La Difesa della Razza - anno IV - n. 10 - 20 marzo 1941

il rauo come dim~lra,ionc- di hC'II\Olf'r( da µarie Jc-11:li,piriti. an~lrali. ai quali ,:ii il 1.1adn• della {lonna offri un sacri- ... fu.·io puhhlico nel ~iorno dc-il" nozzt". onde ap1.1u11to la ri~li, .!-Ì riH~la:-.. . c vro:.11imame111e reeoHda. Nt:-<'luno annunzia la fo. lura na-""'ila. ma un douo del marito alla moilie n-nde uiu■ lnw-nlc noto a 1u11i l"eH!nlo. 11 ,lono con~i ..1r io un 1~1 gn-m. J,ialt" di l>t•lle ili Ct!plwlophus ,.,imn11. ~raziOl!a gu:zc-lla .ml af rH:11111a. da 11or1arsi con il ~lo t·~po:olo. u cop('r1ura tlal l>f'IIO allt" fCinOC1"hiuL'o~c-uo f: crnato ron nunwr~i bouoni conici di ollont- t' N1u l'-fc-rc-11c- dd nletl~imo ~•allo. pe,uknti in hu!'O. Il 1trrmbia:.., "lt:~o ~ i11d0:t.._qlofino al 1u1rlo col nome di il'-i Oya. Di poi camhia 11"'0 e ,u,~umt"'il 11011wdi im Bdeko. O i.acco ~ntro il quale il raneiullo ~ portalo .!-UI don-o dal;a mad~. Ai primi ..c-111i tkl ltrmine tlella Ji;r■, Manza la donna Jlfrtl· tic un dt"COIIO di crhc iu un ,a~o dì terr11~li11 il cui coperchio 1lf'\e J)Orla~ due li11tt: corri~µondcnli a due dianldri i111cr~- ca111i..i a,I an,rolo rrtto . .,,einate cun ttra r~. Le due lintt hanno inAu~mo:a magica sul fo1uro citi figlio. I parti a\\eniono di &0li10 con molla facilità. i,,cnL1 1,crsone s1~ecìa:in.a1e p~·• aMisterd. <"h! le ahre mop:li dello sleuo mari10 !-0110 iiudicate &uffi. <"ienti al:a hisogna. Al 11N>11atosi lf'ga l'oml~- lico lasciandogli allac-- <'11111una var1c del funi• cùlo. la quale de\e ca• dere da ~- Fino a che que--to non -(ia ancnulo - un periodo di tre o <Jtllìllro !"'iurni è a ciò 11e(',e,,~.J1 i.., la madrt 11011 d(:H' 11llauart il haml,ino. nC e:JSa de\C' U'"<'Ìredalla <"•1•a1ma,nf: il vadrc dcH· ndctt: il nN>nalo. Il nome im1>0 !110al piccino tliperKle tln circo:.lan-ze qualsia!i \C"• rifical(":,i alla nHcila. Pf'r e..empio. R il \'ento 11off1aH1forte nel giorno dcl parto. il fanciullo JJUÒ ,·cnil'f' chiamato e ,ento :t; st un uomo bianco casualme111e 1•as• M> (lal \illauio M'I n1ttlf'll.imo giorno. il nonu• può tl!,Ser«-1111ellodi CO· 1~10 uomo. ( così \ ia. QuN-ti himbi a0no ltffl graii~i e~ri. con la loro pelle Hillulala chl" IIOfl r ancora del IUIIO nera, ma hruna tendente al roseo. i loro capelli lah oìla nero rbano. tal altra di un ncriccio spor· co. in ~r1i casi ricciuti, in ahri ondulali, per as1!-umere in lutti. ,·creo la (ine del primo anno di "ita, il pic:no colore nero proprie della rana t' la cre:.1mtt"Z28. dei C■pt'lli. cat1tlt-ri$IÌc• dci Ncgri. l...11 nascitM di ogni ranciullo è ~gui1a dn ,arii rili. ~mprr o.~enali µtrchè l'omellerli porlerehbe di-'t:razia non ,.olo al l,imlK) ma anche alla famiirlia Appt'na naw. il pitt0lo ritt\r una co.lanin■ fau.1 "'( I crim(' tlella ,acca t&aCradi C'ui il padre fN.."t"dono alla fi.gliR t1t'I giorno drlle nou.c. Vieue ,111i11,li111 ,ato, per così clirt-, iu ~lcrco l,o,ino diluilo ondc couferirgli \ igort. Pt-r giorni ~u~h i. R.mp~ allo t<l~o ~po. è "f>rtU: za10 con ,ucco di crhe. L'opcrazio11c è aceompagnala da u11 canto [i1>eciale e dalla ript-tula ~VOr!izion(' del bambi110 al fu mo di lt>gni aroma lici. Un buc Jo\ rfflhc: pure saerific.Jl'!i agli !pirili a1lCblrali onde Jlropiziarli al nconalo. lnlanto un m..,. dico indigc:no. c<:11pratid1e però tull'ahro che mc:◄liche "' inli da giu.s1ificare il nome di strcgonf' con cui a0no di.s1in1i g:i in dhidui di 00!.t~o grnere. J)C'll~ al rl!-1ahilin,t11lo della ma Jtt:. \folti ahri cm1umi 1ì $Ucttdono 11c1 ,arii periotli dell, ,•ila clel fanciullino, fino a ragiiunp:re l'ui,, in cui JHIÒ t!'•t'ft' foizialo ai mi~INÌ -dtlla lrihù. tlfJpo ■\Crt" w:enncmt"nlt' ri. ,· nato un UUO\O ncmc in ..o,,ti1uiio11e d1 r1•wlio i!lll.iChlo,2h :,Ila ua&eila. La fanciulk•ua è 1r11-.corsa dai maschiclli africani portamlt) al pa,!,('Olo i buoi. lf' capri' e l" f>N:Orc ,~ute dal padrr. Of>pt1N'..caociando gli uccelli dallc cohi\nioni. Gran parlt- llel 1em1.10lo pa.Mano a11d1e tendeodo lacci allt' IK'rnici e ai \'ari1 ,·olatili: più ancora nt impiegano in giuc;cl1i e· 1••~"atrmpi di o~ni 1;enere. iti ~la po1er,.i congidt'nre la loro conw un:,; dellt JHÙ ht"afe calblrnze pO:.!'ihili. Non l1a11110,li &0li10 !'C'uole ,111 frequt>nlare. ha.1Jlando 111I ~i il sapcrc ocea,.iouaimente dato nella famiglia. Imparano pt>r tempo a conlarc. ma la loro m, meruior\è uon \a moho lungi. Mohi Africani hanno. e ehi :-a da quanrlo, un ,tro c 11roprio ~~lema decimale. i:i.pirato dalle died dita ~ellt mani. loro in!'t1•arabili ,truffit'nti nrl calcolo. Il cc;ntruio comin<'i• col mignolo dcli ■ mano toin~tra. c-orrispomlcnte al 11u11lf'ro 11110. e continua fino al pollicc dclla slt'!M mano. che ha il \aiore di cinque. Si paMaa qui11cli 111 1K)llitt della n1ano ~tra. col '"'i~nificato (li s.ri t co-<i \ia fino mi~nolo de-1ro col sii11ifica10 di ditti. Il din:i pcrò ~ e,1p~-.., baue,ulo insiemc le due mani col palmo, :.i rhe ad 0~11i hallula corri~1K1ndc una dieciua. Ogni uumero ha un nonlt a :,k. mJ nt-11( 1rihù chc non hanno scrinura.. il compu10 richiede ~m JHf' l'ausilio dt:lc cli1a. 1)(-r cui quando il conto iialt' e lt propri◄' dita non ba~ta110 piì1. •H ricorre a <111f'lledei prese-uri in 111\a maniera cht' ~r noi ha del eomico. Qua,1a del calcolo r una dclle ~ più difficili ila impar.ut per 1111ragauo africano; le donne. in\ece, non hanno 11em• meno bisogno di quello, Consuelo do\trc J)(r una fanciulla è M>hanlo l"siulo alla madrf' nclle cure dome-Miche e nellt allcn• zioni ai fratcllini. Pcr il l~tiamc. i,n-ett, CHa non aHi mai da rare. Speciali &uperslizioni ,·i 11ioppongono pres&O quui lulle le trihù. La religione :11~ richif'de .KanlO tempv J)t'r H...~re c-onOM"iuta, perdM: tli una Kmplicità olttma. limitata M>\t"lllc al cuho degli :i11>iri1iance~1rali. o ha poco in comune con lit co11ctzionc di Dio dei vopoli civili. Cresciuti, i gio,anolli h■n• no da pensare a prt:n<kr nlOglie; :c ragane a trour marilo. Tutto ciò vale. a'in1e11de. pcr ili individui i quali \i,ono con la proprìQ tribù; chè pt-r gli ahri, anluiti 1nei centri creati dagli -Europei. allrallivi dai miraggi dclla c.i,·ihà. le~ stanno in ben altro modo! In compi~ è pcrò da U&Cri~i che lu matlre .r ricana, rimuta nel proprio ambie111e Ji vita. M>llostit, sì. a qualcosa di inconcepibile per noi. ma è pur sempre una madre tM!111plare quando nulla ,i si oppo11c c .solo domina iu lei l'anlOre materno ispiratole da natura. IJDIO CIPRIANI 21

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