La Difesa della Razza - anno IV - n. 13 - 5 maggio 1941

LlDIFEDSEILLA SCIENZA•DOCUMENT4ZIONE POLEMICOAU•ESTIONJ\RIO DIRETTORE 'J'ELESIO INTERLANDT .\:\':\'O I\'~- 13 • 5 M.-\GGIO XIX RO\IA • Sl•l,,JHZIO:'\t; 1, AUROSA:>.U~STO POSTAI.I LIRUENi\ •·LO,Uf,''H SIATE, f, .,u, l'P.CORJ:, 1IA1Tf., !!JÌ l/lf. 'I. CllDf.O DI VOI TRA J O/ ,o, RIDA!" (011.~H • l AR'lllJSO , )

ANNO IV· . 13 SOMMARIO 5 MAGGIO • XIX SCIENZA GUIDO LAIIDaA: LE RAZZE EUROPEE E IL PROBLEMA DELLE ARISTOCRAZIE; I. EVOLA1 f'JLOSOFIA ETICA MISTICA DEL •91swo (- ............ --· POLEMIC:A ADIAIID0 TOSTI: LA RAZZA GUJDAJCA ~ • ~). MAUDIIO ICAUCDC►. LA RAZZA ITALIANA (La ,_ ...._ • ....... ). ..... DOCUMENTAZIONE OffOIUNO GUUIEJU: GENIO ARTtSTICO Dtl.LA NOSTRA RAZZA;FELICE GRAZIAJft: IL F'INOMENO FANARIOTA IN ROMANIA; S, L., ORIGINI OEll.A POPO, LAZJONE OELL'AUSTRAUA. ALMANACCO DEL ltAZZlSTA: l&-30 cq:::nJe XfX QUESTIONARIO LO SPIRITO VINCE - RAZZISMO EUROPEO - RAPPR.ESENT A.NTI. DI COMMERCIO I MANOSCRITTI ANCHE SE NON PUBBLICATI NON SI RESTITUISCONO iìLI UFFICIDELLA'DIFESADELLARAZZA"SI TROVANOIN ROMA·PIAZZACOLONNA COSTA LIRE f i'I•J ' ~ RADIOFONICHE COM; .ESClUSOABBONAMEN+ ALLE RADIOAUDIZl'ONI DITA RATEALI !PORTICIDI VEIO TE'..EF'ONO63737 bbì82 e -<lff(J,~ ~ ~~~~ ,a, ~~ • <&.~to. dall& ~ <&w.e, .N~na.U Colloudo10 dol Minislero delle Comu• nicozioni • Ogni Rodiobolillo, ho il relolivo bollino di colloudo • Tre volvole Onde medie - Ricezione diurno dello stazione più prossimo • In condizioni fovorevoli ricezione serole di olcùne principali stazioni europee. Privo di reozione regolobile sull'oereo, quindi esente dei disturbi caratte· rislici degli opporecchi o reozione.

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- I .CREDITO ITALIANO BANCA DI INTERESSE NAZIONALE SOCIETÀANONIMA CAPITALE INTERAM. VERSATO L. soo.000.000 - RISERVA L. 123,394.040 Sede Sociale: GENOVA - MILANO Direzione Centrale OGNI OPERAZION~E SERVIZIODI BANCA •. L.~- ~ • .,. --~~ i caloriferi lo scirocco .sono i principali nemici delle materie elimenta ri. Per combatterli e vincerli acquislble un .~ .. .. :. ,_;-··. FRIGORIFEROFIAT FRIGORIFERO FIAT E~CLUSIVA 01 V[N0qA PER L'ITALIA L'ESTERO E LE COLONI[: Ml LAN O - Corso del Littorio, 9

.• ANNO IV . NUMEHO 1:1 ' •. 5 l\tAG(;J <> I 9 I I . .\ I.\. l!:0-(.t, Il. l t. Il 2U lii 01.,1 \H,1!1 U/', "'l',\(l;NO l!i:l'ANAIII I.IMt. I , ,'llt\Ol'A'llll,11> \,.'\'110 I.IMI' 2" \_ : 11,.H;: ~"•:'.~'I'i ~-f,ltlt_i?, ":,u1, •p I '.~ .... - - 1Jirc11on·: TEI.ESlO INTERI.,\ .\I) I Co 111 i I a I" ,I i re ,I,.~," 11 <-: prof. Jou. GUIDO L,\IXDHA · prof. dou. LIDIO (:I l'HI,\•\ I ~e~re111riu <li tt•d;u.ioo.-, 1;1 ◄ llll:IO AL\1111 \Ì'\TI SCIENZA•DOCUUENTJIZ POLEUI•CO4UESTIONJ\RIO ()ui t1 /iun.co ,,·11r0<lul'iw1w i.ti fuc-iìmilc dtu! /Hmi de~li "Slaluli Gem•ruli '' ,li Amet/eQ li/li. Oucu Submido, pubblicali il 11 giug,,w I ~O ud cnstello ,li Chambcry. Snlici C<lpiwli del primo li/,ro di qucJti Swtuti smw r!e,licùli al problema ebraico: i11 e!ui Ji prt'..Scri1,.vriu i. limili dellu wfft ... ru11:u /i.ssati agli ebrei pt!f abitar.• "''gli Swti d,·I /)uca. I pus.si qui riprodolli ri,:.uurd(l110:l'obl,li,:.o "ili ebrei 1/i ubirurc ù1 100150 sep<1r11t"J dai Cristù111i tin alto!; l'obblit" "gli c-brei di porldn: un seg,w disti111ii:o (in ba$SOL Nel prinw r-ditto vinw stubilit,u chi:-gli f:brei dct'OM ubi• /~,re •insieme. in Juogu separato dai Cristiur,i. '' i11 11r,um lv· cum jeciirum t'l rlau.sum ... dul quali· n011 p<rJSWtOuscire dal cmlcrC' fillo ul risurgt'rt' dd j<JLc, ·· 11m[,,11sQ/ìj Qrcusu. ujqu,- ad Orlum exirt" ,w11 prcsummtl '', saho CQJÌt-cre:;io• ,udiuimi di cui l"t!llit'tl <iulo l'elerl(;O: " Ne me11les .fitlel:um ex t•iciniwte lwfrorum corrump<rnt.ur. ipsique /U(/ei Cf,,iJ1i,,- 1,is quwuum 11dln1L m.x:ere 110n1,v1leu,1/ •·. uf/ir1cl1è le me11ti dei /ed,•li no11 sia110 corrotlt• ,lullu vici,w11zti dei (,'iiulei. ,, gli su~ssi Giutlt•i no,, 1wssw10 ·• qu,rnw ,·oglio,w" 1:11ocefl ui Cristiwii. IJ01 1i-, olt," uliti o.mmeuu CQ11lumin11:.io111: JpirifUul" dei CristU111i p,:, il oort/.attv cogli t'brei. mm ,,iem· eJc/u$<,l'i11te11:.iom1litàda porlt' d1 qu,·sti di flgire pemff'io- .sam.e11k contro ,li quel.li. Col .seoo11dfJ edinu , iene fattQ obblig<J a Jutti gli Ebrei. lWmini e do11m·. di fJ(JfUtre wpra la 1p<1llu.si11i.sr I il di• sli11t.it:o di 1,un11u 11 ~uisa di mow biu11c-.1 ,. ross(I ·• Ut in/i· d,b·s u fidelib11~ discer,11111/ur ··. Ciò dam ui Cristian, la po.,. 5ibililà th'. se<tn.Mlft' l(!i Ebrn· Sf' 1111/h, port11rn ,1d 1•11/mrt· cun e51j in r,,,,porto. o nu•tt •1,'(t, r:,is1ia11iin :Jlato,li 1·i1,ilf' difesa contro gli r;bH•.'i . G. \l,1.NKO: Il (,j"''" i111p1na1v dd C1111nrr,,u. ron Ulld un. e Ar• du,io Ji t\111ropo!Of!_ioCrrn11nak, P~K°hiatri-c:i ,. \led1ci,1a l.,:i:al.- >. Torino. 19'l5•11I.

LA RAZZA GIUDAICA · Uo:> d4,i principo:li or9om..-i,U turltali da qu .. h ri'liato è alalo quello delle> ccn•tter'.-tie!Mt liaic:h • •pirituail dei giudei. Sopro:ttuUo le couttoristicb'J apirituoli della rono giudaico hanno 0 ttirato l'atlen1ioae dei c:ollaboratori della H DifN:1 della Roua ", i quoli I• banno at1,1d.ioteaia io ropporto olla atoria cl.9li eb1ei in 9et1erol• che a quella degli ebrei in Italia. A qu-t'ul· timo pr0~10 ricwdiaai., W&o ••rie di articoli apponi aula. 17 delrAnno 0, Ml q~I• era ilh1W,;ila lo ZDODO~Pe de!J.a c;:\l)IUJci;tra;:liana pt,r opt,#2 de9U eb,ei, ottu1Yan,o r..-aaa. dei -..guantj argomenti: t.ttaralura, Arta, Sdenn:, GM>maliau:!o. Oiritlo, Bcmco, Fim;nua:. Circo la doforma1iona dall'art. • della kttaruturo per OpKa deoli abr•~ Ila in Italia che olrutero, ohbiamo pubblicato -hl: aaitti, fra cui riçordigmo: Il -.olto ,Pudaico dell'vaanuimo moderno. cli G. DeU'lsola (Il; 24); Scrittori 9iudai: Zweig. Wo ... FQ:lon,. di G. Scr,.ut (U. a.ti): Arte nostro • dafotmcnione ebraica, di G. Penaabe- li. 6). Cbca i. klre mota.li della ':"Oll:s.G giudaicu. ricor• di.mo: Gli ebr-ei e !a ~ra.. di E. Ccm••ari (D. I): Uocr rana HD&a eroi, di G. Copai (O, I): ,....._ ~ ebraica, di J. E•ol'l. (U. 18): F► roda. Clllluia. ......... tll9li •-i. di T. Gattj' (ll. S): Libidine. cu, di G.ido ~ (D, 1)1 QIII .-., • .. -.:i:le ~9Hu (I, 6) di A. To•li; Gli ebr.S ~11 • i doadNtial. di. O. "°9eli (D, 7}; Riti e •uper•t;1:io.1i CW,ll ....... I. licmdai (U. 11). ~ le ~ 61:t._ deUa MDG ebmca ricordiamo: - Una .olu .alone WologLca ..... ......_ ebraica• di G-vio Montandon (I, $):

EBRAISMO E CRISTIANESIMO E' noto che una certa cm;ra lascia"a facilmente sfmttarc da r.azionalista, ispirata al sem•rl. quahiasj proletariato. smo, ~i è affannata a dimostra- U spiegazione Ji Rl)OCrtson re che il Cristianesimo è sol. _ è più semplice. Gesù sarmbc tanto ttna specie d, cbr.&i$tnO, e l'eroe di un dramma sacro, rapu.l"olt.1 perfino a. mettere in presentato nella cerchia ristcctdubbio l'esistenza stessa di Ge .. ta di un gruppo d'iniziati Ebrei, sù. Per esempio, il JenSttt non spo::ie di sincretismo dei ,•arii crede improbabile che Gesù sia «misteri», quello cioè di Osi. esistito, ma <hc l'epopea dell'e. ride, d"Adone, di Dionisio, ecc. roc Mbiloncse Gilgamesch abbia Il movimm10 che avrc~ dato subito una tta.sJ)OSQionc nella otigine a quel culto sarebbe sor. figura di Gesù: ìn più. l.t leg. to in Israele, circa un i\«QIO genda di Gilgz.mcsch rappre- prima dall'er~ Cristiano, nella s-cnt-aun mito solare, sicc"è i[ dAsse po"era, tr-a uomini ostili Gesò del Vangelo altri non sa. al fariseismo, detti i Na:u.rcni rcbbc- che il sole, circondato da Gesù .sarebbe la figurazione rin. dodici costellazioni, gli apostoli. giov:rnita di un'antica divinità S«ondo Kahhoff, la conce- solare della 1ribù Ji Ephr-aim, zione tradizionale del Cristo Giosuè. L'uno a,c,•a introdotto poggi• sull'errore diffuso d.il il suo popolo nelh Terra Pro. Ca.rlylc che ve,:le l'um.inità sem- mes;.a, fahro do,·e, 1:t. aprir~li il pre guidata da un eroe .id ogni Rcsno di Dio. I vangeli sono fase <kl suo progresso, mentre scritti dì propaganda, intesi a invece l'eroe è solamente il pro. prC'Sffitare 11 .sacro dr.imma se. dono delle condizioni sociali in condo b mitologia del tetnpo. cui cresce. Cosi Cristo non u,. In una parola l'opinione delrebbc un uomo, ma la pt"r&0ni. fa m.1ggioranza dei r:tzionalisti fiazione di un movimento SO• .si può ria™'mcre così: Il Gnò ciale, romano dì origine e giu. <ki Van_l!Clinon è che un:i (i. daico nella fomu. e Jlella $0· gura mitìca1 creata nelle sn:tc sunu: l'idea messianica degli s;iudii<.he 5incretiste, e anterio. [brei, «denazionalizzata~. $i ri .11J'èr-a istia1u. L'esistenza di cali sètte pare oggi acce ma invece nulla sappi !ero culto, all'infuori concilina le credenze col puro Jah\Jsmo. Or-a. certo il caso di confutare ~ ,ancggiamcntj intorno alli s1enza di Gcs.ò, e per qua riguarda la strana pretesa di durre il Cristianesimo ad sca2 cbraio è d:i notare: I. IL.Cristiancsuno sorse ex 11oro in Giudea. Il granello di senapa del nn~lo. sorto pie. colo. meno ptr il numero · ' aderenti, che p<·r la sua niu..azione come sist gioso, fu, dappri t-'lld. una religione un sistema di dot logia) o di pratiche turgia). Legato dap forme Jcll'ebraismo, Jò lentamente spogl 9uelle locte che fini dopo tre ..c.coli, perd rò fino ad oggi talu h,tt1enze, tn alo.ne tr dute in fondo alla Si remanciparsi da g l della .sedicente religio le, si andarono s,·ilu sogni nuo,·i. Se, da crescere degli adept · sciiti, s,•iluppa\'-a. bi d'organiu:azione., ' coscia1z.a cristiana, a,·eva creduto e pr:i fen•ore del neofita mandarsi la ragione ~ere, si andava piegando d ,..

Uno propa9andllto giud•a p,;zrla in An::.erica contro U Fa.,d.e.ino Due att~am•nt; di '"' g;udeo polacco tdla fJ.J,!I0llt·, hc and.1,.1 mda. ~.1ndo 1 1not1u Jdl.t ,r~nu, "'"urn:nJo RUOlt; e rÌJ)O)tC' :ar. •1'I0111t ~li r.1.~1one.rn quelle ,c. nt.l d1e prima .Hc,a .1bbr.acC1a1c 'IQlo per ~cruunento. Mffi1rt:, m,t\.c i Gmda tutto riduce, .. a. no ,1,J un.i v.1tu,1 qu•~•one d, p.1rok. A quf'MO proposno b,1. ,,.a mordue l'episodio d1 Gal. honc, pr0tonsolc di Au,.i. il q,.ule dice ;11 Giudei ,hc esigo. no l.1 (Ond:i.nna Ji Paolo J, Tar. so: 41 St )I 1011:u~ di .alcuna 1n~•ust11u o malngia J:,,,lu:u,iii, o ~,ude,, 10 , 1 udrc1 p.i:z1enttma\. te s«ondo la r .1~1one; ma $C la 9uistione è intorno a puole cd 2 nomi cd :i.Ila ,·ostu legge, prO\'Vedct«t ,·01 : pcKtOCchè 10 non \'ogl,o CS$Cl'C giudice di <0:cste cose» e li succia dal tobunale (Fa111,hgl, ./f/H}JIIJ/,, c..apitolo XVIII, 11 e 1<,). Il. LI. mnu.il,t:i cn.st1.1na è dld/flth,1/,,,,,,,. 0/J/JO.d(I :I quel. /,1 cbr.uo. lmero. che tos.i. attc-nJono dal Cri.Sto I G,uda nuoh1 na dintocn, J, U(.1rnao, Mille )ponde dd l.1~ c.h Gcneurcth? Aumdono la J,be. r.wo11, d'Jsruk ~' hgli di Abnmo, d'Isacco e d1 C1a. cobbc, sono SO)pinti da un tri. plicc desiderio: di li~rai1one, di \·cndetta, d1 ranatK"a ambi1ione. Purg:a.re il suolo 1suclit.1, schiacciare I ronuni 50llO un giogo rerrco, raccoglierne l'crcJiti della domin.u:ionc sull'uni. \-Cr:i,0., ,·incere come essi e sogg,ogue tutli 1 popoJi. conquistare ÌI mondo e imporre' a tu(. t.a la terra la legge di Mosè; br di Gctus.alffllmc b Rom.a nuou. opit.alc del gmcre urna. no; .Id wnp10 dd Mori.- ,I un111ario um,erult; .kl 1rooo rt.staur.110 d1 Dn1dc 11 s,cgg10 \Id Mcssi,1 <mondaro Jalb çua wrte: (lt'lla r.1zu d'hnclC', una usta pi-1\ 1leg1at.1,opulcnra, ,... lU, thc tulle le nazioni abbiano .1 scr\lre ,n ginocchio; «oo il ~ogno da 8r,m ttmpo .1co, rctu10. 1I so;:oo or~ghoso che c-»i v<"dono )IJ .1lhne per re.i. hu,1rs1. Ecco 1 ,1:r.1nd1 ~rct, ~hc: ,cng,ono .tJ :i.ppremlerc, cc- <o ... ,ù che .1spctta qunl,iii folla «:norme, intutssJu e tanahu. L'ou (' giun1o1_ Dio ha \IS1t.1to i! suo popolo. le profotie \I H'. rifiono: « lkncJetto d rt• d1l" , iene ncl nome del S•,':nore'• Cloru 2 Dio e a colui ch·c~l1 h,1 :¾dto, ,t:uerra Stnt• ~uart1e, re ai romani! J\1 figli d'l~uelc I.i HnJctu, ,I trionfo, I.i domi. flUJO(\e! Qucst1 sono I loro peti· s1cr1; queste le J»Ssioo, furen11 d1e li menano a1 piedi del Mes. sia ... he si è mamrcstato 1n hru. le; e tacoono, e ascoluno, muu e (remcnu, lOO quella pa11cn.u mut;1 ma mmaC'ciol>ll,rnn quel. r.1rdore ,0111enu10 deJ!.11 orien. 1.ih, che. prono .a tuuo. non .at. ttnJono d1e un.i ~rola J'ocd1ne ptr !cv.arsi e pugnare. Ma Gc~ì1 non parlerà <l, ,·cmlctta e <li Jom1nn1one rerrena; l'idea. le th'Egl1 prcd1c.hcri l la \lta puramente spmhlale, 13 , 1111one d1 Dio. E~li dirà che il vero cri~iano de,·e dispreu.are gli 0004"1 e le rnhcuc, pcrchè egli pas'S.l come sn.inicro su ques10 inondo, nel suo mistico pelle. ~rinagg.O \erso la Geruwlem. me tcltsre. la c.1ui d1 Dio. La ~n.u c.ooccz1one ebraica e.li Dio è lontana da quella cri. :-liana; l'Anti(O Tcstamenco non ci di una elcnt.1 idea della d1. \ln11i, e 1n,ano vi s, (erCM. rebbc una anche lonun1ss1m2 al. lus1onc allo spirito. Il Dio di Abramo, J, Isacco e di Giacobbf:. ,I Dio del popolo d'Israele non s1 ck, a sopra il ptù rono amropomodismo. Egli ha ma. n1 e br:a~a e !,,-ambt'. poi<hè fornu l'uomo con le sue mani e cammina nel paradiso te:restre (Gm. lii, 8); egli respira cd ha (ia10, poichè alita in boe. ca :i.ll'uomo un ,oflio vitJ, (id. Il, 7); è hmimo poid~ disc,n. d, p,r osu"""' i l,1110r, della torre di Babele (id Xl, ') e sotto umane scmbianu cntu nella C'U2 d, Abramo, si assidc e m,mp:u .tllJ ,ua tnola (ui. XVIII). I04u un.1 nocrt- sntef1l wrpo .1. (0rpo con Gt'-'.obbc-, n. m.me soccc;mbcntt', e Giacobbe .lhumt- ,1 nome d'lsr.1clt·, ciO(: 1alm1, um Dio. ch·egl1 J1ce di :a\ e r ,·cduto /<1u1J .i /,1<f1<1 (XXXII, 24-30). A M~ the ,i;:h domanda Ji ,1:derlo. Dio J1. te lhe gli tul p,1ssare J.1,.1nti b su.1 1,:lor1.1, m.a lammon,~t die non pottÀ ,c-Jerlo m J..,.. .,., senia morirne (E, od~- XXXIII, Il-(19). E poi .l.(:J(1u1i. ~ • Etco un IUOb'CI .1ppru)O ti, nx·. frrnuu (!unque )l)pr.i qud )JSSO; e (1uan.!o I.a mi.i filona p.tsS<-r.i, 10 11 metterò nella bu<a Jel ~.o.so,e t1 topnrù coo la 11,u ,,,,m" fm dt',O su p.,~..,110.Po, nmo,erò la. 1111.,1 111,mu. e tu mi ,cdu1 d, d1nrv. ma I.I. mi., /,1u'fd non )I può ,cdc,e SfflU morne (td. li, 12, H). Non pare pcrù d1c t1uc)tO pericolo di morte fos)C t il n I o 11mn1ncn1e, po,chè l.1. Bibbia dice aluo,·e 1.hc « non è m;11 più sono in lsr,1de .1kun pro(eta s1m1le .1 Mo~. ,I <1u.ile h-' umo,ONIO ,I "ì1g1wr" /arua ., J",0.1 » (l>m1er XXXIV, 10). QuC'S!o 010 pc:n,orule h,1 ,noltr: 1um i difetti propri dcll.1 u1mn1t.t. Dopo a,·cr crealo il uelo e la 1crn, rip<>i.l nel )et. umo giorno, il S;.lm1.-.u lo pre- ~a J1 s,·tgliars1 (S,,/,,i,, XLIII, 24), nè egli \'C'<lc tutio ciù <.he a,\lcne nell'unl\erso; poichè, j»rlando dei ~111 <l,cr, ad Abu.mo: e or io sccndCfù e \·cdrò se son ,cnuti allo \lrt•mo, come 1l grido n·è pencnu10 a mc, e .se no, io lo uprò • (Gr11w XVIII, li). Non h;1 la presc,en:u. nC: la sicurn.:u del. l'opcratt-; cd è solo dopo a,cr compiuta b creuione (h'ep:h s, ancdc d, l\tr fauo e~ buo. ,,a. S~ si rammauo. delropcra sua : si pente di a,·cr crea. 10 l'uomo (Gm,si. VI, 6) e f:ano re $.:iul (/ H, XV, 2); nè rna, è sicuro se i popoli gli sa. unno fodcl,, ond'egli ptC\ede di do,·trsi pentire del ~e che a loro fa (G«,m1.1. XVIII, 10). S1ffa1ti ,·olgan anuopomo,fism, sono ben altro che adatti a !arei credere die l'antica ri\'clatione abbia dato agli uom,n, la ,dea d1 un D.o sptritu.-le, e non hanno nulla d1 comune con il senso cristiano della divinità di Cristo. Anche ~ Cr1sto è il Dio.Uomo, b Jl\'inità che "' è

sto J'uOOlOcri.stiano trova tutto ciò cht- si aspetta di trovare in Dio. Quando le-~ b. dcflni. zionc- ddb ,•ita eterna Comt un «conoscere Te (cioè Dio)cGc-- sù Cristo che Tu hai nundato », egli è affatto incapace dal punto di ,·ista religioso di man1enere la disiinz.tOOe fra i due. Egli tro,•a Dio non dietro a Cri. sto, ma in Lui. Nella strssa vi. 'ta umana e nella persona di Gc6ll tro,•iamo noo :JOlo una vita umma e una persona che ci ad. dita.no una pili alta sorgmte di forza, ma vi troviamo già la presenza e la forza di. ciò che si afferma non csscrc J1lffiO di Dio medesimo. Quando Gesù tratta con noi <' opera in noi, Egli fa ciò che Dio solo può fare. Ogni esperienza. cristiana è nulla se non è questa. E se le cose stanno così, allora, ripetiamolo, c"è un solo modo di poter dire ciò che Gesù è: « Quando con(euiamo la sua divini1à, dice gn.l$(ameote rHermann, gli diamo SC'fllplicemeote il suo vero nome». Quale allro nome passiamo darC' a chi è-per noi e in noi ciò che per ,·ero Dio solo può nserc? E pertanro l'eco le diffc-rcn. ze .sostanziali che StP312no leombre eb12iche dalla luce cristiana: .:r) U chi.1,·e di ,·olta della sedicente religione d'lsr.iele è-il it~ismo, la credenza cht- quni:o unfrcno, posto nello spazio e llC'I tempo, fu creato ed è-conservato e go,·crnato da un C'S- ~re assai similC' all'uoroo; b) Conseguenza della creazio. ne è l'ollimismo (G~11. I, 31). ~ religioni che, come il Br.imancsimo, il Buddismo, il Cri. stianesimo, affermano la necessità di una redenzione, arnmet. tono che il mondo è in qualche parte mand1C'\'ole. Quelle invece che, come il ll')QSaismoJ,»,rtono dalla creazione, nC' <kri\•ano che il mondo è « buono » (tob) e non sentono il bisogno di redenzione e di vita futura; <) Nihilismo sì può infine chiamare, in mano.n:u di una espressione pili propria, la ere. dcn:u secondo la quale l'uomo, tratto dal nulla alla n.ascita, vi . ritorna alla morte. Colla morte, ridotti allo staio di ombre ( re. faim), gli uomini vegetano nel tenebroso ~1cl do"e non ,-i ; \"i. r;i, nt" !u~·c. n\. prcs~n.-, ,li\·inj. Gli •br•i d•lla Poku,Ja banno ...:og-hato og:n.i •trptag•auao pu no ae-cnd•r• l'oro accum11loto in (ID.DÌ di •1ToP:b:u19,gio o anoflato Mie· c;:beggiando I• dttà bombardai•. Id alto si •ed• com• daU. •tai..tt• di turaco!1e1 di una ••cchia 9i11dtia sia u.Kito un bel grunolo di mon•I•; !n bauo, mon•t. • banconot• HC:oa, da:i tacchi deU• kCU)>e di UII •brH

Un P.(lrticolore del ••Giudiaio Uni.-.rnle ·• di Micbe1on9elo genio ieclier a tro,•a10 ne • la lA Cen1rale una rana. l'rtru~. d carallcri ben ddinili e 11tteisi., Molte elucubrazioni e divagai.ioni di pr denti studiosi egli scarta &ull'origine degli. eltuschi. e rosliC"t'lc he la lo U?.-, $4:al)ilitNi . ltar ~~~i,. •le......a.ntichi da COn:\idcratt auloclona e pura. Egli l"ha chiamala rana aquilina. e ne ha ~tabilito i caraucri, ricavandoii dalle immagini dell'arte etrui;ca. !!jH:· cialmenic dalla scult,1ra. Coloro clic vole!SCTO poi approfondire questa 1es.i non hanno che da leggere la relazione dd Fischer all'Accademia delle Scienze di Berlino. alcuni brani de;Ja quale sono stali riportati in un articolo di G. Dell'l$Ola nel numero IO -- Anna XVII - della Difesa della Ra:::o. e Varrcbbe la pena di .studiare q~to falto anche dal 1)Unto di ,•isla della ~oria dell'arle e dello spirito. Se il Fr&MCtto nel suo ultimo la,·oro imi tipo ruiiale di Dante, chiama,·a Dante un etrusco. oggi mi stmhra che abhi:1 u·uto ragione ... >. Così il FiM:-her: ma noi ci 1>enneuiamo di risalire anchr più avanti. I Romani Jai formidabili a~imilatori qua;i erano. impararono dagli Etru..~i molte cose. Quando gli Elru;,chi i;i fusero con i Romani è nalllrale che ,·enne a creaNi una specie di 1ipo comune, il qua:e lro- \'8\'a rigoglio dal ratto clic era costituito da clue enlità peninsulari •Ieri~ ,•ale eia un cep110 unico. L'Etruria compren:te,•a ab antiquo una parte 1almeu1e vasta dcll"ltalia che Homa non poteva dJ)andersi &en1..a ~11etrare nei 1ennini razziali dei predecessori. Na~ co:.ì il ri,~o italico. cui potumo dare genericamente la denominazione di aquilino. percltè è inconle-stato che la ge11erali1à prerenta quf!3ta sagoma così ben d~ritta dallo scienziato lede:q:o: e In un· "i.so lungo ed in basso alquanto appuntito. e con gli zigomi sporgenti sta un naso. leggermente incun•ato, souile. ben coslrullo. Dalla cui leggera curvatura. sino a quella più genericli che !i dice naso aquilino. sl t-ro,,ano tutte le gradazioni >. '.\la il genio artistico. !tudialo anche anlropologicamente appare nellt> ,·arie fisonomie come un'ammirevole architettura lineamentare. Ard1i1ettura di misure. di rapporti e di proporzioni. Può awenire che 1alora la pinguedine o la magrezza abbia cancellato od accentuato quella che JK>· tremmo chiamare la sezione aurea di questa architettura; ma linee originarie esistono sempre: ba.sia sa1>erle 1ro,1are. All'ossen•alore do,•rehbero poi apparire palesi i tre gruppi caralleri!tìci che prt'SCtltano le fi.!!Onomif' tlei genii nell'arte. li primo più vicino alla teoria Cischeriana potremmo chiamarlo arc.iticc• elruschrggiante. Grandi lineamenti marcati. naso i11cun·a10. menlo 11ppu111ito. fronte possente ma anche obliqua, Dante Alighieri, Leon Battista Alberti, Michelangelo Buonarroti. Ludovico Ariosto, Torquato Tasso, Benvenuto Ccllini, ~no i più pcrreni ed evidenti rappresentanti. Esistt poi un 1iro che sembra aver preso. dall'anlico connubio, più dai Hornani ::fo• cbg:i Etruschi, per 111sua tendenza all'opulenza. alla regolarità, alla ro· tondità, con fronti \'a-sle e qu&drate cht si impongono ad ogni altro particol::ire ed; abbiamo Giotto, Cio,,anui Boccaccio. Francesco Petrarca. Tiziano Vecellio, Gianlorenzo Bernini e Vittorio Alfieri. Il terzo 1ipo C più ,,icino per In delica1èiz.a dei trani, la dolcezza dell'espressione e la regolarilit dell'insieme al fcmineo: Virgilio. Raffaello Sanzio, Antonio Cano,•a. Andrea del Sarto. Vincenzo Hellini. Questi tre tipi che hanno molte cosc iu comune. a ,•ohe si fondono per creare dellt- figure intermedie: ma in ognun di essi - siano fondamentali che intermedi - è raro non ri...,ahi l'impronta del genio. Il genio traluce. Non 1>erchi ci è noto; ma se noi prendiamo ad C!!Cmpio il busto di Oanle e qudlo di Niccolò da Unano. tanto simili ne' tratti, ci accorgiamo che l'uno fu grand<" e l'altro devtallo scultore quel poco di immortalità che gli viene in nome dell'arte. La ecienia così !'li accoppia al sentimento. Neìla maschera di Dante. nel -,uo volto tradizionale l'Italia ha 1rova10 il suo Poela sommo. Lo· scd· licismo potrà anche affemnare che con un ahro viso sarebbe stato identico il fenomeno della di\'iniuazione danlesca: ma idealmente la !!Ua figura appare tanto più gran-de e tanto ipiU !Ombolica, in quanto nei tratll ognuno di noi ha ra\'\'isato t ran•isa ancora Dante come il tipo. anti l'a1 chetipc:,, delt'i1aliano che oltre l'epoca latina risale anche alle origini etiu• &che ed arcaiche. Il volto di Dante è quindi come Taffermazione di que,;ta sJ)Onlanea e_naturale sensibilità n~lr,a. Anche nel Rinasdmen10 e nei 1empi modeffli quando di(ficilmentc gli artisti seguivano lc ricerche c la tratli-

10~ U---Poetae •10 to cen qwl ,.... e eon pro , o 4M'1ftl rqu.itdi all'u.ma.nili. I grandi aqtuluti eono una ecoria Ulnumerevolt e~ ui non è pose..ibile tktcrivere nè elencatt. Ma è et:rto che tt8Ì p~ndono • . à.aL~ c&an1c,q;i...LN&na CNi alle fenei pure. Molle cose oggi l!OflO rrwe più ardue nell'indagine; cd anche l'an• lropologo 1mò arrh·are ad un certo punlo. ma non ollre chè pusereht:..- uel camJHl non più specuìa1h•o ma f'S!lenzialmenle inventi,•o. Quello che rimane fondantt:ntale e ctw per noi ti ricollega ai problemi della rau.a. iil fatto e~ l'Name <ki I ralli 30matic' nei nostri grandì ri,·ela st:mpre r i11 maniera aMOlu1a come ognun d'c,si abbia in ~ iM:hiettezu e puriti di linean~nti. e non &ia mai il frullo imbas1ardi10 di degeneri o peuio ancora non rapprNoenti egli sleNO uno stato ~li anormalità. Per uno ,.,udi():M) n~un miglior campo cli larnro che l'indagine accurata ed una r~gua geuera:e dei grandi italiani nell'arte: approfondire e dividere, coane noi moho modOilamente ahhiamo prc~penato, le Ire grandi calegorie degli aquilino-arcaici. dei latini e dei ftmioei. E' ouio che ira il sembiante di Michelangelo. ed il ,·oho efebico: di Rllfh1ello uno differenu esisle, m11 csii;10110 :rncht traili comuni che tacil'ano i duhbi e conrermano le n~tre tesi. La ncc~ilà di q111."11lo &lmlio non ha - d'ahro canto - valore 1rnru. menle scientifico, ma anche 11tori<:o.Un caposaldo ff.Senz.iale e da cui 11i ~no trarre molte felici conclusioni è queito: la polenta del genio ar• ti11ico italiano non è ,·enuta mii a mancare. nemmeno nei ~riodi.,di ah• l>a~4ame11to e dì decadimento politico e 10Cialr-. Così una delle anni più erricad di rh·olta e di rh•incita morale è »tala l'arte che ha lenuto de,10 il pol,H)lo nOMro nel tem1>0oscuro e ,,ituper090. Quandc rtoi rioordiamo i irandi dell"arle i1aliana. cade il convinci• mento e lo fra~ conrn11e d0 ~rti staia la ,peniM>ia llt:rva dr-Ilo 111ra11iero. No. µaren piultMlo che l'halia 11idi:,.inler~ di alcune cose per clr. ,arnr ahrt. ci fatti. 11011ahbandonO mai la v~ione dell'irretlucibile mome1110 dell"a,•venire. e sempre fu p,-n..~10 al giorno lontan~ in cui l'Impero sareblw lorn:ato '"lii. colli fatali di Roma. I grandi geni furono in questo tuni c«Ul· conii: in ogn,~n d'~i una spec~ di angoscia i111erna, di !!-peranq lonla11a. di .,degno malcelalo, rhf' a volle non po1evasi co11te11ere d irrompeva com•• le i,wetth·e di Danle t' di Pelrarca. la melanconia dell'Aric>@loe l'ira ,ti Alr~ri. Il Rinucimento poi fu il lrionfo della rana italiana. Uomini che ne.• ,n111'ahra terra vide na$Cere. recero risorgett dalle rovine un mondo intero. La peniM>la !!i liberò !!emprc dal biz.antinl!mo. dal romanico. dal gotXi- ~mo. idee e 11ili che a,C\,a acttlta.to malamente, tra:lucendoli però con il :i,UO senlimenlo e con le 1,roprie nttt:Mità di logica, di lucc- r di' chiarezza. Cli slranieri rimango,,o come abbagliali dalla nostTa rina11ttnza. [ cercano anch'nti di app~ndere. di invitare. di imilare. di conquiJlarc: un poco di quel puh·iM:Olo d'oro. Dal Rinascimento italiano deri,•ano tulli gli altri 1110,•imenti in Franci•. in Germania, in 1-.pagna e in FiamlrR. Nelle nazioni d'ollre alpe dh'enla onore ed ambiiionc a,·ert' artisti i1aliani. I.A' corti europec chiedono questi uomini prodigiosi, &iano essi architetti. pit• lori. &CUÌlori.musidsli e porti. In Auslria. in Germania. in RuMia artit.ti italiani errano delle ,·ere e proprie cillà alzando monumenti. palazzi. chiese. ponti con l"archildlura n08lra. luminosa fra tanto rrigiore di ne,e e di nebbia. Marlin Lu1ero ttrc.t ,più tardi come di sorfoeare la rina.5«11xa arli.sticn i1aliana con la geiida parola della Riforma. Ma la O,iesa esce viuori0$& dal dihattilQ. ed arrida anche all"arte la ri. ,·incita: è la Controriforma che dà gll art~i più audaci e più bauaglieri. i1110,i a magnificare l'imhanibilità del ç.nolici&mo. Una teoria di rivolu• zionari semhrano eleitlrsi a sua difCN: il Bernini. il Borromini. il Padn: Poui. il Tie1,olo con il lolo fa.to regale celebrano il· lrionfo dei Papi ed alxano a Roma. a Venn.ia. a Milano; a Cmova. in rulla la pt.nisola. moli dqrue della lalinità. Combanere con i'arle è staio quindi uno dei compiti della n<J61raruu, ohre che con le armi.. ed in queihl battaglia netluno _,_...,..,._.,.ca_ potè mai 1oglierci la vittoria. OTTORINO GURRIERI Un porlicola,e del - Giudialo Uainna.le h d1 Mkhel4n9elo IJ

Tra I" é'.\'UOI.:italiane:: che neg;ì ultimi armi hanno dolo maggiori contributi allo i,tudio de1 1•r0Llema della ra7.Za u ricordata quella dì Marcello Boldrini, la quale ha approfondilo divcrk queslioni in·• lcreManli soprallullo l'a!petto sooì.ale e 1>0liticodel prol,lema r.azziale. Sotto quc• sto upello dunque, l'esame dei la,•ori del Boldrini merita lulla 1:1 nos1ra attenzione in quanto es.~i sono molto vicini ai problemi trallati da questa ri,·ista con prcJcren:ia. Un altro 1rnnlo dell'opera del Ooldrini. che merita da parte uostra una particolare allenzione, è quello metodologico. li Uoldrini. difatti. ~ staio l'autore d.e in Italia. forse vrima di <>gni altro, lut a1>plicato allo ,swdio delle razze umaue il crilNÌO genetico, analogamente a quello che ha fatto il F"iicher in Germania. Cla.,sica è a qua.lo riguardo la memoria relati,a alle maggiori razze ~uropee. Que&to luoro. apparso nel 1934, co:stituisce come scrive raulorc stesso, un JJrimo tenlali,·o di abbandonare i er-iteri puramente-fe1101i1•ici di clu.ò1iricu.ioue del'e ra.Ue europtt. e i roncetti della filogenetica lradixionale, per ~uire irwcçe un indirizzo genclico moderno. li Boldrini nella prima parte di (1ues:o la,·oro. dopo a,·en: aM\11110 oome segni d~tin1i,·i delle r:it7.e umane europee la pigmentazione, l'indice cefalico e IL staltlra, ed a.,·ert riassunto le nostre alluali conoscenze intorno alrereditarielà di tali cnraUeri, ne~li ineroc..i tra 1>ortatori ,ti modalitù OJ>p&.;tedi e,.si, pre,·edc teo· ricamt'nle I<" manif~tazioni :statisticl1c della purità u meno delle popolazioni oggi ,·i,·enti in Europa. Nella t-ee0nda parte del lu•oro il &1drini accelta çome ipotesi di lavoro, cinque ratz(" tra quelle generalmenle riconosciute dagli antropologi in Europa. e ~glie ahrellante popoluioni atte a raJ>- pres("ntarle. che studia :5tatisticamc11te, r.egt.tendo le diretti,·e tracciate nella prim.'.l p:1rte. La indagine del Boldrini si conclude. elencando come segue, in ordine di pre- ~unta uniformità genotipica decresoc:nte e quindi di dec~nte indi,·idualità n~- 7.iale. i cinque gruppi fenolipici .:_esaminati: I) Ra:.za nordica: è presumibilmente pura. o quasi pen:hè rccc:&8ivari8J>dl0 a 1uui e tre i ca·ratteri fondamen1,ali (indice cefalico, pigmentazione. statura} e non. rh·ela indizi statistici di importanti miscugli e incr-oci; 11Ra.:..:a mc12 dit~rrattl!ll: 6Cmbra possedere un gndo noternle di 1mrità. soprattutto in con~ideraz.ione del fauo che, quantunque recessiva solo rispetto all'indice ocfalico, è qua.si immune da biondismo e qua. si mancante delle alte stature; 3) Ra::a baùica orie111ak: è meno rura delle precedenti, perchè recei!Si\'& solo per la pigmentazione e per altre ragioni; ;J) &:;;;.a dinarica: è assai meno certa delle J>recedenti._ per molti molivi e fra gli altri, perchè recessiva solo per l'a·ha statura. che, tuttavia, J>Otrcbbe essere un carauere ibrido !u~ureggiante e perchè comprende molti hiondi: 5) Ra:::a aipi"na: è molto inccr1a la sua indi"idualità somatologica, pcrchè dominante rispetto a tuu.i e tre i caralleri iOndameJ"llali e pcrehè teoricamente se ne J)UÒ spiegare la formazione per via d'incrocio. f>erchè comprende inrine molti hioi1di. Se il la~·oro·cl~ noi prece(i<'ntemente ci~ lato sulle maggiori ru:ze europee ha grande im!)Ortanu per l'aspetto politico del problema della razza., quel!o sui 1ipi e attitudini coslituzionali e ,sostituzione delle ari.s1ocruie. merita di e=w-re attenlamente e,,.aminato, allon:hè si mglia affrontare il difficile e com1•les.w problema sociale della formazione di una nuo,·a aristocrazia. Alla fine di ·questo suo la- ,·oro il lloldrini scrive che, nella storia moderna, ~i osserva un alternarsi cicliCC' di fa.si di grande allività e di fen,ore Nr .struttim e fa.si ,li pacata e fine elaborazione critica degìi istituti e delle funzioni sociali. CiO 1>en::hè- sempre secondo il Boldrini - si ahetnano al ,·ertioo della gerarehia. individui geniali ~i tipo brevilineo stenico, attivi. cou altri di tipo longilineo astenico. contemplati,,i. E' possibile dimostrare il :egame rra tipo costituzionale e funzioni rociali, stulliando lo stato, il movimento, le tendenze secolari nell'abi10 fisico delle urie aristocrazie della presente società·. Per me:tzo <kfle indagini compiute il Boldrini è riuscito ad accertare quanto segue: IJ Sotto l'aspetto statico, nelle aristocraz.ie attl\'e prevalgono i tipi cos1itu:tio- ,nali ste,1ici, per lo più brevi ma t·alora anche lunghi, in quelle conlemplath•e i tipi longilinei aSlenici. 2) Sotto l'aspetto dinamico, i ceti arii"-toc.ratici delle soc:idà aui,·e M>no costituzionalmente molto prolifici, ma logora• lori di uomini. Wi diventano in\'ece reb.ti,·amcnte Sll!'rili. impiet!ano con BE pau,imouia la loro limiuita prole, quau·do la 60Cietà si tra~forma nel ti!)O oontempln!h•o. - 3) Souo l'aspetto evoiutivo, così in pH· salo come al presente, alla trasformazionè di determinate funzioni sociali ei accompagna regolarmenlc un mutamenlo biotipologi~ dello stato maggiore a cui sono affidate. Molto interessante è anche dal punto. di vista &0ei.aleun'a:1ra memoria dd Ooldrini sulla stratificazione sociale dei difelli fisici. Secondo queilto autore i oeli superiori e medi: a) pos.seggono cara Iter-i recasi vi che - se si prescinde dalla loro ,·aiuta• zione OJtetica - nou sono certamente \'8ntaggiosi e non si può afferm;u-e nemmeno con s..icure:r.za che siano indifferenti; h> CO!!Ì in llalia come in lnghiher• ra, e!Si comprendono ele,,ate 1>ercentuali di indi,,ìdui non idonei al servizio milita.re; e) nella ,•alutazione sintetic::i della idoneità fisica, compete loro una f>OSizione inferiore alla tne(iia; d) in pa.rticolare sono affetti o colpiti J>iÙdi altri ceti da talune imperfezioni e rnalauie; "'' tr:iuasi di imperfezioni e m.slaltie dipendenti forse dalla superiore età in cui sono stai i ossen•ati in confronto coi membri dei ceti operai, in parte dall'azione anetN dell'ambiente o indirt'Hamente riOC\'Uli\ :., eredità. JI Boldrini da <1ua-te premesse è 1)0rlalo a concludere che una polilica eugenica. la quale spo~ la partecipazioni!" dei vari ceti alla formatione della gene• .-azione pro$8irna. contribuirebbe.. è \'ero, a legare a quesla unu maggior qull(!tità di pre1ti ma a11du: di difeni, che i <-eti s.tcssi !JOSSCggono.Clic quc-;;10:sia un hene O un male - scri,·e il lloldrini - non è CO$a che' si J>CS!agiudicnre da chi. come noi. ignori completamente l'ordinamento e i bisogni della società futura. Mollo interessanti sono altre due memorie del Boldrini, l:1 prima dedicata a.I pr-oblema deila fertilità degli individni deficienti e difettO!i, la seconda ai problemi delle rclaz.ioni tra coslituzione e la- ,·oro. Secondo questo autore il problema <ki rapporti tra fertilità dirfcrenzialt> delle classi sociali ed cugenica è moho difficile e non ammelte roluzioni semplicistiche. A,·endo così ri.cordato sinteticamente i risultati conclusivi di questi la,·ori del lloldrini, crediamo utile di riror;.nare su

Jue Ji NSi che ci i111c>:~a110 in nn,c.h, particolare e ciOf' •u (1uello t'he riiuuda Jr rane umane europee e su <1uello che ii rireri,ce ai tipi e alle allitudini CO!IÌ luzionali delle ari!loc.ruie. Per il euo a1udio &0pra le ra.t.ze curope,· il Boldrini prende in conshlcr!41it)ne i se· 811enti gruppi demografici, J1 Popolu:ione della Sn~z.ia ira genc-ralce in particolare della S\-ez.Ì.:a occidentale, come ipotetic:.i rappreM"nfatriC't' dt:1 1., raua nordica. 2) Popoiaiione della Polonia e della ltu~i• Bianca, conte f>jponente tiella raua hahica oricnlale. 3J Popolu:ion~ dçl Piem~nte in geue-- ..ale, pl1!SC"ehacome &uppotto cam1•ione della razza alvina. 4) Popoluione del Veneto in genere. prrsunta come campione della rana di narica. 5) Popoliu.ione COlllJ)lessivaJclla Cala. bria e della Sardegna, adollata come pre-- aumibile nucleo della raua medituranea. In 5egui10 ad un accurato t'IAmt' da: 1mnto di vis11 genetico di queate popolazioni il Boldrini ha concluso che e relali· umente alla mau;-ioranza della popola xione 9candinava e di quello del Menogiorno e delle Isole italiane, è confermalo che csae pou,eggono un alto gra-do Ji omogeneità fenotipica, la quale date lt· modalità con cui si manifnta M:mbra du- \cui iutervretarc come rilc,-omle unit:ì ra.aiale. SndC!li e ardo-calabreti .-rebbero ,•a.. 1i campioni concrei' di quelle categorie astratte che gli antropologi hanno d1iama1n ruu nordic. e rana mediter· rauca •· All"tstrt"mità opposta. ..emptt secondo il Boldrini. starebbero irnece i piemonlt"Si. Uii corri.11pomlono ben,ì nelle ca1111te.fU1iche:!-alienti aHa 1•rt:11,unta rana a I J}ina e non rh·elano f'\'"i~ti se· gni d'incrocio. Ma a fare sorgert" dubbi sulla purila ,li 1uua la rar.ta alpina Ala i: fallo clie a&a è dominaute r~llo a tulti e tre i caralteri fo11d11menhtli.Sembra quindi che la ca1egoria a.stralla che gli antroi,ologi chiamano rana alpina poua con .,._.j minore .11icurnu che non le raz,.e nordica e mediterranea N~re af. fermata come genetipo 8pttifieo. Quauto ai due grupvi intermedi, i dinarid e i baltici, es!i si tro,·ano in una posiiione inlerme,lia. l)ifaui, mentre la pigme.111uione chiara dei balttei è un caraltt'!te reces,i,·o e J>er• ciò puro. la ~latura alla dei dinarici può essere con~iderata come ca.rattere puro solo fino a un certo punlo. Sono noti difalli i fenomeni di luuuregg:iamento. che .sono la frequente con~guenza dell'incrocio razziale. La razza che 1,iù di ogni ahra ei pre- ,senla, secondo il Boldri11i, distinta e caranerjjtica è quella nordica, e in questo .6n\W cg:a rnerit.i 1:a tju11l1tie::r \ii l/1,1nUJ ~llrQpu<in, ,utrihui1ale da Linneo. Nel larnro sui tipi CQ.t,lilu,ionali delle ar.i:;locruie, il Boldrini incominci:a dal prendue in C'Ot'Wdc.ru.iont: i due tipi coilituz.ionali fondam~utali, che da tanto tempo hanno a11ira10l'attenzione non &<>lo degli ~ienxiati ma anche UC::i filoso6 e de. gli artlllli, che "mo Npeuiumente jl tipo hrevi,inN .t,lenico e il tipo longilineo astt-nico. Ora, Ot!-ben'audo i ,ari tipi, ritratti. nelle opere d'arte, 6i nota romt I, clUdC dirigc:nte europea abbia subito 11e1 CONO degli anni una profonda tradormni.one lipologica. Coi:.ì, vcr ~mpio, ~ si co11fro111a110i rilraui J('j t.0vrani dell'Europa ,.ettt-ntrionale 11eidiversi teniJli si vede come an:. cora nel 500 domina,a.10 le forme bre,·i e forti alle quali •i sono poi ,-o,J,1ilui1e le forme sempre più fini e slanciate. Anche nell'Italia Centrale •i aMi-'tC allo atNSO fenomeno. n.. la lrad'onnarione è più prt'COCfl che nti paesi d'ohrtalpi, e, per convincel"!òidi ciò, basla confrontRrc le figure piene, ritratte da Giotto, con quelle sotlili e diafane del Ghirb.ncaio e tkl Bouioelli. Esit.eono eo&ì dttf' forme di genio, una contcn11;lativa legata al tipo longilineo astenico. e una in,·ece aniva legala al 1ipo bm•ilineo &aenieo. Secondo il Boldrini, i faui della ,•its aociale AOno il ri1mllalo di una ,·ittrulf'- 13

,·ole reazione fra le qualità COfilituz.ionali degli uomini e il mondo esterno, ed eui mutano, fra l'ahro, in dipendenu di un rontinuo processo di sostituzi,me di biotipi nei ceti dirigmti. In par1ioolare il fen·ore di rinflO\·amento e di riCO&tnn:ione è collegato con l'azione vigorosa di cui è capace il biotipo brnrilineo stenKlO. mentre l'elaborazione crilk.a de.i falli e de.Ile idee e la lenla evoluzione delle forme ffiste,ui ~no correlate con la cottituz.ionc longilinea astetiica. Così im1)0Stata la questione, il Doldrini constata che, a KCOnda del carattere prenlentcmente auivo e contemplath·o di un nrganismo ~iale, le arl3Cocruie, preee ocrne insieme, do,Teblxro CMere prevalentemente hre\•ilinee oppure longilìnee. A seconda poi del car1111lcreprevalcnlcmcnte auh·o o contcmJ>latirn delle 1ingole funzioni wciali, 1i può ,·cri.ficare &!)erimentalmente ,e il tipo o i lipi pre- ,alc11:i nei ri.speui,•i :stati maggiori tiano i11.. ccordo col precedente punto. Confronti nel tempo e nello tlf)llio delle carallcri.stichc hio1i1)0logicl1e di d1'ti !!"n1111,ipos&0no ~rmettcre di \'eri6care ~peri-uentalmt:nte ae le differenze esisten1: ,;,.on,J collegate a variuioni delle funzioni esercitale. Ciò !,arfl•be la conferma del mutuo adeguarsi dei fattori biotipolo. gici e ,mbiwtali, da cui -Ji1>endela forma. delle·funt.ioni sociali. L:i lr111afor111azioni sociali in allo donehbero t!IKre infine correlath'e alla SO· stitui:ione biotipologica degli tirati dirigeuli. Da m:n'(.!rosc inrliiesle compiule dal Bolclrìni t• \lalla sua scuola, risulta, innan. z.itutto. che le aristocraiie hanno in gc• nere una statura più aha del gruppo 50• riale òa cui pro,•cngono. La etatura tutta, ia delle ~iddctte aristocrazie con1cmpla1h·e è 1>iù baMa di quelle aUhe. Anche if peso corporeo delle prime è inferiore a quello delle 6C'COnde.Scindendo poi la c&legoria degli. scienz:iati in due ~llogruppi, quelli cioè cuhori di di.sci• pline teoretiche e quelle in,·ett d.i cultori di dì8CiJ•li11e concrete, 11.i vede come, a pari .Calura. il pc:so dei primi è inferiore a quello dei se<:0ndi, Secondo il &ldrini, queste diHcrenze, fliii che a una dfrenità di origll'lle rutialc, si devono fare riHJire agli effeui della selezione. Molto interessante è anche quanto &eri- ,·e il Boldrini a pro~ito cklla nobiltà. Oa uua accurata i11chies111risulta che la ~•itu:r.ione della nobiltà italiana maschile è decisamente longilinea astenica; i capelli biondi e gli occhi ctles1i vi sono più frequenti ~he nel reato della popola1.ione. Dall'eume di 1 n principi, duchi e cavalieri di Malta 5j è constat.3110che la tlalura media è di cm. 174. Mollo ele- ,·ata è la percentuale degli occhi auurri

che è di 61,3 t;l, in confronto del 31,-1 % che ai OMerva nel resto della popolazione. Un'ahra aristocrazia che ai n06tri giorni ~·e essere preN in contide.ruione è quella dell'adetjca. Negli adetj i1aliani la slalura media supera quella del reatanle della popoluione. Però anche il peso è supaiore, dato il particolare tipo C06tituz.ionale. In complesso, ~ondo il Boldrini, gli alltti avrebhero una certa 1endenu al tipo brevilineo. analogamente a quello che si OfSCtva in lutti gli uomini che pos,50no tttt:llere nella vila J>rali:-a. Parlando di ariMocraz.la, non ,i può iralasciare la nuova aris1ocra:1.ia. degli a11ori e delle aurici del cinema, la quale in un certo lell50 incarna l"i-df-ale et,tetico dei nostri tempi, modificando i gusti drgli spettatori e influendo profonda~nle ,ulla tccha seMuale anche (~gli i.ndh·idui apparle~nti alle clas.5i più modNlc. Secondo le ricerche del Maggi, gli attori ntA5Chi.'oj;gi in voga. tono non solo più ahi ma anche 1>iù peNnli c!elle medie della popolazione a cui apparlengono. E.si presentano dunque una CO!ltiluzione longilinea. utenica, che è inlermedia tra quella longilinea astenica e quella breYi• linea stenica. Le maggiori attrici im-tte. :ad eccez.ione di quelle tedesche. presen1ano un peso no1evoln1en1e ridouo, per cui pos,0110 eMc!re .senz'altro considerate come longilinee utcniche, anche se preM:nlano solo una &talura media. Secondo il Boldrini, il cinematografo fa,ori3ee :111ualmen1e due ideali e&letici dherti. uno per l'uomo e uno per :a c!onna. :\1entr~ questo ideale ma!IChile corri~J>onde abha1tanza bene a quello ckll"uomo di azione. il tipo femminile im·rce prcscnta note,·oli caralleri di dcholeua, quali si p<>MOno OHervare ne;la nobihi t"uropea contemporanea. Come si n:de, da quanto abbiamo fl. cordato, le idee e&J)O§ledal Boldrini 110110 alquanto dil·erse da quelle che ,tngono .oe:1enu1e da numero,si altri studio@i. i quali cercano irl\'cce di t»ahare dei tipi fitici e moraH dei quali egìi dimostra lolle le deboleue. Senza ,·olere cnlrare in merito a tali questioni, che ci porterebbero lroppo ollre, noi ci limitiamo a rK':hia.marc l'at1enzi0r1c dello studioso di problemi rauiafi su questi lavori di Marcl!.'llo Boldrini. per la ricchezza della documentazione pre&entala e per l'originalità delle teorie ~~te. Noi ,·orttmmo soprallullo che qut11ti 18\'ori fe'.Jo!!Mro tenuti prest:nti da quanti ai accingono ad affron1are il complC:MOe delicato a.&pello fjual.itath·o del problema della rana. eoprallullo allorchè ti vuole anfrare ;11, .i!Clezionedi un lipo parlieolare, che donebbe eoslituire la ,·era futura ari.stocrazia della rana.

di ì\lc1~~i1110 ~tc11iqero D ~ .. cmko1o di •-ia Maone à Oppca'.90 -1 a. Il delrAaao IV. CQD il tilol« "I ccuott.rj dominnti della DOllb'o ra•r.a ... In ~ MGMi.cno ScaliQero tracàa•Ct I• li.a.- du•1.fi-.• dello a\lCI traltcniooe, cdfeoacmdo .... ,. suo Ult.odi:meato di,e rMMataiouio1:1e delle •irtù JM,CUUcul dtiUo 1o:ua ilolioao troTi u ri8-.o a♦lla ~atadoae di rispondenti oa-rC1tteri.tic;:bedi ,ralore plropo109ico, anche attrcrnmo la W\&Stra&iOA♦ d.l U9,1.H ideali d<tlla noatra POri« e et.ba -.tra CWtvn. CINI di. ~ poNCr alcd:iili.re 1:ome si pn,MBdao .. attiludial Nt.riori ffUa ra:uo a.t a\loi momenti pi\l fortemente, OWll più •piritualmen1• creati•i. L'au11a/11 ,Jpe,ù11u g11trriu11 s, /116 ,011sidnt1T1 '"'" jHJsÙh'I "'",,"" i/di, 'I""'"• dd/11 ,a. u 11,,/1,u,11. In/Alti, Pl1Jù1 ,n NlòJO ,a,1ùo/ar, ; ""'" <h111. mala "'1 imJUt""" iul ,ondut. timtmo I, ,,u,zit imuu, lt ,,,,,,.,, J,I UHI"' , dtlfdlll111/l, l.i1 u1iJ1111u dtl ,.or, d,Jla 110/onlà. J, ,0111,0 4/ ,,11. muo, os1ia ,antro tseràti rht ,,,,,,,,,,,,0 i111inn, Jr«rou.- '"" J, fO!O'ì ed, rtaU dir,Vf'SI, sollo ,I tioto dtlld Gr411Bu. tag,"', l'11dM~!'.1 pow,u dr, 1111'%%1lflt<Cll'11<1. L,, lolla d,gli f1,Jù111i1Md,. """',."'o J/ i·Jo,-, Jt/111 'l*J,1,j (Oh/ro ,,, 'f#dHltl# 11Morf•. ,. l'I• g<1fla di 11na rnz4 "'"""'m""'' /11111 t N'1iltWia11ti s11oi fo11dA- ,,un"'11 ,,.dori. ,oniro il ,1101 tl111<0 ,o,n/,Qlltnlt Al srr-rivo dtl 1,111J4ù,,,o 1111n-naiontJt. Così la ,-a:n,i ba Ji,,,osJ,-alo /,, ,,,,a 11uin1• ,.,,iJunu, la p,o,. lùmlà Jtll'tltmtnlo ,1ni,o ,IH /11 Ji1tirrg11, t /,, ,.,,,,J, ;, ,,,,. Jo,ulilnl, µr ogrr, 1114 llff,nn11. %/Ollt, ",. ogn, SIIII '"~là. D'allro <•Ilio. gli 1111w,,in1t'11i dtlf Alt#alt g 11 , , r 11. b,mno r,,a10 111//al111N1t'J1tmo1f,r" ,h, p11ò 11Wr-t t.'".u,itlllt 11'14Ì,1. f111,11u, fn ,osi dir,, s11111ola- "'" 111llos11l111JIOd,lla ra%11, lii 'I"""'" lt #1izliori (!llffll dì '{Ntsta 10110 ,ostrtlft ad tipi. 111trsi, tld 11fl1r111ar1i 111/ pw,o Jt//'a.iOHt, OSJIII Il tr.J#"t lii .u111J11J I• loro ,attmitJ1t'- l11 ogn, 11omotsislono ,,,,,.. t.it profo,,d, di """"'" asso- /11u111tn1, ,;,,,orJialt, lt ,,,,,/; /mis,0110 f/llllSJ Jtlllfrt (ON ras. sopirsi t dlro/inar11 a/1"11,vrso modi d, '"'" f'op, Mio sttlt « borghtst », all'agio 1,11.11111/t, All't1is1tnu ,,,,,,oda. Q11tslt tH,r-git, <IJI SORO #Il btnt ,,,_ zioso dtll• raz,,, dtbl,ono ,n:,. 11i/t.1laui (Oll(rtldllltlllt, q11a11do '"'" Joru di ,aral/,rt "l""'· ,,1,ntt ,rimorditdt lt <ostri11gt ,, .11·,g/1:irsi t a r,agi,-,. In t,Jr ctUo. og,u r.lQU JiniJct ,011 lo tsfri111trt f"""'o di 111ttlio tJS" ron1in1t in si, 111/ s11011111t'"· "''"' ,,,. ,,,,;,,'"· &/ ; ;,,,,,,,_ ,.,,,, "°'"'' cht Ja l'""" m flltJIO S##Stl r«• in J """ '6· lt#Z4 Ji stlniont ""'""""'' bmtfit11. i11q11a1110, , ,,,,,,., po. ,,, i11111010lt 'l"alit# t lt ,·irt1ì

fmo-fsuhuh, eh, 11tteSJll•nu 1'' l'11Jfn1H~o11, d, 1111 ide,J, ffOl(O, (OJlrllllliO, t,fl'//e, /1111. su rol romr•/1,0fU w11 ordùte d, "''" Ml 11114'1,0, ,mo Jlile .i 11n Jtro, '"' tiµ d, '"'"'"";, ,uJ ,m altro. S1 t:#rif,r• dlllll(/llt 111111rigf.J. ros,, cer,11111 d; 110#1/Ht, 11el/11 """''· lr• r.11,0. f110Ntoelfft»(O !Jtt) ,,,,,;,, /diilme11te ruo1101t1Nlf.J eJ ,h111i11tuo. SI fNÒ dire ,IH 'I""'• I""'" lu "" v.Jore frofond11111en1, ,,J1UJ1t110 per l'A:ione ranista, sia /11 Italia rhe Ùt Getlfl4RÌII. LI #IÙMr• Ji 1.J, J-.Jor, ,:ìe,u dt11• J,J U'1JO d,I ,amficio. Jtd/a po/0111.i d, u. m1e11u, Jal/11 promeZZlt a ,no. ore. ,1,, '""" 'l"J,tit fro/011- """""" "'"• ra/f'euntllndo 1t11 dono etmro i,uonfo11JilJ1le e cos1il11r1ulo perciò 111111 pi,1,11 d1 /Nl'4tD•e 1i""" r11,e110 4 01111ilu111i114zio11e o de1,i,uicm,. Così avi-ie11, che m lttJù, /11 rllUII veraHiente atJia,t•. 11,lle 111, t'arinion, Janddlflmt.Ji, DI· X' si fnò rico1101cen, JÌ;t gr11ZJe :JJ, r11r11tler,stirh,Jl)lllt1lirlu I' .JU .llhl11d111i 11uw1,J1 e mor,,/1, 'flllllllO aJlr11tWJa,.,,,,,,,,011, rlu amma I lfa/11 J,I 1·0/to. I '{Mal; ri,•,l,mo 1111 ,apporlo ,,.,. '""""'' 1igni/1rAli1·0 con lo ,,,. f1to ,H I, 11,·visw, e, per 111 p,. ,iJia11e , /'immJllà di fll#S/4 tJJ1i,n11do11r che /,uri11 in eSJi 1111'Ì•/WOHl11 t>ii"A e 'flltl.JI li 1,11. sfit"'"• ,ew,br11110 111,w, ,,,, 1,,,_ i11aggio 1t1ir11bilme111, e 4IIO,osJi11 ,,,,,,,,,,,,,. /11 ,ouibilit# ~- c11/i,,,,. /11 'l"JitJ 11,e,ni.J, d,/. /11 '"""· S, 1,111111e/Jettù-.,,,,,,,,,1 Je; ltllll ,suriori Jel riswtlio de.li, ,,,,,,;, /ra/omie J,I u,,. l'"· tdlorcl>i r110,no ,.-;,,,, fO· sto di111111:i lllr11/Jnn111i11a d ,,.,_ ""' ,omb1111e11do di morir,. Ciò 111n1/ir11 ,b, ,I s,mt11e tì• rtt• ,,, ti tali 'l""'"i, illlo 11"10 d1 /11te11u, ,- ,1,, µrciò Jii;,ru 111rebb, /11 re#Jion, di ,,,,, sa11I"' dìvn10. l11/1111i, do1,·, 'I""" segni 11011 si m11111/11ta110,nr,ntre si fN6 r1n1raui11r, /11 t#'tuteriolo1ia '"'"''"· ,,.,, '"" lii 1'11111 ,,,;_ 111ra,i /1td sr11rt111ro 4'/n11111- ,, che IIOll si trd/l11 di ratu i/11.

111111•.Otgi J'MfJÙÙ 1fffi111"1, l' 111 ,0111pa11,ru n,l/11 vo/0111.Ì d,ll11 t•"'" Jibmuriu d,bbono 11t(IJJa,-ian1r111,1rrt,. ,.,"o,uro ntlJ',sprts3io11, , nti /ralli d,I 110/to dtt,li .o,,1ini d,lla 11011,11 ,-.ru,,. D01,v si /MÒ ,-11umtr,ut 11n11 dis1on11n1A 011ia 11n111011 ris,andmu '"' il li11td»1mto Jisiro, ft1pt11io11, - 111 111al, dovr,bb, ,ss", 11n·,,,,,,,w. ,,, di p,-ontnu al Jt1M1jiuo - 1i !NÒ ,fjmi"""'""' '"'"' ra. tion, d1 ù1di,,id11,w, 1111 tiµ ,IHIU,o o I" lo ,,,,.,,o n 11 il•- l,ano. E r1111/1,-rd fMAJÌ Jt111pt t1·1dt111t /"11,,,1oni11 d,J lin,11. n"fl/O <011 tt1prt11io11, 1111im11ltÌU. Afp.:,rlmtrt ,J/11 r,uu i1Ji1111a111f1111iitn1ji,11111,r, I'"''· ,ipi. in 1piriM, anima t ,o,po. d,/1,, r,iu11da ,roi,11 ,h, /11 ,a. U Diti alll11r:,ru. Ora. µirhl 'I""'" partu,,won, ,,,,,, p11ò 1•,rifirarJi m1u NII ri/ltsso pl1111i,o. 11i11,n1,. 111/ piano 1111imito. ,o,,a,.,o, ossi• Jtn14 ,h, ,;,,,. pim11 111/ ,v,lto J,J/11 rJ"'1 NII u1110 difjidlmtnt, ton/011dibiJ,. noi pouiamo di,-, ,h, 1.J, ,,,no, o t1prts1ioF1t, m,nJr, ,o. J/IINÌJ<t 1111 t/t#ttlllO (O"ll"ttn. 1, di indirrid1111Vo,1td,/1'11111,11tuo 11omo ,.tt,mlt 3,AlltNt i111/ia. no. p11ò 1111<b, ss,r, 111111n10 ,,,,,,, 11n '"'"""' di,Jinl1t10 d,J. /'11J/Jt11din,111,rrit,-11dtlla r.a:r,a. T ttl, t1/ff"t11ion, 11011 Jdl'tbb, 11,u11ario dtJtriv,rW: ,i111t11no L, pd "'tli,.,-,. Si ,,,,,,, si ,-;. tonOJtt ,,,ru 11ttt11it.idi indt1ti11i ,,.,-,brali o d; f11tirou 01s,r1,11zioni: si •lf,,.,.a allo Jlalo di sµntantil•. E' 11n·,spr,ssion, di Jitrtffll , di JU#,.tt'ZII. d; ""· b,/lì, t J, ,11µ,11.idi sM11/1m,: 111/tJ/rtJJtOllt (I,, Jì, Jrll~ ili 1,1111;dtl ro/Jo 1i110 " <ONUt11i. ,. lllltl 1ipirilà "" p116 b"1 tJ• strt pr,sa rom, mi111r11µ,ijiw. LI /ronl, s,111/,,-11 t11rfo«1i di for%M t th ottb, A<fMÌS1rtl#rr , /i,,,pidnu: ,/ 111110 ; /1110 d., ima JOrla di tJ11imazio11,,-oi,a. di ,:o/onJÌI tioiOJa di dtdi:io,u a "" id,al, s11fttùw,. E intr- "'"'"" r ;,1,,111i110 upnsi ,.,. ro11osrer-r,omt 11pfar1,11,,11i a/. l11JltJJa rauA. ,mrar:nso '{NtJlo ""l"•ttio dtl rollo: ; f•ni11ta dtllt1 r.na tbr p.w/11 af1rt11•t,-10 il ,·olt<> dttli mdivid11i, E ouorr, •tti11n1n, tbt lr> "'"''""'" ,, '"'"" ,-1U4 Ì#l- pli,•. ,:a it, ,,,,.,i di Mlltl lttt' di 111UN,a ,om, ;,, "irllÌ di Nlla lt,&t di11i1111, la par1ttip.uio11, Jotalt , <OJlr11IIÌl't1 ,J/11 vi111 dtl- /11r11'1U. An,ht lfllt1114o. in osi trttzio11Ji, 11 tilmt, " umu. pirt dtl/""110 Ji HII pit1110 111,. lttfisiro il p,-oblt1t1a J~ll11 rn:u, 11011 ,, ; pn q11,110 .Yiolti da 1,J, doi:nt. 11Jsi i 111110,-iZUli • ,-i1111t1riarr111/, a,1,d pt1zio. 111. Fin,bi 1'1101110 i fallo an,h, di 411imt1 t d, ,o, ,o, di unpt. d, 1'11/JtO!t t di OJJtl, ttli ha 111111 /1111:io11t profo11da111t11lt 11t<tJJt1ria ntl trt111dt,orpo d,/. l11 razu a ,11i t1p,ar1i,11t: di <JlltllO <M/0 "'1im41o d,Jl',nlt « 11aiio11, » , do/lo ,p;,.;,o « 14lria •· ttli /t1 µ,,,: i11 tJJO r µ, ,sso ttli hA il dovn, di .,m. E "' ,,,,,..,. r 1,_,,,,J ,,,i. s11rt1 d; 'I"','" nio11,. Ciò ,,a rirordattJa toiNflÌ rht. rit1111Tdot1llt1 <011ttzio,1t di ,-n:i.,, si ,rrdo110 11111rwiru1i a rir,r, µ, 1111pit111n di JNf>t,.•·

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