La Difesa della Razza - anno IV - n. 23 - 5 ottobre 1941

di civilti. G!. avanzi di Goumia dKOno poi di una popola. iione occupata nella pa.sc:orizia, nelle aMi cd anchr in J>J-"e nrll'agricoltura; altrove, ,cavi nell'isola di Mìlo (Phylakopt) N a Gpro hanno diMO$trato la prcsen:u. inconfuubik del dominio cretese in quei luoghi. li crollo di questa civilrà gun• diou avvenne improvvisamente, n~ noi riusciamo ad impad!o• nirci della vera a.usa del disastro. Creta riOU5C'nella menu: dei popolì egei come un sinonimo di pxere; cd i suoi simboli e la sua religione continuarono a vivere, sebbene mutati cd alte• rati, tra le genti a cui era staio tra.smesso il retaggio. Qualche parte dell'antica stirpe riuscì a salvarsi, o ndl'incerr.o dell'isola, con.servando il nome di veri cretesi (EteocretiJ, oppure, att.raveno Gpro, in Palestina, conosc:'iuu laggiù come Hanebu dagli Egiziani e originatori in processo di tempo dei fj. Jistei. ' On, l'indagine sistcmaUCl cood0tta ncll'uhimo cinquantennio suJla civiltà minoica, ha permesso una ricostruzione un poco più precisa della storia di questa, non tanto JX'' quanto coneerne lo sviluppo intimo, qua.mo per le relazioni ch·cssa ebbe con altre viciniori; gnndi sforzi. non ancora coronati dal suas.so rotale, vennero faui nei campi della religione, della lingue e deU'mrropologia cretese. L'esame dei risultati ottenuti ci ptrmctte di stabilire con sicurezza qu:alche dato, Dal punto di visr.a screttameme antropologico, ~iamo .solo poche ccnrurie di cnni. attribuibili ai più antichi abitsl)ti di Creta. Il 1ipo prcdominance è il dolicocefalo, assegnabile sen• za ahro alla rana già definita «mediterranea», il che confona la noscra teoria; è da tenersi conto anche di non poche infilt:a• zioni di bnc:hicefali, stmpre rcstimoniauxi dai crani e di ::ui non s:appiamo precisare la provcnicn:u., sebbene parecchi la ritengano u!aiica. Fortunar:uncn1e le smuette e gli affreschi dell'epoca, risalenti al periodo di maggior splendore, ci hanno con• K1\'ato piietWllellte il 1ipo fisico, che la craniologia, wciata con i soli suoi meni difficilmente riuscir~ a precisa~. Accenneremo J.gli esemplari più nocevoli, li più J.ncico è! dato da una statuetta dipinta, risalendo al 1700 a. C. e trovata rr:1 le rovine del pala.no di Cnosso. Il ninnolo prcndc--il nome di • dama dei SCTpmti», ohre a precisarci il tipo etnico femminile dell'epoca, ci ragguaglia su alcuni que• siti di ergologia, come ,I costume, La d:ima \'isca di fronte pre5Cnta smura abbur:an:r.a slan::iata, vita soctile, collo lungo; il volto è regolare, un poco appuntito \'ctso il mento, la boca ptCCOla,il nuo, alquanto largo alla ba.se, ci farebbe credere ad una forma mC'SOrrinica, qualora non fosse preferibile conside• rare il fatto come un escrcmo individuale. Il carattere che più s'impone è dato dalla gn.ndena degli occhi, a fior di di testa. vtta.mcnre ccccssi\·o, che pare Cbcte tipica dell'antica raz:u. mcdi1erranca. La starueua indossa i due capi caratteristici del CO· stumc crcrcsc: una son:a di crinolina ricamata, che scende fino a.i piedi, e CO~rta sul danmi da un corto 8rcmbialino ovale cd un giubbeuo rigido, monocromo, che lascia completamente nudo il seno della dam.i. In cesta, la figura porta un copricapo a ere piani, "di forma uonco.conica ed al collo una collana. Partirolaricà non ancora incerpreut:a. è oHena dai scrpcrui che si avviticchiano anoroo :alle braccia della stawa, Uno stucco dipinto, di poco posteriore alla cerJmica dcscrit• ca, e conservato nel musco di Candia, ci dà invece il tipo maschi!~. cono5Ciuto col nome di « Principe dei gigli», perchè ricratr? su uno sfondo di gigli bianchi e. rossi stilizzati. La figura, col \.'Oho di profilo, riproduce decisamente il tipo longilineo; il costume maxhile, limitato ad un cono perizoma, lascia fo!tu• natamcnte per noi scoperto rutto il corpo, magrissimo nel torso e stttt:to in vita, mcnue le br.iccia- e le gambe appaiono alquanto muscolose. Caratteri comuni con la dama dei serpenti, S0.'10 il lungo collo cd i grandi occhi, mentre il na.so anticipa scnz';.J. tro le caratteristiche che più cardi si troveranno nella SC\llr1ra greca classica., N0<evole è l'accoociarura tic-i a.pelli. lunghi e divisi in qu:attro tr«cie, ognun:a delle quali si 1ripanisce :,;ll'cscremità. La barba è accuraramcn1e rwta. Tipo leggermente d1\·c:rsi6cacoè la surua femminile in a\·ono e in oro, esistente a Bos«on, allocropia della precc-dcme « da:ru dc:1 scrpenu ». Questa signora, ruraua di profilo e con a.spct•o .S,C\·ero.suinge con le m;H1i proc:esc due 6fidi rabbiosi. lnd~s.i il costume .solito, ccccttuatc akunc particolarità a.Ila gonna. Più cardo, cira. ,·erso il 1300 a. C., è l'affresco pro\·cnicntc da Tirinto cd ora visibile all'luldion di Candia; raffigura tina donna partecipante ad una processione religiosa; il tipo $0mat1co non è cambiato, l'acconciarura dei ca~lli r:pct:e quella maschile già accennata; unic.a varia.nu:'. è dau dalla sc»IÌ1uz.ione della gon, na ron al:r.oni s.piememcnte r,canuti e lun8hi fino ai piedi. che appaiono nudi. In molti altri affreschi, come in pane d1 quelli descritti, no• tiamo la forma tondeggiante del mento, riferibile anche a scuJ. ru~e. cipriote dell'epoca, nonchè a quelle panicolari del mondo :lSlaUCO. lnfaui, in rilievi ed in scacue d1 ba.sa.ho (ad esempio il guerricr-o del J>J,la.uo di Scngirli) .. mribuibili alla ci,·ihà hittita, :i rui acccn.nammo, ritornano panicolauiU somatiche gii os~n-ate nei dipinti cretesi, dal che non parrà inopponuno :accostare di nuovo l:l raua che popolava, :almeno in parte, l'Anatolia con quella che abitava le i.sole dell'Egeo. A questo proposito, a Kultepc, loaliti non lunga dell'antica Osa.rea, si sono trovati gran numero .di idoli di a!-t~suo e d1 t~:':u:h~~~ono un utile confronto con quelli venu1i in Questi ultimi sono d1 pietra e :appa.Mcngono certamente ad uno scadio primitivo della c,•iltà cret:csc; r-apprC'SCOunodiYiniti muliebri, ritratte in forma moho schematica; non t:lnlo pcr6 da. oHusare I c.aratteri generali: la dolicocefalia. la lungl1CUJ. del collo e la magrcua del corpo .sono visibilissime, Tuui questi da1i ci permettono quindi d1 ricosmurc 10 modo abbastanza preci.so il tipo t.1:nicoche ci incercss.1e che, no11amolo di passaggio, si avvicina moltissimo :ti c.ir.meri .sorru.tici d1 quello greco dass1co tanto da identif~an•isi quasi. I c.ir;men più J.r• pa.ri.scenti della rana .sono dati dalla dolicocefalia (che ~ propna dei mediterranei), dalla forma longilinea del corpo e dai gran• dissimi occhi. L'esame del materiale fin qui oHenoo ci pona indirtttamcn:e ad indirizzare le indagini su altre quiscion, concernenti b. vita poli1ica e religiosa dell'epoca. Non a caso abbiamo accosmo i due 1ermini, dal momento che siamo com1m1i di una fonis.sim.1 e reciproca influenza dell'una sull'.ahra: del rCS(o è noco come la a.nuensiica delle ci\•ihà più ;amiche cons1su appunio ncll'identificuiooe delle forme religiose con quelle poliuche: tl1 stCSJi imperi dell'oriente classico ci si manifestano come chiuse u:•ocnzie. Nessun autore, sah·o il Nrlsson, ha nu1 fatto oggetto pan: fui.are di trattazione la primitiu religione mt'direrra.nea, di cui conserviamo echi in leggende, .simboli e miti, più o meno alrer:ati; difficile è quindi scabilirne il o.ranere e la porcata. O.i quel che risulta, pare- che il capo dello se.alo, almeno in un dato ptrtOdo, fosse anche il moder2tore supremo delle pr2t~ teli· gi0$C': Minosse, il mitico re di CrC'ta, ci viene ricordato da Omero come ammesso ogni nove anni a confidenziale colloquio con Gio"e; d'a.hra pane, la leggenda di Teseo, ci parla di un mosuuo.so cuho che nell'isola si celebrava ad un cssere sanguinario e biforme: il Minotauro, e sembra che foHicia.mcnto del rito fosse devoluto csclusivamcnie a s:1eerd01essc, come la fa,·ola di Ariano.i pallidamente rammenta. Alcuni ritengono che anche il serpente fosse considerato ani• male sacro e si basano sulle pro,·e addotte dalle smuet1e già esaminare; altri infine ci ricord':ano che la divinità era pure antropomorfinat:a souo l'aspetto femminile. Or:a, con l:a scona di recenti scoperte possiamo rimracci.arc- uno sviluppo progressi,1> di forme religiose. che non solo hanno caraueri:r.uco l'epoca mi...

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