La Difesa della Razza - anno IV - n. 8 - 20 febbraio 1941

lobohrion. et.I d1Yielo di motnmonlo tro potri:z:J e plebei, i primi ai appellovono o ragioni rar:tlal• • deacrivevano,, in lerminl notti. lo dNOnDon'a, l"eterG9enel1c) di chi poui.clo due aangui dinrat Ma questo eonoetto venivo luor di Ju090 dedotlo nello questione. i:-r J)re91udlùo. e aveva buon 910<:0 il 1r"buno Conulelo o ,.plioare che, .:1:·: .. !h~. ,:_ei;:.,:ru.~ =~=~'! com• I patrizi, ai -=rrebti. d't'ltc lo eodetc) • loti. due ncn:lon! dì uno eola ((V, l • &e-gCJ.l. Ouesto richiamo olio fondomentale unitb dJ rana • oi pericoli che po1evo portare l"op"nlone d, un'ln .. latenle dìHrai1a, valNro od ollenere l'oboHz!one del dlYieto. E neppure esMleY<mO d.ilferenzo rauioli tro il popolo romano e i. oltre o-nti itali~ mo erano un unico, gronde popolo, 9la, alle origini, il popolo llallano Il mito delle orig'nl dovevo -"ire o roflonare • nobllllare lo nozione. do•e•o a••r• una hmdone po,itica; non era un problema onlropologlco, mo una dottrina politlcu Ogni popolo aimbol~i<no nel!e divlni1c). do cui preten• deYa dì trarre ori9ine, le Yir1à deno rauo: per il popolo romano erano Venere (dallo q\.<zle 11 locevo dUC.ndere Eneo} e Mane (do cui Romolo), lo leccnditc) • lo guerra. Oui, nelle prime pagine dell'opero, si aloOC'Clll'Immagine ct.R'llolio. come una tealtb 1uperioN. per k>tam JtoUae longitudmem ab Alpibua od PNtum Stculum U. 2 • nel I. 30, 28). Le 9enti J1allch. c:he po110no 1ullo 10tno de-Ilo 1&oria romano ap, paiono 11anzio1• ln ltoHa, come no1urall abitanti_ di cui lo 1lorlco non 1uppone neppure Of'9ini atranier• per Urio ■ono 1ulti cnatoc1onl IOIYo l Veneti. per I quali, per omo,. ve.-.o la natia Padova, oceoglle uno tradizione parallelo o quello di Roma, dfl l«o ornYO do Troia, 10110 lo guido dJ AntenOf'e. L'fden1h6 NU:z:iole Ira i Romani e Il popolo latino viene olfermoto come un vincolo ~r•ntale • aouad:tio, di 1tretta con• 10nguinelt6 U. 23. VUL 3 ecc.)_ S. oJ da luorl del nucleo delle popolazioni del l.o-:io la lolla pe,r unlUcare l'Italia • 11010 dw-o. MUo Mn• di el•menti che eO(Jliono elencore o compon-., lo no:zione, abbiano dimenticcto qu•to dalo nel quale ,I oc-centrano I lottott miltki .:I emotiYi et.Ilo po. tria: c:ome ben avvertl Il Manzoni net veni. e un Yolgo dlaperso ... che nome non ha >. In Urio oaaume un •olore polillco, altri• builQ olle fnc:ipienlj lormadoni narlonall. R1maa. a lungo od indk::ore gli alleati et.I noni. Latino quale nucleo pi\) vicino o Roma. antlcu ma aopratutlo pr!m99gW, Il nome Romano non mai e1tinl0 e nnaac.nte do ~nl molignit~ di fo!t~~a (XXV, 38). Dopo over p,ooeduto per oltre 350 anni Ira guerre lunghiuime con I popoli vicinl, ecco, nella storia di Uvio. li primo tc0ntro con gli ,uonlert i Galli. Man'IHto • il suo eclegno contro quHti lnYCIIOfl che OYe•ano valicalo le Alpi attratti dallo dolceU(l della noatro teno lo penlaola • una. • l'Italia. :'r:::.ddìo.~:i:lt:1;:r!7 ~":~~I=: IUMO di Gi11Uo Ce.ore (Museo di Berhno) come quello etruKO e quello aannita, no- Il cui nome non mal come in que,to luogo ,c.nb ,on~naiionJ ~ i.ndeYono o a-eare •iene ripetuto e conlf'Oppo91o aasieme alle lo 9rande nozione italiano (per I Sonnlti genlì llolicbe olla Golllo e alle ,ue pope> 111,23, per I Campani 23, 9 ecc.). Il pro- lozioni. CUIO unlfico10re nasc.•a contemporaneo- Le dllleren:z:e raukzli erano oppari.centi mente in clinr.e partì <t.0a penlaola • do- nell'a■R9Uo. come nelle armi. nel temperova luogo od altrellanti c.ntri lntomo a, qua. mento, pn,nto all'ira. borio.o, orido di preda, IJ •l unlYoml le gentj •ldn•. Cib che man• Intemperante, improldente, di malafede O• cavo non ero l'unite) onlropolog,lco della bllan~ k3lN di Brenno) poco IOlldo. arircnzo, mo Il 1uo credo poUlioo. .dl.railno d'oro (V, 35 • ugg,; XXI, 20). La Lo conquJ11Q dell.ideo politico dello rana lo,o oggreulone contro Roma appara lmlu i:-r tutti i popoli orli,, particolanneni. per proYY.0, nel"l'oeo., condotta do una 1urbo il nostro, lenta .• ,angulnoaa. Si doYevo YOdanle e (U()rdinoto. U loro momentaneo compiere nello 1toria polltlca uno glgante.--auc-ceNO, l'effetto dì drcoetanze fortuite mo &CG rivohWone pau.ando da) frm.ionamenlo lo loro dlalolto • pOj COSI pieno che neppure municipale od U11'0r9anluazione 1krtale di. uno ne eoproyytve per port~ l'annunzio. comprend91ff tutta lo rana, d1atruggendo L'odio QOnlfo I Romani che U•lo rUevo come I portfoolorbml d.t Ungua, di ca.fumi. di In- loro proprio e lnaito (XXX, 33} 6 da lui 1ere•i. cr.a:ndo U aento dello Stato • dello equamente CIOf'ltroc:comlHato. e non ta:ac:o rozza. occaaione i,et dimoaLrame l'ìnleriorilc). Lo Nei libri di Livio che a aono rima111J••· 1plrito ontlgalllco della ,torio IIYiono • •vi· diamo le bai dedai.,. di quHta formazione dente. deUo Stato, dell'aflermazone dello rane ec> Si ricordi lo I.lido 110 un Go.Ilo. YOcfonte, l'lle tono politico. •t~to, In mulll'l'Olori armi ed Il Romano Un termine rloaa!,lfttivo lnclicova, dal nu• T Manlio ,llendoeo. roccol.to nello •uo ira deo c:he a.-evo dato il moYimento, quHla e nelle •ue ana1 più efficaci che 1p,lendenli. noacenle lff\Pl"Ofltonazionale, il nomen (fto.. finito con la Yiuorio di quell'ultimo (VU. manu.m. Samniturn ecc.), che Indica la quo• 12); lo 1termlnlo del Galli dell'eNrcilo litò del popolo lo denominazione comune o d'Annibale nelle paludi appenniniche tu!li l •UOI pcrrtedP{ .:I lnaieine il prHtiglo, (X'Xfl. Z): le reiterai. rtpulae et.I Senato ol :/C:~!:~t• ':=:•t~o 1 po::=~~ l;~~~~~an~~.pi~I nuclel In Ttallo 30 Anche in Aala Minore i Romani 11 imbatterono nei Galli che vi erano emigrati, In alcune dfflne d, migliaia, nel 279 a. Cr. Uvlo attribui.ace al con10le Cn Manlio. p- .mo et.Ilo bo1109Uo che doveva clistrug gerli, una lungo deacrizlone, lip&ccmente razziata. dove 1llu1tro lo degenerat.lone, per un lenomeno di me1iccioto.. di que.111 Galli che orma. al chiamavano Go.Ilo gted (XXXVIII, 17), Tutti I fenomeni degenera• 11•1ne .ono ovvartitl.; meno chìoro ne • lo couao che Tiene attrlbuilo all'ambiente .... condo la teoria oriatolel·co, ripetuto da UYin In oJtri luoghi (IX. 13; XXXXl 1 22). Pure a.i riconoao■ quel meticciato spirituale che da~ modeml ~en detto indlgenimenlo • che corul1te nello degrado:r.ione del)Q persona• 1116 •erso I coetumJ e t ccra1t•ri lo«Di. Mo lo ••ra 9uerra d1 popoli ai .... o1.. 1,0 lo rozzo romono-ilol!ca • lo marea ml,ta d: rau.e Mmlte e africane linanzlole do Cartagine tino a concluder-1t nella pià gron. de tono di cillc) e dì genti l'no alloro Nn• lito (XXI, I), Di Ironie all'Hercito di Anni• bcle, ml■:to e11 collu•lone omnium genlium • a.!Jo Hotlo ca:rtog1neN non meno eterogenea (XXVIII, 12, XXVI. 20), 11 oppone l'ltollo con Il nu~lo dei popoli rimasti le• deli oll"id,eo nczlonole romano. Nella lotto appaiono chiari I mo••nli no- :z:·onoll di Roma, lo ~cienzo di un'invo• aione ,trcnlero e di uno IOlldarietb tra tuni gli Itolie1, il cui nome ,teno al affermo 1ulle di•la'oni locali. n algnilicato sJtorico 011,1. bullo da Uvio allo mog9iore delle guerre puniche, 6 di una guerra nazionale condotta do .un om09eneo gruJ:l)O razziale, o, me• glio, dolio parte di quHto che ne o•evo cosdenza politica. contro 1'lmperioll1mo di un aggregalo di 9enli artilicloeomenle riunite. ltollam tuari, ltoliai:n ab Annibale te• cuperare, (XXII, 14) In Italia bellum gerl• mu, In ude oc IGio noetro (XXll 39); on<t. il rimprovaro a quegli Italici che o•••ono ct.lezlonoto e l'ardente lnvOCC11.lonedel 9iorno in CUI l'Italia 1!0 libera do nemld • Ji~ rente nella pace (XXX, 21). Mo Jnline U•io ben ovver1e che lo 9u•t• ra i:-r la libef1c) d'llolio si conJonct. ed • tutt'una con• lo 9ueno pet U dominio del mondo (XXX, 32). Certo uno delle pfindpoli CIOUM dello cli1loua oartagi.ne.. lurono le milizie mere. norie, raccolte da ogni NUZO. i.nule insieme dall'oro • non doJlo ledeltb, come lo 110rico nolo per lo battogUa di Zaino, • n.pete ln o1tr1 paul (XXV. 33) eop,otullo nonando lo ballogliQ di Pidna !XXXXtV, 40). Non menq profondo: ov·.-.talone Mnle per le popo!a:doni gte<'O-Ori♦nlall: dalle quQ!j •.de Introdotti in Roma I germt di un lu.uo atro• nlero denuncialo dal v.cc-hlo Cotone come cou.o di deooden:z:a polidca • di 1p-egio per gli antichi 1imulaai d'argilla degli O.I Romani (XXXIV, 4). L'odio di Uvlo per I TcuquinU. ai quo.li ottribuik'9 ogni genere dt mlalolli. ct.ri•a dallo loro pntHa origine greco (I, 34); un greco avrebbe lnlrodono In Italia I riti orrendi • 1traniert dello _ NIio ct.f Bacconoli lrl)(etotamente Ntirpa• lo (XXXIX, 8). E pià Yoli. .... ngono mHH lr. rillevo le curollerieliche dema9ogiche det G,oc1 U•lo non ha.I 1eortuoto in un manuale potitlc:o la •ua diÒttrino. ma quHI0 6 ancor più chlora • lncùlYo in Q\ICnlo c:onnatu• rata nello 110,to_ Eg11 ha e1pr-.AO l'anima CHllla romanltb •• perdb, della rana Italiana ncmando lo •ua aleua •Iorio n.l gronde aoone et.i popoli .e.e! a combattere per il dominio del mondo. MARIO BACCIGALUPI

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