RAZZA E STATO· di Mario Bacdqalupi Roma gnosi e Gioberti I . La scuola italiana fondò, nel secolo scorso, la dottrina dello Stato sul principio di nazionalità. Per 1ccmnare soltanto ai suoi principali n1ppresen1anti, ricordiamo il Romagnosi ,:he, posta la conS1at2zionc della di\'crsa natura dei popoli, elabor.1 il concetto di nazione, come un popolo nel quale la natura stessa ha impresso il tipo dell'unità geografio e morale ~ enuocia la dottrina dell'etniatchia, cioè della necessità del- , l'indipcnck-m:a della nu:iooe. Mauini, oltre a mettere in luce l'aspetto ideale della nazionalità, come missione particolare di un popolo e suo pensiero, diritto e fine comune, rivendica fin dal ISH l'unità rauiale d'Italia. (De//'Nnità itafi4,r11). Ma la trat. tuione organica di questa dottrina è dovuta al Gioberti (D~l- /11 lldZÌOnalità ilalitmtJ, 1847) che pone a fondamento della nazione la razza, con il concor• so di altri dementi oggettivi quali la lingua e il territorio, rivendica il canttere nazionale dtlle istituzioni e degli ordini civili, e ravvisa ~Ila commistio. ne di nazioni diverse la causa della ro,•ina dei popoli, condannando la fusioni, che stima infeconde e contrarie a natura, di razz.e differenti.. Quattro anni dopo il Mancini, nella prolusione, rimasta celebre, sul prin,ipio di nazionalità, ripete i concetti del Gio- ~rti,' intorbidandoli però di ideologie democrati:::he allora in ,·oga. col ravvisare nelle nniQ.. ni dei soggetti di dirit•o. ai quali sartbbero applicabili le roun- .iazioni ottantanoviste sull'inllividuo. Nel w:ntennio successi"O appaiono numerose, in ogni parte d'Italia, le tratuzioni su <jUCSto argomento e le traduzioni, da,·- ,·ero non necessarie, di analoghe opere straniere. E' il grande momento storico della nazjonalità della quale neppure i tr:mati di diriuo pubblico possono tacere. Ma succcssi"amente si ra pili maniresta l'oppasizione tra le due correnti, quella razzista che ha formalo la base del nnionalismo italiano e in ispecie del pensiero di Alfredo Rocco e quella demagogica, ,·era degenerazione di questa dottrina, che face,•a della nnione, dotata, 'a immagine degli individui, di diritti eterni e imprescrìtti- r bili. un conglomerato di persone tenute insieme dal loro labile arbitrio. LoStato di diritto 2 - Nella seconda mcd del secolo. fo importata in Italia la teorica dello stato dì diritto e vi assunse stabile predominio. fa\'orita com'era dalle idrologie liberali. Nelle sue originarie espressioni vide nello Stato un semplice renomeno giuridico del quale il diritto en ad un tempo l'unico ronda.mento e l'unico fi. ne: lo Suto diveni,·a una pura realti formale, priva di cgnl intrinseco \'alare e di ogni impronta di nazionalità. in anta• gonisrno con l'individuo che si poneva sullo stesso suo piano. La concezione fascista 3 _ La crisi dello Stato finì il 28 ottobre 1922. Nello sviluppo della tradizione naz.ìona• le e razzista del nostro pensiero Pollaiolo: La Glu•tiaiu (Ulfizi, Firenze) Il!
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