La Difesa della Razza - anno IV - n. 16 - 20 giugno 1941

Stampa: popolare france._ rapproaentonte rebreo errante. D (fus.asi n::-1~ledio E\o. la:-ciamlo don111c1ué una sua trncc1a , una :,ua eco, fa k-ggcoda <lc-JrF..breoerrante _Ì! s13:ta _ran·i..ata 11 akunc lezioni che ci hanno fascia10 l'.-\11011,monahano della Cro1wl'11lg.:otì mo,i(1chi cisUrccnsis S. Jfori11 dc Fcrrario, i_l ,cronista ingkSe Math:o Paris e il cronista fiammingo F1h1>1>0 :\louskc1. ~ella (:rùn11(u Ignoti 11101tud1i ci ,·i.:nc- narrato che nel l2JJ « iu , isto in .\rmcnia lii) cerio Giudeo, il quale. :wcndo assistit·, alla pa->sionc di Cristo, ebbe a dire, ri,·olto a Gcsì1: V«dt'. se d11c/Qr, "d rc,·ipic,ul1rn1 quod marris. Al che Gesù rijJJiOSè: Eg" nido. ,·t tc o·p.:ctabi.1 dance rn·n111r •· Il P..ris. nella sua Storia d'J11glriltrrr11 racconta, a sua ,·olta, e che un ,·csc:o\'O armeno ,·cn::ndo in Inghilterra nel 1228 parlò ai monaci di S. Albano d·uu tal Cartafilo già portiue del pretorio di Pilato, che al passar di Ge5lÌ ct:il JA'SO ddla croce, pcrcot~mloL nella ,.chicna, gli Jiss(', irridendo, di c.imminar piì1 forte. e Gesù gii rispose: /o t·ado, ma tu a.spettu11i clit·. io t~r11.i. Ed cg~i ~on è più morto. cd aspetta: ed Ogni cento anm arn"a 111611d1 vn:1, ·na poi ritorna all'età di trrnt'anni quam: ne a\·e"a quando negò Cristo,. Secondo la h:iion.:-, raccolta ndla Cnnucu pocllCo di Filip1>ù Mouskct di Tournay. « Cart.afilo :t\·rebbc d~tto ai crocifissori. men. :r\! il corteo p.1ba"n, din:rnzi alla sua porta: Aspctt"lemi, 1·c11go u1:c/(io " r•cder" mellt're i11 croce it fa/Jo t,rof.:tu; e Gesù i;-li :u•r;:l,be risvosto: Eui lf(}lf li uspcll.:ru11110, ftHI tu mi aspcllcr<JI ,. 1J l'aris nel ri-portarc il raccon10 dél \'eSCO\'Oanneno. ag'giu~• A"C\'.cthe quuti <1. anebbo discorso di cosa già nota tra gli nomi• ni , .• \la, pìll tardi un altro Paris. Gaston. a cui dobbiamo llllf) Jc-i 11iù acuti studi che siano sta1i dèdicari alla kggrnda del• !'Ehro.,-ol·rrantc (raccolto in Lègcride.t dH m()_r.:.r1 ag.-, Paris 1()0.J, IJ\). q9-227) ossen·ava e5:5erc questo « un \?1110 del cronista stesso> nel s~n:so che rglt a\·rebb( dato ad 1menderr « di 11011 ignorare un fatto tanto meraviglioso,. . • Lo stesso l'aris era com·into che tale leggenda si frutc d1hn- ~a d:dl'Oricntc. c. con maggior,: pr«isionc <lall'.\nnrnia. Scnon• leggenda elireo errante chè, :rnchc ad anun\'tten.. 1alc 1,rovcnic1u:a, sta di fatto .:h1,:!a kggcnda, qual~ ci ,·i1.nc 11,1,rra1adai tre cronisti (naliano, ingJe. se. fiammingo), SO~fanto in Italia ha J:M:rpro1agoni-,ta ml ebreo. Nc:I racconto dcl l>aris, ìnvece, noi ci troviamo da\'antt a un romano al scn•itio di 1-.ilato, il quale nt"ga .tudacementc la di\·i• n:tà di Cris10, onde è da questi condannato a \•ivcre sempre fin• chè si ra\'\'Cda nel giorno del giudi:.c.iofinale. Il Paris (Gàston) riconfa in 'pro1X>si10che e il destino ri~bat~ a Cart:,filo sembra confonnc alla profezia uscita dalla bocc. d1 Cristo relati\'arncrlfc a S. Gim•anni. ch'egli soprav,•i\'ercbbe fino al ritorno di Cristo stesso in terra>. Cartafilo sarebbe, vcr1a11to, i\ fratello d!generc di S. Gio"anni. Ed è qui, in questa 1)rofc;;·a, cht:, a nostro av,•iso, "a ricercata la fonte del rncconto 1..·hcc1 "hanno dato il Paris e il Mouskct, o,•e si J)t"nsi che il romano ne~atorc di Dio 11011 è uu triste dia\•olo eh: \'a ramingo per il momlo. ma è un <louo che fr;.,qucnta ve3CO\·i e prelati. In quanto al racconto riportato nella nostra Crortica non v'è dubbio che la sostituzione del dotto cou un giudeo si può con- :.idcrare com:. un 1..·sp«.licme1x:rd1è:il racco1110sksso potesse di• \'1.,•ntarc popolare. L'Italia, scrivc\'a Gaston Paris. non conosci!' rEb!'tO errante. A giudicar: dalla t(•stim:>nianza, sfuggita io un primo momento al Paris, della Cro11icn sembra i1l\'ecc che la lt.ggcnda dell'Ebreo errante. anche Se ,•cnula daffOricnlc. fu pro. prio in Italia <lhc mise lt.'lldz radici. ... Bi;;ogna OSStn:arc, comnm1uc, che qui, da noi, la leggenda delrEbrL'O errantc si innesta. sopratltuto, .mila recita apocrifa di ~l:lloo. e Que~to ~1arco >, dice 1111 racconto popolare siciliano (nel quale Marco è :ilranamen~e confuso 0011 Maloo) e fu un g·,, deo, di quelli che flagcllaro110 ~ostro Signore, un giudeo bnut, hruttu, chr non si 1>uò dir quanto. Quando Gesl1 Cris10 fu port:ih) in casa di p:]ato, questo Marco con un guanto <li ferro J!,: delle un ceffone, così for1e che gli fccc saltare 11111 i dcmi della hocca. Per qu::sto sacrilegio il Signore lo puni imponendogli di girare intorno ad una colonna. Questa colonna sta ferma in mc;,. .lo ad una camera r0l011d;, e lì attorno Marco gira e gira scm!a requie. Vogliono dire che questo Marco è di~rato per il rimor3r. che lo accomp.tgna, e girando girando dà la testa mura mura, e si contorce e si lamenta: ma, nonostante c·oè, non muore ma, r>::rchè la sentenza di Dio è che quc,st'uomo dh•e ,·i,·ere fino a, giudi,:it) finale,. Alla stessa tradizione accennano alcuni \'Cr.ii siciliani, anche essi raccolti dal Pitrè: L11}11dru Marci, ·,. pedi sì spi,:ci" Cu 0 11\l ,19up11/<1, di fcrru bt,r armatu A Cri-s/11detti 111s1cllllffu Jorti111c11ti Di 'mmucca sdilli11tò li sagri denti. nl'.'illrc in una preghiera popolare \'t'lltziana chi i: condannali) a girare intorno a-Ila..colonna è precisamente :\falco. il quale, J>('rÙ, dà la guanciata non a Gesù ma a i\laria. In un codice palatino, del scc. XVll trol'asi una .Vttrraào11e t·lic f-' un h'stimonio d1· t•isu ,·t dc fnclit. qu,tlr 11ffcrmt1 •· di-:c

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==