Li DIFEDSE! LLA SCIENZ4.•DOCU.MENT4ZIONE POLE.MICl • OUESTIONARIO DIRETTORE TELESIO INTERLANDI ANNO IV N. 12 • 20 APRILE XIX RO)tA - SPl-,DIZ.IONF. IN AllBONA\IF.:-,,:To POSTAI.I 1IRUENA '·LOUJ:\I SIA11-., G .,u.\ J'F.CORf, '1A.1TI-;, "i/Clii-,'/, Gl[DEO DI VOI TRA J O/ \O\ RID f!'' tUA:\Tt:. l'MUIIJSO \)
SOMMARIO 211A P li LI · Ult Ul'lOIB 11AZZ1A1NZELLEVl- . ur.m-.- ~ _, ANTROl'04W 001PO uaao . Vorkmonl - • _...,, L-, FILOSOFIA ETICA 1112111NO(i. __ ,_ ------ DIOlllfA' RA2Z1AL1 DEW: ,U: ~ I.A IIIJ()LIIZIONE l'II NCESE PIUN-. ~lll-18RBSO. DOCVIIINTAZIONI ·Glli'9- IA'tlll,I.I, STORIADELGIUDAISMO("L'OT· .,..twa cleUe ..ab6); GloaGIO MONTAIIDONiVITA E OPEREDI VACIIERDE LAl'OUGE. • -C:C:0 - UJÌIITA, I· IS"APRIIZXIX. OUISTION.AalO UN IIACCOWANl>ATODI rt!UIO, DEGIUDAIZZARE. 1 111)0iK)SCIITTI ANCHE SE NON PUBBLICA TI NON SI RESTITUISCONO GLIUFFICIDELLA"DIFESADELLARAZZA"SI TROVANOIN ROMA·PIAZZACOLONNA (PORTICIDI VEIO! TECEF0NO63737 - 62880 'i: 4fl1MA,~ ~t{,, wa~ ,dq,.(. ~~ ,a, ~- ~ . ~~ da.Ue. ~~ .N~nali Colloudoto dol Ministero delle Comunicozioni • Ogni Rodiobolillo, ho il relotivo bollino di collo udo • Tre volvole Onde medie • Ricezione diurno dello stazione più prossima · In condizioni lovorevoli ricezìone serole di olc.ùne principali stazioni europee. Privo di reozione regolobile sull'oereo, quindi .esente dai disturbi caratte• ristici degli apparecchi a reazione.
BANCA COMMERCIALE ITALIANA CAPITALE L. 700.000.000 RISERVA L. 165.000.000 AL 18 MARZO 1940-XVIII BANCA DI INTERESSE ·NAZIONALE
UN GRANDE PRIVILEGIO PER GLI ASSICURATI dell'IstitutoNazionale delle Assicurazioni ...... - Ulldlll_.lRIIIIII c-.••.... ~-- ., •• 11 ,rdatterL .. . LA PARTECIPAZIONE AGLI UTILI Quando nel 1930 l'lsl!lulo Nazionale delle Ass1cu.roz1om, conscio della suo formidabile potenza hnonz1aria. dec,se, per inlZlahvo spontaneo, d1 chiamare 1 suoi ass1curoll a p:nteopore ogh ut1h di esercizio dell'Az1endo m1ese di fare un altro decisivo po$$O su quello strada della collobo.rOUone sooaJe, che è uno delle hnahlò basdon del Regime FClSClStaL'omm1s.s1one, anfatt1, 9110 partecipo11one degl, uhh dell'lshluto, vuol dire. l) che uno gronde masso d1 C11tad1n1può oggi sentirsi piò slrettamente le. gota alla vita del gronde Ente d1 Staio, cui afhda i suo, ingenti risparmi; 2) che in virtù deU-occennola partecipozione gh assicurati dell'Istituto hanno visto dJm1nuue sens1bihnente 11costo dei loro Olh dt previdenza al di sotto dei premi s1ab1hti dalla polizza. Il pnmo punto espnme ti sigmhcato ideale della imporlantias1ma concessìone ed il secondo la sua benehoo conseguenza pro11co, runo o l'altro dimostranq con quali atll p:,sihv1 J"lst1lu10 Nauoncde delle Ass1curaZ1om hancheg91, nel "9llare della sua competenza, lo grandioso opera SOC1ale del Governo fa. &e1sta. E' utile, a queslo punto, esporre qualche cifra. Dal 1930 al 1939 incluso (il bilancio per l'esercizio 1940 non è onoora pubbhcolo), sono stati assegnati agli assicurata àcln·utulo ben 223milionidi lire per la portec1pcmone agli utili. Nel ~olo 1939 l'ossegnazione fu di Lire 31.S't0.958,75 Lo nporbz1one di questa cdro cospicuo è stato eseguito come segue A) Sui copi.tali assicurai! anteriormente al J• lugho 1936 e su quelh riferentisi a con• tratti collethv1, popolari o a premio unico, pe1 quah la partecipazione conti. nua ad andare in aumento dei capitali stessi: • Il 5 per mille della singolesommeassicurate 8) Sui cap1tali as.4'1curah dopo il J· luglio 1936 in forino ordinano e a premio annuo: Il 6 per centodel premioannuale con effetto 1mmechato e cioè mediante cornspondente riduzione all'atto del pagamento del premio dell'anno successivo. Esempiopratico Un padre dj famiglia di anni 30 ai au:icwa nella forma "Mista " a premio annuo, per la somma di L. 100.000 con un J;onltatto della dwata di anni 25. Dovrà pagare un premio annuale di L. 3.350 e quindi la sua aaaicwasione, al termine dei 25 anni. gli sa.rà venuta a costare L 83.750 (L 3.350 x 25) aenza h~ner conto degli intereui. Senonchà con la partecipazione agli utili conceua dall'Istituto nella misura del 6 per cento dei premi. il conteggio riaulta ben' diverso. Infatti. nel coso contemplato. il premio annuo di L 3.350 ai ri. duce a L 3.149 e quindi il costo dell'Cl8Sicwaz.ione da L 83.750 a L 78.725 (L 3.149 x 25). D che vuoJ dire che, in virtù della partecipazione agli utili • il citato padre di famiglia avrà alla ti.ne risparmiato ben L 5.025.
LADIFES! DElll I ■ AN O IV · NUM1mo 12 20 APUll.f: 1911-XIX t,.<it.J Il. l t. Il. :a• IJI 0'-'\1 JIIUt. I'\ "H..Ml •• 11 ~t.l"A.\TU ll•t. I ,.■l"\)U\lU A''H,O l,l•l. :i• \IIIIU\A"'-'lH <iJ""'J.'ITIC.U..t. Il I :" I ~ ■ 11 I I I> o t' I" I U llin·11ore: Tl•:1.ESIU INTEHI.ANDI Comi,.,,. di ced11ione: 1,r,,r.1lo11.t:111DOLAI\Ulli\. prnr dou .. LIDIOCIPRIANI ,;,.::r,-11r/ .. ,li rr1luin11r- C.lctllf:10 4l,\1l11AN1'1-: SCIENZA.•DOCUUENTAZIO POLEUKl • OUESTIONi\RIO •Clw ,:1iaio ! Proprio ade11M1 clu•stnvamo per farri natriralii::z<trPgreci!'
Ilfattoreazziale ..., ____ nelle Susli avt,senim,:nti di ()gni tempo n'OltiJi ntlla pe11iwla. balronica t'bbero i11/lu.Jso deciJi1'0j noti fattori ru::iuli. Per rhi li conosr,:a:u. fucili /uro,w I,· prt'r:UioniJulla sorlf' del rosid,lt:lloequilibrio balcanico u:t,uito alla gramle ~u~rru r eh, la l'U:CO/a lnlt:Ul puntellò prov1ùoriflmente. l'ar,:r/i mal ,aiutali minae:a di/alti ftd1/icio politico f'rtuo ~r idni:fOM in prf'n,len.:M "(llft,losuswne. d• quei me,ltsir,u Angloso.uoni che con im~rturbobile /accia flJJltf. ignur; tlt:i propri rrrori, conl.inutrno ad ulll•t,t,for.si a .sulwwri del momlo. /.,a wla V,:rMJgliu indica: 1Jiri.st-:io11e di popoli (v. Tetl,:schi. Un• ihursi. Bulgu,i.. Albunesi. MucMoni ttC"'.I che perciò r..-11urorw in atksu ~posnwdica di ri1mfre le sparst IW!mbra; wriont:, in ultri ca.sì. di pop<>li /0111 inr>t~ per i:irt!tt s,:parali (t'. /ugoslutial; ronflni insupcrubilm,tn/.f! ridicoli comt". per ,wn u.scire ,tu/ r,oJlrO Pue.se. quello di Fium,. che tagliò in ,lut' un porto itvlia,iiuimo cuccìcrndola t1l terntinr di un lembo .sonii,: di lt!rru du t!ui protendr1'tl di.Jpt'ratamenlt' verso /11 trl.(l(lrt!paJria.oppuu, in Halconia. qurllo di Doirun. Ot.(' la n"uà fu lu.sciuta u, lugosfui-W, la skl· .;iont" furociaria 1n Gr«iu! Con titoli J1mili gli AnglosM.suni h.a,,no ostdO riprf'.sc,ilar.siqut1li riorilim,tori J,-/J'furopu, Circa i Bufrt111ioccorrr unch.c sotto altro aspt'llo non farsi illuJiuni ! t'i11tricute::Ù drlfo loro .1ituu:io11~· etnicu unn(" d"sti ,n pnm11nrn.:.a ,lissidi dm quali più wltt! purti I,, scin• 11/la eh~ mi.st' a fuoco l'E,uopu. I me::i blandi non polrmno rolerr t:011lrotale pn1rolo nè Ulnlo nl,t!no i met<xli racco11wmluti ,folle dtmc,cra:ie per curar,. q,u.flu m0tlern.u mulal· liu politicu drlb.1 Tie.lle.min<mw:e. Omwi sappiamo clu.- funica mt'dicinu prr simile mulauia 1.ùn .suu"-ila dull'anlropolot,iu MJc1ult! ,. che t'(, data couà#n.=io.samentt'con crilui rud,c:ali, lraJcumndo i fH'rt'ri Sf·nioli fH!r<:h.i potrebkro es.st"r «mli quanlÌ ~li ammalati. S,. ne son ~iO i:istt' ulc:unt! .so,ru11ÌlliJlra:ioni: oltre .seguirwuw pu rùfore fwrit'une. una 1,ollt, per st>mpre,olf Europa " speciulmf'nlt1 r, qut'I lr(J.$(111dt1tu M'll<Jrt'costit11ilo dalla ~riUOla bokanico. // g,oi·iglio t'tnioo clin lu JistUl~U.f!Ji~ndt' Jullr inwsioni wcct'dut~i:isi con prot·tmienw <' composi:ioflf: st.'UrÙJI'! <' p<JÌ. asttst<ltHiJi sttando per• mrltem la portico/art' .strullum ,lellu retione. Co11 i suoi monti, i .suoi fiu· mi t' le SU<' valli t'SJOrappret.t!nkl ori.:i umi tlimostru:ioflt' istrullioo di qutmlo lt>t.'fCt!ndedei popoli rùentano dt"i fatWri t,ro,-rufici. lnohrundosi nt'lruspro sistema oror,rafico dt!i Balconi. ogni onda unw111a l..'t.'nflt' idolla a /rammt'n· tar.si pr, ~rcurt' le :one di mit,IWre abitubilì«ì. Col ri/HIUW sopruc·t.v-n.irt' di t,t11ti vi fu chi ri11uut' soppi"nklto e indi .sospintQ m11ggiorr11e,1t1• ,.ei monJi co,i flus.si e riflu..ssi a Jt.'ICOndtJdello .spirit.o battaglino degli i11lt'res• sa.ti o dt'i loro nuoi·i incontri. Col tt'mpo, oltre a fenomt'Bi di COmfH'nt'lru· .:ioM H llt! rt'suo ir&n-itabi/i ohri di ossimil~io~ f,worili dal pros"l,tisma rt'lit,il>S-Ot! dal prt'tvdere di. alcune lingue su u.ltre. Resultnt<>ne fu una fiuu ~ c<>Jll'ila:.Onedi r(1::e e culturt'. Un ri.strf!lto territorio quale r Albunia e; dà rosi caUolici. ortodossi e musulffli.lni porlunll.· albunest". mt'ntre fuori dei suoi ultimi confini politici si ltan,w Albanesi st!rbi.::a1,·.oppure gred.::ati. occanlo a &,bi. o Greci. alboMsi:.:t:Mi. Di Serbi St' n, hanno molti cllt11ù;oti in ~foltdoni4. ito/ian,'.:.:ati in Dalma.:ia, islami..::ati in Bosnia. l',sit,uo mu;lw 1,aluco:>co11ta ,, sua i>oltaelemf!nti t,r,ci.:.ulli, bulguri::ati. itoliani::OU. t' islamiz..ali. N~lla m.a.st.apre1.VJlgono k genti sfovt, ~iunt.: n,i &leoni piuttosto lardi , già non om.o1,rntt, rMntre il loro /ram.mi• schianiento aum,ntò JUI posto. I Croati M i Serbi costituiscono fra t'SJt! lu mai~ran:a. • P,.r riniedior,- Clllt1co11fusione dnica dt:krmin.auui uflflulf!rso i ttmpi. ci Ji ispirò talora al prindpio della na:ionalità liberatMnte suita; qut'JrOdopo it" t,.urrrt' balcan.iclte dtl 1912~13 t! ancor più dopo il Trattato di l,,uanlHI. Il fatto steSJO può di at~r abbon,cù,Ml,o ,alla volon«ì dt!i siAgoli il fa, parlr. o metw. di una data na.:ione, a~ich.è stabilire oon il.luminaio auto· riti, /,. dil'isioni di t,t'nti e territ,or('.,ulla base della. raz.:a - d{IU)di fauo 6
vicendbealcanich 11un ir11pr01Ti.sabile 1· ill1/i/jer,-n1~ al t'(I• riur ,li opir1io11e dull'urw "ll'uftro indfriciuo - perpetui., un'utmosfem di agita- ..:io11, e di louo conlrarù, fil consolidur&i di qlwlsU.ui stufo. In ulcuni pm,si. bulco• nici o ,io. si ,,bf.u.ro anche SC(lmbi reci· proci 1h4le J>OfXJlu:.iu11i ulloge11e. Fra Grecia I: T11rcl1fo eui dctaminuror,o 1111 moi:imtt,uo durato dal 1921 al 1929. Fu cosi cltr i Greci si tror:uro11Q u do~>ercoloni:.:are con me..:;:umilio11e di 11ro/11gM dell"Anutoliu quelle p<irli delfo M1u:t'd011iQ r dellu Tracia sgombrate- do 1111 milion, e mi'::,::.t, 1/i Turc;hi. I Bulgari si op• posero all'esodo dt!i loro co,1110..:io,u,/i da ulcunt• ..:or1edella Oobrugio. dt'llu Mucedonia" 1/,,llu lugoslaviu du loro c<>nsùlerule .storicamente bulgurr t' eh,- semprr reclamarono. Nemmeno i Home11i 1,ù/en.1 COfl Jimpatù, ~li $('ambi di {HJflula:.io111 f>er cui Ji limitarono a richiamar" i 11u• cll!i più mi,1oecilfli ,/dia /\foce,lo11ill or1J,, immNtnli. ('Ori ct,lcolo t•videfllt, ai con• fini ml!rit/iofl(l/i dr/la Dobru,;ia. Al tem· {HJ Jll!JSO anuQno nl'/ laJcù,rc quQ$Ì 5 milioni di 11011f(o,,urii. ul'c111110 " 13 mi· lio,,i ,li Hmnr,ii. O<1i tralluti St'f.Uiti ull,, 1;mrul1• '/t,uerra. f,li Alb<tnesi. 110,i me110 tll'i Bulg<1ri. furono barburamenlt' muli~ lati percl,è quasi un" m~là 11c reslÒ sollo· pmlu" slrm1ieri. Alfo Jugoshwù, si OJJe• gnurono ;,,...,ce 12 milioni di individui con alme110 3 milioni di non Slat·i'.. ma tmcht· qunti ultimi Jl!JX1ratida mlii secolari. mentrr ,lai suo ,lominio ,lesùlu:uo,w srmpr" di emanciparsi gn1ti (li st·«riuto origh1e fru c11i Afbant:si. Bu/150,i. Jl/acc• dohi. Romrni. Unih,:resi t: Italiani. Ciò denol" cht:. un:.ichè s<wurlo. Versa~lio peggiorò fu 11mlattiC1delle minoran:,e. Tipiche de( h:rritorio bulct,nico sotw le lotk che pn m,oti,,i ehlici angus1iarono fin dt,l suo primo m,scne fu lut,oJlavio uudendolo non la {'Qte11:.u eter,wnica " cui si oltel{gÙlt·a m" h, terrll closJÙ;a dei culpi di Stato e degli Qmicl(li polilici. Apµ11u erellt1 in monO,c/11ll ercditariu cun lo rostituziontt del/li di S. Vito del 28 giu~rio 1921, si ebbf' l'oJJiminio del 111ini$lfQ Drnsko1ù· (21 luglio 19211. St.• ntt trt1sse prt'/<JU>pn una l"sf.e " ,/i/esu tlello Stato ti u~oJto 19211. in realtà mi• rwrcin co111rul'antic,:ntruli!mo del partilo d('i conte1dini croati di Strfano R,,dic. Ne derfrò i,, un primo IRmpo l'<1Jle1uione di cote.Ho pt111i1otlctlln a1tfrì1à parfomet1IO· rt•. pt>i l'tt1teggiamr1110 m,tidinastico, u11• ti,,umarrhico " .tl'/Ktralisla dei Cr(J(l/Ì. J,, 7
f'ronriere lrcict'iale ,·on In nwtita frett.olosa e ,lisi rallo ,lt!i ,li/Jbmutici ,·ersaglicsi. senzt1 tcnercou lotlei ,tiri lii dei pQJWli ,/_elle ru:.:.e, ,telle tracli:.io11i... ,,,/a::iu,w ml 1111 TI'("''""' /r,llu .(i ritvrdi d,,, ,wl 19:,n fo Hus.sfo ,icu11ulib,• 11J/iciulmt•111" fu ,:,iu.#f';;;;u tlel 5-0f(!,l'fl' ,Ji 1w lib,·ru Sia/o croaw. t:I I ludio 1925 i/ purlitu di Hlldir n•1111c ud lltl. llCCtHdup•·r rollalwrnr,• rui S1·rl1i: 11111 ru-l t,.t'111111iu 1927 la lotl<t .(i riaprì p.-r r,•sdU$ÙJtu• dei Cr011li 1fo u11 G<1hì,u•IIO 11florn <vmposlu. Fu ('(Jm,• u11 M•~1w/1• ul ri11N'emler5-i d,•/11· '"';,. 1·(mlf•.s1• ;,, 1rw::o u cui lu /uj!.Oslrli:iu rHt MJr/11 r clt,· fu 1,•111'1'(1/10 i11 11rto ca11 1u11i i 1ù:i11i. l'rrso r:fl/H.111ù,. mt•11tn· tiù .,i ,.,<, m11w.,sa piU ,/i mt•::o mifio11t• di -111:Hme.,i, mtri,·a prop<,sili di ussorbimrn• tu wu.,I,, r i,1Ja11louwlrslmv fo rrt.fo11r ,/i Ocrùfo. Cu11 lu Crrci,, il />lJlllu dt•lla ,J;• .ft'offliu nu Sufo11-ir1'fJ, chie$/tJ q1wle fHJrtu s,-,J,.,-r,. ;111111110 rin/(lccit11·c1 f 11tegr,ù111u•r11o ,,fl,.11ico ,furtwll- Jr, t:,rt111d1· f,UNrtt. /,11 .lfucnlo11ù1 CQII i .uwi rontir111i moti &ti· m.Qfom Fudio /m HelF,rndo ,. So/fo. •· lt• ~~•Mu il RruwUJ ,,,.; ron/ronti delfo H.umw1iu ,/op~, l'urbitr(lriu di,·isioru· /(llltm1· alla Co11/nn1:.u di l1flfiF,i, oaru11,-.lu·riu /l'frll'l'(I lu riJcù.flfl 5-CIJ>emfolu (lll!f,USIÌUfll ,.,11,u ('()11/i'ui ÌtlUIIWlli cl,c flfl'/Hlf'/>lJf/f'l'(I• 11<, $1'ltriule rir•e111/i1._•u::io11i. l'er /"Austrfr, lume11Ul1'11 c/11· il pl,•l,i.Jcito di f..luf!,Cll/urt rm·,•ss,• porfu/11 s11l h"luunfo dt'llr Cur(l• rcmt·lt,• r si pru1wrwn1 ,li s,·cic,ù,n•rfo. Cu11l'lt11lù1. i11/iiw. rr(t 1.'Ùù u11 co11/li1to ,,.., Fium,. e fo /)11/uw:iu du cui imlin•f· 1t1111e11J., dipnu/,,,,11 Ul!fli oftn,. l'ut,,11:;1• ,·.st,·n· sp,dh·t,F.iuh.1,u, I<, Jut,o.1fu1·ù1 11rl"- sistn,, 11/1'/tuliu 1• 11lir111•11f11ndo fu l'iccolu l1111•w pruml'llrnuw pie11uu11po,.t,iu. Pruprit., (I QUl'SIO t1ppo1,F,io $i ""' ispi· u,/11 fo politicu jugo.sfom postrriòn· "' /'11110 ,li Homa t27 t,n11wio 19241 l"'' g.i1111r.,.,r ai/i Mli OJtili t•ompiuti soprnttutl<Jui 1Janr,id1•llu C,1.,._.,-u. d,./lu Hul,.urù1 ,, d1•/fAlbu11io. Circo qurs,-ultimo Ji ,irort/c,a lu rh'O/J(Ioriu11i:.:uro " /Jrlt,rn· tfu allu /im• 1/cl 192l et111 J'11iuto di truppiserb,·. Ahmrd Zot,11 sulì (l/ patnt' mll si wlsr ùltlwlia. JI ,.u,..-,,,u juioslam or- /!(mi:;;i, allorn llltrr ri1'()ffe in. Altxrnict, nw il 21111Jrl'mbn· 1926 si tr<,1•Ùcon tim- /H.Jrt:ÌQ dt:I primo l'llttu ili Tif(l11a. Hel~ru· do lo t,irò ricorrrmlu "' pro/u15hi ullxmesi dd .mo lrrritorio. mo i:,nn, J11utschera10 rio u11a,wtu 119 nwr..<> 19271 ro,1 cui fl. tulio esponevu i falli ui sow-rni di Parit,i. l.01u.lro e Hrrlìno. L'l l 11<>1't'mbrr 1927 rie
.seguì u11 PùUQ frnnco-;ugo-Slavo che (JUicurava la in/luen=a france-Se in, /ut,osla1:ia. Vi risporule1;a il secomfo PotU>di Tirana (22 ,wvembre 1927J, vera alleanza di/e11Jim o garan::i<i ,Lella tranquillità albanese. · fo me::;:0 a wli vicis-Situdini contillu(lva lù foua /r(l Cro(lli e Serbi. Ad aggratarla contribuì l'eccidfo del 10 giugno 1928 avw-nuto dura11tt: una discu.uiont: i11 Parlarr1tnto che portò il deputato Rocic a sparare cOn$rQ gli oppo,iwri. Ucci.1i caddero ,Jue ,/epuJati, croa1i, grat.--emente feriti allri Lrt:, fra cui il capa rroolo Stefano Radic che ne morì. rs ot,osto. la Croazia mi• nacciQ llpt!rfame111e [(I st:cession" eo,~ disordùti 1an10 t,ravi che il 6 giugno 1928 il sovrano abolì la costituzione. U,w sequela ,/i, rimpàSti mini.Jteriali. e poi /.a par1,,e,i:;adi una nuot>a co.stitu::ione (4 settembre 1931) non rallentò gli allacchi dei. depulati separalisti. Il nuovo capo dell'oppalizione croata, Mact!k, t·enne imprigiorwlQ e c<>nlui nwlli _Jtt,1U1cai lcuni dei quali in seguito giUJti;;:i"'i. Il 18 febbraio 1931 morioo cosi anche il celebre scie11:Ulw Mila11 Suf/1,a,y. Complotti, militari, sant,uinosamente repn!Jsi. presero a m-0ltiplicarJi o Zagabria, a.' Spalotc, a Marburgo. Macek fu di nuovo prattual-0 e condannato. Nel c:Ontempo s1'.aflerm,aw con sem.pre maggior sfroltUlte;;;;a. la tende,i:a iugoJlava intitaliana. la guerra. lrorò /(1 JugoslaVU, mentre nwti rivolw.ù:,nori cot:avarw in Dai,mazia, in Croazia e in Ma«dorùu. ossia con una situa:ione rompromeua nell'interno dal,la minaccia di disordini, alfeJterno dalI'(l.lltat,o·nùnu, con l'ltolia, mai diminuito ,wr10• .stanle la. parnen:a dei trallatl d'amicizia t: commerciali. Il soccombert: dei Serbi. oppresJOri "'"' a loro volta oppreui soUo il pew del conglomeralo etnico eh.e pretendet•t1110dominare, era Jcuale. Aggiunt,erQ e/i.e -Sebbene in nessun-0 dei pat!.si balcanici il cao.s rtu::.ialt: foue paragon,abile all'jut,o.flavo. mai si ràrom in t:ui niente di nemmen lonl011amente confro11tabile con quauto si ha in nazioni alI'apogeo quali l'Italia e la Germania e in COndi:ione di servir da guida ad allre. PratlonJ.o una esperien.a m.UUiucolare palesa che oo.,a .sit,nificherebbe, Jenza debite cautele, liuciore i Balcani ai popoli Balca11ici seoorulo un grido clu: la cieca ed equivoca megalomonia ang[0$6.$SOne avrebbe voluto far echeggiare di nuovo assecondando altre megalomanie, fra cui in particolare la serba. Cert.o gli esempi addotti per la Jugoshrvia 'denotano immaturità politica, culturale e cii:ile e costiJuiJe-0no l'indice di. u11 fenomeno che non ~ 11-t i,olaw nè sen.=aconsegue,i.:e. Quel /1:nome11.onon i esiral'U!O al /cuto che dà. lropp<>poco tempo la nuooo civi.ltà europea è pe11etrola fra i Balconid. per ora lasciandoli disor~nlati. Si tra.ua di una civiltà che rich~e lunga pratica mentre eui cominciano appe- ,ia ad avvicinarvi-Si. Potranno o.uimilarla. perchè i loro elementi ra:.:iali sono ouimi e rienlrano tulli in quelli dei migliori complessi europei. ma occorre rimeuuli in ordine e disciplinarne. secondo lunt,imirattti vedutt. lt: rnanifeJtazioni future. Non sem.bruanno più a nu.suno &lì Anglosa.s.JOni i consi&lieri adaui pu slabilire cotesti) ordine dal quale la ~niJola balcanica /w, l,.._nmoli1,o di sp,erart: un radioso frnt~nire. LIDIO CIPRIANI 9
c•denl• aJt.:i:olo di q\l"la ... don•. intitolato: .. Pr•m•-. ••m• plid dì 1,uu1complHMI 'rie.uda-. ln ... o l"autore t,acdcu•a il progrcuruna aella suo lada9iae, ri.
L' A V V E N T U RA .. DELLE TRIBU Nei ~oli che inrercorrono dal 3000 al 1500 a. C.. i mo- ,·imenti e gli ondeggiamenti del:e tribù semite. pro,·enien1i dalla penisola arabica, avven• gono - dal Tigrai all'Eufrate fino alla Palestina e all'Egitt,, - in dipendenza dì ìmpul,si che, nel loro costante ripetersi e confermarsi, appaiono particolarin,..11te iu~lit"~ti, i. Il frazionamento J~:arll!mlv da un ~~:uln, /(l<J~ ro modo comune, queste irihll ~i irradiano per linee divergenti. allentano gradatamente il redprooo contatto man mano che si allontanano dal nucleo di ori.gine. Si determina narural• mente un frazionamento che so. lo fino a un· certo punto è in conne,:sione con le circostanze di luogo e di tempo e con le ri- :wrse offerte dai pa~ attnversali. Le tendenze fondamentali di questi gruppi sono nellamenlf' opposh:: da un lalo c'è il nomadismo. dall'altro l'islinto conladino all'auaccamento alla terra. Non si traila però dì tendenze che differenziano in rr.odo µreciso una lribù dalfaltra: esse sono risco111rabili, quasi cosrantemente, nel corpo di uno slCS$Ogruppo. rappresentano un elemento di contrasto. un fattore originario di distacco. un impulso, che diremmo costiruth•o. alla :roiMione particolaristica a una mobilità e a una contraddizione di fondo in cui sono le radici di quelle che diverranno le caratteristiche tradizionali della raiua. Si è di fronte a una duplice dinamica frazionalrice. esterna e interna a un tempo la qu41e conduce infallibilmente le tribù semite \'erso l'isolamento sociale e storico. Manca l'apert.1 preN di contatto con altri popoli e oon altre consu~udini di vita; manca la pienezza dell'immissione nella continui• tà delle vicende: le tribù si spezzano in nuclei chiusi di contadini che creano cerchi sordi di ,·uoto nell'esiStenza e negli onlinamenti delle genti aborigene e in orde di nomadi chf: scorrono tra le di\·erse colleui,·ità come una torbida nel>• Lia che si dissoh·e e si condensa. che si condensa. e si djssoln:. in una cieca uniformità di fluire. · Fin dalle più remote origini, é accenna in tal modo un O• rienlamento razziale tendente a guiizare ai margini tiella storia, a sottrarsi alla storia per un (istinto in cui la nt>gazioue si confonde con la pre,·aricazione e con una contrazione egoistica che sembra agire pri· ma sul piano fisico che su quello morale. La situazione si precisa ancora quando, intorno al 1400 a. C., appare ai confini della Palestina, al seguito delle tante ondate emigratorie semite. la tribù vera e propria degli lwrim, •cioè degli ebrei. Solo una parte degli lwrim si 11rres1a in Ca.naan; altri gruppi proseguono a nord verso la Siria e, a sud, verso l'Egitto. Dagli ebrei di Palestina si for• ma la tribù dei Bne lsrael. cioè dei e figli di Israele•; la quale si scimle rapidamente, nei conrini del territorio di Ca· naan, in dodici souogruppi. che sono le cosiddette dodici trihù. I sofismi degli storiografi giudei ,riografia giudaica dt"ll"ult , secolo ha fatto appunto perno su qut$t• tendenza al Frazionamento e all'isolamento. per esaltare il destino e il privilegio del popolo ebreo: che .sarebbero quelli di distaccarsi, di d1iudersi. di differenziarsi per raggiungere la sua piena f'l'p~ione. abbandonando CO· mc morii i rami propernsi a,I accogliere l'influsso di altrralmosfere di razza. lrll"oluzione p~udo rliale11ica. che. puntando anzitutto sull'irrazionalirà knlimr-ntale. non fa che deformare il problema - centrale nel fenomeno giudaico - su un piano che è. ancora, di dis1acco e (li isolamento. Non esiste differenziazione o,·e difeui la p°"ibili18 e la ,·o!ontà del confronto: il qualt in ogni caso, nella grande correntf' dello :wiluppo srnrico. è conquista di un equilibrio in pro• fondità. chiarifìcazionr- e posse!,50 delle euergif' originali. impulso dinamico ,\'erso l'organizzarsi ~ il consistere ,;tale di una polenza razzialf" in e· ,.pan'"-ionr-. Destino e fatalità Il « destino d'eiezione>. la e fatalità religiosa~ che gli storiografi intranederebbero nel mo,•imento centrifugo del· lt: tribù. non sono in reahà che il portalo meccanico di un prue-esso sottop081O, auraverw i millenni. alle innumere,·oli ,·aria.zioni e oscillu:ioni di am- . hienti e di vicende estranei. I nuclei ebraif'..i che si nvicinano ad altri modi di vita vengono &cmplicemente cancellati da una forza raizìale superiore; quelli che ritl6COno a perdurare. 1.er le più straordinariP combinazioni della storia. per· durano - oome vedremo - .jOIO in quanto ele,·ano a tecnica. letterale di esistenza la ,orda fuga nell'isolamento. Qualche cosa è inseparabile si da questo destino: la condanna all'immobilità. l'arido irrigidimento in un'importanza che si aggrappa al fisico e al materia. 1~ per trovar~ consi!lenza e che. di una ,islenza sirfi..ua. Yorrebbe I.ire un morlrllo Rebecca Bleibnurweg ebte<a. polacCQ
F.cco un ca.ao in cui la pro•erbial• baaaou.a ;iudaic':l non è aolta.nto mora!• e un metodo di vita morale. Alla luce di queste considerazioni, che ré:Steranno e!Sèn• ziali per tutta la nostra Ston·a., è poMibile guardare con mag• gior !licureua a quel periodo delle ,·icendc ebraiche in cui 1111 luogo la prerlicazione di Mosè. Sì tralta di una fase religio!la e !!lorica a cui si rial• laccia, o cerca riallacciarsi, tutto il giudaismo moderno e con. temporaneo; di una fase nella quale, in realtà, hanno preso forma e decisivo impulso quelle tendenze e quelle corret1ti da cui è deril'ata la particolare claborazio11e ebraica del mondo religioso etico e i!OCiale. Mo~ compie un tent,uivo. che può essere definito eslre• mo. per i!Ollrarrc le tribù giu• de( all'informe dii!persione. La parte degli (wrim emigrata in Egitto, nel paese di Giosafat. lungo il delta del Nilo, era din!nuta una moltitudine: ma pen·icaceme,11e ~rrata nel suo l.'f'rrhio. lontana dal ritmo della ,,ita egiziana. ferma in un ripetersi di moti che. sul piano pratico, condiziona\'ano gli e· speri i rapporti commerciali con In colletti,·ità aborigena. larga di risorse. e, sul piano religio• so, determinavano le e$pre8Sio. ni di un rituale naturalistico, ,,,._gamentededicato alla di\•ini• tà. A questa comunità amorfa, lt:gata, in senso integrale. alla materia e alla forma, Mosè p1esenla l'immagine di Canaan. della e terra promessa >: l'immagine cioè di una patria, pro• pria. lil>cra, sicura; di un paese in cui sorgere, dopo le se· colari puntate Ira i popoli $1.ra. nieri, alla coscienza di una re· sponsabilità politica e di un'au• lonomia organizz.atil'a. E' so• J•rallutlO in questo significS.to clie ,,a inl'eso, nelle sue origini. il messaggio mol4aico. Tutta la predicazione ulteriiore. e le victnde del trasferimento \·erso la Pale!!tina. si riconnellono a questo imJ)f.'r&tivo fondamen· 111le. Le leggi Mosaiche L.t formulazioue rcligiv:.a Ji i\fosè è sostanzialmente un'identificazione dei co1)CC'llidi patria e di costituzione sociale ed etica col dato della ril'elazione. Le leggi mosaiche con· ,·ergono verso l'acquisi:cione di un eqWlibrio che. mentre get1a 11elconcrero le basi per la for• mazione di un organismo sta· tale, le chiarifica alla luce di u11 nucleo morale. Mosè stabi· lisec un rappOr10 strutturale tu l:i ,•ita e l'idea; e questo rap• porto si definiM:e e cQn:!isfe Jnccisamente nella èlesignazione d~lla terra promC$sa. Ne deri\'a che il suo m~aggio tende a ri:10lversi ~scnzialmen• te nel codice: cioè nell'elaborazione di un cornplesi!o di leg· gi e di do\·eri per la gui-da tlella nuo,·a organizzazione so· ciale atta al formaNi dell'en1ità e patria> e, attraverSo questa.ad age\•olare l'a,·viciuamen. ::i7! 1:~o~:nd;:t:~I;°;;:~:::~~ nità, la predicazione mosaica coincide aprunto con la fa!!e costituti\·a, oon la fase dell'or• ganiziazione in !lè data. Oi qui i suoi rigorismi, condizionati dalla necessità della creazione rii una struttura collettiva dal nulla di una ma"8 informe; di qui. in particolare, quella dosatura, che si direbbe mate• malica, tra l'elemento cielo e l'elemento terra nel corpo di una doltrina int~ a stabilire una ba~ sulla terra per far le• ,·a ,·er~o il ciclo. L'azione di Mosè L·azivne di !\lvsè ,,1 n,ci<h: i,: conseguenza, costantemente, -di concretezze terrene. Le sue formulazioni religiose si traducono in indicazioni tangibili, in una sorta di simbologia Al ro,·escio che. dal 1rasoe.ndente, si dirige ,·euo il materiale. Lo s,·iluppo spirituale dell'umani. 1a, acquisito il senso unitario del cli,·ino. compirà sue<:essh·.a-. mente la parabola opposta, fi. no a spezzare, con l'apparizione di Gesù. il millenario dia· Crannna di separazione dal tra• scendente. E' precisamente ;;u questo Funto che ,·a €i§Sllta la base di partenza per un éSAmedel giu. claismo che voglia giungere a risultati di fatto. Le tribù e· hraiche. legate dal c. patio del• l'allean:c.a >, sono con Mosè, al l,1vio decisi,·o tra terra e cielo, come, dai tempi più lontani. erano state al bi,·io tra il nomadismo e la stabilità agrko· la, Ira l'organizzazione in co· munità e la disgregazione alo• mistica. La turba, guidala da Mosè, inizia il !IUO cammino dall'Egitto H:rso Canaan. La prima sosla ha luogo nel Sinai. nella terra dì Kadesch: ~osta che $i prolunga per qua· rrnta anni . .'11Mè compie. deliheratamenle il primo esperi• n1ento di educaziont:: morale al• l'idea di palria. attrnerso la colonizzaii<ine del lembo deM'rtico di Kadesch. Nou si Irati.i, come da troppi è 111atori· petulo, di un an·iamento pratico alle atti\'ità che avrebbero atteso i giudei in Pa!01tiJ1a: è rapplicu:ione i11 grande .,.,ilr.
nelle più aspre circostanze di luogo e di ambiente, di un concetto fondato .sull'armonia .de· gli sforzi e sulla dura fatica per un fine comune. Ma è precisamente duranlt questo periodo; d'i~portanza c..pitale per la storia futura del giudaismo, che si verificano le prime scissioni. Tribù, gruppi e sottogruppi si frazionano ln nuclei che, abbando11a11clole opere della colonizzazione, si dànno al nomadismo. Nella moltitudine, portata a un'apparenza di omogeneità. fluiscono a poco a poco correnti che $i incrociano e diramano in tulli i sensi. La dispersiva mobilitft di fondo, l'ambigua corsa al· rav\.·entura in un mondo stra• niero, sono la rispo!!ta razziai~ all'esperimento mosai<.o. Da questo momento u11 .souinteso è nelle \'icende della lrasmigrazione, una corrosione interna. dt-n$a di flussi e di riAussi. che pre\•arica sordamente sui moti• vi morali. Gli ultimi anni della vita di Mosè sono un succedersi di estremi tentativi e di°estreme reazioni allo sfuggire della moltitudine. La nuo\'a genera• zione nata nel des.erlo, educa• la cioè integralmente nel mcsstaggio m0$aico, è la J)iù impaziente delle <;oslrizioni etiche. la pii, avids di un obielli\'0 ICll"('!\0, La disgregazione G1oauè succ-eduto a !\'IO.:!.C, guida la massa \'efl!o Canaan. Ai confini della Palestins, :,j; \'erifìca di colpo la disvega• zio ne: le tribù di Gad, di Reu• ben e di Manasse rompono !"alleanza. si !!laccano dalle al. Ire lribù, dichiarando di rnler rimanere in Transgiordania, Altri gruppi abbandonano Giosuè man mano che si procede nel paese .. ,\wiene un'esplosione. increclibile nella sua subitaneità. di materialità compressa. I giudei si a\'\'entano sul territorio; si arresi ano e iw• viano per proprio conlO non a1,r,ena una loealità li allragsa con le sue do,•izie e le sue pos. 5ibìli1à di risonie. Il troncone del «popolo d"lsraele:. i;i spei.• u, in innumere\·oli hrani. che s'in!-inuano do\•unqrlt porrando agìtazione e i!<:Orl\'olgimento. Quet;lo fulmineo. diMoh·ersi dell'« esercito del Signore>. squassato da un sadismo d'avH'ntura e di ricchezza, fa sì che la presa di possosso della pa• tria promessa fallisca all'inizio negli ohieuivi fondamentali &- fallii!Ca, in gran parte. nel seusc•dell'occupazione territoriale. l giudei la.sciano cadere le ar• mi; cia~uno adrliviene J>ersuo conto a soluzioni di compro• messo con i Bne lsrael dei luo. ghi: la penetrazione si \'erific, attraverso transazioni singole ripetute all'infinito. E' appunto in queeta ripetirione di metodi e di impulsi i;li un iniero vopolo, su un intero paese. che sì ha l1immagine decish•a della nalura ebraica. L'acre in• dividualismo, il proten•o i.solamenlo dei singoli !li rispecchia. no in tuui gli clementi della massa; la conclamata « co1\1u· nità > giudaica non su.ssiste che in questa trama leuerale di rimbalzi, nella gelida aùesivitii fisica che nasce da questo uni• forme gioco di specchi. Il «sai. do spiTito di comunità>, il e senso di .socialità>. l'c. anin1a colleuiva degli storiografi e degli scrittori giudei, dei conferenzieri e dei J>ropagandisti 6ionisti. eccoli per sempre in atto, 0011 os,;essiva plasticità. nella catena delle transazioni simultanee di Canaan: è il meccanico \'ibrare dei tennitaio nel meccanico sprigionamento degli istinti. Con l'arrivo alla c. terra pro• messa>, la forma menti,s giudaica si orienta definiti\·amente \·erso la scissione dell'equilibrio mosaico tra gli clementi cielo-terra e - come vedremo successivamenle - venio lo slupefacente equivoco razziale e religioso che perdura da qua. si tre millenni. Le •Pudoratena •braka •i conqiung-, auai bene. in America, oon l'ipocri■ia di marea an91icana. Ecce> un pratico ai■tema .. co,gilato dQg"li ebrei in Nuo•a York per balt.r CGUG in fQ"t'ore degli -aiuti all1n9hilterra. La: quntucmt•, 1'•br- Gyp■y R~ LH, permette che i diatinli SÌ9flori dell'•letta .ocietà applichino •lelle •u qualunque parte del suo corpo, al pHno di 10 dollari ciaacuno. Pub dat1i che l'ln9hilterra inl•r•Ni ouai poco 'a quei aignori, ma a chi non mt,re•Hrà il ooiital1o della lormoeo e .•pr99iudicata qiudea? QuHto · è dò che !looH,-elt defini■c. " lottare per 9li ideali più olti •• · lS
Dignità razziale Una uolta il &iomo potevo dirsi secvo del tt:ulro grccit: al• fa1ti1udiM propria delle ra:.u più forti a ri.Jervare alla /an1,1..1iuan ruolo aj/iCiole tra le esigenze più normali del/a t>ÌU•. Il tt:Ql;o si in~rit:a fM' t:M!"ipio nel re&in~ patriarcale della autet1li.ca civihà orientale. accanto al. cullo de,;li ati ed alle,. "~nuaziorie per gli dei. Reca11dosi lei famiglia a tealro, ctulem. così come quando eu<1 recat-wi al I.empio, l'anlioo regofo per cui le donne non polet:ano m,ustrarsi in pubblioo r1eppure con i mariti ed i ge11itori. P,a1icaniente si ouerrebbt! meglio fagogrutt« comunione di spiriti fra plata.l e palcoscenico se gli edifici. destinati al lecllrO drammatico /ouuo allrezi:.ftli iri nwdo tale che il pubblioo vi J!OUSSt: prendue posto sin dalla nolk precedente, trascorrere la rwtle ed iniziar~ la gfor,101.Q tl,dlo s~Uacolo mettendosi im• nu:diauuuen(e a coniano con la Jinzione per poi swccarse,w ul .wpranvmire dell'ora del ripos,o. Co,isunwre i 1xu1i nel teatro, adem~rvi alk inrJispensabUi esigenze ciel.lo vit(l comune e .,.i. vere dell'opero rappresentau.1 come di cosa nt!'ussaria alla 110· stra esù~en:;a. AdaUare in.somma il se,a.sodel gWrno e quello del lMlro; godere il «:Otro nello "'Sles.so,wriodo di tempo in cui la luce ,wsce ed incalza 11/l'eslerno lì! tenebre, ~rt:itme "'"" ma110 ul suo massimo splendore ed in.}irie declina. TuUQ questo put", Jar sorridere i kttori; tn(l., a pensarci bene, un regitru- lt'atrnle· sij/atl.() presupporrebbe un"alliJ coscien.;;a sociale. Oui inve« il teolro i divenuto schiavo del gWrn-0. Dal p_a.Jlo .JOsltrn;;iosoche era per le co.teion.:e dei nostri padri "!in«cciu q1.uui di tra.sformarsi in u11a couai.one alla sw.lta, t<.mto per m>n rinumere digiuni. una co./a;;Hlne che la.JCÌ(J·.negli uomi11i dabbene l'amare:Z<J di aver dovuto sorbire in pillole un piacere indi.Jpensobile all'esistenza. Adesso, se il ÙJ<llrotenta, qualche rara \tOlta di er,w11ciparsi dal giorno, le lodi 11011 1.!<111110 (i/fautore o al regi.sta~ f1W at pubblico che ha. sapUU>nwndare iiù il così dct_lo_"'_nwtto11e•·.-Quisw pubblico, chiamato a giudicure-Un capolavoro drammatico, pre.tende la po/ma del mar• tirio, si auU>eS,CJlUJ. /in o a credersi (unico. vero, grande. e.ro.: 1/e.ltealro. se la rKiUI durt, più dil normale. Basti in propoJito, per chi ju ali« prima rappre.Jenta:.iio11e. Jeguì. i commenti delli1 critioo. fesernpio de. « Il lu110 s'addice ad Eleura • 'di O' Ne.ili, 111.eswin sce11a que.st"a111wal Tea1ro delle Arti di Roma. e QWJle. è il più fedele. umico r. nello stesso tempo il piu grande nemico delfauù>re drammatico? Questo si chiedevo. Cesare Giulio Piota nella rivi.sui •• S«nario ·• dello scorso unno. E risp<mdew: .'' E' l'orologio. l'orologW che gli di«: - Mio caro, tu devi, nel giro di tre ore., commu.ove:re. far ridere, persuadere quel ruunero di perw~ che. hanrw auul-0 la peregrina idea di presenlarsi alle sot,l~ di un teatro, st!([ersi in u11a.poltro11a. ascoltarr le tue paro/~ per inkressarsi alla }avola chi! rac:conkrai.' Tr~ ore? In Italia bi.sogna ca/,col,are gfinleroolli Ira <1llti, ~ allo .• ,irchè in generale ìL tempo si riduce II due ore e m,e.:;;(t. Si aggiu11ga110quei minuti i11di.Jpensabili perc/1è ~li .!1pellatori faccia11() uso d,dfine1:itabile rilardo çonsenlito al lcr:ursi dell,1 lei<Isul primo flllO, e la durata ,iell-0 spelt«co/Q si · "bbrevia a 1lue ore e un qu<1rto.Tre qa.ar/t. ,fora per «Ilo .. l.: la commeclia è. com'è c:011.Juetudinedi Ire atti. Dunque: nei primi tre quarti, presa di posi;;ioru:. prue.r,/a;;ione ilei personaggi imposla:Jor,e d~lla vice11,da,delinoo:.Wne. dei caraueri: nei tr,:; quarti che segu011(): sviluppo ,lei motivi accennali, urlo delle passioni in 1,YJ11jlitto;111:gliultimi tre quarti, conclusione, calarsi. nwrle o obbraccio finale. ln,J,Qmma.,un fiore che alle rt01H? di sua appare in boccio; r. 11/lll me::.unoll~ già s}o,;li« i pe1aii della sua coro/I« 'J:. In. sostan.::.«,nurnca oggi al le<>tro.come }orma d'ark, l'ade• sione disinleresMta d,dle coscien:.e. e soprallulto di coloro che. .Jtanno in plut.ca. I.A causa è quel vero e proprio male de.l secol<' cke. è i<' fretta. /.,'uonw tWXlerno ha fossessWne tli Jar presto. lo s~Uro dell'urge11;;a soppianla la conos«n:.a, il misticismo e l'csteti.,nw. fu perdere. di vista quella eh.e è la vera urge11::a: soppe.-.are la reallà per non cade.re 11ell'ele.menltu~ù dei. gìudi;;i. 'tU!ll'errore, nell'incerte;;;;a del domani. Pe.r quest.o irrudot1ale. pro.blema cklla /reua il 1ea1ro è sceso al livello di mno spettncolo e riscuote una oonsidua:.ione. mi• 11i.niane.I progronurw quotidituw di un.a larga cor"IIJe di pub· blico. Um, volui si ri.Jervai:a.al teatro un posto di ecce;;ione nell'ambienl~ Jam1t,lù1re. Oui si cerch('reb/M inva110 un poco dellti paelka a,ui« che. mette.va le. serate teatrali i11cima agli tnJ1'è'-' ninwmti de.li« /nmit,lia. Ed a tealro si andava, dinnw quasi, in gruppo co111J>«jfO,ggi si tl(I: a teal.ro alla spicciOlaUJ. e per de• ci.sù:me improvt·isa. con umr 1~CC<JnicÙ<Ì e nQ1icuranu1 che un tempo non. e.r«no di moda nt:ppure. recandosi «L cajfè per il ge.- laro dom,:nic«l,-. La caugoria che ha llJ.!JCiatcnadere il teatro dal più alto gra• din,o ,lella propria coscfon:u è composta, di solito, di persone che oon.sideran-0 la vita come un a/fare di Borsa. Si lr<Jlladi un pubblico Jacil,ne.nte itidit,iduabile. perch~ in strella conjiden;;a ool de1wro. che mdla }a, ni prinw nè dopo lo speuacol,o, per pre.Jervarsi della palina utilitaristica dei tempi moderni. Cuurd«1elo quesw pubblico che da Roma a Milano opporu: alle t,"'1eroH! inler,zio_ni di uria schiera J"au.tori quell,o clie può de}inirsi l'u.tili1ari.Jmo della plaiea: 1.roppi occhi si baloccane con le gambe 1icU0-siinora 1.10001110. troppo bocche si sjogano .!IU argomenti pr()jani, o tealrali sì., ma. irriverenti. E' quesUi il pubblico che polari::.a la sll<l.att.e.n:..io,iesu uaghe ra.ssomi· &liamt: sOm.u.tiche o aj/itiilà di caraUere Jra. &li inkrpreli di una commedia e le pers<>nedella propria cerchia di amici o di parenti; che crede di dare qualcosa del/,a. propria anima al leatro quando si accorge che il palcoscenico divie11e. il mirauìo di sue privali.ssime vi«nde. /amilian·. Ai. fasti di 1U1 tale pul»- Mico partecipano qualche 1.vlta. inco,a.scianienk. i critici: quelli
Asi,.lto del caitlelk, Slon:uco di Milano durcmte le ropprHenlftionì delre1tale musicale ilalicma che Jui ii-Ornali /turno i b<,;;zeUi in luogo tl,dla critica drammatico t'd hanno il t't!=- .:;o di schernirt: la Ji~nora bionda dd!a poltrona di siniJlra eh,, cliceli(l taralua cosa co11 acanto tipic,,m,mfe romanecco oppure napoletano. Al gusto di questo pubhlico va addehilala la m,rncanua di dignitil razziale i11 gran parte dellt' nol'ità drammatiche <li que$1i ultimi :umi. In/uni A chiaro chr. l'wilitarismo delle platee si c0m,unico a qualcuno che è l'aulOn. il qu«le taglia r misum per sce11dere al lit-l'Ilo di chi mm t•uole elet'flrJi oltre la riposmde m#'tlio. crità dello spfrilO; a qualcu,i altro che A tottore. il quale lmciu tafro{u, 'il lt'Qlro drommQlÌCQ pt•r ltr ri1•Ufl1 o 1ie11,. un pi,.. de in palcosttr1ico " l"ult,o in cinemato· sra/o: lld un "ltro ancora cl1r è l'impre• sario il q,u,le, vir:enJo ai muriini del teutro rome forma d'arte nr uJ/idu l'avrenire allo 1cdlici1mo di 1au1 minoron;;tl che !;tJ fretta. eh.e non vuole fH!IUIJre. Ma non itlrnti/icherem4 tulli Jullo Jtt's• JO pia11Qdi rt'sp<>t111JbUi1Pà.ure ammt"uo clie fuutort' t'f'nt,a meno al JUO compilo di urti1ui. fattQre al suo compito cl'inter• prele, l'impresario al JUQ compilo tli amico d~l',rrt~. eni udempiooo. bene o m(J/f' al t/01,•ne di JQsteneu il tttitro come JenQ· me110 eco,wmù:o indUPf!n.sabile alla vita drlla Na:.ÙJnt'. l'OtcliA. fra il ira11de tli- .<;<orrcrt: t/('/la wpraJ/t1=ione borilies, t1i Ja1111i del lt>alro. Ji tlimenlica cht' quCJIO co.)tituiJce. un'imluJtrW da mand1,re ov,inti nei 1r1'sti Mri0tli in cui 110n i:uole ull~ chire il seme Jd poeti drammatici. Mo quel tale pubblico chr intralcia col .tuo io cco11omico la ,·ila spiritual,. della Nu• ::ioni'. 11 quale d0tv-re at/1',upie? Non i Juoi t,usti fa1t111n-0 sorgere il 11uo1,'0 u:a• 110 CQJÌ come i chicchirichi del tronfio Cfuinwcle.r non hafllw /0110 .torgf're il .tole. E,/ i f"Oprio que.tto pubblico che grida: e Ma inwmnu, che .ti i:uole da me? Ù• i:odo u lttJtro. e pu[(.O, Ciò non ba:1ta? Se non ci Joui io .. !>. Cosi prQlf':1lantlo. queslo pubblico non fa che alJernwre il JUO t:&Oi.tmo. Per prim(1 CO.tu gli si potrebbe o.uern,re eh"-. Je recorsi a teatro è un dovere pu ot,ni cit. ,adino co.tcienre. non 00.tla /or numero Ùt plorea. Anclìe amare la Patria i ur1 doven:: il prim4 dei doveri; nur (Jaccitlmo un purugo11t' spropor;;ionat4°1 ~ timma• ginou un ci1todi110 che p,etendeu!_ di adempiere al suo dor.~re i:erJo la Patria coi' wlo uccorrt"re sollo le bandie.re. restando poi inerte. sen::a fede. Jt:n=a c-nl11.1iasnW, da1'flnli (I/ ntmico? A queJlo pu,ito occorre unCI pn:cUa- ::io11e. A/Jerma11do 'Che il pubblico eh" domina ou;i nelle sai, tli prosa i in 1,,,mdc- con/idl'n::(I rol denaro 11011volt'oo• mo in.tinuare che il teatro è di1~n1.1tomolrrialmenlt' u11a cosa ari.ttocmliva, cioi ri$erra1<1 al pubblico ricco E' ~ro che i pr,::;;i non lievi rostrinio110 lo speuaiore doi:i:.iow d'i,igeg,io e tli puJSi4M, ma fìOl,,rQ di q1u.,1trini, u co,ueruarsi di 1w poslo in lo&t,iom! int~ che ÙI plalea, oprure a rt:Jtarsene u oo,a. Quesl-0 Mri, 11011 t/islruiie la rwhà dei S«bati teatrali. di-i C,,rri tli Tespi. dei gra11di .tf>CUacoli ~r mane che ri/ioriranno ia ma11iera deri- .tfou dopa la vittoria drlf Aue. la rttiltà inJomma tielle m<)lte inizilllive che. il Fa· .vi.•n&() h,1 aUIUIIO per «ndare verro il po· polo t111clle 11el campo del tàilro. Se le platn .sono ancora troppo eleganti in questa, epoca di eMllta::ione drl lavoro - di ur10 ,lego,i:.a che è sirtonimo di scorro M!nlimenl-0 1,yrso il ualro - con/orta /"esempio fornito eia un altro pubblico. quelfo aulenlico, coJtituito 'da a'uuntici laLCJrttfori. che ha tlinwslrtJIO più volte i,, questi ultimi anni di saper recare al Uu• tro un i'}:10Spt!tUJI-O contributo di religio- .t1ìà. Yero pl,lbblico nel senw etioo, eno riempie le platee di una Jresclie:.::d. spiri· llwle che si rilroL-a subito con l'eterna it1,:e11uità del leotro di p<n1ia. Con quale u11.\Ù1 qu-es,,o pubblico ha .tpeno ,linwJtraio di o.tpell(ue il JUO teairo anche-do· ve11do.ti i·nconlrare col mi:1uro di un Sh,1kesp,eu,e! Eppure è proprio contro qut+• sto l'l'ro pubblico rl1e .ti A crttila 1111u
,1rat1Q 11U)nlalura alfunu111do cM il tea• lro è cosn ariJtocmlico rum più nel st:11• .so clìe è riJervak> ai ricchi (e di ciò ubbiamo éà deuo). ma nel .senso che il teatro può e.uere capito JOlamente da u11 pubblico, per ro.sì. dire di con«Uo, nlt'n· tre un pubblico d'ordine (r-he sarebbe il pubblico degli impit:t,Mi, det,li artit,iat1i, dtt,li oµraiJ preferirebbe i mù1eJtror1i. Noi .sdet,,wnw l'idea di un teatro palrinJOnio di bipedi buo11gu.s1«i. A ben mi• sera cosa JÌ ridu.rr,bbe il lffltro di poe- .sia Je non foJ.se esplosione spirit1.Ulle di tullo un popolo. domirwu, nella sua ispira:ione da u11 inconfondibile fallare ra:- :iale. Certi pregiudi:i contro il popolo hu,mo comirtciaw a circolare da quando una minoranza confinò il leutro entro Juot,hi c~iuJi con le preteJ<1,li farne un _J>OJsalempo.salcuitro. Rece,1temente quale/i, critico rilevò lo scarso .ftnso teatrale del pubblico che, in OCcaJione della- ripresa di u110 fra i più 11oli capolrwori del tealro mondiale (Casa di bambole di lbsen al teatro E/i- .seo di Roma) accol.st il lavoro q,.uui co· me Wl(J novità e 11edi.scw.fe. fra poltrona -e poll,ona. la tesi.. il • Jauo >, qut!l /auo su. cui già erano .sUili &eriUi volumi e volumi (/i o.Jserva:io11i utili W oz;iose. Uno dei critici, il d'Amico, concludew SU, la "Tribuna" dt!l 20 mar:o scOrJo con queste J>(lrole: "E unti- 1,,oltadi più tor• niamo lll nw1ivo che, a/m,.110 da dodici anni in qua., ci port l'eue11:;iale: non i un. simile pubblico che salVt!rd il Teatro (intendiamo il teatro d'arlel. La t~ra se,le di codesto pubblico i al Varietà; o a Ct!rl<1sedicente Rll/isla. Il Teatro dra1n1rwl.Uo vuole uri altro pubblico: il qualr. i,, potenz<t, ·esist,e, non potendoJi credere che intelligen:a, sensi.biliUJ, i11lere.su alla ,·ita delle .Jpirito, amor, dell'arl,e, siano spariti dal mondo. fai.tte: nw rima,1e a C(JSQ. Quanw poi <1llerag«Jni per cui t!SSO rimane a casa. sono siate enumerate tanlc ,li qw:IU t'Olte che. 11011 c'è bi$0gno di ri• dirle anche oggi. Ogt,i si vuole Joltarito profittare di q~sla nuooo lampMle ri• prOt'U per ribadire il pri11Cipio che l'arte rion potrà far ritorn,o alla Scena, se n,m quando si sia trovai.o il modo di richiamare a teotro un .p~b!lù:.o nuovo". Ornwi è tl<Jno negarlo, dopo le piove dateci dal popolo lavorQWre in occa.sW· -~ d1'. certe recilt! ecce:ionali alfa.perk> o al chiwo: t!si.slono intimi legami fra il vero popolo, quello cM rappre.fenla il voli-O della raz.z.a, ed il vuo teatro. Come abbiamo scrilW in un precedenlt! a1ticolo. il ,·ero legame fra teatro ed umanità si ritrova allorchè si consideri il . teatro in confn<nto alle comunità ruziali (•1. /l""(eatro di poesia oon i nwi sea1uriW do popoli ra::ialmente anonimi. E poichè la. ra::a oon costituisce solo 18 Su/ pafro,q·1•11i1·11 si rpci '" •· fJl'llrn •· t• it1/(III/O in plalt'fl •.•
,,,l'll//j /Jl'IISll.,Ì. 1111· ,si11si, l'IIIII /Ji111·i Il/ i, .";f',!.!."""" la ric,•11,lt1. un Jauu bWlogico ma anche spiri1Jale (due aspetti dello steuo fe,wme,w, clu si ra/jor:;ono u vicenda), è lecito pinsare chi: fuonw incosciente del/.a platea, l'incopace di avr:icinani allo spirito de.I poeta sen::a au,ilio di manuali o di illu.str/,. :ioni, resta auulso dalla propria razw, dalk, .!ua naziòne, dallo Stato di cui do· vubbe euere, in ogni momento parti- «lla costir.t11iuu ed operante. Se CXldute d'lmptri, µwUrmenli di re· gimi, acca1,'0llarsi di epoche non sono ancora riusciti ad estraniare l'uni.ma del popolo da/.le opue dei traruli tragedi dcll'anlichùà. se oggi la parie più sana del popolo (clie è costùu.ita da lavoratori, Mi se,lSO più. reulisticc della paroUJ) dimostra di sapu di.stinguue, a di/Jeren::0 dei cosidt!lli arit_t4craJ.ici (rwbiU, pro/es· sionisti inulkttuJJ.li o borghe:si evoluti cl,e :siano) U rango di. un posJ.o a teatro da quello di, umr sedia ul ti.molino del ca/li, ciò significa che fra lo masso, u torlo ritenuta incoscientt!, ed il t.ealro vero corre un legame sosUJnziale. eterno. Sapu stare a teatro non è tanto un be-- nef icio della cultura pili o meno .scolas1ica quanto della coscien;;a della propria dignità di uomo e di cittadino. E questa coscien;;a il popolo che /a1,,:,ru ogsi la pouìede. Come si è viJto in pace e i,r guerra. Il looJro non può m.orire. Anche i11 altre epoche quando. come oui. mancavano i ~randi poeti. il t.eatrO dovelle sembrare feoo di u11a 1•ila tramontau,. Perciò crediamo che oggi lo zel,o di chi 1m1averament,e il Jealro :siapiutt-Ostodi· rello a salvare un alJro moribondo clie i .un dttermùwto pubblico, inquinalo da corre11:,imondane fuori dal climn ra;;:fole. Se i ,:ero che il leatro i di tuJte le forme d"arte la più popolare, la suo sorte 1,•erràdecùa in questo .secolo di mu.s:se non l<mto sul palcoscenico quant.o 11el/u plotca. Alle plàtee do~ un ormai individuulo pubblico .segna egoi.JJicamen.l.iel p<u.to, un allro pubblico. quello che la· vora wdo e rappresenta il 1JOlto della rcu:a., restituirà una dignità mrzi.onale,e ton.I.oinfluirà col .tuo e~mpio sugli t1ulori. :sugli i11terpreti. e :sugli indUJtriali :sin.o a re:stituireuna u.gualedignità anche tJf teatro. La gwnde:zo del teatro dipende dal predominio dell'i#into nazionale :sullu Upira:ione creativa. Onde non ci potrÌI f!.J:strew. ro tttitro. e ci.oi comuuione di ,piriti fra aUOrje pubblico,. se la coscUn• :a coh1une non partecipa in qualche. modo del ~desimo wffio r:itale che ispirò il poeta. U. NIGER NIEDDU ('> Cfr. il mio !ICriuo e Moti,·i r•W•li òcl tea. tre di po,esi, > su I.A Dife:l(l dtUa Ro;.v,, del . 1940, n. 16. 1,'l'
i. on9olo facciole (AB C): No9ro pfQ9nolo; Europeo ortognato ANTROPOLOGIA ' . ,, f::, -~------ ~;~ ---- . ' f'orrr-e mo1i9oleggi«nti della faccio e deU'occhio: N4!gro X:i~:. del Sudahica di Guido t.uulr«t 18 FORME ESTERNE VARIAZIONI NEL \' olen<lo ora ricordare i l:1rnri tkglì an1ropologi italiani nd campo (ldl'Antroponu:tria, incomincerò ,la quelli i1l cui fu 1rn1tatO ìu manit'fa gçncrale il llrohkma delle forme esterne . dd corpo umano. E!lcmpio di simile g .... ncrc di ricerche, ìm· portan:i non solo 1,cr ragioni l("Cnichc ma anche per la prati_ ca .tpplicazio11c nd c;unpo art\- :1~ic'sc~;f:1i.._.,~•r~:11 gl~r:t\~~: s1a111ario e Trcs i1\ una• e sul• l.1 famt)S:t St:ltua dcll'Afroditc \lì Circne. Nel primo la,·oro il Scrgi fa una origi1lalc critica anfropologica al grnpi,o di marmo di tre donne modcllato da Pani Richl·r l' raffigurant..: la donna ndl'anc gn."C.t, Ja don. na ndla rinascenza e I:, donn,1 1wll'ar1c mO(krna: s-ccondo il $ergi 1'01,i:ra del Richcr, ohr,/ che come OIH.."ra J';utc, dc\·c es• ~ere conJÌ<krata anche,: come 01x.-r.1 scÌl'ntifica. JK""<r 111:uno d: importanza 1x·dagogic:a limit,11.1. I.a s1a1ua dell'Afrodite di Circ. lll· ci prcs,:nt,1, - m•lla os!icl',·a• .:ione d~I $ergi - il corpo di una donna gio\";111iJsima, nella quale. 11011 si è chiuS.!. \'uhim:t f:1s~•d,:1 1wrio<lo anaplas, ico: è 11n'opi:ra nwravigliosamcntc ,·-=- ristica che ri1)f(xl11ccuna giod, nc:ta nel momento llc.lla massi• ma macroschelia (klla pubcr1à; qm·st.t giovi1w1ta era una Libi• c;1. <l! quella varie1à di alta sta• 111ra.che ahita tul ora la regione dc-ll'r\frica }.kdia·rram·a. Questa intcrprl'latione dd Scr. gi è stata critic:1 a dal Giuffrj. da.Rui;:-gl·ri il quale ha cn.~11110 inn.•ce di 1W'11crc identificare nl'lia Afrodi te c:n·naica una donna di r,1ua nordic,1, già ixr· kt1,11m•ntc aclulta. Passando ora ai l.t,·ori che ri· guardano pili propriamcri·c- le differenze sl'ssuali e nell'età Vincl'U7.0 Giuffrida Ruggeri 1rattò nd 1()00 l'argomcnto dei tarattcri sessuali di affinamcn· IO in ra1,1.10rto ad altre que• stioni antropologiche, esaminò quindi alcun.e idee comro\·crsc :.ul dimorfi~mo sessuale- dcll'nomo e il ,,rohlcma deJl'indicc ba• rioo in certe !Czioni di r,opQla• ~:~:~e~h~l·it1c :<c~,~~•t~~s10 i;:; detto dal Gi11ffrid:1 Rugi,:w1 in· dicc l,;trico, ma corrisponde all'lndcx dcr KOq,crfullc proposto daJ Rohrc nd 1908 cd è l'in· ~li:1:rt;:~~•1r:~~~: !K>nd~sa:~\.~I~~ dosi ddrf:i~l'ì'hè..c 1.rico il Giuf· frida Ruggcri mise in C\·idcnxa una microharia ddl'atloksccn• :i:a. 1i11'alloh;1ria Sl'SS11<1l1er.111si. toria. nonchè l'allobaria scs§l.1a• 11: ddl'ctà a.dulia. Il significato !k.'S!>Uale d~I IK so del corpo e dcll,1 slatur:, durante le:>svilup1'° fu -iprcso iu :.c1,..,,1i10 dallo stesso :mtorc A carattere pii, l'articolare è lo s111diocondotto dalla Piualuga snlle donne.del· la Lncchuia. In questo l,l\'oro in messa in cvidl·nza in quella prO\·incia la j)rcs..:-nza dì 1111 ti• I.IO femminile carnttcriuato da alt;1 ~tatur:i. piccolo 1:,eso, l>l·ri• metro :oracico poco s,·1h11•paro. ani toracici lunghi. a.rii addominali l1111ghi e tronco hrcn. mani lnngh(' l" s1rc11c, testa cl· lissoidl', faccia kpto1,roso1:.;1 o,·alc o ellissoidc, naso Jcv·or• rino driuo. 11ellc bianca, caJ>cl• lì cd occhi castaui, insomma un 1i110 frmminile hdlo ma poco forh· e rigoglioso, con notc\·olc pre1lisposizionc alla 111bcrc0Jo3i, RcccntCllll'l\lC il Boldrini StU· diò alcune differrnzc sessuali s1:co11daric delle dimensioni dd corpo um,mo alla nascila cd alla e· à s111x:rion·. L'arg,)ml."1Ho d~lla grantkua del corpo e 11roponio11i in gcm ... raie è slato ampiamente tratta• 10 dagli antro1)())ogi italiani. Gh1se1)pe Sl·rgi fK'r primi) ha imposta·o cd an·ia10 vcr.:t0 una risoln1.ione il prohk·ma ddlt- ,·arietà umane pigmee dcll'Enro1>a preistorica e att11ale. Egli fin dai pruni l<'Tnpi criticò J'j. polesi di Knlmann s~:condo cui i pib"ll1ciso,th una '"arictà uma• na 1x,rag1Jnahìlc C(m quelle ad alta s1a·ur:,. cronologicamente anteriori e prN:ursori di quesll'. IJ $cri;.:-i pcnnasc sempre ndla sua ipotesi della origine africa11,1, dei J)iJ.,'lnci di Europa. per· chè cui 1ue~n1ano dei crani non solo pili 1>iccoli di quelli ddlc ,·;trìctà grandi ma morfo• logicamemc molto dinrsi. La statura did Trentini fu oggetto di riccrchl• da i).tric del ~loschcn il qu,llc trovò come la proponionc ddlc s1ature mcz•
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==