La Difesa della Razza - anno IV - n. 24 - 20 ottobre 1941

GLI EBREI NELLE NOVELLE DEL SACCHETTI P.a~ue a franco Sacchrtti di mcscobre 41 lllcune Ìisa • tra i molti dolori di pestilt'flze, di suertt, di calamit?. pubbliche e private, come egli stesso di<e nel Proemio alle T,tu,rto No· ,,~I/,; e- ancora o&&i il comico ~ eBli spar- .sc m questi suoi pi:acn-olissimi r:a.ccooticomunic• al ltttort un salutare buon umore-. li Sacc~tì, in tempi dif6cil:, visse e viue litto, più fortunato di quel frana,c che, p.ilSSalo il Terrore, pot~ dire: • Ho vissuto •· fiorini. La donna a.ttettò, e cosi ,1 giudeo passò b notte aJral~rgo, coi soldi della vedo"a, SCtOCCllndo una cena, e la mattina le portò il breve, :usicur:indola che qu.mdo il ragazzo l'a· ,·~•a portaio al collo no,·e giorni e no,·e noni, lo doveva condunc in chiesa e far leggere il bre.,,e al prete, coram populo: e CO$l facendo « ,·edrtte - le dice,·a - grande es))':rìenu del crc,cere che avrà fatto•· Spirato qud cemP9 la donna portò il n_gazzo dal prete, impaziente di \'edere ,1vverarsi il miracolo; se non che il bre• ,·e :appari ~rido « in forma di gra.n beffe tSCMnc>•· l'imhr•·slìone giudeo ,•i a,·cv;a ••~ir:, Ihl punto di visu della storia dc-I tipo del· l'ebrt0 attntverso la documentazione lettera.ria, le no,·elle- del Sacrhcui intertssano non gìi pcrch~ in esse appaiano nwnerosi i protagonisti giudei, e abbondanti siaoo k notitie che si pos$Of\O r.cavare circa i costumi e la vita d1 costoro, dato che le nonl!e che- riguudano gh ebeti non sono che quattro; ma p«chè in queste- sole e·~ un importante progrtssO del tipo Jell'ebrco: le burle atroci fatte da Ser Dolcim· ~ne e da Gian Sega, non sono che il compi• mmto di questa evoluziooe dell'ebreo, il qualt dopo qutste burle non riU5Cirl più a riscuo· 1cho1con 1t consuete astuzie dai tiri che gl, ver~nno fatti, non ditn0$tttrl. più. le risorse ingegnose per riscauare come ~Ila XXXIII novella del e Novellioo •• e p:ù c~ian.mcnte an· cora nella lii novella della prima Giornata del e Dccamcrone •· Perciò se il Klein ebbe a dire che il Giudeo della Cort1&1ilR11 e del J\ta,,. J<11!u, ~ il upostipìtt- di 1utti gli ebrei da com, media, con altrettanta certcna si può dichiarartche gli ebtti di Franco Saccht-tti. quali 1ppa• iono dalle novelle XXJV e CXC, sono i primi paladini di tutta una letteratura nella quale l'ebreo, avviandosi con rusegnuiooe verso il tipo che nd definitivo - lo scraccionc- usuraio - ha sempre la J)':ggio, subisce e patisa Id' burb, ;1,vversato e odiato. C.OSkch~ io queste novelle assistiamo al pas.st&BiO dall'ebreo imbroglione t- fauu«hiero all'ebreo berteggi:ito e scornato che gira. il mondo, ancora Sffl.Zaarte nl pane-, senza ut1J. maschera che non .sia quclb tr'.s11 figura demonica che gli viffle dalla rana, e che J)f:rt.lnto costerna il volgo. Al primo tipo, rui si collega quello lontano del « Novell'no • e r21tro r«ente del e Dcca11"1('1~ •· ~pctiano le novelle CCXVIII e CCXIX, chc uranno appunto quellt- che cominct>remo ad ~•minare. Nella CClCVIU no•ella, un ebreo a CIYallo s) ferma per la rottwa di una cinghia aU2 porta di una CJ.sa, ove c'l- una vedova afflitta ))':I" chl- jJ figlio e non cresce: e non crepa •• e at• uca discorso domandandole come sta. e E quel12 - scrive il Sacchetti - coruiderando che era giudeo, e pensando, come poco .uvìa, in lui essere gran virtù. a poterli dart- rimedio al suo dolc,ie » gti d,ue: e yoi sete judco, e sapete fate uui cose • e Jo .scong:un di <Urie un ri· mcd.io ptt fJ.re crescere quel figlio. li giudeo a.llora - si noti la coloriu immagioe del Sacchetti - e s'avvisò di guadagnue grao parte delle spese che av~ fatto per cammino», •e per l2 CGruaiooe del « brieve • (scriue che allora si portavano al collo, pcn::M sì atttìbuiva ad ~ b, vinù. dì produrre effetti nraordinari, pc, m:ilie e iocantc,irni) con il quale assicur1Ya la donna di fule crescere quel figlio, chiese :\O,·e Mo~lro Adamo all'Inferno (dall'edizione d1 Venezia - 1-491 - della "Divina Commedia ..) - si ossen·i lo scrupolo di un cittadino d'J• u:r..cle - COSt", anche a dt'tta del prete, non mtnzogncre; vi era dunque senno: « ~i su un toppo, t- saui grandt- uoppo: se tu mi giui;ni, il cui mi pusni ». In altre p3rolt>, sc la donna metteva il figlio s.opra un grouo peno di legno (toppo). il lwnbiOO cmccva. Così finisce lll ncwella, e il Sacchetti, che non manca di mischi:ue ai w-rmoni gll llncddoti, così mescola alle oo,·ellc i sermoncini, e però esclama! e Quanto è no,·a cosa avventarsi neJ. l'o))':ra dc' judci ! e molte .,,oltt inren·iene che si crcderra. più 1os10 a uno judco che a mille cristiani•· L'ebreo in questa no,·ell:i si m.sura collll credulità di una donnctu, ,·alendosi di certo fa· .. scino demonico che il popolino trovll in quelli dcll2 sua razza, e J"in&aMa per rifarsi delle spese del via&&io. M:i mentre questo della no- "ellll CCXVIII può essere un fatto accaduto. ciò che si niccontt nella seguente novella è parto della fantasia, e se non ;1;ltro rfrela da una parte ttrti maneggi di empirici giudei, allora tristamcnte noti, e dall'altra la cìen credu· liti che ,·CTSO le arti: di costoro nutriva la gente. Due gentili signore. si ruconta nella CCXIX novell&, pati,·ano J)':«M non avevano figli, Di che avvertito un giudeo , po•er' uomo •• di passaggio nel paese ove qut-,tt- due donne fiorentine trascorrevano 110mi d1 ,, •su, s1 prc-• scntò :illa poua di casa, ove cuc;v;;1.noe, dim: « O quanto bene avereste d;, Dio, sc voi fucsie figliuoli! Osni ~ avete fuorchè questo: voi gionni e ricche, con li vostri nu.riti gcn• 1iluomini e dabbene •· Le donne alle p3rule d1 « questo Oavid •• chiesero come $.ilpt'S5c I faui loro. e r ahro rispose scmpliccmcn1e d' C$kre giudeo e poi disse: • anco mi darebbe il cuore di darvi a pigl'.ar CO$.ll che usando co· vostri mariti, subito ingravidercs,e •· Il giudeo « non disse a sotdc •• pere~ le donne lo richiesero e fcntramcn~e • del miracoloso beveraggio, pt-r la fr~para.uone del quale, egli pretese quauro fiot1n•. Ed ceco ch'c il giudeo e andossi 1:an10 388itando che trovò UO\'II di setpi e quelle d1. ,·isc J)':r met¾.,mettendole in due bocciuolì d1 canoa, con altre cose miste •· Alcuni &iorni do· po portò i suoi specifici alle donne, consigliandole di dire la im.uina tre paternostri, e J·uure coi mar.ti. Le donne ringraziarono l'ebreo, che se ne andò. U roauir,a seguente I.I più grande delle duc cosnatt>, noo tta convinta dì quesu bocciuoli. « Che so io - si domand;n•a la don• na - chi è costui cht- ~ venuto a d.ircì qu~ta ricetta? 1,cr lo mondo vanno di cattivi uomen:. e J)':l uno dcnaio tradittbbcro Cristo; e C'JSlui ~ 1udco, che lo 1raduono e \'cnderon<, per ttenta denari: io per me non voglio avere ,i gran ~·oglia di figliuoli, che ,o mi mctla a fare cosa che mi mct_tesse peggior n1gione •· E così, ri· pone io una cusa il beveraggio, risernnd~i di 1ire a!Ja cosn.au, qu.indo che b. interrogasse ,n propos:10, averlo preso; e- uene a vedere come riusciva resperimento della cogn;ita. fn. fani l'altn, che a,·cv:i. presa la medicina, dì lì :1 due mesi le disse: « E· par che mi cresca 11 corpo, t- parm1 sentir guizzare il fanciullo; sen• tilo tu ancora tu?•· A queste parole, corre a prendere anch·essa il miucoloso beveraggio, se non che, co,J\t' apre la cassa, c"ide :iv,·olte certe St-~iet-lle, nate di picciol tcmpo; onde come- u.v1a, guardando nel bocciuolo, coru1dcrò di qucllo cannont- (bocciuolo) essere uscite quel• le scrpi, e verllmfflte alla sua cognata e55er nate nel ventre quelle, di cht- dia dicca, ~ sr1v.da sentire•· A quella vist2 la donna corre 2 raccontar tuno 21 marito della cogiata. Allor2 s, sollecitò un consulto di dotrori, « i quali, ogni cosa veduta e intesa, aoppiarono la giovane t- . ordinarono d'avere latte, e appicnre la g·ovane con la bocca di sotto, e lt-nere alla bocca ,I brte, sl cht- li scrpicini. correndo al latte, n·uscis. sino •· Come i scrpicini uscirono, e la donna cosi liberata si svegl:6, le rimproverarono quel· la sua ~toltrull pt-r avere creduto « a cosi faui, non uomeni ma diavoli, essendo judci •· s·~ visto come lo stratagemma dell'ebreo autore del breve e quelraltro autore del M- \'t-raggio sooo ben lonta.ni dalla sottiglicna dei rì1rovllti di un Melchiscdcch. L'ebreo in queste due novelle è un imbroglione- di empirico. chfo passa come ombra, quel tanto che basta 11 Suchttti per fare la morale, che ci~ non bisogna dar retta agli ebrei, i quali appartcogono alla schien di coloro che e con diversi laccfaoli si ingegnano d·uccellare o di pesare a' ranocchi, non pensando nu.i. se non eome possono tro, vare modi che tirino Ji dt1uri a loro•· t·cbrco è duoque un meuo famulus di Mefutofcle, agli occhi dei creduli, e come tale fa questi tiri, cht- in ogni modo sono gli ultimi registrati nelle novelle del Sacchetti, comt- in lult;i quellJ. parte dell:i ltttcratura cht- riguarda gli ebrei. Con la XXIV e CXC novella, come vedremo l't-breo entra trionfalmente nei tempi nuovi, sofl'rt-ndo lt- sue prime tenibili beffe. MARIO STIGUANI

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