La Difesa della Razza - anno IV - n. 20 - 20 agosto 1941

;\011 si tratta di ucrificarc il corpo e di mortificare le fone ,·itali. Corpo c spirito formano inscindibilmente l'umana personalità, ,td è bene che ciascuno ,bbia il suo debito. Tuttavia, assai più allo spirito, mai lo spirito al corpo. Questo va ttcisammte affermato, anche se oggi - dopo che furono, nel predominio di una. concezione edonìstìca ddla vita, a piene mani versati la duisione e il vilipendio - la riabilita· z:ionedelle virtù morali e della continenza ·può avere quasi il sapore del J)a:radosso e dello scandalo. La castità è fondamento di ogni ,•1rt~, poichè senza forza non si ha virtù e senza castità non si ha forza. Ma - è bene ne siano avvertiti gli ignari - per la coscienza morale conta fino ad un certo limite la materialità degli atti, ogni cosa ha \·alore soltanto Se ..ricondotta alla sua scaturigine: ed al suo significato spirituale. Casttià significa: mente casta, dominio dei sensi. Soprahutto per l'uomo non è necessariamente astinenza, ancor meno incspe• rienz:a. Si può essu casti senza· essere astinenti e non basta essere ;utincnci per ctscr casti. · Prima del 1940, l'ebreo controllava tutta l'atti-· vità economica francese Giova qui citare le parole di, fastidio e di rcpugnanza dc<licate ai lussuriosi non da un angusto moralista, ma da un implacato distruttore, Federico Niettschc: c. Amo la sdva. Nelle città si Yi\'C male: vi sono troppi lussuriosi. c. Non ~ forse meglio cader nelle mani di u~ assassino eh! nei sogni di una donna fasein? . e E guardate questi ucrnini: il loro occhK> Ji di-cc: non san far di meglio sulla terra, che giacere presso una. donna. « Net fondo dell'anima loro vi è il fango; e guai se nel loro fango v'è spirito!>. E giova anche mct'lio rammenta.re la profonda parola del som· mo nostro Leonardo, maestro di scienza e di arte, eccelso mo• dello di umanità - neppur lui e la sua opera scampati alb. con• taminaiionc psicoanalitica-: e Chi non raHrena la voluttà, con le bestie si accompagni•· . « Non si può avere maggiore nè minore signoria che queUa di sè medesimo•· GIUSEPPE BOTTARI . . "/J I, ~ , POOOOffl au,aa , . l Nnouo

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