sole; e cercò il .sole, onde poter creare. Ora, rip<>rlaloa questo pufllo il problen&a della ra::::a, si re11dcine1:ilabilme11tcchiaro cl,e per i due punti n· sono anclte due diflerenti metri di misura. e due diJ/erenti atl •ggiamt'nti da prendere nei gUuli:.i e ttelle conclu.1ioni. Molte cose dii.-cn15onoterribilmente chWre, quando ci si .tia formali que.110solido ronccllo di•lla sosltlnr.a del ret1le. a cui anche il problt'ma ,l,·!h, ra:.za .1og1;i.att. E,' molli 1•l,menti. eh,

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