La Difesa della Razza - anno IV - n. 20 - 20 agosto 1941

ca50, si ct.itca ddl'(,ttrllo di 11n ramo d,11, tonOJtlllU po,ùir;1 11,odnn,. In fine:, può tr:a.uarsi di un 1111101pol,trro. di una ide-a-fom. La coo~pevolnu de.lb ru1: ti C' del valore della ruu. intesa nel pruno st.nso, si rradiSCC' gil da un iruicmt di norme dellc- antiche civiltl, special• mente là do,·e vi* il si.sttma delle- caste C' la kgge dc-Ila mdogamia : norme, che- in paru continuarono ad es.srr osSC?Vate fino a tempi r«cn.ti rwllc- tn• dizioni proprie- alla nobihl e al pacriziuo. A ciO si riftris« il nnismo non 1coriz:uco, ma ,•issuco, cui già abbiamo t«tn· nato. Nel mondo premodnno, non si sentivi. il bisogno di parlar di raua, perchè la si aveva e si cributan ad cs.u. un naturale rkOOOKimtnto, scmpr«ht non s.i abbiano in vut.a le- fa.ii dC'gmerescenti drile va• rie ci,•iltà o quC'lle proprit: ad una umaniù infC'riore. Gil il più antico codice arK> di IC'ggi, il Mdn:1t·.dhar,n11ç•Jlra, ci test.i• monia dcll'imporu.nu actor<h• ta anche al lato puramente biologico dcli.a rnu. Tuuavia di musi.ma DC'I mondo antico l'at1tt1t.ionc 5j p<>rra\·a mag• giormcntC' sul lato in1crno di essa, ci« sullc- fonc misric.hc che: si prncntivano in auo tn• tro quelle del sangue, delle fa. miglte, delle l"'"': donde i ,•ari rulti J»ilriii romani e, in ~. ari,, ~btivi ai cgtnii:.J· "'' 1 òemom familiari • o « in01 dividuali • o e pubblici•• ai lari, ai pma1i, agli eroi arche• gni; culr~ cht già in precrdcnu, in q~ 5lcua tC'de, abbiamo CC'roto di far comprmdott secondo il loro vtto signifaato. Si può duoque ben parlare di una mislfra dlllÙ11.lradiUonal, J,1'4 rttna, pane imegruue dC'lla visione generale della vi• 1a propria all"UOfflO antico, la quale miStica (accva pertanto eia controparte all'avvertila e ,i. conOKiuta n«cssiti di prestt· vare il sangue, di mantfflC'~ e di Ha.smettere rwlla sua incegrità un patrimooio prnioso e insosiituibile legato 11 sangue-. Per quesc:o, in vuii casi la con• taminWOOC' del saogue appai• ve all'uomo antico, tradizionale', mmo come una colpa d'ordine soci1.IC', che COC'l'lt u.na cmp,fti e quui un sacrilegio, a.ub,ia. Jn Oricr>fe, e soprattutto nel Giappone, ancor oggi suuiRC>- oo forme precise di rau:ismo di que,tog,n,tt. Si può, nel riguardo, pub.re di rani.smo quaJju,tivo o aristocnuco. Nel mondo antico C', in gmcre, tradi:c.ionale, a ncuuoo SJJ'cbbc passato rcr la mrntc, infatti, di gmcnliu~;c il COO· ceno di rnu, come oggi tal· ,·olta acode. Passi.uno ora al KCOndo modo di concepire la ruu, a quello sctffl1iftco, anuopologico. U parola e anuopo~ia » in orisinc significò la SClfflll dell'uomo in grrtcrC', preso nd13 sua complctn:u fisica C'spi• , ri1uale. Con un 1ale signi(ic.uo uoviamo I.a pJ.rol.t usata nel mondo ,uuico, p. es. nello stnso Arisc01ile, uso conft'rntosi in cene scuole filoso6chC' 6no • tm,pi rclafrumcn1e t«ffl11. come quelli di K.an1.SenonchlJo sviluppo complesst,·o della cuhura occi<knralc rC'nde sempre più sensibile uno s~amcnto di punii di vi.su. Ci si abiruò lffllptt meno a comiderare l'uomo come un C'UC'repri- •ilegiato ddla crcuionC', signore della n.a,ura., cb cornprcndC'rs.i ,opn.tcuuo in bue alla sua origine e al.la dignid »- nannarurale, .lo si compre5C' invece come il rapprC':SC'1't2nte di una delle tante specie naturali e, alla fine, perfino aninuli. Così l'anuopologia (inì con l'asswnne un nUO\·o signi6cato, (hc è quello che dovcv.a divcnirc- corrente: fu non più .la scienza deifuomo comc raie ma la J('ienu deJl'uomo COfl"IC' un C'SJC'tt della natura., rui pc»· .sono applic::.rsi metodi dassifi. ca1ori e ri.:erchc positive ckllo stesso pctC" di quelle zoologiche e hotanichc. L'annopologi2 fo (ioi un capitolo ckUe scimu ,uturali, cklla scoria na• turale' dcil'uomo. Di questo rivolgimento. che 5ffln duobio implica un re• stringimento di orinonti, buona parte ha colpa. la dcadcma e, la dimcmic-anù di conosccn• ze tradiOOflali. NC'i quadri del• la nuov.1 religione troppo a)ln.uamente e cra.sccndentinKa· mente ,; parlà òcll'..1runu: presso .td una fone istanza <'· .çw.liu.na lugwglianu dc:IIC'a• nimc di ironte a Dio) e duJI, . .stica (n•>n esisre una prcciu l<"W di corrdn:iOOC' (ra anima e corpo). sl da far tWCCtt alb fine il prciiudizio, che nei suoi riguardi 1,00 fosse possibile una e Kimza > nu JOlo un ar• bilrario 5p«ulare. Nei tempi più ancN:h, le COSC' SU.YMlO in· ntt in n.odo sensibilmente divnso: d.1 C'SSi fino ad oggi, sebbene in fomu ru,nmenr.t• ria, sono ,·cnu1c vine u:srimo• nian:tt dn:a un e r.lll:ismo • più compkto, b.tsaio sul SC't'ISO di diffcre:izc profonde non SO• ·10 dtl cocpo. ma u,chC' ncll'•• ninu, e cr,:ndi sul SC't'I.SO di ,·nC' e proprie « rauc dC'ffanima•· Ma .su ciò dirffl)C) in altra oct'JI• sione. Jn ogni ca.so, comc tendcnu ~IC'. nella accezione modcma, .,cKmiftco.antropolog1c, delb rnn prcv,1le canto J'.i. 5pt'(to esterno, n.ttura.liscico e quasi mccnnico di C'SSJ, qu.tn• 10 nell' a«c::ùoM pr«cdC'ntC', d1 1n1onute>nC' arisrocn1Ka e- rri• diiionalC', nc prc-valcva in,·ccc l'aspetto mt.nno eciò per cu1 nsa rana e una ,sp,n,nl.1 e uno srile naturale dC'll'~re, più che un clfflCO di ouurt1• tticllC' morfologiche, di dcci e di misure. Pwi.uno ora ali.a. lt'fU acce t.ionc, ali.- ruu come e mito • o « idea-foru ». E" CSSC'tWal• mm1c in questi termini che- l'i• dea della razu si è a(ferm.tt.i uhimamcnte COf'l'lt pane inte• gr:ante dtll"idcolosia delle nostre rivoluzioni 1inno,•J1rici. Abbwno pà prtrisato m altra =tete;.; d~r::: non inrcndWOO un.l K'IDphce 6n2Ìonc, un parto arbicnno della fantasia : ÌntC'Odi.imoin• v«c um. ido che-U':le princ1p2lmcmc I: sua foro d:i. un porcruiale su88CSfivo e che U• le per il M·O impulso a uufur,.1 in uionC'. In ,al scn.so debbono intendersi le srC'SSC'parole J1 Mussolini, quanto E,e:11 i0Ctol1• neò 1:a parte- che •l'clemcruo e sentimento» h.1. fl<'l fauo « rall.1. ». E lo nesso iig:n,nn. 10 si tu nel mo.lo in ru1 1 r.u: I.Ìsti pol11K1 dcli.a nUtOOe uni, ca. :a p.utit dal Roscnberg, prr• IC'flt;u10 I.i loro rcon.1: ,011\C' « un nuo,1> mito ddb ,~u" chi:1m~uo J crene « un nuovo

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