Uiol e le ,•erità bibliche .sono relative a quegli uomini a cui erano direlle ed a quei tempi in cui furono delerminalc: la loro umanità non esclude il trapelare di un eHla10 dh•ino. per• chè la roue:iza primitil'a dei tempi nei quali si concepirom,, la :semplicità e la potenza delle espressioni, le in•vicinano all1ep0<:a felice. quando l'uomo ed i suoi dei. per dirla con l'llolderlin. in e Iperione> erano una cosa, !e tramutano in superba realtà poelica. Ecco, quindi, la storia del popolo d'Israele, consideralo per dt'cine di secoli come l'Eleuo, l'amico di Dio. e di cui ancora lo Stiide dicel'a i meriti per ner apportato all'umanit8 d"Occidenle le dourine di religione e di morale. ridotta nel suo ,·ero àmbito umano e sah•abile. là do,•e il-poeta lo permette. me• diante la forza della J>Oè$ia. Pure, un'aderenza spo111anea all'ebraismo antico si ha in Leopardi, quando speciali forme liriche collimino con il suo slalo d·a-nimo; così è, ad esempio, del problema -della caduta dell'uomo. NeMuno, e già l'abbiamo esprcs.,a. ignora )"opinione del Nostro in merito alla progressiva infelicità del genere umane, do non confondeni tuttavia con le teorie d'oltralpe vagheggiate da Rousseou e seguii.ci. E. quindi del primo &Sf>èllO dello per$0nalità lirico del Poeto l'inno ai Palriarchi. composto verso la fine del 1822 o, al più tardi. nell'anno suettNi\'o. I ve~i 71-86 sono degni di commento: Or te. padre de' pii. te giusto e forU, E di tuo ieme i generosi alunai Medita il pt:t,to mio. Dirò siccom,e Sedente. oM:uro, in .sul muiggio all'ombre Del ripo.saUJ albugo. appo le mclii Rive dtl grt:gsc tuo natrici e .sedi, Te de' celesti peregrini O<Xulu Bttir feteru .sedi; e qU(lle, o figlio Della wgr,io Rebecca, in iu la. iera, Presso al ru.$1.ico po:.w e nella dolce Di pDJlori e di liete ozi /reqirente Àranitica valle. amor ti pun$e Ddla ~zzo.sa labanide; inm'tl-0 Àm.{)r, ch'a luf1.$hi e.sigli. e lun.ghi af/a11ni E ,li servoggio all'odiata ionm Volc::terow il prode animo cu/dÌ-$.se. E' chiaro come qui il (~pardi, rimpiangendo l,a fanciulleua del genere umono, felice perehè illusa. ricordi Abramo e Giacobbe. mitici patriarchi degli Ebrei; l'uno tuUo confidante, nella sua grande ingenuità. in Dio, smarrito e maroviglia10 dall'apparizione dei tre angeli durante l'ora pànica, l'ahro guidato dalla fona invincibile di Amore (una delle grandi illusioni umane). che. conquiso dalla cugina Rachele. serve quattordici anni in volontario esilio, pur -di ottenerla. Sono quindi motivi di simpatia lirica e si ri\"elono anche ol• ll'f', nella lrattaziorie del problema del dolore. come ci atlesla un frammento di \'ensione da Hjob: Uom fu che 'I nu,I /uggia, che Dia U!mea, reuo, illibalo in Us. Giobbe 'l nomòro, diretta interJ)rela2ione di: Ysh liayah beherez nuz hyob shemo ecc...· (Giobbe, I, l). Ma can e l'abuso della ragione, del sapere e della s0<:ietà, sì corrompe la primiliva pureua patriarcale>·; con Giweppe il grande \'al ore um~no della Bil>bia è finito, pooichè egli ~ entra finalmente nelle Corti ... nasce la fame dell'oro, la sfrenata ed ingiusta ambizione ... e la Moria dell'uomo (sarà) uno serie di delitti e di meritate infelicità>. :J2 Se le aderenze leop1ndiane alrcbrais:nio non IM>losi limita110 all't'là patriareale. ma sono circoscritte da particolari forme liriche umanamente inte,;e. l"odio per i giudei ci è invttt· 11bbondantemente testimoniato in base a 1>roblemi storici e M)Ci11li. A Ire si possono ridurre gli argomenti su cui il Leop:mli prende posizione: la preparazione alla ri\'elazione crislians, faua dal popolo ebraico; la particolore for~a sociole•polìtica dell'anlico Stato degli Ebrei, l'otteggiamen10 giudaico nella storia della civiltà. Circa la prima ques1ione non poteva certo sfuggire al ostro. nutrilo di solidi sludi classici. il ,·alore del pensiero greco-latino nella formazione della dogmatica cristiana; l'estre• mo caranere di no\rilà presentalo dal Vangelo, e su cui il Leopardi si soffenna, già di per se steàSOsegna un rinnovame1110, un distacco completo dall'Antico Testamenlo, cui non era pos· sibile immaginare idee come quello del!'« amore ur,ih·ersale > e -del!'« unh·ersalità >, senza rinnegare il proprio carattere fondamentale. Sulla struttura sc..:iale del mondo ebraico è il Poeta stesso che ci parla: e: Le opinioni che gli Ebrei &\'C\'811Ocirca la loro origine, il loro go,•erno sempre partecipante di teocrazia, i loro costumi ... influiti dalla religione, come si vede anclie osgi, confonde,,ano. forse più che prNSO qualunque altro popolo, le. origini ed i progressi della crea:zione con le origini ed i progre31Ji del culto•• ed oncora: « ... che esista una legge, un coq>o di diritto uni,·eJ11.0leche abbracci tulle le nazioni ed obblighi l'iodh,iduo nè più nè meno \'efl§o lo straniero che verso il nazionale. questa è una opinione ... ignota ... a tulle le pie sante religioni e legislazioni, compresa quel :a degli Ebrei >, ed oltre: « ... il pol)Olo ebreo chiamavl'.si il popolo eletto e quindi si poneva senza paragone alcuno al di !!Opra di tulli gli altri popoli si. per nobiltà, sì per merito, si per diritti ... e s1>ogliava gli altri dei loro>, ed infine: e anche oggidì g:i ebrei con.sen•ano ... questa 01>inione, che non sia peccato l'ingannore o far ma:e comunque allo straniero ... reputando peccato solamente far male oi loro nazionali•· Ma è nella propria coscienzà nazionale che il ~pordi tro\'a mo1ivo di odio contro i Giudei. speciolmente moderni, e defi• nisce il terzo problema, cioè 1·a11eggiamen10ebraico nella storia della civiltà e del progresso. In un luogo dei Pensieri, il Nostro precisa che la ci\•iltà e: lira sempre a confondere, risol- ,,cre. ,,erdere ed eguagliare i caratteri nazionali>; l'ebraismo è ostile a questa forza. resiste, si chiude in un mondo limitato e 1eocratico, giustifica la propria posizione con il dogma dell'ele:zione divina. Questo tiro di ,·ita e di civiltà. basato §UI• l'amor iui e :sull'odio per il genere umano. sfugge alle presenli conCC"Lionidella vile, è in diretto e stridente contrasto con rassioma già dal Nostro prodotto· Il popolo ebraico è O!IO· cievole per C09tituzione intrin$ee&. isolato per la necnsità sto• rica del sue mantenimeulo, e quindi. come tale. improdutt.h1O ogli effetti del progresso. spinto a nuocere ed a distruggere. La sua forza dipende dall'uso ch'egli fa della ragione, cer· cando con es.sa di sradicare e dì annullare ogni ricordo dallo mente dei gentili, siccome possiomo trO\'are chiaramente dimostrato anche nei e Protocolli di Sion >. Ed il Leopardi conclude: « la salvaguardia della libertà delle nazioni non è la fil060fia, nè la ragione. .. ma la virtù, le illusioni, 1•~11tu• siasmo, insonnna la naturo dalla quole s.iamp lonlanb,.,imi. E un popolo di filosofi sarebbe il più piccolo e codarJo del mondo. Perciò la nostra rigenerazione dipende da un'uhufilosofio, che cono.scendo l'intiero e l'intimo delle cose ci ravl'icini alla natura•· CLAUDIO CAl,0SS0
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