la maggiore mortalità che .si o~n·a nell"Europa sellen1rionale e la forte percentuale di individui di rana nordica. Non dc\'C CJUÌndimera\'igliart: se uno ,s1udio più particolareggialo l1a dimostralo che '3 localizzazione dei tumori è essenzial• mente di\"Cr!ianegli ebrei e nei ledC$Chi,tanlo differenti raz• .dalmcntc gli uni dagli ahri. lntere5sante è anche lo sludio del diabete mellito: questo, com'è noto, per la sua grande frequepza tra gli ebrei è staio anche chiamato e malattia degli ebrei •· Secomlo i'os..,oervazione del Bieneck, mentre per gli ebrei i morii di diabete rap· presentano il 4,6 % della mortalità totale, nei non ebrei la per~nluale non supera 1'1,8 %- E' molto inter~sante poi OS· ~n•11re che mentre nei non ebrei il numero delle donne ammalate di diabete supera note,·olmente quello degli uomini, !• i I - - - ·-_·--~ negli ebrei in\"CCCla malattia è ugualmente ripartita nei due ,.essi. Senza dubbio ta condizione sociale, che è diversa negli ebrei e nei tcde!Chi. influisce su questa malattia. ma la differenza è troppo grande percl1è si possa escludere ogni re· lu:ione lra razza e diabçte. Difalli altre ricerche, compiute in vairie città di Europa, h~nno ugualmente confermalo la maggiore mortalità per diabete degli ebrei rispello ai non ebrei. Passiamo ora alla fflortalità per tubercolosi che &e<:0ndo un gran numero di autori è minore negli ebrei. Il Bieneck, nelle sue· ricerche eull.1 popolazione di B~lavia, ha dimo- ,.1r310che la mortalità per 1ubereolosi che è dell'8,2 % negli .1riani Sttnde al 3,4 % della mortalità negli ebrei. Numerose ricerche hanno dimostrato che la mortalità per lul;c-rc-olosi ,·aria negli ebrei nei differenti paesi da loro occuvati a !ec-onda delle condizioni di ,,ita economiche e SO· e-idi: è !lato però ugwalmente ossen·ato che o,•unque la mor• talità degli ehrei è minore di quella degli ariani. JI Lent ha poi fatto notar-e che raramen1e la tubercolosi 11.tnegli ebrei un decorso acuto come in altre razze: secondo <JUt"'lo autore gli ebrei durante la secolare relegazione nel rnal'4no a1111b"ientedei ghetti avrebbero raggiunlo per scie· zione una .:speciedi immunità rispetto a que:!la malattia che n1anca· agir altri uomini. PBMando. alla. minore mortalità inrantile ~r\'ata negli ebrei, quC$1&può e-s..<1Csrj:e,iegala facilmente senza ricorrere al fattore razziale in base al di,·erso ambiente s-ociale e alla ctfrersa na1ali1.i". La mortalità infantile Jifaui è elevata come negli ariaui in :quei gruppi di ebrei della RuMia e della Polonia che "frono in ben dìflerenti condizioni dei ricchi ebrei dclle èiuà europee e americane. U. stessa considerazione si può fare per la monali1à dei bambini causata da malattie in• felli,·e che è minoré negli ebrei rispetto agli ariani. La maggiore mortalità .degli ebrei per malaHie del cuore e del sistema circolalorio non può e5sere spiegata in altro modo che mettendola in relazione al fattore rauiale. On quanto abbiamo 01phs10 si può riassumere con il Bieneck affermando che negli ebrei la mor1ali1à per tubercolosi è minore che negli ariani: maggiore invece è la mortalità per diabete e per malattie del cuore. La localizzazione dei !umori è diffe~nle nelle due rane prese in esame. Concludendo poMiamo così dire che, se non "i è malattia alcuna clic si'a propria degli ebrei, è tuuavia dimostrato daparte di questi un caratteristico modo di reagire di fronte ai fattori patologici che ha la sua origine unicamente nelle dif. ferente morfologiche e fisiologiche rariiali. G.L 33
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