:,l(o di Tito) 1J problema deJJ'assimilazione non aifiorò mai: i latini non lo pro\·ocarono e gli ebrei non lo concepivano perchè ritene,•ansi stirpe superiore e prediletta da Dio; e non potevano fondersi con i romani così come non s'erano fusi con gli egizi, nè con gli assiri, nè con ì fenici. Vespasiano inviava a,•anti Tito qualç legato per trattare con i Giudei cd i1witarli alla resa. In Palestina la rivolta con<ru Roma a,·cva preso tutti i caratteri di una secessione organizzata. La comunità faceva battere anche le famose monete della ri:•olta che sono documento di capitale importanza. Vespasiano tiunge\·a per \'Ì3. di terra ad Antiocl1ia e si fcrma,·a a Tolemaid.e dove Tito lo attcnde,·a. Ogni pratica di accordo era sta· 1a frustrata dal contegno rigido e sprezzante dei giudei. A To- !~maide il condottiero organiu.:wa un esercito per c1uci tempi poderoso concentrando le legioni il cui nome è rimasto immor• tale nella storia militare di Roma: la V Lcgio '.\lacedonica, la X Ugio Fretensis, la XV Lt:gio Ap0llinaris, le '.\tili1iae Asia• tichc. In tulto oltre 6o.ooo uomini che do"e,·ano far crollare roltracotanza di un popolo con grande spargimento di s:rnguc. La no.stra obiettività ci obbliga a dire come la resistenza dei Giudei iu dura ed eroica. Era allora una comunità che aveva ancora impronta d'un popolo vincolato da una religione e 5tretto da una poesia. La. storia delJe sue migrazioni, i canti dei suoi poeti, la fede, le leggi, gli usi ed i costumi lo facc,·ano ben di- ,crso da quello che furono più tardi gli ebrei dispersi nel mondo. quando alla pocsi:i..,alla fede c<J alla migrazione preferirono \"u· ~ura. la speculazione e la corruzione. .\nche Vespasiano im·itò gli ebrei a rinunciare alla resistenza. Altro orgoglioso rifiuto. Allora I.a sua marcia si inizia e prollo.:goe~nza soste. Nel 6i 1..-spugnaJotapata rimanendo ferito nel· la banaglia; f" 1mgioniero Giuseppe Fla,•io che a\'t'\'a il comando supremo dell'esercito dì Galilea e che diventa traditore ~asumJo a parte romana. Giuseppe Flavio predice a Vespasiano l'Impero e diventa lo storico della guerra contro i suoi co1111a· zionali e consanguinei, Sotto la pressione delle legioni cadono Tariche. Gamala, Siscala e Joppt. II Giordano dh·ema un fiume di sangue e la te.rra si incendia tutta. Alfine Vt:spasiano scende \'erso il mare cd occupando la costa taglia a Gerusalemme la ,·ia dei rifornimenti. Dopo due anni di lotta egli aveva preso tutta la Giudea ad eccezione dc.Ile rocche di 1-lerodion, Massada e Maeherome e guarda\'a da ,•1cino Gerusalemme in cui s'erano. rifugiati i supeffititi delle battaglie. Le legioni voJc\'al!O a~sed•arc la città: ma Vespasiano, profittando dei partiti che in pieno as· cedio lacera\'ano internamente Gerusalemme prep.uandogli il pas- '°• estendeva la conquista nell'ldumca, nella Samaria e nella Perca. Geru;alemmc più tardi sarebbe dovuta fatalmente cadere, i(nza mercè: era la compagine delle legioni di Roma che fran· tuma\'ano le comunità discordi d"lsraele. Tra la condotta di Vespasiano e di Tito nella guerra di Giu· dea la diffettnza sostanziale è questa. ~ti primo ha prevalenza lo stratega puro, nel secondo il politico. L'assedio sanguinoso di Gcru~lemme non è per Tito che una parentesi. L'opera sua contr<t gli ebrei si inizia più che altro dopo la distruzione dcl~a città, con una "astità cd una metodicità tutta romana. Vespasiano lasci.tto il comando a Tito, per tornare a Roma onde preparars.i alle e-lezioni imperiali, conscgmwa un compito militarmentt: anai a buon punto. Tito doveva dare il colpo di grazia agli ebrei, e riJursi. ad un la,·oro di poh-erizzamento dclJa comunità, lavoro in cui ries.::ì pienamente cd in cui potè dimostTare la sua som• m:i..capa.citi. Con le legioni l'illoriose del padre dimostrò subito fi.111cnzioncdi ultimare in brc\'e la campagna. lnfaui aumentò il numero dei solda1i e perfezionò !"efficienza bellica delle milizie con nuo,•i macchinari di offesa. Da Roma il padre-, assurto alla dignità suprema, agevola,,a il figlio ed crede. Tito aggiunse alle milizie la X11 Legio Fulminata, ed alla fine d'aprile del 70 in. ,·estì da tutti i lati ·cerusalcmmc. La città rìboccaYa di popolo. In essa s'erano rifugiati i vinti, i dispersi, i pauros 1 che ritcnc,·a. no inespugnabile il triplice ordint: di mura circondami l'abitato. Ma il pri.mo òrdine crollò dopo debole resistenza. La clemenza del condottiero fece sì dà in,·itarc i giudei ad arrendersi. promet· tendo loro il J,.,:rdono. Essi risposero con befic. Dopo cinque gion:1i era 1>cròcrollato il ~condo ordine di mura, e Tito rinno,·a\·a la proposta di grazia. I Giudei rifiutarono e ri.)poscro con insuhi. Tito allora comprese che era inutile piegare l'immenso orgoglio ebraico: e dt:tte assalto alla terza muraglia. Il regno d'Israele era per finìre sotto i colpi di maglio della latinità. Il terzo ordine crollato fa irrompere i Romani nella città e nel Tempio. in fiam· me non per colpa degli usedianti cui e~a stato dato ordine di rìspcttare il saccario ma per fatalità. Cmque mesi dopo l'ara• tro pote,·a !>assare sul luogo do,·e sorge\'a Gerusalemme. La, strage fu immensa ed i superstiti iniziarono la dispersione, mentre mohi furono condotti in schia,·uù. venduti sui mercati del· l'impero o mandati ad 111ck'llla, cioè. nelle miniere. · Gli storici accusano i romani di sevizie e di carneficine. Bi· sogna pertanto aUeggerirt: di tali accuse la guerra di Giudea e com11rcndere che anche dall'altra parte non si era meno ftroci. La condotta di Tito poi è quella di un animo clemente ma se- \'tro che prima di arrivare alla re1>ressionc sanguìnosa tenta di salvare le vite di tutti gli innocenti, e forse anche dei colpe. ,•oli, ed offre ripetute proposte di resa. Ma contro la generosità romana di Tito e di Vtspasiano stal'ano !"orgoglio t:d il fanatismo ebraico. L'orgoglio di non scendere a patti con gente ri· tenuta inferiore; il fanatismo che .spinge,·a a credere nel miracolo impro,,viso, nell'intervento divino: onde l'incendio del Tempio fu interpretato c:ome un castigo di Dio e fece allentare la resistenza degli assediati. La sistemazione poi che Tito, prima di tornare, dà alla Pa~ lestina rivela la saggezza latina di evitar-e nuo,·e ~erre e dt calmare gli animi. Le lt:gioni furono nuovamente dislocate nt:· gli antichi forti asiatici donde eran partite;_ i.n Gcr~salemmc l:l0!1 ne rimaSc che una. Un programma. di. pohhca oncntalt: fu tm• ziato per estendere la supremazia. di Roma oltre quelle terre: L'opera di Tito durò così un anno ancora, dopo la caduta d1 Gerusalemmt:. Quando egli torna a Roma, dove il trionfo lo attende ha compiuto l'opera iniziata dal padre ed ha cancellato ntl pop01o t:braico il senso di oazione con territorio proprio. OTTORINO GURRIEPJ 23
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