La Difesa della Razza - anno IV - n. 23 - 5 ottobre 1941

ENU•NaJNENIIZIONI ND•IIJI.\Tl8NA• DIRBTTORB O IV n. 23 • S OTTOBRE XIX A • IP&Dl&IONS IN AUONAll■NTO NaTAla

ANNO IV • N. 23 SOMMARIO 5 OTTOBU • XIX SCIE!4ZA UOIO CIPBlANI: GLI ZULU"; CLAUDIO CALOSSO: LA CIVILTA' MINOICO-CICLADICA; GUIDO LANDRA: AN• TROPOLOGIA (0.caden.aa • acomparM1 d•ll• rane 'IUDCUI~). \ POLEMICA DOCUMENTAZIONE FEUCE GRAZIAHJ: L'AFnNITA' UGRO-FINNICA; M. C. TENTONI, GLI EBRE_INEILO STATO PONTJnCJO AL TEMPO DELLA RESTAURAZIONE. ALMANACCO DEL RAZZISTA: l'-30 .. uemb,. XIX. \ ARMANDO TOSTI, LA RAZZA GIUDAICA (Amondil0 QUESTIONARIO \ : c:ri.mlnalitb. dei. giud~): ORESTE GUIDO: L"AVVEN- \TUROSO SALOMONE BLQOM. S,:ERIUZZAZIONE?; USO E DlrtSA:: DELL'IDIOMA. 1\MANOSCRITTI ANCHE SE NON PUBBLICATI NON SI RESTITUISCONO GLIUFFICIDELLA"DIFESADELLARAZZA"SI TROVANOIN ROMA· PIAZZACOLONNA !PORTICIDI VEIOI TELEFONO63737 • 62880 BONACH LLAGUEHHA CR.ANDE RIYISTA SETTIMANALE IJV ROTOCALCO ESCE OGNI SABATO . COSTA LIRE 1,50 k la -•• rtrl•ta di.e .-. -n•-.Jlai-l'I •• tatu t --••~• _.,.,o 4dla 1•e,.... _ ...... .._ e..,.aea4eVeae la •• ••••" •---••- e -•••ec. •• eN■-.. 1u1ea• .. ••••••llea. ee••••lea e •llllare. Pftr le Yarte ••terle ■erUlerJ ■pe• el■lt•tl VI c•••er■••• ■elJ•■.-err■re U ••••re e■■e■sl■.le •e• •1Ye..•I ■YYe- ■l•e■ U, .11 ......... I ■ ..... e••·· ••• ..•••••'• •eue V•••n, e•s•••••••· 01■ l ■r&te••• t .,.... ••••'• •ee•••• le e■lce••• •• ••' •••••••• -•••U• •• •r•.•.••u• e .. e■U•••'• ■re•••• I erue .. l •ella ••••••• •1 ... • .. •••-• Il• •••le e•rre•• •• ..•••• .. ••e, JJI■• ••r■sle■t, &r••el• e• .. ce se•sr••e•e e _,.,. •• •••-"'■ ti•• Vt elllrln n •"• .. ■eplre I■ ....... ■l■&eal 41■ell• elle ~ pre•r•■-■&e I■ ••■-le■ •ei c-e■GUW. TUMMINELLI E C. - EDITORI CITTÀ UNIVERSITARIA. ROMA

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LDl EffSD!Elll I • ANNO IV - NUMEHO 23 5 OTTOBRE 1941-XIX IKSC!,; IL S t: IL 20 IH UC.:NI Mt::H: UN NUMt:•o !lt:PAM.-·ro I.IKt: I A811UNAMENTU ANNUO LIMI\ 20 •K"ON,U,lt:N1"U St:M&'ITMALt: • 12 •I! S ·r t: M O I I. O O ,- I' I o Direllore: TELESIO lNTEHLANDI Comil ■ to di red ■ aione: 1irof.dott.GUIDOLANDRA: prof.dott.LJDIOCIPRIANI Secret ■ rio di redu.ione, GIORGIO ALMIRANTE • I . SCIENZA•DOtUUENT4ZION POLEUIC4 • OUESTION.llRIO DELLA' NTI-GIUDAISMO Ecco il fac-simile del decretò col quale gli ebrei furono espulsi dalla Francia nel 1615. La Francia contemporanea si è comportata ben diversa·menté verso gli ebrei: e ne ha pagato il prezzo

LA PIÙ FIERARAZZA DELL'AFRICA MERIDIONALE Fra le rauc dcll'A(ric:a McriJion.iJc gli Zulu si distinguono per le loro btllc fahezze, il loro aspetto fiero e le loro cosrununzc. Sfflz.:,. prN>CCUpaz1om Ji la\0r0 o di commercio, con una religione 1anio primitiva che appena può chi.i• mani t:2.le,avente pc:r oggetto il ruho Je. gli spiriti ancestrali, ignari d• scnmua e di ani, conducono una v1tJ ,;cmplicc dedic-.tta quasi 1ucta alle cure' del bf-. stiamc - loro principale ricchezn e mezzo di acqwsto .delle mogli -. io un pa~ dal cli,m ornmo • cui ~ ignoto il freddo e anche i grandi caldi, fra le :une-ne colline della fascia • costier:1 del Natii in in::i.ss1map,mc ad;mt per il p,ucolo, Ji p1cd1 ddle quali ,cor• rono 6um1 p1uorcsch1 d1scrndcnu qt1..s1 rum Jai Monti dei Dugh1. Appartengono alla srandc- famiglia bantu e sono il resultato della amalb,anu di tribù oper-au dal re Ciaca - dagli lngltsi detto ironiammtt il Napolrone del Sud-Afna - all"q,ou dc-Ile-SUC' conqu1s.c ne-Ila pmru mcd. del secolo scorso. L'insieme dc-i tipi risconuabili fra essi non è pC'!Ò divc-rso, in so.stanu, da q~llo d('llt tribù a loro vici~ C' tutt'al p:ù va.n.Jno le- propol'Doni secondo cui, in ciascuna, i tipi s1 prc-- stnrino. Si risconuano diff('r<.-nu piuuosto sensibili nella statura e in car:meri qu.ali l'indice cdaliro, facciale- e- nasll(' nonchè nel colore- della ptllt che. Spd-SO chiaro come nei Boscimani, divmta in U· ri casi qua.si n('ro. Il colore- dominane(' ( ptrò un cioccolato molto scuro. lnt('tt"S• sante-a f\Ofarsi è cht- menu-e-gli ind1viJu1 a ptllc- chiara scuri5cooo nt:llt parti cspoSI(' al sole-, qudli a pelle nera sembuno schiarire-per cui hanno più scure- le-p.mi copcrct. Ai colon chi:tJ'i si associano d1 solito suture- molto alte. cape-lii con 1mdco:u. a disponi a glOITIC'ruli,naso non ntgro «c. ptr eHetco probabile di un antico influsso bosclmano. I boscìmani difaui ni.srerono ne-I paC'SC (in a ttmpi noo «t'fflivamcntt remoti. Le gtng1\·(' sono spesso pigmcnmc- a chil.UC'. La prominen:u dclrocch10, frequC'fllC' fra i v:n negri, è più accentuata nei giovani che ntgli adulti. L':accrcscimmto dtl corpo. nti maschi e- ne-Ile-femmine. avrit:nC" ,no,. tre con lcntczu maggiore d1 quc-lb. consuc-u per gli 1ndigcn! africani. N:1.10 con la gu('rra. il popolo zulu è anror;i tanto fiero del suo pass,uo di lwcu.glie e di conquiste-che 1uui disprettlno cordialmente- il lnoro C' ogni prtsf:uionc 6stel inrC"flsa,meno la caccia e- la da"'IU alle quali si dediaino con emusia.smo m• credibile. Non d11nos1ranooggi ra.ncort contro i bianchi, loro conquismorì e dli quali furono cosuc-ui :ad abbandonare le imprtSt guerresche- SO<tola minaccia delle mitrasliatrici e d('i cannoni, ma a dzf• (c-rC"fl:Udi aJui indigeni sud-africani ptr• siStono ~1 respingere la cuhur.a turopc.l preftrmdo aucnersi allt: loro anticM mdizioni. Si può anzi USC'fire-cht le costu• manze: principali degli Zulu siano r!rl.l· sie come centinaia di anni or sono. Rigide abitudini, cht h10no 1utu. la foru d1 leggi, rc-golano ogni loro ano td an• che il lnoro è distribuito s«ondo norme 6»t fra i due- sessi, se pure, almmo per i nOS(ri occhi, stnza una ,·era giustizi.i, d.uo che- rutti i la\'Ori più duri rica.dono sullt: donne-. In linc2 gene-raie gli uomini sono pasrori, le donne massait C' rohu·.11crici. Agli uomini spcna anch(' fare lo scheletro delle abuuioni - non b. copcrtun pcrchè- nscrb3.1a:dlc- donne- - 1 rttinti pc-r il botumc e gli St«cooaci intorno ai "illaggi: J,nori a cui tutti dC\Ono prmdcre p.anc-dai capi ai fanciulli dt 6 o 7 anni. Vi JOno poi numerose OC--"U· pazioni maschili. più cht ahro ptr dwntimen10, come (art ra~hitre o buc:on1 da danu, professioni qua.li la cura dellt" malauic, la divinnione-, la mc-tallurgi.11. la hbbricaz.ionc dc-gli scudi col cuoio dci loro buoi, alle quali solo d~trminati individui po.s5000 adibirsi. Fra gli Zulu ogni famiglia - data da un uomo con le sue mogli e figli - vh·r .scparat:i pc-r·cui non esistono città o Yil-

bggi o comunque- insediamenti comuni .a più di una f.amiglia. Di con.seguenu le cap.anne sorgono .1. gruppi isolati punteggianti i fianchi delle colline; siccome però ognì famigli.a è di soli10 molto numerosa, ciascuno di cotesti gruppi prende !"aspetto di un piccolo \'illaggio. La capanna zulu è una costruzione di forn13 emisferica assai solida, costituita da uno scheletro di robuste bacchette piegare ad arco al quale si sovrappone uno spesso strato di erba. Da lontano ha l'aspetto . di un grande alveare. Le capanne di ogni famiglia sono dispos<e in circolo attorno ad un anello cmtrale di grossi bastoni e frasche entro il quale si ricovera il heFo101rofi~ d•ll'llutor~ S<iarne.Ciascuna capann.11,a un solo :imbicnte, ~ abitata da una moglie ::on i propri figli. All'inizio cotc-s<i apparenti villaggi constano di due sole capanne: ·una J>Cf il marito l'altra per la sua pri!'!ia moglie. Con l'aumemare dei capi di l:,e. stiarne l'uomo viene ad avere i mezzi per :tcquiS<areuna nuova moglie, costruendo quindi una tern capaan.a. La possibilità di ulteriori acquisti di 1 mogli cresce poi col sempre più rapido 'aumencare del bestiame e con gli introiti, pure in bestiame, derivanti dalla vendita delle figlie da marito. Un cotale succedersi dì mogli nella fa. miglia zulu .avvimt" S('Condo norme secolaci. Di regola la p(ÌIN moglie conserv.a un posto di privilegio rispetto allt" altre a meno dlt" es.sa non manchi nel dare flg!ì maschi. In t.al caso, se l'uomo è ricco, l'erede deve provenirt" da una nuova moglie, da dirsi di «ceiione, pur conservando alfa prima intera indipcndmu dJl!a nuova privilegiata. La scelta di una moglit" simile cade scmprt" sulla figlia di qualche noubtle, magari dì p.ar('fltela reale: cosa moho facile in un paese come quello dovt" l'actribut.i?Cle delle paréntele è molto ampia. Le ragazze, indipendentemente dal foro consenso, sono maritate a diciotto o più anni; il padre, però, può impegnarle ad un uomo già all't"tà di '7

quauro o cinque anni quando non addiri1rur-a avanti I.i nascita, ricevendo un prilllO pagamento in bestiame aJrarto <lei contrauo con riserva di saldo avanti del maÌrimonio. Il prezzo ordinario di una donna fra genie di nascita comune è da dieci a quindici buoi, ma con· un prerenJeme facohoso o con un notabile la chiesrJ. può salire a cinquant.:i o cemo buoi. Un ricchissimo capo disdegna non di rado <li comare le bes1ie e in"ia J.! pa,!re Jdl.1 ragazza un armento quabiasi. Talor.1 l'imero pagamenro in bes1i:une non si effettua prima del mairimonio pcrcht' l'uomo pattuisce di mandare in s.ildo b. Oiovene spose zu!U s fan..:·ullina prima nat.1. Una semmanJ Jo• po le nozze cominci..1 fX'r la donna la ,·e• ra \·ita Ji moglie che è quell.1 di la\'Orare, e :X--0 duramen1e. nell'imcressc della rnllctlivirà. Nonosunte il genere di merc-.ito di cui sono oggetto le donne zulu non "i si op• p011gono. Considerano la poligamia ima ouima istituzione, ed anzi tanto più sono liete quante più mogli ha il marito, ciò si- Un vecchio nolebile zulU. Il cerchiellq che gnificando di essere spo~tc il un uomo porle sulle leste • il distintivo della ricco. L'aduhcrio si considera solo nei ,i. elevala posizione sociale guardi Jclht donna mcn1re !"uomo puO a· vere quame concubine ,·uolc. Un mariro iudito risente la cos.1 non più di un fouo che avvenisse sulle sue terre: esige così un indenn•no in buoi proporzion.110 al costo Jdla moglie infedele. Qualora una mo_"lie diventi incomoda, il marito, pur di ]jc,e. rJrscne all:i Sl'elta, può divon.i:1re rinun- 1. ziando al rimborso del prezzo in bcsc:ian:t.·, che ahrimenti seguono discussioni intermin.tbili coi suoceri; comunque il Ji"orzio è raro ;1nche perchè gli Zulu si pmxcupano moho del bestiame ma pochissi~ delle rnogli. Generalmeme prolifiche, le donne han• no in media 9uaitro o cinqu~ 6gl1 cias..--u• na; i villaggi, quindi, rigurguano sempre di fanciulli. D,uo il numero spesso gr.i.ndc delle mogli - pochi zulu ne hanno meno di quattro ma \'C ne so~o con dicci, quindici e nel caso di capi an..:he con parecchie diecine - difficilmente un uomo s.i dire alla svelta qu&nri figli ha. Più pron1a $..\• rebbc la rispast.l se richi~to del nunkro Ji buoi o delle rag~zze Ja marito di cui dispone cd C<luipaubili appunto a capi di besli.1mc. Il pario awiene di solito con mol1a facilità sebbene senza persone spcci.1lizu1e nelrassiscenia. Basiano all'uopo le alHe mogli del medesimo marito. Al neon,uo si leg.1 l'ombelico lasciandogli un,1. p.-ine del fun;colo. Fino a cht- quesra

non cade spom:1neamente è vietato al pa• dre di vedere il figlio, alla madre di al• lattarlo e di uscire dalla capanna. I neonati zulu sono moho graziosi, con pelle \'ellutata bruno-gialla, capelli nero eb:1.no ondulati per divenire in cuui, però, "erso la fine del primo anno, crespu<i ~ndo la ci.ram:ristica della loro rana. La fanciJJ. lena è trascorsa dai maschietti ponando aJ pascolo i buoi, le capre e le pecore possedute dal padre, scacciando gli uccelli dalle coltivazioni, tendendo lacci alle pernici e altri volatili, in giuochi e passatempi di ogni genere si da potersi considerare la loro come una delle esistèru:e più beate. Consueto dovere ddle bambine è in\'CCC !"aiutare la madre nelle cure domestiche e nelle anenz.ioni ai fratellini con esclusione di qualsiasi auo riguardante il ~estiame perchè rirualmcnte ri~rbato ai maschi. L'agricoltura, praticata dalle donne, e l"allevamento del bestiam<".,cumo dagli uomini, cost"tuiscono in conclusione le d11e occupazioni intorno a cui si impernia tutta la \'ita degli Zulu. Vi è chi si spttializa nel far cesc:elli o grandi panieri per le messi oppure stuoie, fihri per birra. ubac• chiere, spilloni o cucchiai di corno, ma aspetta nel proprio domicilio gli acquiren1·• In fauo di manifestazioni anistichc .çli Zulu appariscono di gran lunga inferiori ai Bosclmani. E' raro vedere temativi di di~gno, in ogni caso rpoho imperfetti, su utensili. Ove meglio riescono è ncJJa scultura in legno ma non è nell'uso avere statue o raffigurazioni umane nemmeno a scopo religioso. Non hanno d'ahra pa:1e templi. Poco. sviluppata è pure la musica bcnchè possegga.no diversi strumemi e passino parecchio tempo o.ntando e danzando. Ad eccezione di quelli prodocti dal tamburo, i suoni, sempre monOloni, degli strumenti, sono tanto lievi che li ode .solo chi li produce. Nocevolc fra le costumanze zulu è quella., ancora parzialmente in vita, di inquadrare i giovani in reggimenti i cui capi costituiscono una specie di parl:unenro nazionale. Tutti si abituano cosi ad una rigida disc.iplin~ che li mantiene compatti· a differenza di tante aJt.e tribù africane disgrcguesi aJ cont:mo con la civilti cutopea. Per quanto animati dal più fiero spirito di indipendenza amano veder .so<to~- sto a giudizio ch·unque manchi. Per la. lo• ro coesione e per la loro storia è probabile che resisteranno a lungo alle inOuen2e che rutto sovvertono in Africa, ('OS) fornendo materia per dimostrare quanto significhi per una nazione, sebbene primitiva e in avverse condizioni, l'uniohe degli animi e la rigidità di vira accoppiate ad un inflessibile amore di libcni. Tutto ciò contribuisce a rendere gli Zulu una delle tribù africane che maggiormente si impongono .1ll'atten2ione degli studiosi. IJDIO CIPRIANI

La mors1e e i ooatumi del popolo d'Iarae.le paragonati ai i.empi noetri, non sop1>0rtsno il coorronto. L'Antico Testamento non è in gran parte che• una o~na e sanguinosa cronaca di m8815&cri,di stupri, di adulteri, di rapine, di IOdomismo. Incomincia.odo da Abramo che pl'08tituisce la pròpria moglie al re d'Egitto (Oen., XII, 13), e poi la rinnega e la caccia ruor di ca.su con un barilello d'acqua euUe spalle per poi J)rendersi un'P.ltra moglie (Id., X.XX, I), e giO giù scen• dendo alt' aJtro patriarcu Isacco che cede ad Abimelec la donna aua (Id .. XX VI, 9-ll), a Giacobbe che sposa tre don.ue e due sorelle io una volta (Id., XXIX); a Tamar che ai •• LA RAZZA GIUDAICA suoi fia:li rubano ai Sichemiti do1>0averli sgozi.ati; i loro dieceudenti rubano agli Egiziani. ed io .egui• \O vanno a rubare le Cauanee. Nè basta. Vi è Qualche 0068 di più ripugnanle: mai l'ebraismo manireata il suo istinto e la sua mentulità criminale, o o me quando ai ammanta del no-- me di religione. Seoondo Je leggi allribuite a MOflè, eooo infatti puniti di morte gli stregoni (E8od., XXII, 18; Lev .. XX, 27); coloro che mangiano carne dopo tre giorni l'offerta dell'altare (E,od., XIX, S-8), e 80pra tutto coloro che prestano culto agli Dei stranieri.: e Quando il fratello, o il figlio, o la moglie che tu hai cara, o anche il tuo intimo amico, ti inviterh in segreto, dicen• do •• Andiamo e serviamo ad altri Dei", i quali non avete COD()fj(liutinb tu, nb i tuoi padri, non compia• ci.li e non uooltar)o; l'occhio tuo ~ia'odio non gli perdoni; non risparmialo e non oelalo. Anzi del tutto offre 1mlle pubbliche vie e biasimo, ed è raccontato uccidilo: sia la h1a mano ai pN>6tituiace al suocero tome 008ft più che natura• la prima sopra di lui per (Id .• XXVIII); f1g1i abi.• le, comune, e quMi in ec- farlo morire, e poi la ma• tanti di Sodoma che vo• gno di. svegliato ingegno e no di tutto il popolo. E la• gliono sfogare la pill ver- di merito; e prova che al• pidalo con pietre. al che gogoosa brutalità su due lora i oostumi comporla· muoia> (Lev .• XX. 18; Deu- giovanetti; ad Onan che vano e la eo&l detta reli- ter .. XIJI, 6-10, Xll, 2). ebbe la triale celebrità di gione d'Israele ..non ripro- E l'intolleranza diventa dare il nome all'on011i1mo, vava tali abliai. Onde non ancor llill fuoe8ta se 11i fino a David che giace reca neppure meraviglia tratta di alcuni pochi che con Betsabea, ed a Salo--. se Abramo ruba al re di abbiano innalzato altari mono. il concubiuario per Egitto e a quello di Oerar, in una città a divinità eccellema. la storia dello facendo loro credere che straniere. però che la leg• ebraismo è quella che in Sara era ima &0rella. ed ge condanna tutti gli ahi- realtà offre alla proatitu- estorcendo ricchi doni per tanti ad esser 1)8888ti a 6.1 zione il maggior oontiu• la pr08lihaione di lei: se di spada e la città ad ee- gente di casi do1>lorevoli. Isacco rubu allo stesso re Ei,Orri dotta ad un mucchio E" &0pra tutto da notare di Oerar per la medesima di rovine (Eaod.• XXIII, il fatto, che apeMO lo scrit· frode; Oiaoobbe ruba a suo 24; Detd., Vll, 5; XlI, 2: tore della GenetJi narra tali fratello Etmi1 il diritto di XIII, l~-16; l~v., XXVII, turpitudini, senza biasimo primogenitura. Se Laban 28). e se.oxa oommenti. Il ver- ruba a Giacobbe suo geneDel resto, questa crimi- gogn080 commercio che ro, il Quale a sua volta ru- · naHtà diremo coel- reliAbramo e Oi&oobbe fanno ba a suo 1uocero; Rac.bel giosa. ba le aue radici nel- delle loro mogli. non eocita ruba a Laban suo padre r 0866nza atel88 dell' ebrainell'autore nè sdegno nè perflno gli idoli; tutti i amo che tutto riduce alla

dominaz.ione terrena al benessere e al godimento materiale. Guardiamo nell'alto: Abimelec uccide i fratelli e si fa di forza nominare re; Samuel riafferra il potere. ma lo riperde; Saul, proclamato re da tutto il J>OJ>Oloin, una disputa strappa il mantello di dosso a Sumuel, mentre Sumuel ribatte: e Il Signore ha oggi stracciato di dosso a te il regno d'Jsraele, e Tha dato a un altro migliore di te, (/ ,lei Re, XV, 28); Salomone, fl. glio di Davide a cui allude Samuel, riceve 1>er diritto ereditario, conseuz.ienti i sacerdoti, una ricca monarchia, e n1>1>ena seduto sul trono, parla così: .-E' noto il desiderio del J>adre mio David, com'ei non 1>0tèedificare una cMa nel Nome del Signore lddio suo per le guerre che sostenne da tutte le parti ... Ma ora il Signore lddio mi ha dato pace d'ogn'intorno ... Perciò ecco io delibero di edificare un tem1>io al nome del Signore, (Libro I I I dei Re, capo V). Guardiamo nel basso: il poJ>Qlocrede CÌeèamente ad un'età dell'oro che si realiz.zerà mediante uu'allenza fra JAbveh e la stir~ d'Israele. li profeta Ezechiele nega recisamente che le gcueraz.ioni av- \·enire debbano per terribile fatalità ereditaria C81>iare i poccati delle generaz.ioni passate: e 1>e r qual motivo - dice Jahveb per bocca del 1>rofeta - tra voi. nella terra di hraele avete convertito in 1>roverbio .Questa similitudine: I J>adri (voi dite) mangiarono uva acerba e si sono allegati i denti ai flgli.uoli. Io giuro, dice il Signore Iddio, che questa 1>arabola non sarà J>iù per voi un proverbio in Israele• (Capo XVIII, v. 2). E anche quando Gerusalem• me è un mucchio di rovine, e il 1,opolo di ... Dio geme nella schiavitù di Babilonia "'perchè - secondo Ez.oohiele - si è v<mtato della sua i,iiquità, ed ha reso pubbliche le sue prevaricazioni, e i suoi peccati si son fatti palesi in tutti i s-uoi. disegn.i • (Capo XXI, v. 24), Geremia non dispera, percbè dice il Signore: e Ecco che vengono i giorni, e io adempirò la buona parola detta da me alla casa d'Israele, e alla casa di Giuda ... Giuda sarà salvato e Israele abiterà nella pace, (Capo XXIII, v. 14-16). Pertanto, non ci sarebbe proprio da stupirsi se in una raz.za di mentalità primitiva, fosse nata l'idea di affrettiare I' avvenimento del messinnismo, offrendo a Jahveh non solo e gli olocausti degli arieti, e il gra680 dei pingui buoi, e il sangue dei vitelli e degli agnelli e dei C&Jlri a cui allude Isaia, (Capo 1, vers. Jl), ma anche vittime uinnnc; si potrebbe in tal modo spiegare quella 1,ratica dell'omicidio rilllale che gli Ebrei hanno sempre attribuito a rantaatiche o maligne invenzioni dei Cristiani o, per me• glio dire, alla Chiesa Cattolica. Comunque, sta di fatto che una simile accnsn è ribadita da un ebrai• cista italiano. Salvatore Minocchi, nel suo libro: Il Panteon, pubbl.icato a Ji'ireuze nel 1914 (dìco: nel 1914, cioè quando il Minocchi aveva già abbandonato il Cattolicismo). A pag. 13 del suo volume. l'autore ra questa arrerruazione: e Nel ,tem1>io di Betel, a J ahvé gli Ebrei in straordinarie occasioni non mancavano di offrire in olocausto tet1eri. bambhli sul rogo, offerti dai loro genitori,. E il Minocohi si apJ1

poggia all'autorità del Vin• menti quel sangue non è cent (Canaao, 117) che af- buono... E' vero che la ferma essere stato questo maggior parte dei padri di 1rn costume palestinese del famiglia pongono il saotempo. A pag. 25 la stessa gue nel vino che essi begrave aoousa torna. a pro- vooo la sera di PaSQua: ()08ito del tempio dj $alo- -ma tuttavia é ,ueglio ed a nicoo. 11 re.. nelle solenni Dio più grato se tutti e/ella cerimonie. come Gran Sa- famiglia ,ie bevano. E Sa· cerdote offrivo (dice il Mi- muele uurra nnoora che: nocchi) a1 Dio le sue vitti- cOra P068()noessere quattro me, - tal'VOlta mi suo lì- anni dae<ihèegli nella citt,, glio! - o bruciare sull'al•· di 'l'reuto comperò tanto di ta\"e. Qui ricorre l'autorità sangue di un fanciullo cridel Benzinger. E vi si ri• stinno quanto 1,oteva cApiJ)Cte: • E' consentaneo ai re in un'ampollina di veCOfitum.i dei Po1>0li 1>alesti- tro nella quale si sogliono ni del tempo, che sotto le porre le acque per gli ocfondamenta del tempio, sia ehi. La quaJe ampollina stata murata 1'iva una no- era lunga un dito. Jl qual bile donzella, per servire sangue comperò per quatdi genio tutelare all'ediO- tro ducati da un certo Oiu• zio•· D'altra parte, fln dal• deo che. come erede, si chin• la prima pagina il Minoc• ehi ci presenta lsraele quale appare a lui, quondo si avanza suUa aoglin delJa storia: • E' UM popolo di beduini feroci, che stimolo di cupidigia caccia dalle $teppe d'Arabia ... ,. Do 8imili premesse di un autore non cattolico. è facile trarre In conclusione che può essere vero, o almeno vel"08imile, quanto l'ebreo SRmuole dc1>0nevu, oel 1575, all'outorilA eceJe1iastìca di Trento. circa l'olocausto dei fanciulli: • Arflnebè il detto sangue sia buono a ciò per cui §e ne servono gli ebrei, è necessario e-be il ranciullo ·muoia ·,iei tormenti: altri· UI mavtt Orso Oiudoo •· E non sa di Qual 1:>aesefosse: se non che aveva la parlata di Sa880niu ... 11 detto Orso aveva lettere crede1tzWli dalle quali ap1>nriva che egli era uomo legale (cioè eaerct."Nteleoalmente il suo. ufficio), e che quello che portava non ern folso (cioè era r:erosanoue cristim,o). Il sangue che il detto Orso portava in vendita era in un Vll.80: e non si ricorda E.e di legno o no: se non che il V880 era stn1rnato dalla parte di dent ~el qual vaso ern il saog 1,olveriuAto. • E vi era tanto di 8ftngue in quel vaso quanto la sarebbe la Quarta parte di una fiala o mOl88• (forse mezza o m.ezzetla). E dice che il detto vaao era 001>0rtodi un certo cerume bianco: sopra il qual cerume bianco si sotto· seris&e anche egli Samuele di mano pro1>ria In lettera ebraico, scrivendo Queste parole: Samuele di Tre,ito. Ln quale sottoscrizione di lui Samuele signHlcava che anche egli approva,•o co,;ì essere: eioè che quello era sangue di un fanciullo cristiano. Credo che basti. Anche una ... religione (!) che rosse semplicemente sospettata di simili aberrazioni, sarebbe ben lontana dai sentimenti, dalle direttive fondamenlR· li di ogni culto: scendenao molto giù. in fondo ai cuori, n mano a mano che si cancellano le diUerenze tra le concezioni religiose e fllOfJOflcbe, si scorge che tutti quei rami nei quali si dividono le idee che gli uomini si fanno del mondo, ed i sentimenti e.be pro-- vano gli uni 1>ergli altri. si riassumono in una sola dirterenza irriducibile, 1ft Pietà o l'EmpietA. Ogni pensiero, ogni sistema di pensiero, ogni M!Otimento ed ogni insieme di M!Dtimenti, ogni P888ione che diminuisce In giusta con• siderazione dovuta alle cose e agli esseri. è empio. E vi può essere Qualche cosa di più empio del• l'ebraismo! ARMANDO TOSTI

Quale migliore e più eurof}e(I interp-retaz.ione dell'attuale guerra uutisovietica e untirussll che quella di un eron11~nte istinto di rivincitu che muove dalle profonditi\ 1>iù intime di giovani e fiorenti nazioni. lungamento insidiate e minacciate nei valori morali e materiali della ruzza, dalla brutale sopraffazione ciel numero rn1>presc11tata dall'invadenza e dall'erosione continua che la mussa slava dell'est ha sempre esercitato nei confronti dell'Europn eA.ntralef [nfatti vediamo in ClllUJJO con le forze dell'Asse nazioni che hnnno ripetutamente sofferto e sanguinato dal morso dell'invasione movente dalle steppe orientali 1>er venire a cozzare alle porte dell'Europa civile: la nazione romena scesa n combattere J)Cr il riscatto dei suoi figli e della sua terra e per In sicurezza della sua steAAa esistenza; te· genti baltiche e caucasiche liberate o in attesa di liberazione; o infine due cavalleresche e sorelle nazioni decise a combattere fino all'ultin10 per attaccamento alla buona causa ouro1>ea, vale a dire della nazione magiara e di quella finlandese. Stirpi superstiti di un antico l><)J)olodi migratori, dal pa~to avventuroso Giovane megiaro Giovane linlandes• e dall'animo profondamente romunticu, finlandesi e ungheresi hanno in comune l'origine razziale e l'odio insopprimibile al molosso orientale. Uno straniero qualunque potrebh<' anche t>ensare che l'ar!lnità ugro-finnica. intesa come composito di sen• timenti e di tradizioni comuni, non è pitt che un mito e una remineseenza. Constatiamo invece che se di mito trattasi, è un mito che JXlggia sulla verità storica e sulla realtà etnica, è un mito vivo ed operante nella coscienza dei due poJ>oli e dei loro uomini rappresentativi come è testimoniato dai calorosi e fraterni voti augurali scambiati dal Presidente Ryti con l'Ammirag1io Horty a nome delle ris1>ettive unzioni, scendendo in campo contro lo stesso odiato nemico. Ma, anzitutto, dove rimonta questa reminescenui, a che paternità ris~1le questa pareritela di razza! Numerose testimonianze della filologia, dell'archeologia, dell'etnologia conducono a ritenere con sicurezza che le 1xmolazioui ftnne e magiare sono uscite da Quella ml\8$ll di tribù nomadi che verso il Duemila a. C. vagava nello sconfinato territorio della Russia attuale, dalle balze de-

gli Urali alle rive della Dviun e del Onieper, dedite alla caccia, alla pefJCR, alla pastorizia, ancora ignare dell'agricoltura. Que11tama868. di gente, vivente a gru1lpi Re1>arati e indipendenti, ave-- va comuni caratteriatiche di lingua e di raua. La razza clft88iflcata nel oosidetto tipo ugro-finnico, molto vicino al ceppo indoeuropeo ma con alcune afomature mongole e tartare, e Quindi di origine indubbiamente asiatica, la parlata detta pure ug~ftn.nica, originaliuima, senza nessi ricon08Cibili con tutte le altre parlate eurovoo ed asiatiche. E appunto quaranta secoli or &000 tutte Queste tribù, mal 90fferenti deHa convivenza a caWMl delle rivalità ill80rgenti, delle non stabili sedi, dell'anarchia dei gruppi gentiJizi, cominciarono a disr,erdersi e a difrereuziani, parte infiltrandosi in meuo alle altre J>Opolazioni arie dell'Europa centrale, e parte CQJ.lfondendosi con le 1>01>0lazioniorientali, principalmente slave. traboccanti dalle regioni del Cupio vef"80 il cuore dell'Europa in uno stato di assoluta barbarie. Din•nli ~ une f•llo,te unghere$e E cosl mentre alcune stir1>i ugro-- finniche furono interamente assorbi• te dagli slavi, e mentre altre (il gruppo permio dei Sirieni, Voguli, Ostiacbi) si stabilivano nelle region.i degli UraJj, alle soglio dell'Asia, dove vi88ero fino ad oggi un grado di civiltà 8888i primitivo, due grupJ)i di quelle tribù si uorivnno il pussaggio ver&ooccidente e venivano a COBtituire una all'estremo nord, una al contro dell'Europa, due distinto e vitali nazioni, pienamente 1>arteei1>i della comunità civile de.i popoli del continente. I l<"'inni,gagliarda tem1>ra di lottatori, avanzatisi ver&o il V aeoolo a. C. verso le coste del Baltico, varcato o girato il Oolfo di Finlandia, riuscirono a sovrapporsi alle l>OPoluioni indoeuropee di quel sette.ntriooo, assai scarso di numero, assorbendole completamente. mentre i Magiari, una volta perduto il contatto con i Pino.i, muovend08i a lente tappe verso ove8t. sulla scia delle tribù turco-mongole degli Unni con i quali più tardi ai fusero, vennero ad incuneerai nel mezzo dell'Euro· pa, rompendo in modo deft.nitivo la continuità territoriale della ruassa slava, tra il Baltico e il Mar Nero, che rimase in seguito sempre divisa nei due gruppi del nord e del 1ud. La nazione finlandese do1>0vari secoli di vita pacifica e di naturale indipendenza. durante i quali riuec.l ad assuefarsi al clima delle nuove 80di, cadde sotto l'influenza degli Svedesi che ne fecero un paeee di civiltà cristiana e scandinava in funziono antiru88a. li crescere della 1»- te.nza svedese e la J>rcMJperitàdello impero dei Vaaa riuscì eommamente benefico aJla Fin1audia, J)erchè 80tlo la guida di questi i Finn.i appretero a ramiliariuare con l'agricoltura e con l'induatria dei paesi nordici, poterono istruire e allineare i loro primi reggimenti militari, e.be comparvero ripetutamente sui campi di bat,... taglia germanici durante la guerra de.i Trent'anni, e &oprattutto riu.ecirono a t.oceare un grado di civiltà o di cultura che a quel tempo gran parte d'Europa invidiava. Poi, dopo Pultawa, la Finlandia P888Òal dominio ru880, come Gran• ducato dello Zar, ed allora il 100 grado di civiltà e la soa cultura pre-

scro a scendere, mentre i pericoli della snazjonnlizzazione e dc11a rus· sificazioue crebbero progressivamente dn uno Znr all'altro, lungo il secolo XIX e nei primi lustri di quello presente. Poi fu In volta del bol- .scevismo; una minaccia mortale: essendo il regime di Mosca deciso a stroncare. lassù più che mai, ogni vestigia o ogni coscienza di razzi\. Differenti vicende, se pure molto analoghe, avevo intanto vissuto In unzione ungherese. matorinlmcnte separata dalla sorella del nord, sebbene ancora legattl ad essi\ da vin· coli di tradizione, di cultura e di. nfJetto. Po1>0lodi tribù seminomadi e razzil\trici, cnrntterizznte da un nito spirito di bellicosità, i Magiari erano saljti in Europa lungo il corso del Dniester e del Danubio inferiore. sospinti a tergo dagli nssulti concentrici dei Peceneghi. dei Turchi e dei Bulgari. Guerrieri coraggiosi e fedeli ai loro cu1>i, gli ungheresi avevano corso vittoriosomCnte vaste oontrnde d'Europa. compresa la nost.rtl Penisola, i,rimn di ritirarsi nel• le ubertose pianure dnuubinne, a fondnrvi Ja loro patria ed il trono dei loro re. Nell'orbito militare, politico e re· ligiosu dell'Impero Romuno-Gerruanico In unzione di Santo Stefano aderì ben vresto nna eiviltt\ euro1>eu.ritraendone tutti i vantaggi derivanti da unn rapido assimilazione del patrimonio culturale cd orli· stico dell'occidente. Cum1>0 di eroiche battaglie. nelle Quali era in ~ioco, di volta in volta, In sorte dei grandi imperi e della stessa Euro1>a cristiana e romann (?.fohucs 1526, Zenta 1696) In pntrin e In nazione ungherese parte<:ip,·, di J)Crsona alla grande storin continentale. subendone lungo il corso di nove secoli, tutte le vicende oru fauste ora infauste, per la comunità civile dell'occidente. ,Durante questi secoli In coscienza razziale dei Magiari aveva ineontrnto vari periooli, come al tem1>0 della invusione ottomana. e delle relative stragi, dell'immigrazione slava ordinata da :Maria 'feresa, e del• l'oppressione absburgica, ma nessuno di tu.li pericoli è pur lontanamente paragonabile alla gravissima insidia portatavi. con fulmineo disegno, dalla ltussin di Lenin. L'avventura del . bolcevismo in Ungheria fu uno dei primi atti del criminoso connubio giudeo-bolscevico che intendeva di fare e,-on tutte le nazioni d'Euro1>e uno società di Babele tiranneggiata dai figli di Giuda. Quando si è convinti, come noi siamo, che le moderne interpretazioni comuniste e internazionaliste dello vita euroJ>eu con tutto qui:mto discende dalla paternità di ~farx o di Lenin, non sono nitro che strumenti e connti dell'ntrermnzione e della so1>rartazione giudaica, uon è difficile concludere che lo vicenda di Bela Kun ha costituito. nl di IU dello scenario socialista, un feroce uttentato all'esistenza dcllu nazione ungherese, t• tutto il suo pntrimonio spirituale e morale, 1><'r1>etrato in nome di Israele. Mtt pur(' in mezzo n t.nnto smar· rimento non tarcltì n sor~erc qualche autentico figlio della stirpe un• gherese, il quale superando i peri· coli del malessere interno e della minaccia esterna, riuscì n ricondurre la patria sulln via segnata dalla sua storia e dal suo destino. Ora le due unzioni sorelle, la fin· landese e l'ungherese, sono in campo per una lotta di vita e di morte, oon la 1>iena coscienza di questa fer• reu alternativa. la J)rime per ven• dicarsi di recenti sanguinosi morsi, In seconda J>Crcoronare in modo de· fluitivo non lotta che dura dn decenni. 11 saluto e ·l'augurio recivrocamente scambinto dai due popoli combattenti verso una stessa meta, tocca effettivamente le tonnlitt\ della oill nobile coscienza di razzo che noi oonosciamo. FELICE GRAZIANI Un •gricoltor• finnico IIJ

È necessario che I giudei portino sempre un distintivo della loro rana Ct6 varri. a mettere in guardia gli ariani, preservandoli dal cadere nelle trappole giudaiche

In Germania e in Croazia l'uso del distintivo obbligatorio per i giudei è già stato sancitp In Germania esso ha la forma di una grossa stella a sei punte; in Croazia di un cerchio con la lettera "Z" (iniziale, In croato, di "giudeo") 17

SULLE VESTIGIADELLARAZZA "MEDITERRANEA" LA~IVILTÀ MIN~I~~ ~I~LA Sul finire dd s«olo scorso, l.lcunc felici scoperte archeologiche condoctc nd tenitori di Argo e di Micene spostuono indietro di par«:chi secoli l:a storia della Grecia classica, provando la fioritura di una civiltà anteriore di cui fino aJlora si ne-vano notizie solo acuavtrs0 le belle lc88ffldc ed , pcrfcni miti. Il fervore ddlc indagini ripcnuo nella zona insubre dell'Egeo, in puticolar modo a Siro, Paro, Amorgo e Milo, nel gruppo delle Cicladi, ed a Creca, specie nella pan:c orientale della grande isola, portò a nuovi ritro,•.ui che permisero di .stabilire, in linea di massima, l'esìS(enU di un.a civilli premiccnca. rimpomnu delle cui forme sociaJi e politiche gil il Pollc&n.i nella sua « Sr:oria dei Greci » aveva segnalato, riccrctndo nel muc Egeo la ver2 fonte della civiltà groca, i! faro illuminacorc dd fururo svolgersi della .scoria ellenica; tali forme, •88iungia• mo noi, non si devono considerare come una stereotipata riprodutione dri modelli orienta.li, bensl come un.a pcrSOn2.le rida• boruiOM di soggctci v«ehi cd inventione di nuovi, a noi rogniù purtroppo solo in pa."e. Pur essendo opinione comune che i rappresffltanti di ta..li vihà (ouero srati anariani, 2.ppam~nenti forse 2 quel uopp0 fa. moso « echnos » pelasgico, di cui (anno cenno Omero cd Ero. d0<0, cd a cui vi.a via, JC'Condo le preferenze individuali, furono assegnaci i Prtt.llcni, gli Etruschi, gli ~essi Hinici, per uetre di ahri minori, noocW ddle popoluioni dell'Italia preromana, noi propendiamo a rivvisarc in c2lc etnia un tipo di((ercnzi.1to della grande r2.ua « ari.ano-mcdnenanea •• b quale, d:t.l ;ooo a. C. in poi, diffusa nelle uc pmisolc europee del sud, creò una "rie di civihl grandi~, che vantano, pill o meno paJcsemente, le stCSJC caratteristiche fondamentali. lndirecwntnte la quesciooe si ricollega con l"origi~ degli indoeuropei, che si (a risalire a.Ila prima cù dei metalli o a.I puuggio da.Ila cultun neolitica e quella cncoli11ca. li momen10 sarebbe rivcla10 d2.lla pratica del ri10 dell'incineru1one succe• duto Jll'inumnionc, cd iniziarorc dell'età del bronw. Ma la relazione u-a i due termini ~ falsa; si è constatato che in molti luoghi l'iocineruionc è anteriore aJl'wo dd bfonw, in aJ11i l'inuma.rione si è tempre corue:rvaca; come pure false sono le teorie che tendono ad amibuirc ad un determinato tipa raz• zialc, ad esempio nordico, dolicocefalo biondo, originatorc de• gli halici, dei Greci e dei C.Clti (Kossinna), la diffusione tanto della pratica del rogo, quanto delle lingue arie. Abolendo quindi. per evitare confusioni, sii ormai logori termini di Pcla.sJO e di Indoeuropeo. e adort,mdo rcsprtssione gcncrtCadi e etnia mediterranea•• possiamo documtnlarc atcr2.vcno gli Ka.Yi l'csisu:nza di una superbJ. civihà, durata all'incn-c.1 quindici secoli, la quale ebbe il suo cco1ro nell'Egeo meridionale. Il Dummcr cd il Wolters ne scudiarono le reliquie nelle UCladi, uniwnencc <'On lo Tsunw, che, per primo, la chiamò e cicladica >; Halbhcrr cd Evans ne ritrovarono i resti nella :tQnl centro orien1alc di Creta, oltre che a FCSto cd a CnoSJO,

ad Haghia Tria.da e ad Haghios Onuphios; il Myres la ravvisò a Malta, alui iupposcro di averla constatata in Beozia, in Tnwglia e persino nd più profondo Strato di Ilio, nonc.bè in al• cune ddle Sp0rtdi cd a Gpro. Si muta quindi di un movimento che investi, .i suo tempo, nat10 i.I bacino dell'Egto, scon uascurare le rc:luioni che potevano manifestarsi da nt: e da sud; il suo r.aturale <.nuro geografico, sia per l'n1cnsione del tetri• 1orio, ~ia per la fertilità del terreno, sia per la posizione geo• grafica che le as.scgnava un posto di controllo vuoi sulla J..aco. nia, sepuau1 da un breve bnccio di mare, vuoi sulle Gela.di meridionali e su Rodi, fu l'isola di Cttt:a, c.hiave meridionale del mare greco e antipona dell'Egitto, da c.ui distava, 5C'COOdo i alcoli omerici, nove giorni di regolare navig.uione rcmicra. La civiltà di cui furono trovati tanti rcs<i rìsp«ehia la fase encolitc.i egta e sorse verosimilmente dopo i.I }000 a. C., stando alla crooologi.a del Boule, protraendosi fin verso il J«Olo XV o XJV, cioè a uno stadio ioohracwimo dell'età <kl bronzo. Lo midio delle reliquie venute io luce (rovine di palazzi, M..11· tuette, dipinti, ceum.che, incisioni di vario tipo), ci permttte un utile confronto con altre forme civili, anche non cootem• ~:~:!i:!u:; t: ~t~pr:vir:~:u::u':''!C:8r:~i nel bacino del Mediterraneo, rampollati dall'attività di un'wiin ruu; il proc.ohiuita., il cm~ e, da cc:rti ttnni, l'euwco. N~ con questa dichiarazione vogliamo postulare la tn.smigruione stessa dell'etnia da oriente verso occidente, nulla ostan• do a che l'etnia stessa già si uovusc di((usa nei luoghi cicati, in pos.scsso del pmimonio comune della lingua. della religione e dei riti; lo sviluppo succcssi,-o di queste tre civiltà si può J»· rsgonare, a.Ilo su10 attua.le dcUe nostre cono,c:c,uc, al fulgore improvviso di tre fari, che si accendono di seguito, dal cumo dcll'l'\narolia ai lidi del Tirreno. E' facile, quindi, accertare se non l'identità assoluta, almeno quella relativa dei tre momenti delle amichi.ssimc forme civili mcditernoee. Quando le ricercM avnnno duo magsiori frutti e quando l'ioccrprm.zionc di documenti per ora sconosciuti sarà un fauo comptuco, allora si potrà stabilire non solo l'evoluzione esatta di qucsce civilti. ma ~ ~:::o ra!cive~i ~~~~, 1~ c}:~:~;e p:~ 1 :~:~~ ca origine. Fermiamo dunque la nostra attauiooc, il che gii ci proponemmo, in partK'Olarc su Creta e sulle Cicladi. QwJchc accenno gil troviamo nei papiri ~giziani anteriori allJ XVIJI dinascia, i qua.li ci segnalano la prcscnu del poccrue popolo dì Kef• tiu (identificato con gli abic-anti di Crcra), nelle i.sole meridionali dell'Egeo, popolo che aveva. relazioni commerciali tanto con il basso Egiuo, quanto con Gpro e la Siria. Dell"tot.ichiti della civiltà cm.cx e dcUa su.a complessità et· nta ebbero Cf2-khe. ~ooc,. tn~a ~ cere~ ~. miti pr~- sccnti, anche I magg,orr poeti det Greci e det Latini. Tralucundo la conosciuta impresa di Teseo contro Minosse, da cui pos· siamo dedurre- l'espansione dcUa tala.ssocrazia cicladia vcrso 11 nord Egeo ed anche ~la StCSA penisola gr«a, ricorderemo il breve passo di Omero (Odiu., XIX. 172 e seg.) che :annovera ncll'lSOLa ben novanta città popolate da etnie divcne, fra cui si po:uono discinguere gli Achei, gli Etcocrtti, i Cidoni, i Dori cd i Pelasgi. Più intcrcss.ante, anche pcrth~ più completo, ~ il bra.no di Virgilio (En. lii, 94 e srg.), da cui ~ lecito argomentare ~ comwww. di ttrte pratiche religiose cretesi (cullo della dea madre. aluimcnti idenciftara con Gbde, sodaJitio religioso dei Coribanti) e di ceni copooimi (monte Ida e bosco sacro omonimo) con quelli dcli' Anatolia nord occidentale. Il fatto, d'.il• 1roode verificabile, ci tcsrimonia qualcosa di più di un sc:n• plict rappono culturaJe ua i due paesi e ci convince che Je due civiltà sono dovute ad una sccssa nna, put a.mmCltcndo le necessarie diHerenu di tempo e di luogo. A grandi lintt, la st:otia di Creta ci mostra un progressivo UM ftgv,eVOM plesfice del Hpo c.,eleie netreu. mino,u (del pelu.Jo di Mlnou• • Cnono) sviluppo di alcuni centri neolitici situati nella parte oricrn1le della regione (Cnosso e Fes10), da poveri villaggi a città tl'· sauriuauici e monopoliuatrici del uaHico e del commercio, tanto interno, quanto esterno, era l'Egitco, Cipro cd il conunenre. Subcncnco a periodo ent0litico, dagli specialisti conotciuto col nome di Kama.res, il tenore di vita si elevò di molto: ce lo dimostrano le ceramiche, i dipinti e sopra tuno l'udii• tcttura; gli immmsi palazzi di Cnos.so e di Fcsto, docati di numero enorme rii camere, di corridoi, di conili d'onore, provvisci di maguzini, di dipmdcnzc e di un vtro sistema di tognatur~ ci faruio certi della ricchezza e del bcncs.scrc dei priccipi che li avevano costruiti; le rovine di C$$t e le reliquie d'inttndi ci parlano di Jotte interne dell'isola, che però non cl).. bcro il potere di soffocare definitivamente l'uno o l'altro centro

di civilti. G!. avanzi di Goumia dKOno poi di una popola. iione occupata nella pa.sc:orizia, nelle aMi cd anchr in J>J-"e nrll'agricoltura; altrove, ,cavi nell'isola di Mìlo (Phylakopt) N a Gpro hanno diMO$trato la prcsen:u. inconfuubik del dominio cretese in quei luoghi. li crollo di questa civilrà gun• diou avvenne improvvisamente, n~ noi riusciamo ad impad!o• nirci della vera a.usa del disastro. Creta riOU5C'nella menu: dei popolì egei come un sinonimo di pxere; cd i suoi simboli e la sua religione continuarono a vivere, sebbene mutati cd alte• rati, tra le genti a cui era staio tra.smesso il retaggio. Qualche parte dell'antica stirpe riuscì a salvarsi, o ndl'incerr.o dell'isola, con.servando il nome di veri cretesi (EteocretiJ, oppure, att.raveno Gpro, in Palestina, conosc:'iuu laggiù come Hanebu dagli Egiziani e originatori in processo di tempo dei fj. Jistei. ' On, l'indagine sistcmaUCl cood0tta ncll'uhimo cinquantennio suJla civiltà minoica, ha permesso una ricostruzione un poco più precisa della storia di questa, non tanto JX'' quanto coneerne lo sviluppo intimo, qua.mo per le relazioni ch·cssa ebbe con altre viciniori; gnndi sforzi. non ancora coronati dal suas.so rotale, vennero faui nei campi della religione, della lingue e deU'mrropologia cretese. L'esame dei risultati ottenuti ci ptrmctte di stabilire con sicurezza qu:alche dato, Dal punto di visr.a screttameme antropologico, ~iamo .solo poche ccnrurie di cnni. attribuibili ai più antichi abitsl)ti di Creta. Il 1ipo prcdominance è il dolicocefalo, assegnabile sen• za ahro alla rana già definita «mediterranea», il che confona la noscra teoria; è da tenersi conto anche di non poche infilt:a• zioni di bnc:hicefali, stmpre rcstimoniauxi dai crani e di ::ui non s:appiamo precisare la provcnicn:u., sebbene parecchi la ritengano u!aiica. Fortunar:uncn1e le smuette e gli affreschi dell'epoca, risalenti al periodo di maggior splendore, ci hanno con• K1\'ato piietWllellte il 1ipo fisico, che la craniologia, wciata con i soli suoi meni difficilmente riuscir~ a precisa~. Accenneremo J.gli esemplari più nocevoli, li più J.ncico è! dato da una statuetta dipinta, risalendo al 1700 a. C. e trovata rr:1 le rovine del pala.no di Cnosso. Il ninnolo prcndc--il nome di • dama dei SCTpmti», ohre a precisarci il tipo etnico femminile dell'epoca, ci ragguaglia su alcuni que• siti di ergologia, come ,I costume, La d:ima \'isca di fronte pre5Cnta smura abbur:an:r.a slan::iata, vita soctile, collo lungo; il volto è regolare, un poco appuntito \'ctso il mento, la boca ptCCOla,il nuo, alquanto largo alla ba.se, ci farebbe credere ad una forma mC'SOrrinica, qualora non fosse preferibile conside• rare il fatto come un escrcmo individuale. Il carattere che più s'impone è dato dalla gn.ndena degli occhi, a fior di di testa. vtta.mcnre ccccssi\·o, che pare Cbcte tipica dell'antica raz:u. mcdi1erranca. La starueua indossa i due capi caratteristici del CO· stumc crcrcsc: una son:a di crinolina ricamata, che scende fino a.i piedi, e CO~rta sul danmi da un corto 8rcmbialino ovale cd un giubbeuo rigido, monocromo, che lascia completamente nudo il seno della dam.i. In cesta, la figura porta un copricapo a ere piani, "di forma uonco.conica ed al collo una collana. Partirolaricà non ancora incerpreut:a. è oHena dai scrpcrui che si avviticchiano anoroo :alle braccia della stawa, Uno stucco dipinto, di poco posteriore alla cerJmica dcscrit• ca, e conservato nel musco di Candia, ci dà invece il tipo maschi!~. cono5Ciuto col nome di « Principe dei gigli», perchè ricratr? su uno sfondo di gigli bianchi e. rossi stilizzati. La figura, col \.'Oho di profilo, riproduce decisamente il tipo longilineo; il costume maxhile, limitato ad un cono perizoma, lascia fo!tu• natamcnte per noi scoperto rutto il corpo, magrissimo nel torso e stttt:to in vita, mcnue le br.iccia- e le gambe appaiono alquanto muscolose. Caratteri comuni con la dama dei serpenti, S0.'10 il lungo collo cd i grandi occhi, mentre il na.so anticipa scnz';.J. tro le caratteristiche che più cardi si troveranno nella SC\llr1ra greca classica., N0<evole è l'accoociarura tic-i a.pelli. lunghi e divisi in qu:attro tr«cie, ognun:a delle quali si 1ripanisce :,;ll'cscremità. La barba è accuraramcn1e rwta. Tipo leggermente d1\·c:rsi6cacoè la surua femminile in a\·ono e in oro, esistente a Bos«on, allocropia della precc-dcme « da:ru dc:1 scrpenu ». Questa signora, ruraua di profilo e con a.spct•o .S,C\·ero.suinge con le m;H1i proc:esc due 6fidi rabbiosi. lnd~s.i il costume .solito, ccccttuatc akunc particolarità a.Ila gonna. Più cardo, cira. ,·erso il 1300 a. C., è l'affresco pro\·cnicntc da Tirinto cd ora visibile all'luldion di Candia; raffigura tina donna partecipante ad una processione religiosa; il tipo $0mat1co non è cambiato, l'acconciarura dei ca~lli r:pct:e quella maschile già accennata; unic.a varia.nu:'. è dau dalla sc»IÌ1uz.ione della gon, na ron al:r.oni s.piememcnte r,canuti e lun8hi fino ai piedi. che appaiono nudi. In molti altri affreschi, come in pane d1 quelli descritti, no• tiamo la forma tondeggiante del mento, riferibile anche a scuJ. ru~e. cipriote dell'epoca, nonchè a quelle panicolari del mondo :lSlaUCO. lnfaui, in rilievi ed in scacue d1 ba.sa.ho (ad esempio il guerricr-o del J>J,la.uo di Scngirli) .. mribuibili alla ci,·ihà hittita, :i rui acccn.nammo, ritornano panicolauiU somatiche gii os~n-ate nei dipinti cretesi, dal che non parrà inopponuno :accostare di nuovo l:l raua che popolava, :almeno in parte, l'Anatolia con quella che abitava le i.sole dell'Egeo. A questo proposito, a Kultepc, loaliti non lunga dell'antica Osa.rea, si sono trovati gran numero .di idoli di a!-t~suo e d1 t~:':u:h~~~ono un utile confronto con quelli venu1i in Questi ultimi sono d1 pietra e :appa.Mcngono certamente ad uno scadio primitivo della c,•iltà cret:csc; r-apprC'SCOunodiYiniti muliebri, ritratte in forma moho schematica; non t:lnlo pcr6 da. oHusare I c.aratteri generali: la dolicocefalia. la lungl1CUJ. del collo e la magrcua del corpo .sono visibilissime, Tuui questi da1i ci permettono quindi d1 ricosmurc 10 modo abbastanza preci.so il tipo t.1:nicoche ci incercss.1e che, no11amolo di passaggio, si avvicina moltissimo :ti c.ir.meri .sorru.tici d1 quello greco dass1co tanto da identif~an•isi quasi. I c.ir;men più J.r• pa.ri.scenti della rana .sono dati dalla dolicocefalia (che ~ propna dei mediterranei), dalla forma longilinea del corpo e dai gran• dissimi occhi. L'esame del materiale fin qui oHenoo ci pona indirtttamcn:e ad indirizzare le indagini su altre quiscion, concernenti b. vita poli1ica e religiosa dell'epoca. Non a caso abbiamo accosmo i due 1ermini, dal momento che siamo com1m1i di una fonis.sim.1 e reciproca influenza dell'una sull'.ahra: del rCS(o è noco come la a.nuensiica delle ci\•ihà più ;amiche cons1su appunio ncll'identificuiooe delle forme religiose con quelle poliuche: tl1 stCSJi imperi dell'oriente classico ci si manifestano come chiuse u:•ocnzie. Nessun autore, sah·o il Nrlsson, ha nu1 fatto oggetto pan: fui.are di trattazione la primitiu religione mt'direrra.nea, di cui conserviamo echi in leggende, .simboli e miti, più o meno alrer:ati; difficile è quindi scabilirne il o.ranere e la porcata. O.i quel che risulta, pare- che il capo dello se.alo, almeno in un dato ptrtOdo, fosse anche il moder2tore supremo delle pr2t~ teli· gi0$C': Minosse, il mitico re di CrC'ta, ci viene ricordato da Omero come ammesso ogni nove anni a confidenziale colloquio con Gio"e; d'a.hra pane, la leggenda di Teseo, ci parla di un mosuuo.so cuho che nell'isola si celebrava ad un cssere sanguinario e biforme: il Minotauro, e sembra che foHicia.mcnto del rito fosse devoluto csclusivamcnie a s:1eerd01essc, come la fa,·ola di Ariano.i pallidamente rammenta. Alcuni ritengono che anche il serpente fosse considerato ani• male sacro e si basano sulle pro,·e addotte dalle smuet1e già esaminare; altri infine ci ricord':ano che la divinità era pure antropomorfinat:a souo l'aspetto femminile. Or:a, con l:a scona di recenti scoperte possiamo rimracci.arc- uno sviluppo progressi,1> di forme religiose. che non solo hanno caraueri:r.uco l'epoca mi...

no1ca, ma hanno dato pute un nocc•rolc conu1buto a.Ile complesse credente grccM. Ptima d'1ncom1nounc lo srudiooccorre però ti• muo,·erc alcuni vieti preg1udW e lr.u1 fatte. che hanno as.5uoro un valore falso; così l'Althcim in una rccc-ntc opc:ra scrive· che b. ci\'ild. del mrditerraneo arcaico è Jccis.i.mente « femineo-natu• u.liscica », ctomca. d1 fronte ad una forma nordtea, -olimpK:'.I, « vmle » e solare; belle fu.si indubbiamente, cui sa attribuisce J"I .s1gn1ficatocon,·en:tionale, 1nterpre1a1O 11 quale, fuori dal « velame dclii versi strani,. è facile supporre l'esistenza di una una sconosciuta anariana, popolante 11bacino del Ma.re Nostru"n in età lirica e 50mmeru in un dato momffltO dagli 1nvuori :ari":ll provcoiemi dal nord. Fonunaumcnre d1 queste teone ~ stata fatu giustiz.1a, ed 1I Wcinert ha provato che dall'antica popola.tione dei cromagniani che si distendeva uniforme sull'Europa, sono state originate in sito due grandi ruzc, una nordica, l'alwa mediterranea, che ira loro non ebbero quui mai contatti; le diveniti ,o. nW"icheos.scrvau: nel seno d1 ognuna d1 queste gund, l'2llC' $000 dovute al v1goreggiare di certi arautti particolari più in una part~, che in un'ahra 1 in relazione anche con le ousc fisico-ambientali. Chi crede, tornando agli aspetti del problema, all'~istcnza di una t<'ligiooe indoeuropea o nordica, diversa da quella mc•cfocrranea antica, male argomema; abbiamo già serino a suo 1cmpo su queste . pagine che« indoeuropeo» è un ConcctlO linguistico,_non rau.ialc e religioso. Accanto alle primitive credenze dei padri Arii, acca~to alla decantata « diviniuuionc » dei fenomeni naturali (il che del resto accadc,-,apresso tu11Ogli aJcri popoli), dobbi~ contemplare anche gli upctri pscudoreligios.i del (etici.uno, ddla magia e del 1o<emismoe tenerne debito conro. Cosl nelb. religione cretese è documentata un.i fase arcaica, demoniaca e supcrsuziosa, in cui i demoni locali, soggeui all'incantamento da parie dei magi, hanno un'i115$0lutasuptffllllia sui geni di altte località. Dobbwno credere che, in processo di tempo, alcuno di es.11sia assuno ad importanza universale rei abbia modUICSto il proprio car:mere; ad esempio, il culto dì colei che, per conven:uone, è chi:unata « dea madre it, mantenuto anche in epoca classica., si di(. fuse in nmo il Mcdi1CTnneo non si sa coo pr«isione da qual centro, de11undo le proprie origini da stirpi inunumc1, le qu1:1, tendendo alb. teru I cada,·e:ri, le nCOn0$C~':lnopotenza 1lhm11na e le atmbuivano, ciò che in realtà è, la maternità di ogm cou. Dal riconoscer la fecondità immensa della terra al supporre u:1 culto ctonico, souerranco, passa diffcrrnza; qu1nd1 non esistono osc:acoh 11.1 ciò che 1roppo rapidamente è stato de:finito «ohmp,co,. e quel c.he ,·enne precisato come « infC"l'n.ale ». E' logico che la dea della fcconJirà, presente in rutto 11Mediumaneo neolitico, venga antropomorfiuaia e rimuta sotto .1opoglte femmimli, rappresentando la donna il pnncip10 ,·itale dell"um• ,·crso ed 11 meno della sua pcrpctun1one. .Fo"una1amente ques1e ossetva11oni iro,·ano g1usufia11one nel materiale religioso offcrio da civiltà parallele alla ciclad1c1: I" proto-hiuira e la hiuita, Da un esame anche superficiale si pu:) dedurre che b. maggiore divini1à coh,vata dagli e1ei era daia d;al sole, :umopc,mt>rhzzato con l'aspetto di una dea; ai trmp1 di Supp1h!iuma e di Mursil Il, mass1m1 re d1 quella nnione, 11nume femminile solare era tap,_Prescntato ritto su una pantera e quasi sempre accompagnato da un dio maschile, forse personificaz.,onc della ccmpc:sra, il cui attribuio cr.1 il toro, come appare dai ba.ssorilievi d1 Y:uilikaya presso boghatkoy; scene d1 adoriuiOM e e!, omaggio alla stessa dea ed al toro-idolo ci sono anche uamJ.ndate dalle sculture di H6-yuk. Quale sia staio il procc,so mentale che ha portato alJ'identihcazionc dei due principi (sole e terra) è diffi. cile argvmcntare, ma si può supporre una loro cocsistrnza orig1natrìce di una medcsinu incerpretnione data da CMi: («ondo il primo, fonte di fecondità la s«ond1, rapprc•scmuiOM unK'l di entrambi. E se 1icordiamo che l'antica religione minoica aveva un'impronta animistica all"iniz.io e poneva le basi dei propri rilì nella cttdenza dei gtni, non riwciri impossibile tDCciarc l'n-oluz:iooe d"cssa d.i uno sud·o teriomorfo (reliquie forse di 1ocemismo inncstace sul precedente animismo) ad uno antropomorfo. Qucsii concetti ~ ve1tero formare i'. sus1rato della religione ellenica, se ne troviamo chiarissimi indizi nel miri delle singole divinità (animali che u:- compasnano il d,O uadendò la su,. pr«rdeme formn ed in part•· . 2l

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