IVIO, U'crnsolo do lafJl esegeti che. da qualche c,tozlone, n• l~ro un hbenorio e un democralico. ho 91preuo nellcr •Iorio. com• Virgilio nello J)091io, il 1en10 lmpe. riole d•lla rana ed ha traccialo lo lorma2.lon• polulca dello Staio· da tutto l'opero em•f9()1'1o quelle ldff politic:he c:he tono il fondomenlo d1 ogni rina.c.kl nazionale • che appcuono leconde. nel corto dei IK:>li. degili IYilUPPi ph)lconaon1 alle d ... , .. et6:. come, per il '&IO, dlmoatr6 Moch!avelll I p,otagonisli della 110ria liviana aono •I popolo romano ed I <1uoi condollieri .. La 1toria n<Wonole di, Roma grond999io d1 lronte a!le 't.cende <NQh altri popoli, l'ideo poiil1co centrale à Il popolo romano com·• roua • nozione. Antimoteriohsta. lo conoe- :r'one li'tiono 1i inlorma al fallore no:rionole e imper:ale in cut rovvlaa Il più importonle movent• della atorio, • agli elementi che lo e.o.I lui.cono: fortuna. valore, mili.do L'elemenlo economico ebbe trascurabile impor tan:ta nella 1torio di Roma che non con le r.ccheue ma col valore conqui116 l'impero de! mondo. Nessun accenno in Livio o qu•• sl;onl •conomiche •• non per ricordar• gli •Pleodi di ,prozia d•I den010 o le predo lolle al nemico (l. lii, 26: IX. 40 ecc.) pop>li rlcchiu.m1 come J Cortoginesi ed I Mocedo. n1 lurono v1nt: • ricchezze enormi oflluirono o Roma, eterno monito di q\Klllto poco voi• ~ano dinnam:i olle armi ed oll'oudodo. Anche lo lor1uno eh• favoriace I dl199ni orditi quanto p."ù tenue appare lo 1peronza • diffidi• l'imprHo (I xxvr, 38). non ac> vrosto quale cieco • 1mponiole fattore. mo anch'eNO • romana. modo d'esHre • de1tino del p::ipo!o che •fugge alle umane pr•v11ionl Ogni popolo ha la sua lortuno naz!onale, come lo auo storia. n giovan• Scipione, nel suo slancio mialico, ricordo ohe truppe di Spagna la • publico forluno • il de11ino romano di vincere. nonoalanl• lnl• zioli insucceali, I• pià grandi guene, per il valore r.tD<Ulo Integro • immobile (I XXVI, 41). Chiaro appare dalle pog1ne dì Livio che furono le virtù romane. le caratteristiche sp'.rlluoli e fisiche dello rouo a dar• a Roma l'Impero: il valore guerriero, la lede. lo IObrletb. lo conoordia, lo 1enodo, Il dinomiamo eroico. Se Uvio non pone que11lo• nl di hlo.olia dello 110rio, tullcl'fia dallo 1uo opero si trae l'in199na.mento che lo potenza romano fu eflello p,incipolmenle delle quolitb politiche e militari del auo popolo, qu+ste furono le profonde fon:e eh• m09Hto Roma 'fl tante O't"t'er1it6: di lottuna Nono11ant• il proponim•nto di sYiluppar• la nol'1'ozlone delle vicende interne. lo mo• terio 1teua costringe lo ■torico a dar• il pià largo poelo allo guerra. Uno serie lnlrf• terrona di eroi1mi. di guene, di conqul1te lormo il teuuto dello àloria romana. Due volte .oltanto. come noto Ll"K>, 1n 700 anni Il tempio di G1<In0 tu chiu■o. Roua .... n. :i: olmenle guerriera, il popolo cresc. con lo guen-o. annette mediante conqui1ta ollre ge,nU, le tonde nell'un't6' degli eserciti Lo storia liviano e:sp,ime Il concetto romano dello guerra come formatrice del popolo. me:i::ra ffMntio!e per creare e occ:re.c:ere l'impero Lo de.cru:ione delle batt09lie "i • occuroti■s·ma. le i1hlu:r1onl mihton, che IO no il londomento ste110 dJ Roma, vi hanno ampio 11vlluppo. Sul popolo grandeggiano le ligure de, Duci Nonoetonte il 1l1temo consolare, net :nomentj 9ro'tl. col dittatore o con l'inter• regno. il comando t Hmpre di uno 10lo Uv o upetutomenle con■toto la vinù trosci• notriee del Duct pià eh• nell'esercito, ne! comandanti t lo lono romano (Il, 39), lo molliludin• quasi aempre • simile oi copi (V, 28). LA lunghe ormloni che Uv10 kl ptonundare ai Duci primo della ba110911o . .ono l'"pteNione, oon quell'ottilieio lene, rorio, dello lede, dec,11 mtendim~nli. dello volontb dei Copi' Nello lam010 queatione che Livio proapel• 1a. quale ,arebt>. stata il de1tino di Roma se OVHM combattuto conlro Alessandro Il Gronde, "t"engono primo dì tutto me1H o oonlronto le q\Kllitb dei Ouei per condudere a lovor• dello superiorit6: romano, po; glt ordinamenti, le Offlli, lo vutù romana. per oflermor• e\AJ)erbament• eh• mille più polenir Hercili Roma t, ora. In grado di re, spinger• (IX, 19). fisicomenle e spirilualmenle 11 popolo PQMiede un'unità. un'anima sola. Percib IOno lrequenli., 1n LlYio. I• '""•lti't"e cot11ro le fcmotll (oggi Si direbbe I partiti) pià Hl• dal! dello lame, delle malattie, di qualsla11 svenluro pubblica (IV, 9). rovino de9II lmpefi (Il, 44) I modem!. come • noto. hanno lcuo intenninabih cliacuukmi 1ull'ori9\ne • •uUa steua quolllb rouiale dello plebe Per U'tlo il problema non à nePl)\lre penao• bile. 11 trotta di una sduione, in uno stH· SI') popolo. tra cotegorle IOdali divet'le, discordia ordlnum, venenum utbis (lii, 67). E" pur vero che nella di■pulo die prece<i•tt•
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