La Difesa della Razza - anno III - n. 24 - 20 ottobre 1940

man(a,·ano in CSSl le rtJ lasdJ..•aJ JÌIJt Ob· sroe11as condannate negli atti del C~ncilio; solo che non ,,j erano tr.:utate t,: proftJJ'> ma narrate per disteso come esempi da C\'Ì· t::.re. E qu~o bastav.i alla Sacra Congre. g:.zione perchè "enissc considerati salva la morilità del libro. So questa moralità, se sia stata un intimo com'iocilll('f1tO del Giraldi, o se gli ,·enne imposta dall'esterno, molto si è discusso. Ma qui ~ ci interessa da un ahro lato. E' un fatto che il Giraldi, corrw:se raccon• t'"..SSC delle fal'ole, fa precedere o seguire ogni sua no\·ella da un inscgnalll('f1tOmo. r1lc. quasi che egli non a\'CSSCscritto con altro fine determinato. La religione, la fa. miglia, la \'Ìrtù della donna, "eogono csalt:,tc al di sopra di tutto. Anzi ad infoo. dere qutSle idct è per intero dedicata la prefazione della nccolta. E a.Imeno fino ad un certo segno, si può CS5Ct" sicuri che il Giraldi non mcnti,,a, nè a sc stesso, nè ~gli altri : egli era uno spirito debole e. \ non riuscendo a scuotersi di dosso il pas• s.;.to, come pure a"rcbbe ,·oluto, vi rimase legato per molti ,·t-rsi e ondeggiò in un continuo compromesso. Non seppe, tra l'al. tro, bunarc a mare il tradizionale contenuto della novella, quale si era andato affer. mando dal Boccaccio in poi, e le OS(fflità e mostruosità di ogni sorta sono, anche nel suo libro, di regola. Insomma la novità che più salta all'oc• ch10 di chi legga le no,·elle del Ginldi Cmtio è l'intento moraliua1ore. &sii rÌ• flct1erc a ques1O proposito che le prime dicci no\·elle, che fanno da introduzione al libro. son tutte dedicate agli amon delle cortigiane, e alla infelicità che da questi amori segue, poichè con esse il Giraldi ,·uol dimostrnre che« fra gli amori wruni, è quiete in quello fri marito e moglie, e che ne' disonesti non può csstr riposo». Non ~bri dunque stra.no, ~ venendo alla novella che qui ci inte~, la settima della teru dcca, prenderemo in considerazione una fnse in essa contenuta e che si riferisce al matrimonio fra persone di rnu dh·crsa. E' la novella del Moro e di Qe. sdcmona, da cui Shakespeare 1rusc l'im. rrortale tragedia. Tanto nella no\·ella del Giraldi che nelrOttllo shakespeariano, De. S<!emona si innamor1 del Moro « tr1tta non da appetito donnesco, ma daJla virtù » di lui. os.sia, come spiega mcg.JioShakespea• re per bocca di Otello : et Ella mi amò per i pericoli che io 11:vC\'pOassati, ed io l'amai pcrchè ella ne avC\•a pietà». E più ohre I: stessa Desdemona sembra \'Oler tro,1are ur.a giustificuione ai suoi sentimenti per ur. uomo di altra rana : « lo ho visto il 31

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