Secondo appunti depositati a Roma pres· so la San1a Sede e mes.si in evidenza un cinquantennio addietro, alcuni Gesuiti. nel 1560, furono i primi Europei a ve• dere coteste rovine. Ciò avvenne mentre si reca,•ano nel cosiddeuo impero del :\fo11opotapaa,·ente a capitale Zimbàbue. ~ei secoli successivi, in seguito al deca,; clcrc della potenza portoghese in AfriC!l.. t·gni nozione su quelle rovine si affie,,c(i tanto che Adamo Henders nel 1868 e Car· lo Mauch nel 1871 se ne ritennero scopritori. Data da allora l'interesse rimaste pt'i sempre vivo intorno a un passatCJ africano su cui per motivi scientifici e · pratici meriterebbe fare ampia luce. Le accennate costruzioni. in numero di circa cinquecento. sorgono in prevalenza fra lo Zambesi e il Lirnpopo. Esse si ri· ,elano frutto di lavoro colle11ivo dovute a genti in straordinaria floridezza a seguito di un'intensa attività. mineraria le· sata soprattutto alla ricerca e lavorazione dell'oro. Ogni costruzione, difatti, si con dizionava alla prcsenz3 in essa di uno t più luoghi. accuratamente segregati, nei ,p.1ali veniva fuso l'oro oppure il rame. Uno dei "''"'t-rosi d1iegl'!i appusi suita slamp,a mondiale a proposilo delle ,lrocilà com- lo stagno O il ferro. Non !li tratt:iva di piule dogli ll'lglui contro il popolo Boero edifici coperti mo soltanto di recinti fatti anglo - giudaici in Indigeno dell'areo d•lle rovine della Rh0de$io In una serie di ,·iag~i che compii nell'Africa Meridiona;e e Centrale fra il 1927 e il 1931 mi occupa.i di un fe-no· mt>nomolto iuter~antt' dal punto di ,·i.staantropologico ed etnologico: quello delle rovine esistenti in Rhodesia su di un'area estesa più di due volte l'Italia. Parecchio è stato scrilto su di esse e non di rado a sproposito onde presentarle quale conseguenza di una mis1erioM co· Ionizzazione straniera affermatasi e poi scomparsa totalme11tedall'Africa millenni addietro. Per attrarre i visitatori le agen· zie turistiche inglesi sfruttarono abilmen· te l'argomento; contro di esso. anzi, è qua'si pericoloso parlare in Sud-Africa tanto il pubblico e perfo10 gli studiosi ne sono invasati. Le mie ossen,azionj al riguardo mi costringono invece a credere che quelle rovine sia110 dovute a genti africane e precisamente agli antenati de· gli attuali indigeni della Rhodesia. Precisamente ai missionari che giunsero sui luoghi in seguito alla conquista per cui Sofala, luogo di sbocco di un fiorente e certo antico commercio arabo con l'in· temo del Sud-Africa, fu nel 1505 dichia· rata tributaria del Portogallo, si deve l'annunzio dell'e:,istenza nelJ4 regione o sud dello Zambesi di numerose ro,,ine. con mura a secco spesse alla ba.se talvolta &elle e più metri e succedentisi in certi casi senza interruzione per chilometri e chilometri. Qualsiasi particolare li rivela il prodotto di una mente primitiva che insis1ctte all'infinito nella ripetizione di strullure orchittlloniche superate ovunque, fuorj di Africa. da lunghe epoclie. Vi è igno10 il principio dell'arco mentr" esso era conosciulo, ad esempio in Sumt"r, almeno nel 3500 a.C. Nei rari passaggi coperti, tulti strettissimi, esistenti nelle mura della Rhodesia. un lastrone è semplicemente coJlocato di traverso a sostegno delle pietre messevi sopra. I passa.ggi un po' grandi sono sempre scoperti menlre il muro vi finisce con un taglio convesso e secondo una linea inclinat:1 per cui l'apertura è più stretta in ba!So. Tale foggia si de,'e all'ovvia intenzione di dare solidità. al muro in corrispondet1· :a dell'apertura ed evitare pericolose cadute di pielre dall'alto. La struttura cur· va è d'ahra parte caratteristica delle ro• vine della Hhodesia tanto che ogni .:mgolo vi è evitato. Riflettiamo che i primiti\•i lendono invariabilmente a sostituire la curva agli angoli; inoltre, secondo un piano circolare si erige sempre la capanna e il recinto dei villaggi africani. Clii n1ole immaginarsi le antiche costruzioni
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