La Difesa della Razza - anno IV - n. 22 - 20 settembre 1941

LA FORMAZIONE 1 DELLE RAZZE UMANE I lcnori della e Di(CN. del· ,----..,-,..---.---.-.-■-~---■-r--~-...,-----------, la Razza • Nnno qutl che ~ pio nome: « rinoceronte bi· cornuto >, e orso bianco >. In verità, circostanza capita• le. che si verifica nella mag· gior parte dei ca!!i (giacchè le Leui della natura sono ttmpliccmente delle regole ttal~liche che quasi ~mpre comportano delle deroghe); gli animali non dànM pro· dolli /t.e0ndi clit quondo 1i &Mrociano individui della mMe1imo ,puie, mentre in· dividui del medesimo genere, ma di 11pecie diversa. non hanno. generalmente. progenilu~ o ba.nno dei prodoui infecondi. Tuttavia, nel qu•· dro della spede, la più gran· de (requenu d'ineroci a)l'intemo di a.ree geografiche naturtli ha determinalo un compartimento; si hanno CO· sì, schematicamente, de.Ile 10IIO-t1pecie che si suddi• ,,idono in varietà. le quali. rappresenla, 1UJti.11iconU!nlt:, la raua in senso ri&1re11u, tvo1og1co, cne m IranctM- 11 chiama semplicemente ,oz:o, in rappor10 alla rana in ttMO largo. umano, che in frane-es.e ei chiama euu'o. e i nostri lettori non ce ne vor• ranno se ci ttrviremo qui della terminologia francete, data la tua maggiore brevità e il fallo che essa non dara luogo ad alcun equivoco, Perchè noj vorttmmo lenta· re oggi di rende.rei conio del processo dutomico, se ci ., può così esprimere. attravcr- '° il quale si cost.itui,ce la ruu. e di quello che. dal pun.to di t:Ùta ,omalico. ap portic:nc:aru:At al.l'c:Lnio. Se la formazione dei tipi IIsimbolod•II•croc•~:~i;.;c>;.~~.::::,::•uk•no anta,iOf'a alla (ricordiamo che il termirK" ~--------'------------~ Ji tipo non designa alcun gndino.parlicolare tusonomico, vale • dire claui6catorio <klla gerarchia degli esaeri, poichè si può applicare a qual.sia.si gradino della gerarchia), se la formazione dei tipi umani. diciamo, non fosse complicata da quella -dei tipi animali, non ci sarebbe bisogno di approfondire a lungo l'argomenlo. . 1 gradini del regno animale, dal più vasto al più 11re1to,sono i eeguenti: il raggruppamento ( vertebratj, per esempio) la classe (mammiferi) l'ordine (roditori) la famiglia il genere (scoiattolo) la specie (ecoiauolo comune) la varietà (tc0ia110l0 comune di Siberia). Siecome cia11eungradino può comportare delle aotto-Jamiglie, delle M>llo-11pecie cc., alcuni critici hanno pretèeo che questa costruzione sia artificiale e non corrisponda alla re.ahi. Ma, oltre al fallo che lo spirito umano è obbligato a schematiuare. cioè a sempli6care i (ani per comprenderne la compleuiti, c'3 qualcosa di molto reale nella &epara.zione degli eeaeri in com· par1imenti etagni: spec::~ opposte a tpecie, generi opposti a generi, famiglie • famiglie ecc. Buffon con,iderava il genere come il gruppo zoologico per eccellenu ed è certo che ancora oggi gli animali ,·eagono popolarmente designati col nome del loro genere: e un rinoce· ronte >, e un orao >, &enza entrare in altri particolari. Ma Lin• neo ha dimoelralo che la vera cellula del regno animale è la •~ e non il genere. etKndo la specie dmign.ata da un dopa loro ,•olla si su<kfoidono in aotlo-varietà, tulli gli individui delle quali, lo ripetiamo, dàinno, unendosi Ira loro, dei pro· dotti fecondi. Tale è la gerarchia corrente per gli animali 1elt.'Oui. Se dagli animali selvaggi noi paniamo agli animali de>mt:• Jlici, con&latiamo una modificaizione di queste regole. nel iw:nso <kl loro perturbarsi e dell'ac:cavallan.i, del confondersi dei fenomeni. I tipi au~tano note,•olmente di numero, guadagnano singolarmente nei caratteri distintivi. Semplici varietà (chiamate e razze> in zoologia domestica) differiscono morfologicamente a tal punto le une dalle altre che ee si tratta.Me di animali te.I• vaggi, i naturalisti ne farebbero delle specie distinte - che tuttavia non sono altro che varietà. perehè tra di loro dànno prodoui fecondi. Qutl.\ti ri1ultati aono prodoui, da un lato, dalla a.elezione artificiale organiuata dagli allevatori, ma anche dalla ste,sa vita dome9tica. Questi risultati si ouem:bbero con delle specie qualsiui? No! L'uomo ha (alto delle prove di aòdomNticamento con animali diven1i da quelli che s.iamo abituati a considerare come dortle8ttCi: il ttrvo, la zebra, il leopardo, periino il leone. Que-- tte prove non sono 11a1·eche momentanee pcrchè gli a11evatori hanno constatato che questi animali non vi si prestavano. Si può dire che l'uomo ha addomesticato tutto - o quasi tutto - quello che era addome.ticabile, e ei si trova dinanzi al fallo che gli animali suscettibili di ~re addomesticali, una volta .ottopo!lli a questo procesao si rivelano 'più differenziabili delle specie selvagge. 9

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