La Difesa della Razza - anno IV - n. 1 - 5 novembre 1940

ebraica: aderenza all'ebraismo antico e contrai-10 con ìl giu• daismo moderno. I due termini ~mbrano parados~.:1li, ma <1utmdosi tenga conto dell'evoluzione del pel\siero leoJ)ardiano. impostata su valutazioni sociali e politiche della storia e -derivata dal concetto che il Recunatese a,,c"·a del mondo e Il popolo ebreo chiama. vasi il popolo 1 e etto e quindi si poneva senza paragone alcuno al di sopra di tutti gli altri . . popoli sì per nobiltà ' , SI per merito, si per d. . . ir1tt1; e spogliavagli altri dei loro LEOPARDI. della Natura, lo slridente conlrasto si tramuteria fino ad ori• ginare un complementarismo tra i due fattori. Anche in questo problema, come altrove, il Leopardi ebbe uno s,•iluppo autonomo di mente e d'azione e giunse ad C!la• minare per via propria i queisiti che gli si offrivano, trovando per essi una soluzione tratta dal profondo dell'esperienza sua di filosofo, filologo, J><>eta. Ii concetto che il poeta 11iforma tlel valore della letteratura, e quindi della storia ebraica, consiste nell'interpretazione uma• na ch'egli fa della Bibbia. La questione <lella rivelazione è definita chiaramente ai suoi occhi. Chimere, illusioni, aspirazioni, ecco il bìlancio positivo del suo spirito a vent'anni: ~u-dio in• cessante, barriera di anime in sou'ordine che gli avvelenano lo spirilo. quello negativo: campo d'azione. il suo corpo di• strutto; dal cozzo, di questi due mondi matura la sua tragedia, che da prima si concreta in motivi di impreclSata libertà, poi Ji acula sofferenza psicofisica che tenia di cstendeni all'uni• \'ersale, lenita da istanti -di annichilimento dei sensi e delle cose; succede un'insensibilità progre55iva. logicamente traslata nella na1ura, dea indifferente e sovrumana, il cui scopo è di conservare le forze molteplici dei mondi, non di commuo,·ersi di fronte all'agitazione della ffi&.$:\8 degli uomini. Messo così al c<r.1pet10dell'c arido vero>, il Poeta ricerca le c.iUSC della felicità umana non nel;a ragione, ma nella Natura stes...~ travestita con l'illusione propria degli ,antichi; la ragio- ·nt" è de!, moderni, di coloro che hanno perduto la po.!!sibilità di entusiumarsi. d'amare, di evadere dal duro ctrchio della quotidiana realtà, condannati a macerarsi inutilmente nel tor• mento consapevole della felicità. Quindi la rivelazione Biblica non è immaginala come un compio.so di verità tr.ucendenti la Natura, ma insite nella Natura stessa (dal momenlo che questa può es.sere considerala [neontro di Giacobbe con Lia o Rachele (Valicano)

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==