Guerriero aordo. Stcrtuetta di oti-- t. priait;.,. (Mu- "° prelalorico d.t Collevio Bo- _..,, chiamavano at. stessi con un nome dcri- ,•ato dal tema So/ (3), ma abbiano dovuto supera.re ostacoli per st.riogcre con )oro una profonda alltaoza po1;ctea, è Kmprc ricordato dat1a leggenda, prodiga di partieòlari per quanto riguarda la l0tta tra Romolo cd il re S:1.bino Tito Tuio. Quantunque. l'argomento si.a .scdu«:nte. l'abbandoniuno per rcstringiierc il nostro campo dì ossunzioni alle antiche divinità italiche. Stupefacenti sono i rapport'. che esistono tra quette e le roma~. sei;natamt>nte q~lle che IODO conotciute con il nome di e <ki indigetn > e e noven• side1 >, costituenti il più antico strato del· l:i. religione rornana. S'impone quindi un esam::: serio di al· cune di qUHte figutt, ~lte tn le più interessanti; le loro origini, i riti loro attinenti ci permetteranno di stabilire fino a qual punto le dh•inità italich::: abbiano nut.o influicru:e su quelle romant, nonchè la comunanu del patrimonio rc.ligioso dtlla razza. Ot'lt.a religione romana scrisse l'Hartung eh' casa si può paragonare ad un tronco rnoko antico, cui cela una sopratruttura ta.lc da snaturare I.a 6sonomia s-c st:ssa e del tronco. Tralasciando la fase più tarda della re- . ·ooc romana, gli studiosi hanno la tenta di ,·edere in ~MraLc presso i Launa spiccala cart:nn. di immagina· e poetica, la mancanza d1 facoltà a- ttc alla creazione di una teogonia -e una mitologia. Teorie falK, inquanto... mo,·cvano dalb consklerazione e apotrioristica • c.klla Cascinosa relig10ne reca, ricca quant"ahra mai di divmi1à e di culti privi di formalismo e di qu-:lla romana antica, irrigidita in formule, ap. parm1cmmte materialistica e soggetta aHa \"Crità scrviana cConnua tnim sunt timor et religio. (Il, 715). I più antichi concetti della divini1à, 90~ no t8imoni'ati sokanto in forma rudi• mmtalc: d:::I culto t0lem1co si hanno solo deholi ricordi, attutati da nomi di popoli: Piccntcs da e picus >, Lucani, che ntlla forma gr«a del sostantivo ricorda· no il lupo, Irpini rammentanti ucualmmte il lupo nella fonna osca; così pur~ rimane qualche reliquia, sotto a.spetto d1 ricordo, del tabù e del sacrificio umano. Italici e Latini conccpilCOno la ttligion::: come un congiungimento con potenze superiori e inconoscibili i cui effetti b-:.ncvoli pote,•anG etscre invocati col rito, malevoli scongiurati. La minuziosità delle prati~he liturgiche, •propria dell'antica raua ariana, prcsupponc:va. la creazione di una e.lane saccr· docalc rigida, inamovibile, che sentiva la 1 eligione come qualcosa di immutabile e tale I& con1C1"Vava. A questi carattui dobbiamo acgiungere l' a»crvimento allo S1ato, da alcuni intcrprttato come dovut~ ad influenza di origine drusca. lt che no1 ntghiamo, scnzt. per altro entrare in particolari; basta infatti il ,olo culto tote• mico per spircare: sufficic.ntmtCntt il bt· lO ; non si tratta quindi dt:lla divinitl della e gcns > che viene considerata come divinità dello .stato, ma del dio di quc110 che si <'ttendt' alle e gentes • che formano la compagine politica e la tttss.. ltruuura sociale del momento ci dà ra gione. Una mitolog'ia italica, ne.I ,cnso lttt-::- rale della parola, non <'Sist~: i ~ri an• tichissimi padri non immaginarono mai un Olimpo popolato di dei qgiac<'nti a pas· sioni umant, nè tanto poco ettcarono di •p~re con bm conteste: fnole , fenomeni naturali. ~ qualche rara ~cci.ione ci !"-IO i,arlart ~ldla divi1ù:z;uione <k-1sole f' dt"ll.t luna. po,sSiamo p,cr contro docu· mcntare la prc.se:nza di rr:altà prNÌ«knti alla l'ila m.alttialc in bcl\f' «I in male NI indicatt con lermini concreti in un":::poca meno evoluta, astratti in una pili e,·oh11a. Il mat<'riale tpigrafico cht d i-tttsla la ;>re.senza delle dh·inità di tipo indubbiamt:ntt: italico, si trova spesso ndl"antico tt:rntorio dtgli Oschi e nella zona immediatamente limitrofa (odiocrni :\brnuo • liolift: • Campania); insigr><-monumento l'c.ligiMO per quanto tardo t sogg~to quela ,·olta. ad mrlucn:r.a l&tina, ~ datu daJI.. famosis.simt 7 tavolt bronzee: di Gubbio. I Cr,fi. - Dallo stato attuale d::llc sco-- ptrte si può dedurre che l'antichissima religione italica. pcntssc allt proprie basi una profonda crf'dtnza l'M'1 e gt'Tui •· Il « gfflio >, inteso come: il e daimon • v«o, è in un primo tempo prcscnle <wunquc; più tardi si identifica con alcune 1.articolaritl della vita sociale, naturale, Slliritu.al~ e ne rappresenta l"astrukk~: rosi ..:1' un tema « Ìreb • che indica la C'Uò\, abbiamo un Dio Trebo, cui segue Ttfro, interpr«aro romc rignco, aftrazionc lici fuoco e dt:.I focol;iirt. Vofione, ,•iszo come il consacratore, Torsa, la fup, solo per citare i nomi principali. Non è chl non \·eda come relazioni non ceno supcrhciali do\•cssern c!iistttt ira t:.h ~cnii itahci t qu<'lli latini: non •iamo in grado purtroppo di documentare: ~c.itntificamt.n1~ tale ,•ctustissima fase, ma se dobbiamo giudicare dagli elementi 111 no,tro p0fSCS.SO, il culto <k-i g-tni non solo f il p;ù antico di t11t11 quclh conoscmti, ma devr risalire ad un'origine ita lica, ,e stiamo ad una tcstimoniania of fertaci da Fctto. Infatti. Vuronc. Cemorino e Ciccron~ ci afferma.no che tra i g<'n1 do,·e, ano css...re collocati i • Lares >, detti ahrinlt'nti anche e Man:1 •; ora dice: Ftsto: e mun. dum... inferiortm eius partc.m co111ecratam diis manibus •· Abbiamo gii trattato <!cl carallt'rishro rt:e:into sacro proprio delle città italiche e ricordato pure dalla ltggenda, p:r quanto concerne la fonda· ztOnc di Roma: questo spuio consacrato non poten non essere la fossa profonda, 11e mundus • esistente in tempi storici sul Pala.tino, la cui parte pii1 bassa era dedicata agli Dei Mani. Attraverso quale: 1,roccsto il culto generico dei gt:ni si sia divcnifiato prima (:d oritrMato poi fino ad orifinart divinitl bm individuate, ign& riamo in parte. I monumenti cpign.fici italici ci illuminano Jjerò in qualch::: modo. 11 .tOStantivo e c-entO > vic.nc «tO con un tema e çerf • la cui radice pare essere comune con c;uella di e Crr:re •• sebbene la dipcnde:nu glottologi~ non sia troppo giustifica-
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