rrmoc.is.simi e che 088Ì non è conosciuta, di massima,che in coouaffuioni e banaliuuioni d'ordine «:astrologico•· En. insegnamenco uadi.rionale, che non solo &li individui, ma andle i popoli si diffcreniiusero per via di influemc sovra.seru:ibili, connesse agli astri e alle foric spirituali di cui sii astri ndla loro rca.ltà fisica, secondo quell'insegnamento, sono soltanto delle sensibilinuioni e delle manifestttioni simboliche. L'apparizione degli uomini e delle rane sulla terra avvcnm• do in connessione con tali influenu, dallo studio di ouCStc si può vcnìrc ad una dasii6ca2ionc quui rawsta comprtn• ~c:~e I~ ::cbz~to~i::. ne fisica e talvoha pc:r6no il colore dei popoli. A Tolomeo - nel Tt1r11biblo1 - si deve una clwi6a- :r:ione del genere, avente ~r puoti di rifcrimemo i sttu: pia- ~i e i dodici segni dello Zod;xo. Il Guqdan dc Rou.scl ha giUSt-a.mcmcnotllto che pro. prio in tali antiche vedute sta b. sorgente di 1uttc le dassifi. caùoni dua.lisic o muhiplt' in fatro di rane e dì ripi. cM s'ioconucunno in .Kguito. Cos1, ad t'SCOlpio, lt' grandi cla.ssi6caz.ioni dualis,e dd principio dt"I XIX secolo in rane conquisrauici e rnu destinalt' ad esser .soggette, in popoli diumi e popoli no<rurn1, in raz:tt maschie e rauc ft'f1lina, si trovino gii impJ=citt' nella divisione dei se• gni dello Zodiaco in segni che comandano e in SCRniche obb,c. discono, in .Kgni diurni e segni noc.turni, in segni maschi e se-. gni fcmina. Pc, dare un ttnno rapidissimo di quell'antica d<K· trina a.male, dircrnq che il suo punto di partcnu sta nei sette pianeti considen1i nelle posizioni che essi possono assu mC"· r<-tispct10 ai dodici -Kgni dello Zodiaco. Al Sole e alla Luna si fanno corrispondere due soli segni zodiacali: in ca.Imodo VÌffl J>OS{O, in gcnctt, il du.aJj. smo fra influenze attive, ma• schie e diurne (Sole) di Ironte ad influcnze,passive, fcm:nili e notturne (Luna). A, cinoue ri• manenti pianeti non si fac.cva• no corrispondere, come a Sole e a luna, un solo segno zodiacale per ciascuno, bcru.1 due, chiamatì le <AU, cioè i luoshi nei quali ognuno dei cmci:ue 2<> pianeti può trovarsi. Su queste case si riafferma il tema dualistico gme,ico, perch~ le une sono dette diurne e maschie. le a1tre noc.n.uoc o (emina. Se dunque a. ciascuno dei pianeti co~risponde un dato tipo wnano o una data raua interiore, per ciucuna di esse è da cons1dcn.rsi una differcnziuiooc successiva, rdativa. all'una e casa » o all'thn., alJ'un scgw, zo. d1anle o alralrro. Do,,,imu 11a1111, essere destinato per na• tura al dominjo, e « rcsale » IJl se Jtcs.so, s«ondo la concttiooe romana, era colui che stesse in COMes.sione appunto rol se. gno solare. Deuaglio inrercssan1e, nella antica lin,ria rc»nana (cfr. Svetonio, Drotl., 2~). gmi111rA vuol dire sia origine e 5tirec, si.a des1ino definito dagli utn, Ot0$Copo. A pane il lato pr~priamente astrologico o oro. scopico, sul quale qui non è i:1 caso di pronunciarsi, a ~rte cioè tutto quel che si riferisce a corrispondenze di tempi, di oa.Jcire t' di .stelle, noo si può cootesbre che l'in<Juadramcnto proprio a quell'antico inSCgtu· mento presenta spunti sugges1ivi, che potrebbero cs.scr ripresi in una teorìa delle ruu- dell'a. nirm: i pianeti, allora, csseodo da assumctt scmpli«mcnte come punti simbolici di riferimento per distinguere dctermioati modi di kscre, Jiversc forme dell'anirm . E' noto che l'antica legislazione degli Arii che conquistarono e dominarono l"lndia e l'Iran è fra le più ricche di istante rau.iali e raniste. Proprio da quelle civiltà deriva ros,itivamcote il termine di e a.no», hya. riferito nscn- . zialmcnte ad una euta avmte il doppio aspetto di razza del corpo, o razza biolo&ica, e di rana dello spirito (2). PropriaD'lffite dalla civiltà indo-aria ci viene la coside1ta teoria ·dei uemadue attributi, io base ai quali si riconosceva il più alto e più puro tipo ario. Ecco alcuni contrassegni riprc• si dt audla teoria, tnsmt$$Ìci dal Ma";jhimo11iUyo (X, 1): Alto I- il tipo del nobile ario - « circa due metri ». vien detto - ben piant2'0 sui pie• di. Mento di Icone e peuo di leone tu egli, ron spalle colme e driue e eRUalmente ben formate. La lunghcua del suo corpo corrisponde all'apertura delle braccia ( è il cosidetto «quadrato di Vitruvio ». al quale si ispìrò il criterio della sta1ura. armoniosa nel mondo dusico). Dita lunghe, fini caviglie, piedi ben arC\lati. mani venate. Ha il « color d0oro » e liscia e simile all'oro è la sua pelle, liscia e sc«a tanto. che polvere e sudore non insudiciano il suo corpo. Ampia frome sporgente, occhi neris.simi, ,·oce armoniosa, denti u&""li, senza interstizi, candidi. Si aggiungono caraucristtche · non pià morfologiche, ma di e stile~: a1to e driuo egli ammina.. Camminando, aviltlU col piede destro. Non allunga nè accorcia il passo, non v,. nl troppo adagio n~ troppo m !retea. Mentre cwnmina, b. p2t• ce inferiore del corpo del DO· bile ario non osci11a. Nd guar• dare, egli guarda di. fronte; non guarda in alto, non guarda in basso, nè cammina idocchiando qua e 11. Sedendo, è t;OmpostO, non abbandoni il suo corpo. Seduto, non fa 11)(\- vimm,i inutili con Je mani o con i piedi; non accavalla gMnba su gamba, caviglia su ca- ,•i,glia, non appo88,i, il mento alla mano. la sua YOCt è chiara NI intelligibile, concU-a.e de1er• minaca, profonda e sonora. Egli è calmo, deciso, cinto d'isolamento. Nei riguardi degli auriburi corport"i, il Dc- Lormzo ha ricordato che alC\lni di essi ricordano spicoramcnte quelli riferili dall'amichitl a Cesare: "1radil11rJ11isu t.u•lsa 1ldt11ra, ,olor, raudido, ltrtlib11r mtnr• briJ, IJrt palo pltrtiort, nitrii • tttlls o,wlis: tir. ». In generale, negli amichi t·csti gli Arii .sono contrapposti ai non-Arii, alla mass.:1servile, come stirpe « bianct • a stirpe « oscura •· T uh avi a il colore bianco, come e staio riltvato da RaM Guénon, poucbbc aver, qui, un significato anche simbolico, per· chè in queste tradi1ioni il bian. co fu Sffllpre riferito a nature luminose e radianti. Ciò ci conduce ad accennare: ad un·aJtra. clas.s.ificaziG:lCdi « r1lU dello spirito •• dle in quelle antiche civih1 a.rie sta in una certa corrisponden1a. con la dusificnionc ternaria gnos.ia già ricordata. La bast, qui. e la doc.trina aria dei ire amibuti, SA/IVA, f'AjAS e tamtt.J. Sono tre modi di essere che .si maniicstano sia nel mondo spiricuaic che nella natura sensibile e ncll'uo~ SallvA è il modo d'essere dkutto ciò cM e è» in .scnJO eminente, avendo in oroprio la luce, la luce imelle1Nale e, si potrebbe dire, olimpici. Rftùu indica un modo espansi• vo, e oggi si direbbe .- dinam,. co ». di cs.scrc-, cui viene as.,u.. eia.ca la nacura del fuoco: C « attuositi •• impc-10,movimento. ln6ne lama,, è il modo d·~ sere della materia, si riferiste a lutto ciò che è torpido. conm1rio, ouuso, src-ve, caocico. Su tale bcue, l'insegnamento in quistione dlSlingue utu rana di uomini « Slttvici », uru di uomini « rajà.sici » e, infine. unl di uomini « tanusici Jt, Nu• mcrosi toci dànno minute de• ,crizioai caratteriologicbe d: quCSti di,·ersi tipi umani, d1 queste tre « rane dello spiri• 10•: esse si estendono fino a considerare le predilezioni inn:ate per i cibi, pc:r gli odori, ecc. Abba.su.nu visibile è I:. corrispondenza fra. qucs.a tipologia ranista e i I sistema indoario delle caste. Le-caste MIJ>f'" riori, ,,eramcme .uianc, ero1no considerate composte csscni.i1lmcnte di uomini dal modo d1 essere « sauvico » e e n.jàsico », cioè di c-Meri che hanno l:1 luce ·della vera conoscenza, e una innala reg.dità, e di quelli dalla n:,uura di gu<•rnn1 e di rca.liuatori: mentre rat• tributo « cama.sico » ,•eni'"a rr-• leg,110alla casca non-ari1 dei çi1dr!I.,dei servi: pcrchè d~ servi è il loro modo innato d'cssc:e cd es.si non conoscono che la m.atnialità e la bnna nccc:ssui. Alcuni ranisti moderni han ,•olu10 riconoscere in alcuni trani della casta servile dei r,idr11 quella della ra.ua Dfe~- ria degli aborigeni dn.vitici: f roote bassa. « scnn nuo » (e~: ouo camuso), color nero, ecc. Calma, padronania di sè, purcna, longanimità, austtriti, rettitudine e• ss!Mcnu sooo le (!Ualità procedNui esscnlialmentc dal modo d'csscrc « sauvico • secondo testi. come le. Bhatai•aJ-g1IJ (XVIII); valore, gloria, fermcua, intrepidità sono qualità dei e guemc• rt », che a loro volta riponaoo al modo e n.jisico » di es.sctt o, ,almeno, ad un certo itspmo di esso, al suo aspetto migliore,
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