La Difesa della Razza - anno IV - n. 13 - 5 maggio 1941

11t:haggiame111e ei5tatico. contro al carauere dtiaro. e olimpico>. misuralo. co· sciente e spesso recisamente aristocratico del culto propria. me111eario. Ma non solo nei mili e nelle religioni. bensì anche nei ricordi e nei simboli riferentesi alla pa1ria originaria delle raz. l'A' arie ricorre sempre l'idea della luce e la nostalgia per una chiarezza so,•rannalur.tic. Limiliamoci ad a.lcuni riferi• menti. Questa patria originaria nella tradizione iranica è detta ai.rya11ent•woijO (d1e ,•uol dir leuera:menle: seme della raz· ia ariaJ ed è concepila come sede del htVJrenO. cioè della e gloria> intesa come un fuoco sf}lendente celeste. L'equh•alen1e di que,,ta patria nei ricordi ellenici è, sia la e terra degli Iperborei :t, che è conncs sa ad A1>ollo, dio solare della pura luce, 1ia TuU, isola nor• dica mitica per la quale, benchè inesaua, è significa1iva 4uet1a antìca elimologia: Tuie o Joie nvmen lwbe.ns ftrae il suo nome dal solel. Dunque. una e te1 ra del so:e > o tlella e luce•· Analoga idèa 11ella tradizione indo-aria: Vi si parla dello ç~lt1-t"1if)f1, conti~ nenie insulare e bianco>. o parimenti. e dello splendore>. della luce: vi si connette il simbolo di e un lrono lucente come il :Wle e i.plendente come il fuoco>. E così via. Sia anche accennalo che il eimbolismo del color e bianco> come colore della I ucc ricorrt' SJ)f'SSO nelle si~ origini ila• liche: esso si tradisce ncliu. s1essa designazione degli Albani (da ulbu&) e di varie citti (p. et. Albalonga), forse anche in quella di lu<XJni (da lyké. luce}, ecc. Dobbiamo pensare che i po• poli propriamente germanici - quelli. della prete~ e Selva > - fossero eslranei a &i• mili idee delle razze dello &tesso ceppo? No certo. E' n:ro J. E•olo h::a .aitto JMJr il a. 13 deU'Aa.no IV il prec,..dente OTti• cole di quealo •eaione. i.atitoloto: H L9 Niet.ioni rau.ioli ·•. In Iole orticolo routore c:bicui'l'o i c:onc:etli di: 9nzppo etnico noaionole. RIUa ptUDaria e •UfMJM'GUO. QueStj C:OIIIC.l!i eo.tilu.iac:ono ,. bo•i per u.n ra.r.Lanlo po.itiwo • cre.:ilì'l'o • non più aoltonto difeneì•o; f il problemo fondamenh1le di queato 10&1.iamo ri• 9uo-rda le HIHioni interne o Hleaioni rnter-n:o:aioli. Non b::aSto difendere il tipo co1nu.ne o 1nedio d111la ton.et: biaoqn.o ele'l'orlo a un tip0 auJMJriore. cl,e nelle tradizioui germa11id1e là \1;'all1alla. ;,ede degli eroi quali çi !'-0110pc-ru:nute hanno di,·ini e di quelli umani Iragran parte lt risuona11ze di cer- sfigurati, come un monle. 1:1 te ,·ittnde tragiche conn~ cui ,·e11.a ge;ata e lucenll' all11 e fine di un cicio >: tlon- §plende di eterna chiarezza di de l'illea. poetiu.ata dal Wag- là dallt" nul,i. Cladsheim. la 11er colre-sp~i(me nota. ma e sede d'oro >, e 1•iÙchiara del poco act'onc:ia e alla solo a §ole >; il castello cli Aegir. che creare tlegli equi,·oci. di« ere- a.cooglle gli A&en - i già rletti pusoolo degli dèi >. Cionono• eroi divini o dèi de; mito n:.r· slanle un o«hio et.J~rlo se. ri- dico - do,·e all'oro, iimbolo trovare anche in e..~ il filone traditionale per tulio quel chtdella J)itì alla spirilualilà dello è incorrullihile. regale t- ~lare. slt"sso ceppo. lnfa1ti e olimpi- vieue allribuita la funziont- di ca> e qua:!i clusica i- la con• una luce ardente; Cimle. ~de cezionc 11ordiro-germanìca dt>I- cde,;1e e più bella ,di ogni al-

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