q11estionario 4Jì, 1VlE lRl JRlA. GiUHPJ>9 Gri•co, dalla zona d1 guerra Nessuno ca.o come la guerra decido delta maturnò: d1 un popolo alla dignità: 1mpena• le, perchè l'Impero non è solo una espres11one geo,;irohca più o meno va.sto, mà i.oprottutto un'alfermo:z:ione di civ1llò e àL potenza del popolo che lo conquisto. In ahre parole. l'Impero à lo più alto esprenione delle eopac1tò: costrulhve e civili:notriei d1 un popolo.è l'indice dello suo 1upenoritò, prima d1 lutto mora:e. sui popoli e paesi soggeth. Poa.sedere vaste e ricchi111me colon;e. domi. nare con la polen29 d&ll'oro e delle orm1 altri paesi, non vuol dire essere un popolo imperiale nell'alto 1en.110d1 questa parola. L'impero è lulfaltro coi.o, e lo sua grondena s1 m;sura su ben altri !allori che quelli puramente materiali. No~ Si insiste ma: abbastanza su ques1,3 esun:z:10'.e 1pin1ua!itò: dell'Impero, specie ogg 1 che due concezioni, due Imperi d1ve,a1. anz 1 opposti, l'ìlahano e }inglese. loUano su :erreno squisitamente 1mper:ale, per l'at lermazione delle loro idee e della loro po. lenza. Non è uno loua nuova, specie per noi [tahanì che !"Impero, ne!la sua pii:I alta espressione ,puituale. l'abbiamo nel san, gue, mo è una lolla che deciderà per lungo tempo dei destini da tutto i! boemo mediterraneo E necessor.o p&rciò che lulh g!L ita• \ioni. senza alcuna &<:cezione. siano piena- :nente consci dei loro compiti e della loro missione. Ionio più che il nemico che abbiamo d1 fronte, sarebbe puerile e contra. rio al nostro stile nasconderlo. è lor1is.imo e 9iuoco contro di noi una carta disperata. Pur non indulgendo al 9uMo di cer1i spo!. veratori di biblioteche. non possiamo faro a meno di constatare che ogiga, come al tempo delle guerre puniche, noi d trovia. mo d1 Ironie, sulle azzurre acque del mare Mediterraneo, al pii:I formidabile Impero di mercanti che esisla nel mondo. Lo scontro. che direi fatale, se erodessi alla latahtà storica. è, ripeto, d&<:i11vo. Ogni soluzione d1 compromeaso è impossibile. O Roma o Londra. Do quello dilemma non ai esce che con la scolI\parsa di uno dei conlondenti. Londra può !lluders1 quanto vuole che aia Roma a perire, noi per conto nostro abbiamo la certezza categorica: della no.tra vittoria, eerlezza che scaturisce prima d, tutto dal nostro buon diritto e dalle nostra ind1sculibile superioritè morale. n vecchio motto di Catone è di.venuto onco• ra una volta l'esprcss1ofle della nostro in. fleuibile volontà; < Carthago delenda eell » Carta91ne? Londra. Non dubitate, ombre deglt anhchi e dei nuovi legfonari. Ma non credo ahOlutamente che si possa conqut.tare, e tanto meno consolidare e far Pf0$perare un Impero, sen:ta il diretto intervenlo del po.polo e della aua nalurale e potentinima virtù creativa, ammenochll non si voglia lare dell'Impero un·impresa di •economia• e d: •commercio> sul tipo di quella inglese. Se !ossi in vena di memorie classiche, polrei alfennore che tutta plebea, cioè popolare. fu la forza espansiva dell'Impero Romano e via discorrendo. M1 limito a conslatare che il nostro Impero è sorto da un imprescindibile bisogno di ,erra do parte del nostro popolo in sempre conUnuo aumento di vite. Dunque Impero d 1 colonizzazione, nel senso piò alto, colcmzzazione che non opprime ciecam1m1e, ma auoe1a a una vita supenore. pur eadudcndo cotegoricamente qualsiasi ibrida mescolanza di rozza, le 9en11 s099ette. La 9uerra ehe noi OOOi combauiamo con• tro I ln9hilterra, à dunque decisiva dei nostri destini. Noi non ci facciamo illusioni sulla durato e sull"asprezza della lotta. perchà sappiamo chi abbiamo di Ironie e di quali forze sia fornito. Ma neppure d1• mentichiamo le !acile previsioni democratiche sulla sor1e dell'Ehopia. premuta tutla iniorno do poe:ndimenli inglesi e frane.si. avanzale olla vigilia del conllilto. Se non 11 avverarono fu opera specialmente dello for1issima tempra dei nostri soldati. Ss c'è stato qualcuno. in llalia. che ha prestalo orecchio, al tempo della disfatta della franc;a, alla storiella di pretta mar. ca ong\o-ebro.ica, della pugnalata nella schiena. ai ricreda. A porle il fallo che al, la ouerra contro le democrazie reazionarie e plutocratiche' ci portava lo ■tesso svilup.. po logico della noetra Rivoluzione, gli avvenimenti hanno aullicientemente dìmostra. to anche ai d&<:hi per partilo preso, che la nostra entrata In guerra è stata, primo d1 lullo, un 9rande otto di coraggio, non Direllor• rHponaa.bile: TELESIO INTEIU.ANDI minore certamente dì quello comp1.u10 nel 1935, quando l'Italia sola osò sfidare aper• tornente la coalizione 91neyrma. nonoslante il mmaecioso concentrarsi nel Med11er• ranoo della • Home fleel >. I raAP()rli fra le nazioni, ebbe a dire li Duee 1n un suo gronde discorso. sono rop. porh di lorza. vate a dire di potenza. Chi è lorle ha ra91one La •torio non cono■« senlimentalismi. I d1.1bo!i, 9h inelti sono seni'allro e!im!nah. Da ciò scaturisce lo ne~sa1tà di essere sempe p,onh a qualsiasi evento. Tutto i possibile ai popoli lori! e decisi a conquistare il posto ehe loro spena nel mondo Al punto in cui siamo oggi. sarebbe o!. tremodo oz10110. per non d:re ldio1a. disqui. 1ire se la guerra poteva o meno essere evitalo con un alto d1 sa99ezzo e di com• prensione da parie delle democrazie. La realtà è che le democra:ue quesl'atto di sa9gena non !"hanno fallo. Vuol due eh.- non lo volevano. Hanno prelerito la guerra, hanno vo!ulo misurOlsi in campe con le g1ovan1 forze rivoluzionarie e hanno ovulo torto La guarro continua, e continuerà, 1nesorobile, Imo alla resa incondizio. nata dell"ultimo e più strenuo dilensore del vecchio mondo: l'ln9hilterra. fro questa (I no, non cl pu6 essere che un poti::>: quelle fra vincitore e vinto. Guerra di vita e di morte Tale l"ha.nno voluta le democrazie, illudendosi di avere. grazie alle loro sternunate ricchez-ze, in pugno la vit:ono. Ta:e noi !"abbiamo acce11a1a e la co.idurrtrmo Imo allo villoria totale. Guerra imperiale ho detto, perchè coni popolo che 03pira e lolla per raggiungere un grande destino, <npira e lotta per con. quisiore un Impero. perchè è solo sul terreno dell·Jmpero che I popoli !orli possor.o veramenle operare aecondo la loro oran. dezza e la loro potenza. In !empi lontani. ma non cosi remoti da euere sepolti sotto la polvere deg-li archivi. J"ln9hillerra, approfittando della decadenza progressiva dell'Impero spagnolo e di quelli sorti nella 1ua scia, mentre llatia e Germania erano tuttora in lolla per lo conquista dello Po. tria, conquistò, 03sieme a)lc Francia. Il suo immenso Impero, Fu. più che altro, una grande impresa di mercanli. Senza cuore nè Jorza ideole. Una questione di e economia >. se è permesso esprimersi cosi. E tale è rhnasto fino ai nostri 9iorni, quando Italia e Germania, rese finalmente pa.dro. ne del proprio destino ed allrotellate nel patto d'acciaio dalla fiamma rinnovatrice delle due Rivoluzioni, hanno chieslo alle ricchjuime democrazie uno più larga giu. alizia. non solo per sè, mo per tutti i po. poli. ACQeCOle dalle riccheue, le demo. a0%le, con a capo l'Inghilterra. hanno riliulato. Ma 9iu,tizia sarò latta dalle armi delle nostre Rivoluzioni. Stampatori: Società Anonima Istituto Romano di Arti Grafiche di Tumminelli & C.- Città Universitaria - Roma
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