stre mura ». I giovani lo guardarono non sai se p'ù altoniti o increduli; tuttavia ad ogni buon fine domandarono all'ebreo dove mai si potessero provvedere di quest'acqua miracolosa. fac:endogli ben chiaro oopire che ciò che loro importava non erano gli esorcismi e le superstizion;. ma soprattutto che lo città sorgesse e resistesse al tempo. Abba Colon s'offri di procurare egli stesso l'acqua dell'Eufrate o patto che i giovani aves. sero aspetloto il suo ritorno. visto che la suo assenza sarebbe stata di mesi e di anni. I g:ovani, pur di non rinunziare al loro disegno, promisero e Abba Colon partì per lo Giudea. a piedi naturalmente, esercitando tutti i mestieri per oompare lo vita e sostenersi nel v'aggio. Giunf se alle rive del fiume sacro che s'era occomcxlato con un vinottiere al quale rubati botti, otri, orciuoli, li riempl della mitioo cicqua per ritornarsene alla più lesta verso le foc~ del Tevere. Qui Abba Colon giunse vecchissimo e trovò ancora i giovani, fotti ormai maturi. i quali appena lo videro gli corsero incontro con allegrezza, raccontandogli che per quanti s tentativi avessero fatto olio scopo di mantenere in piedi le loro capanne. sempre il vento e la pioggia glie le avevano irosamente sradioote e disperse. Ma ecco finalmente il legante magico, focquo delJ'Eulrote, ecco la conditi.o perchè Roma nasca e stia.: ul Roma steL E cosl fecero infatti, cosp:xrgendo ti suolo tiberino dell'acqua g~udeo. E le capanne rimasero salde e diventarono Roma. Da tutto ciò ebbe origine un proverbio ebraico che dice: e Una città dove non c'è stato Abba Colon non merita d·es.sere chiamata città». E· inutile spendere parole per sottolineare il -grottesco della storiella lo quale non ha nemmeno quel tanto cl: poetico che non monca mai di Òve• re fino la più miserabile leggenda. Si può tutt'al più notare, ma molto in fretta. quel che di sottilmente ma+ gico e dolosamente occulto c'è nei due elementi: l'acqua dell·Eufrate. equivalente al seme ebraico fecon+ datore; e la terra del Lazio. che rappresenta la matrice feoondata; il maschio innesto giudeo sulla femminilità latino. Chi crede a queste cantafavole può spassarsela un mondo. solo che prenda per argomento Je origini di Roma. a proposito della quale è stato scritto più di occultismo e di sìmOOlogia che in diec'. trattati di arte magioo. Torneremo più tardi suirorgomento, premendoci oro di liquidare il secondo raccontino sulla fondazione. Questo ce lo racconta oddir:ttura il Capefigue, spulciando nello pseudo Giuseppe {il continuatore dello famosa storia degli ebrei di Giuseppe F1avio) l'aneddoto che non ci costo se non lo fatioo della traciuzior;:ie. « Le tradizioni rabbiniche assegnano all'origine dello stabilirsi degli ebrei o Roma e in Italia un·età che oltrepassa quello ·della sle530 città. e presento aspetti addirittura mitici e fovolosL E' al tempo di Giacobbe e dei re pastori che incomincia la dispersione dei figli d'Israele e il loro peregrinare attraverso il crudele regno di Ed.om. (Cosi essi chiamano l'Impero dei Cesari). A quegli antichi tempi, Zelo, figlio di Elifaz, figlio di Esaù, partito do Cartagine in cerca di fortuna giwise nel Lazio e fondò sulle rive del Tevere la C:ttà meravigliosa. Mischiando ai ricordi del-
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