La Difesa della Razza - anno IV - n. 23 - 5 ottobre 1941

SULLE VESTIGIADELLARAZZA "MEDITERRANEA" LA~IVILTÀ MIN~I~~ ~I~LA Sul finire dd s«olo scorso, l.lcunc felici scoperte archeologiche condoctc nd tenitori di Argo e di Micene spostuono indietro di par«:chi secoli l:a storia della Grecia classica, provando la fioritura di una civiltà anteriore di cui fino aJlora si ne-vano notizie solo acuavtrs0 le belle lc88ffldc ed , pcrfcni miti. Il fervore ddlc indagini ripcnuo nella zona insubre dell'Egeo, in puticolar modo a Siro, Paro, Amorgo e Milo, nel gruppo delle Cicladi, ed a Creca, specie nella pan:c orientale della grande isola, portò a nuovi ritro,•.ui che permisero di .stabilire, in linea di massima, l'esìS(enU di un.a civilli premiccnca. rimpomnu delle cui forme sociaJi e politiche gil il Pollc&n.i nella sua « Sr:oria dei Greci » aveva segnalato, riccrctndo nel muc Egeo la ver2 fonte della civiltà groca, i! faro illuminacorc dd fururo svolgersi della .scoria ellenica; tali forme, •88iungia• mo noi, non si devono considerare come una stereotipata riprodutione dri modelli orienta.li, bensl come un.a pcrSOn2.le rida• boruiOM di soggctci v«ehi cd inventione di nuovi, a noi rogniù purtroppo solo in pa."e. Pur essendo opinione comune che i rappresffltanti di ta..li vihà (ouero srati anariani, 2.ppam~nenti forse 2 quel uopp0 fa. moso « echnos » pelasgico, di cui (anno cenno Omero cd Ero. d0<0, cd a cui vi.a via, JC'Condo le preferenze individuali, furono assegnaci i Prtt.llcni, gli Etruschi, gli ~essi Hinici, per uetre di ahri minori, noocW ddle popoluioni dell'Italia preromana, noi propendiamo a rivvisarc in c2lc etnia un tipo di((ercnzi.1to della grande r2.ua « ari.ano-mcdnenanea •• b quale, d:t.l ;ooo a. C. in poi, diffusa nelle uc pmisolc europee del sud, creò una "rie di civihl grandi~, che vantano, pill o meno paJcsemente, le stCSJC caratteristiche fondamentali. lndirecwntnte la quesciooe si ricollega con l"origi~ degli indoeuropei, che si (a risalire a.Ila prima cù dei metalli o a.I puuggio da.Ila cultun neolitica e quella cncoli11ca. li momen10 sarebbe rivcla10 d2.lla pratica del ri10 dell'incineru1one succe• duto Jll'inumnionc, cd iniziarorc dell'età del bronw. Ma la relazione u-a i due termini ~ falsa; si è constatato che in molti luoghi l'iocineruionc è anteriore aJl'wo dd bfonw, in aJ11i l'inuma.rione si è tempre corue:rvaca; come pure false sono le teorie che tendono ad amibuirc ad un determinato tipa raz• zialc, ad esempio nordico, dolicocefalo biondo, originatorc de• gli halici, dei Greci e dei C.Clti (Kossinna), la diffusione tanto della pratica del rogo, quanto delle lingue arie. Abolendo quindi. per evitare confusioni, sii ormai logori termini di Pcla.sJO e di Indoeuropeo. e adort,mdo rcsprtssione gcncrtCadi e etnia mediterranea•• possiamo documtnlarc atcr2.vcno gli Ka.Yi l'csisu:nza di una superbJ. civihà, durata all'incn-c.1 quindici secoli, la quale ebbe il suo cco1ro nell'Egeo meridionale. Il Dummcr cd il Wolters ne scudiarono le reliquie nelle UCladi, uniwnencc <'On lo Tsunw, che, per primo, la chiamò e cicladica >; Halbhcrr cd Evans ne ritrovarono i resti nella :tQnl centro orien1alc di Creta, oltre che a FCSto cd a CnoSJO,

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