La Difesa della Razza - anno IV - n. 20 - 20 agosto 1941

Dlatrib\lSiOJ!ie deUe 9Tandj ia:mi9h11>titt9uiaticho ("Oeortdo lo: claqifi~ono di C. TrombctLi). mnerw l'~ Ji r:ilu.ni rro- •<"CSSi storid di a.spetto involuti• ''O, 1eoer conto di quella Tradizione che. rispetto a ci,,ilti e: cultura, su come spirito a cor• po, rome pcnsitTo ad llto, per cui Jjetro t.1.luni 2n·cnirnenti che sen"OnOagli studiosi come ultimo punco_ di ri(erimento c:· come dato dccish·o dc:lb. ind.i• ginc storia, si nJJCOndc un mc,.. ti\"'O interno, spesso ignonto, del ttSto, dagH Stessi uomini che (urono procagoni.slL.di rali avvenimenti. Ora, i punti salienti e costrutth·i del ciclo dell'Evo di. Meno, che possono considmr• si come eostiruenti una ch·iltà 1 sè-, si riassumono in fatti fondffllC'Tltali come il sisccnu. (eu. dalc:, l'etica av:a.llc:resca e I.a fo~ del Sacro Romano lmpc:• ro: il a.n.rterc: dominante comune a r.1.li fmomeni t rorg,.• nìuuione gerarchia pc:rmeua di un senso eroico della vira e .dd combattimento, do\'Uta sopmrutto :id un1 coscienza nuova di raua, in Jcali:a e in Gtrmania, e ad una volontà di uniù: imperiale e guerriera, non materialistica m2 suscitata da una uc.ra, ,,irite sp.iril\Witi. Olc rutto ciò sia un'occulca e opennte ttcdità di Ronu conru.tum.a con b. inestinguibile: virtù dcli.i rana, è evidente, nell.a nuo,..,_ fusiooe. di spirito regale con spirito sacerdoule. Lt n4!0-larinità di 1.1lune lingue occidentali e la clauicirà di talune :i.Jtre, nella struttur.1 e: n•lla c:t:imologia, testimonia.no dunque, con. roocivi ra!on. ben definiti, il perdurare dcffdemc:nto etnico-spirituale romano romc: ~ti pot1nzi,J, che pc• raltro si rradurcl io atto attn• ,·erso gc..ta tTOichc, CttU.ioni del pcnsitTO e dcU'atte: m.a so. pnttuuo cticooo che, dopo Ro• ma.. ncssun'alu:a. civilti n.dialmcnre truformuricc tu s:a.puto operare in nse. ~iò che simboJia.mcme è romano è :a.l.tresl es• smz.ialc, pc:rcnnc:mcntc identico nel tempo, come il ciclico rirmo della narur, e: come la luce stcs• sa del sole. Alloot.uwsi da uno !1ilc rom.u.10 di ,·ita .signinc.a decadere, im·oh·ersi. Ma mentre questo stile pertJW1e, b r:i.zu iWima crea 3.0· che b. rui lingua. Scnn incorrttc: nel vieto errore: del detcr• minismo linrisrìco, si può, nel cuo della imgua itdiana, intcn• dcre il ,·erbonon J;':iù come vuoco segno '> mccaru.co wono, ma · c.omc simDOlo di una nuova vi- . t:a.l.itàddb rana, e al tempo essere norme: morfologiche ben materiale Jcl linguaggio, sino ad ner contatto con quel fat• tore alta~tc spirituale (metafisico) che risulta in correlazione rrcatin. con b. virtù profonda. e peculiare della razza. Per questa stessa via, ci si può spiegare: la continuità: della lin~ di Roma~ cui fa riscontro, in un altro piano, l'ide1-fona dell'Impero che: sola può ,tue senso alla coscicn- :u dcli.a nuo,•a rana itali.1.na. In qu~o senso, l'opera di creazione e di uoi6cuionc: lin• ~istica compiuta da Dante: prc• senta ~n originale significato. li Poeta, la rui cs.scm:ialc aspirtuone efll la aeaz.iooe di wu unità nazionale di tipo imperiale:, ,·olle: sopr:attutto coo~arc a oucsc:a crcuiooe formando a.nU- ~uo un-1 lingua . tlaz.ion.ale l.a quale ,-cn.issc a sosc:iruirsia quella caotica mescolanza di dialetti con cui si parlava e: si scri,•c:,,•a,1 suo tempo. A questo scopo Egli, giovandosi J~gJi clementi che &li veniva.no forniti da.11.a. lingua parlata - secondo rOSSttVnionc del Fraticelli che riassume le: dic:hiarnioni fatte dal poeta nel Convitio e ocl Volgar, EloqNio - sclc:z.ionando le voci più cs.1nee concependo per essere norme molfologicbe. ben definite: cominciò a realizzare un tipo di idioma r:ale che pocess:" venir capito. in rutte le regioni della penisola come linguaggio unico degli italiani, in cui si · poccs.se sprimere in6nc il pcn· siero italiano. Si ~sprim, rolì p,r la prima fJOltd lo rpirito d,/. la m,01,·11 rn.za. Resistendo alla disapprova. zionc: e· :a.ll'avversionc dei più, ron virile fcrmeua nel sto proposito, D1nrc pocè compiere la sua open. creando nella formi più limpida e più rispondente alle profonde: qU2licà di cq_uiJj. brio della razu, l'idioma che doveva divcnfrc i_l pacrimonio nazionale e rr:tmite s.li un nuo,·o pensiero e di una nuova tradizione itaJic:;1.. «Dante, ossen·a il Parini, fu il primo che trasfe. rmdo l'entusiasmo della liberti politica uchc negli affari delle lcttttc, osò .scuotere il giogo della vmc:rac:alatinici dei suoi tempi e levare da terra il pcral• uo timido volgare della sua cit• e.i e condurlo di sbalzo a trattare in verso t'argomento più fonc e più sublime che a scrit• rore cd a poeta cristiano potesse con,-cnirsi giammai ». La M.SCita della lingua italiana, per virtù di un nmpoUo ti• pico ddla "stirpe, corrispose a1I' ef(cui\'o rincgJio di una nuova coscienu dcfla ruu : la ru- :u itali.a.n.i voleva e creava il suo eloquio. Come dal retaggio nnialc ario - mediterraneo cn scaturito, corroborato dalla lotta e: sublimato dalle: più nobili prove, l'e:hndr della nuon lta.• lia, cosl su foodamc:nr..i romani e:. latini e sui ,·ivcnti residui idiomatici fu possibile fornure il nuovo linguaggio. E per rendersi conto della rc:alti di questa armonia. rinascita di lingua e: di rana, nell'antico· cr0giuolo della civilcl di Roma, è intercs• sante notare che questo impulso unitario della nu.a ocl ampo della cultura e dell'azione precede e prepara quello che COStituiri, attraverso il senso dcll'indipcndena, l'uniti nuion:.lc. MASSIMO SCAUGERO llJ

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==