La Difesa della Razza - anno III - n. 24 - 20 ottobre 1940

Comello C:0.-11. apoalolo • -,dr. cl.Do riDcmc:itct,_. •• &la (K'COloXlii), « Vita di Santo Stefano» e gli !(riuori contemporanei di Bisanzio. La fon.a vitale dd popolo romeno, nel medio evo, era tu,to gnndc e cosJ umooicamcnk inquadrm nel suo spazio pg~ che il fi.Jo,of 0 Luciano Blaga chiama « spuio mioritico », e per• 6no i Sassoni, coJonizuti in Transilvania e rappccscntanti di un:a razza molto più antica e più caratteristica di quella magiara, adoc• tarono il c061umc romeno, con visibili influenze traciche e il modo romeno di Javontt Ja terra, conJCf'Vffldo,ohanto il tipo della cas,. gcrmania delle rive dd Reno e la lingua. nc:lb quale si ritrovano tutta,·i.a n~ parole romene. Anche l'organiz:zazi.onc politica di questi Germani, laboriosi e onesti, prese la forma romena con quei e giudici » che:: sono diventati e grafcn » e le provincie in cui l stata divisa la terra - ud,1 - corrispondevano aUa divisione 1crrit01iale dt'i e giudici » r.omeni 1 Siruli, vmuti ptù tardi, adottarono la medesima forma amministrativa.. La formazione politica dei principati romeni ebbe. prcciwncnte, il carattere della difesa della ruza., prima di tutto dalle pretese magiare e poi da quelle turche. li primo conflitto tra il re Carlo Roberto e il principe valacco Basarabo scoppiò in seguito all:a pretesa che fonnulò il re magiaro di riccvt1e wt tributo annuo da.I B&sarabo. Quest'ultimo, cosdcnte della propria ,ovnniti e buandos.i sull'uniti rau.ia.le della sua nazione, che non poteva ,ivcre se non libera rifiutò il tributo richiesto. In testa aJ JUO esercito, Carlo Roberto si dirc:ssc verso la Muntcnia per prendere con la fona, ciò che non poteva ottenere diversamente. Nella bottaglia, eh< tbi>c luogo a Pouada, nei ea,p.z; del Mu,al, l'esttcito ungherese fu .sc:oofitto. aci giorni 9--12 del oovcmbre 13}0. mentre Carlo Roberto rillld appena a salvare la ma vita con la fuga. lasciando odlc mani del nemico lo scettro con le illJo(gne 26 regaJi. Sempre contro la ,•olont"à del re ungherese, si formò il principato della Moldavia e sempre con una brillante \'ittoria, Bogdan mise le basi <klla dinastia. i cui api si chiameranno e I Signori Romeni della Moldavia». Appena infrants la ccndca:zadell'Ungheria ad immischiarsi nc::11.J. vita dei Principati, un altro pericolo minacciò la ruu romena e quoto, mclto più potente e dann050 del primo: quello turco. Due figure eroiche emersero dalla tormentata storia Jei Romeni in quel tempo di lotte concinue: Mircea il Vecchio in Muntcnia, alla 6n: del Secolo XIV, e Stefano il Grande in Moldavia, il tipo più luminoso e b personalità politica pii, eminente dc:ll'Euro}XI cupat,-.JJ.nubiana <kl Quattrocmto. Ecco com: lo de,c·h·e lo scnttore ungherese Luigi Elekcs, nel la,·oro apparso recmtcmcnte: Il Bastio11t ,mghtr,s, t I, port, romm, dtll'E11rop.1: « Tt.t tutti gli altri spicca alto Stefano il Grande ,•oh-oda di Moldavi:a, nella seconda metà del Scoolo XV ed in pari tempo. secondo b giusta dcte-rminu~ della storia romena. un:,i dc4Jc più eccelse, personalità di rutta la stocia romena. Egli fu l'untCO che riusci ad arrestare cffctti,•amcnte per un tempo il pericolo immillfflte, a sollC\'are il suo J»,C$C dall'atmosfera soffocante delle contfO\'ersic di succeuione al trono, a consolidare l'ordine intemo cd • negare per decenni al rurco l'adempimento delle sue csi8ffiU • (pag. 17). Tanto J)tù grande l stato il merito di questo principe qmn11> ~ suoi vW:ininon comprendevi.no il pcrtCOlo dell'invasione tura nell'Europa e quanto do\'ette l01ta.renon solo contro i cristiani che lo circondivano, ma anche contro gli eserciti della Mtna Lun:i. Il rt Matteo Corvino d'Ungheria, il qualt: doveva, anche lui, lotta~ contro i Turchi, attaccò Stefano,. nel 1467, ma subt una c:uastro-- 6a :scon6ua a Baia, a.tendo stato tgli stesso gra,·cmcnte fttito e costretto a fuggire, vaJicando in fretta i monti. La stt:Ua sorte sulx l'armata pobca. Nd 10 gennaio 147), Stefano il Grande distruS,SC,in un gran combattimento. gli eserciti turchi e mandò poi, ai re e ai principi cristianì, la ,cgut:ntc lettera portata dai suoi ambasciatori : e ... Dio Onnipott:nte venne in nostro aiuto t noi abbiamo vinto questo nemico nostro e di tutta la cristianità; lo abbiamo distrutto e calpestato». Il Papa Sisto V accordò al principe danubiano il titolo di « Atleta di Cri5to •· Oiccine dì chiese, co. struite da lui in Moldavia, Bucovina e Bnsarabia, sono anche oggi una testimonianza. delle~ vittortC. f"rno all'Unione dei Principati. il gmtO polittCo e spirit\UII: della ram romena ha toccato trr culmini stocici. Il primo, alla 6ne del S«olo XVI. quando Michele il Bravo rcaliuc), per poco tempo, l'untOOe della Muntcnia con la Moldavia e con la Tr.miilvania; il secondo, nella mcti dtl Scicmto, quando si f«cro numerose stampe e si costruirono chic,c monummtali sotto i fa. mosi regni di Matteo ~rab e Vas.ile Lupu. e il teno, al principio del S«olo XVIII, d'un valore spirituale non ancora sorpas• sato, sotto il rc-gno del gran principe che fu Costantino Branc0vnnu di V:alac.:hia (Mun1enia), il quale fece del suo paese il cmtro iocontcstabilt dell'intero cristianesimo orientale. La sua epoca di grande culrura e di un'eleganza di stile architettonico impareggiabile che porta il suo nome, è la prima uppa delrimpcrialismo spiricu.a.le romeno, la luct del quale giunse allora 6no all'Arabia e al Caucaso. Ù88i il popolo romeno vive il principio d'un'epoca di rìnascita. Colui che rsppresc:ntava, dal punto di vista biologico, ra.1ziaJe e po!itico, l'essenza della stirpt latina dei Carpazi, Cornelio Codrnnu, ha vinto dalla tomba e il suo va.ng-clo i il punto di partcnu di una nuon tta romena. Si può dire di Codre:anu che sia morto come un Daco e abbia vinto come un Ronu.no, si~ passato sereno come un pnto, nel mondo degli eroi cadu1i sul campo di battaglia, e abbia lasciato dietro di St una vittoria romana, cioè rea.le e perenne. Duemila anni di 5toria s'inchinano in omaggio dinanzi aH'EfOC'il quale non ~ che la sintesi e il culmine loro. VINTILAHORJA

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