tl~~f!~~ I j Il ••tomini ...iale, ,. 11011 1wn,n• 111111tf!, ( si c.:lie 'I Giudeo ,li a,i lru l'ui """ rido!" ______ ("~~- J•.,,,,,Jj':~'_j L.1 0JJ{ETTORE TELESIO INTEHLA 'llll SCIENZ4•DOCUUENT4ZION POLEUIC4 • OUESTIONJ\810
ANNO III· N. 20 SOMMARIO 20 AGOSTO· XVIII SCIENZA GUIDO LANDRA : I METODI PER LO STUDIO DELLE RAZZE UMANE; G. L: STUDIO RAZZIALE DEllE IMPRONTEPALMARI. DOCUMENTAZIONE MILOTAY ISTVAN: GLI UNGHERESI E IL PROBLEMA RAZZIALE; CLAUDIO CALOSSO: STUDI SULLE RAZZE DELL' IMPERO : I GALLA: SAVERJO LA SORSA : GLI EBREIPER NAPOLEONE; A. M.. DE GIGUO: LA PENETRAZIONE GIUDAICA IN EUROPA NEL SECOLO XIX; V. CAVALLARO: OMOGENErfA' RAZZIALE DEL POPOLO SlCILIANO. POLEMICA G. O. I.: L' ETA' ECONOMICA CONTRO L'IMMAGINE ROMANA DEL ClTTAOINO. PENSIERI DI LEOPARDI: RIFLESSIONE E TIRANNIA. QUESTIONARIO NESSUNO Ci POTRA' F'ERMARE;ABBIAMO ALTRO DA fARE; UN Nu9vo 'ORDINE; LA STRETTA DI MANO; PROPOSTE Di LETTORI; ESSERE PIU' POPOLARI. I MANOSCRITTI ANCHE SE NON PUBBLICATI NON SI RESTITUISCONO GLIUFFICIDELLA"DIFESADELLARAZZA"SI TROVANIONROMA- PIAZZACOLONNA IPORTICIDI VEIO!- TELEFONO67737- 62880 CREDITO ITALIANO BANCA DI INTERESSE NAZIONALE SOCIETÀ ANONIMA CAPITALEINTERAM. VERSATO L. soo.000.000 - RISERVA Ì.. 120.418.272 Sede Sociale: GENOVA -; MILANO Direzione Centrale OGNI OPERAZIONEE SERVIZIODI BANCA
Per me8liO ìlliulrare ai leuori la porrata ejfeuiva di questo importante conceuione della quak 8odO- gli auicur(lti del1'Istituto Nazionale delle Auicuraz.io"i rechi.omo il UfuMue ESEMPIO PRATICO Un padre di famiglia di.anni. 30 si a.ssicura nella/orma "Mista" a premio anntio, per la somma di L. 100.000 con un contralto della durata di anni 25. Dovrd pagare un premio annuale di L. 3.350 e quindi la sua wsicura.sìone, al termine dei 25 anni, gli. sard venula a CO.stareL. 83.750 (L. 3.350 X 25) sen.=a tener conto degli interessi. Senonch(! con la partecipazione agli utili con~ dall'Istituto nella mi.mra del 6 per cento dei premi, il cont.euio ri.sulta ben diverso. Infatti, nel caso contemplato, il premio annuo di L. 3.350 si riduce a L. 3.149 e quindi il co.sto dell'Offlcurazione da L. 83.150 a L.18.725 (L. 3.149 X 25). 11che vuol <lfrc che, in virr,l della partecipazione agli utili, il citato pa• dre di. famiglia avrà alla.fine ri,parmiato ben L. 5.025 La grande importanza sociale dell'assicurazion.:. sulla vita umana ha indotto l'Istituto N02ional~ delle Assicurazioni ad adottare una serie di provvedimenti intesi a diffondere sempre più nel popolo italiano questa integrale forma di previdenza. Primo fra essi, lo partecipazione agli utili annual• cieli' Azienda, eone-essa spontaneamenle ai :;uoi assicu.ralì, concessione che porta, praticamente, ad una vera e propria riduzione del costo dell'assicurazione. E' opportuno ricordare che nessun altro Ente assicurativo nè in Italia nè all'estero, chioma i suoi assicurati a lruire di un così cospicuo benecio, praticando le normali tariffe. Jl bilancio dell'esercizio 1939 testè approvato dal Consiglio di Amministrazione dell'Istituto Nazionale si riassume nella grandiosa cifra di L. 76.727.070,97 di utili netti, di ben L. 9.906.004,24 superiori a quelli del 1938. La quota pa:rte di tali utili spettante, per il 1939. agli assicurati dell'Istituto, :n misura eguale a quella già versata al Tesoro dello Stato, ascende a L. 31.540. 958,75 Ciba cospicua e che esprime in modo significativo il grande e privilegiato vantaggio riservato agli assicurati dell'Istituto Nazionale delle Assicurazioni. La ripartizione è stata eseguita nel modo seguente: A) - Sui capitali assicurati anteriormente al 1. luglio 1936 e su quelli riJerentiai a contratti collettivi, popolari o a premio unico, pei quali la partecipazione CONTINUA AD ANDARE IN AUMENTO DEI CAPITAIJ STESSI, IL 5 PER MILLE delle singole somme assicurate B) - Sui capitali assicurati dopo il 1. luglio 1936 in forma ordinaria e a prenùo annuo: IL 6 PER CENTO del premio annuale con effetto immediato mediante corrilpondente riduzione all'atto del pagamento del premio dsll'anno succeuivo. Cosl dal 1. anno di ripartizione (1930) alla chiusura dell'esercizio 1939, l'Istituto ha assegnato complessivamente ai suoi assicwati oltre Lire 223 milioni A TITOLO DI PARTECIPAZIONE AGLI UTILI
è l'avamposto della stampa fascista LEGGERE ' IL TEVERE diretto da Telesio lnterlandi non significa soltanto essere informati ma anche e soprattutto avere una guida è l'unico settimanale letterario italiano in cui letteratura, e politica s'illuminano a vicenda
• ANNO 111. NUMERO 20 20 AGOSTO 1940-XVIJI t:ICIE IL :S lt IL 20 IH oc~• Ml!81! UN NlJMEltO SHl'AKATO LfkH I AftfiONA.Wt:NTO ANNUO LIJCt'; 2(t Al580NAMltl'ITO Sl!MQTKAI~ • 12 t:~Tt:KO IL UOl'l'IO Direllore: TELESIO I TERLANJ)I Comi1110 di red•~ione: prof. don. CUJDO LANOHA prof. don. LIDIO CIPRIANI. dou. LF.ONE J.'JtANZI •Jon. MARCELLO RICCI - dou. LINO BUSINCO Segreudo di redu:ione: CIORG:O ALMIRANTE SCIENZil•DOCUUENT4ZION POLEUICll • OUESTIONJ\RIO PUREZZA ITALIANA IN UNA "MADONNA COL FIGLIO E ANGELI" di Girolamo dai Libri (Venezia - Pinacoteca)
Omogeneit~ E' ancora un luogo comune delh ,~cchia cuhura formatasi 1ulle opere degli Morici 11ranicri o alranieriua1i.. c.'1,. i"o• dicmo popolo 1iciliano aia il risultalo di un inconlro di molteplici razze. Le CO!iddeue persone colte ti &Ciorinano in una aint~i rapida. ani.i n.loc~ims. la storia dcli' hola dagli accenni di Omero ,!Ila dc,c:rizione di Edrisi. dalla e mala 1ignoria :t angioina a quella borbonica. per trame la conclusione che il J>Opolo !!iciliano avrebbe allinlo i 1uoi caratteri rauiali a di,·erse e i!emprc nuo,·e wrgt:nti. Purtroppo c'è 11ata. ai 1>rimi 6UCC~i della fotografia e fino a non molti anni fa. la ten~,.a. di tc0pritt nei sic-iliani i uri tipi etnici: nelle ,·etrine <ki rhc11Jitori di « ricordi :t. a Taonuina, era la es.posizione del fau11dto teocriteo o del pncatore arabo che ,·on Cloeden l\eva colto con gquiiilo &Cfl:lO d'arte. l\t()(lc e gu,ti dei lempi, quando l'amore del colore locale p<>rtau i turiMi alla ricerca d1 qualsiui traccia del paMato e non alla palpitante vilo. tlel lavoro e della costruiionc odierna. A1>riamo un ,olume di propaganda: luri!!tica tra i più «utore,·oli e di(fosi. -~~-~ ;iiìll e Lcr __ ,°" gnmd.io.ltà dell'cunl1et• IW"a aicilia.aa: il r-pio deUa Con• cordla ad Açrri9ento Uno tkgli e illu.stri :t compuatori, dopo di a,·er fatto una sintesi ,·h·a della vit:a siciliana nel corso dei &ee0li 1 se ne esce con quealo periodo di e mosaico :t nzi..iale: « Si poseono riconoscere (in Sicilia) la raua 11racena dall'ampio volto, dal nuo breve, dalle grosse labbra e dai creepi capelli o la fenicia. visi a,guz7j e lunghi nui sottili, l'ellenica e la sicula, nei piccoli uomini ,curi dal grosso· lano viso e dalle chiome dure ed i!piòe; figiire alte e bionde dove il aangue normanno ha luciato il auo segno :t,
Sicilia. mosaico di popoli, crogiuolo di razze, dicono gli « inviali speciali> dei nostri giornali; qualche volta ,,j mellono un'allusione all'indolenza siciliana, che sarebbe un'eredi1à araba o spagnola, senza pensare che i ,,iciliani non sono indolenti, ma tenaci, laboril>!issimi. come dimostra la lotta sostenuta contro una natura ingrata e come attestano le pagìM di laboriosità scritte nelle Americhe e nell'Africa. Siamo dinanzi a delle errate ,•aiutazio- :1i. ~es.sun J)Opolo italico è un mosaico d1 rnze; tanto meno il popolo siciliano. Ciò è facile a stabilirsi, se non ci si fualo siciliano ma alla superficie od alla ,·ernice dello. cultura. La Sicilia fu ,·eramenlc la mela e la ba~ di tutti i popoli merHterranei. che- .se ne di~putarono il po~~o JK'I' potere dominare nel Mare Noslro. La sun posizi<me naturale e la conformazione delk sue coste la rendevano allana agli ap• prodi e facile base per la mwigazione tra il bacino orientale e quello occiden• tale del Mediterraneo. Tale situazione costituì però una ,letcrmina,uc tlel ,,,110 destino politico, ma non llivenne mai un elemento decisivo e<I attivo della co:1si· stenia etnica della popolazione isolana. Tutti i re e lutti i go,·erni cl1e cbhcro il dominio su:la Sicilia e l'ammini3tra· rono, se ne servirono come di una piattaforma militare e strategica. minirono a sfruttarne pure le ricchC'"lze; 11011 ne fecero im•ece una colonia di l)OJ)olnmento, se non in qualche caso e per un pe- :-iodo limil!IO nel tempo. Uno dei più illustri figli della Sicilia, Bìagio Puce, con un"appu:iionata e lunga opera ha incontrovertibilmente stabililo con il suo ponderoso studio « Arie e Civiltà della Sicilia Antica > che « è sui siculi che a,•,·iene l'a•similazione del rfitO della po· 1,olazio11e » c.- che è a qurslo « M>!-trato L'ardtitettura medi.,.cde deUa- Sic:illa ma.ftti♦ne I' impo.n♦nsa del ~riodo <IONl<o
,.ili ,,,1,1patto dt•lla popolazione eh<' ,u rir1,n,l,,11a principalmcnl4'.' quell'uniti& che '-i ri'-{.·11lcndl'inlimo del pcn~icro e tlell'arlè >. bi i .::,iculi furono un popolo di 1('p!)O ilalico che 11011 dimenlÌCÒ mai la !-11:t oripine t' ,.j oppose alle contamina• 1io11i <'ti alle e~cmonìe altrui sin dai tempi dt•I ~uo J,:r.:rndr eroi:' Ducczio p;,,11 a. C. citT:t I. .\J lt'm1,o {:i Dioni,.io il Vecchio llra il \ t•.I il I\ ~ttolo a. C.1 la Sidlin è il ttntro <i<';mondo anlico e Siracu:1a una l!rnncle mc1ro1,oli non 1-econda a ue::.suna al1ra. Qu ..... 10 li,ello di ci, illà e di polt>n7J t' il primo fattore che ar~ina la Jtt'11c1raziout• ciel .. cmitismo. Sono ap1,un· lo i ~ic-ilfani - in cui era di gran lun~a prepomlern.nte i: nucleo :iiculo che :ai opponJ!'ono cou tulle le energie ai earl:..- ~ine,,i t'd impcdi-.rono loro di stabilire la 1010 SUJ'n·111r11ia rwl .\leditcnaneo. La \illoria .._ulla :ipial!~ia cflmcrn i- il trionfo maiali• dd ,,opoio it,1:lito i,U quello ,.<'mita. Sarà poi compito di Homa di co11ti11uan• la lotta e 1m~mio mas:.imo l"aH·r dd,dla11.1 l' 1li,.1rn111i.l1 nemico ri- ~enando il \forc \o,tro ai popoli ilalici . .\nche uel ::'llc..lioe1o. r1uando ma&oe enormi e popoli interi !lai sposta,ano a Polermo: (Mu.eo). Il •e:o tipo etnico .lcilicmo è ropreHn.toto 11ell'••Anaun.- dcnione •• di Antonello da M-ino grandi dislanzc e :ti slabilì\ano in nuod pac:;i, b Sicilia non vide sbarcare nei suoi porli largl1i contingcnli di quelle popolazioni che ne 8\c,ano il dominio. Come era slalo dei Romani. _i l\ormarini, gli S\·e\'i, sli Spagnuoli non , i m:111darono che la loro clas..~ dirigente. lo quale prende\'a la direzione della Yita politica ed amministratha; la grande ma"'• !!11 dei contadini. dei la,oralori. degli ar• tigiani furono e rimasero sempre i !iciliani. l..:t classe dei mercanti e clegli artigiani slranicri fu sempre una spnruli:.• $Ìma minoranza l'd aridò assuefacendo."-i ai .!'-istemidi ,·ita della popolazione indigena, lasciandosi anche assorbire dal Yi· gore delle energie e111id1e Eiciliane. Lo splendore delrlsola che al tempo di FeÒeric~ Il si irradiò da Palermo sulJ'Orienle e sulrEuropa. ebbe le sue ra· dici più profonde nella ,,i1a siciliana chf' rifiori,,a dal suo lumin0$o pasi,alo eia.-,.. sico. L.s Sìcilia era allora puramente sìciliana e gli clementi immi8ra1i non \'i 1 conta\'ano che comO. una trascurabile per- -- ... .., • • :rr: centualc. Lo compro\'ano i JI espri Sic-ifirmi. ,\on (! ucce,.,.ario ri(crir(' ('iò dw tulli sanno: da qucslo epi:sodio ba sia desumere piut1os10 che la popoiazione .-,.traniera in Sicilia, :-u uu totale di un milio11(' e mezzo di indi, idui. era raJ>JJre5enlala da 1>ocl1emii?liain e che la popola1.ione indigena a\C\8 una e0:«:ie1rrn ctni- .-.i e politica marcata e profonda. A (fUe:<-tor11gioname1110 l>isoE!na non liarc 1111 valore soltanto per il periodo musulmano che fu l~n 111111;0 (827-10611 1·. quel che è più, fu permeante. iii tl.t 1hH"er ricorrere in que:.10 ca.i:,oalla pa• rola • im·a..ione >. l .\lusulmani inondarono ,eramente la Sicilia; la conr1ui~ta ll\\e1111e nell'827 con lo sharco a .Mazan, del Vallo di IO mila soldati: da allo rr. incominciù l"immigrazionc e la penetrazioue a ti:randi mas..;ae:..ino clic i'i arri• ,ò alla co.-,.1it11zione dell"Emiralo. Fu un·omlata che la im·e..~tìe la pr~(' !uliti quanta « :!IC~!rC/ò!anclola dal eonlincntl' e-O• me n~guu:i ri,01111.ionf' teolo~ica aneh• hc potuto •· I dominatori J>enetrarono di anno in anno ne:rint('rnO òel l'ne;.('. lo tthi1arono in o~ui zona. lo colti,·aro110 in
ogni zolla. Ne~uu po1,olo a,e,a c~i fatto, uemmeno i colonizzalori greci che si erano arre-itali sulle zone costiere e aH: vano posto ,pii le loro stazioni. Gli Arabi .:pportarono im·ecc una profonda trasformazione agricola"'.fin nelle zone mon· !uose e di.sabirnte, fabbricando do, unquc ca.sali. La J)Opo!azione musulmana - berbera nella ma.~sima p"arte e con pOC'hi nuclei semiti - si moltiplicò sino a diH:-:ntarc un ler.i;o del complesso: 600 mila musulmani su 2 milioni circa di 3bitanli. come :.rabili~e il Maggiore-Perni nella :m~ magi--trale opera e: (...3 popolazione del!a Sicilia e di Palermo clal X al XVIII secolo :t. Anche altri autori calcolano la popolazione araba 11011 superiore aJ :erze> della popolazione totale dell'Isola, mentre il grande Amari ritiene che 'tlll· sulmanì ed indigeni do,ewrno cos?ituiie una massa di individui della stessa !HO· porzione (,,. « Storia dei !\fusulmanì di Sidlia:t), Non sono cifre di cen~imcnto. ma cal~ coli più o meno fondati. 11 forte popo• la111enlomu'<ulmano della Sicilia - che non può essere negato - non depone però per una profo111la infiltrazione nei ca• ralteri razr.iali siciliani, se ci riferisce alla realtà storica. parimenti innegabile. Tra )lusulmani e Siciliani si mantenne sempre una nella di5linzione religiosa; la popolazione locale che già aw.:,·a co· uosciuto il cristianesimo nella manicrn. più larga e clic se l'era assorbito intimn111en1e. grazie anche al fino tessuto dellf' organizU1,zioni di()C'e$8nc. vi~e separata dagli elementi s.1raccni. Quando l'avn:11· IO nom1anno determinò la poS!ibilità della liberazione del gicgo :mtbo, i siciliani furono tutto un uomo 3 combauere per scacciare i ,·cechi tlominotori. Le for:-.e che gli Alta, illa sbarcarono nel 1061 non sarebbero bastate ad abbaucre l'Emirato. se tutto il popolo non 11.\'esse coneor,-o entusiasticamenle e coraggiosamente alfa lotta dura e sanguinosa. Solo con l'aiuto elci siciliani fu pos.3ibile scac~ ciare e dislruf?gere la massima parie dd :iucleo musulmano ·in un trenlennio di guerre; in uu solo dC<'enniofurono uccisi 11 Tempio della Vittoria ad !mera innabato n•I 480-375 a. la 1conliUa dei Carta9in"ì
ohre 100 mila arahi: un intero esercito di' 30 mila soldati fu letteralmente di• strutto a C.erami ed un'altra simile eca• tomb.! fu compiuta nelle Madonie. Si diede la caccia ai Musulmani e quelli che 11011 furono trucidati comballendo, trO\'arono 1>referibile fuggirsene i11Africa. Gli clementi musulmani rimasli al· taccati in Sicilia non J>Otevano dunque costituire un complee.so tale da solcare profondamente i caratteri della razza: qual~he nucleo annidatosi nel;'interno tro,·ò ahri ostacoli, come quello che fu deportalo a Lucera da Federico Il. La Sicilia riuscì dunque a liberarsi dalla crosta ~ra<'ena dopo poco più fii un secolo di servitù, ma quando se ne liberò, dei dominatori restò sopranulto il ricordo ,dei nomi geografici, delle opere agricole e di alcuni grandiosi monumenli. Avpare quindi pienamenle esalla la no· na proposizione del decalogo della raz• Ul: e Dei semitì che nel corso dei t1·ecoli sono approdati !ml Mlcro suolo della Pa· tria, nulla in generale è rimasto. Anche l'occupuioue araba della Sicilia nulla l1a lasciato all'infuori che il ricordo di qualche nome; e del rC§to il processo di a~i1nilazione fu SC':mprerapidi!.simo in lta• lia >. Dopo il periodo delle irl\'asioni e sempre più con il Hinascimc-nto. la Sici11 colonnato del Ch.iottro della Catt•• drale di CefalU lia ,,i"e della ,ita della Penisola. Anche r<u::Ìialmente essa ha mantenuto molto vi- \'a l'eredità del suo ceppo originario - il siculo; - nel popolo sidliano il san· gue dh•eJ"&Oda quello italico, non è staio che di poco conto ed è tlCOmparso col fagocitismo etnico, ,secondo cui i gruppi maggiori a$SOrbono i minori. Ne!!sun apporto di elementi semiti ~i è avuto in tempi posteriori, in quanto 11011 si sono \'Crificate considerevoli immigra· zioni semitiche nell'Isola. Nel secolo XV i:i ebbero in Sicilia una diecina di migliaia di ebrei. ma non ,,i si fermarono che pochi anni, perel1è si pensò ad espel• lerli inesorabilmente. La conclusione nostra 11011 può essere d1e una: se gli e in\'iati speciali> a cac· eia di «colore> e di « pittoresco> ,,i p0$$ono 1ro,•are tipi vari. dall'arabo rie• ciuto al biondo normanno, 11011 si fHIÒ 11ascornlere che il <caso> non co:Stituis« 1111 fondamento sicuro e si deve ammet• lere M:nza riser"e che « una media tipica ~ regolare esiste in Sicilia. schiettamente europea e mediterranea. caratteriziata dalle slalure medie, dal colorito bruno pallido, dagli occhi lumino!!.i, dalle ca• pigliaturc scure, fini, folte >. E questo tipo siciliano è raziialmente puro ed in• contaminato nell'interno montuoso, O\'e la popolazione agricola ha avuto la pos.- !'ibilità di conservarsi immune da ogni :U( • I:~ 'l I • -· I contatto straniero. Il Pace ricorda aniilullo le popolazioni abitanti nella regio· 11edei Monti Erei. Una im1~ronta cd una continuità de:la , ita siciliana cosi originale da distaccarsi e da ,•incere ogni costrizione politica, !raspare lapalissianamente dalle manife- ~tazioni arti!lliche. L'arle greca, romana, s:raba, normanna, s,·eva che si trova in Sicilia è C$Clusivamentc o principalmente arie siciliana do\'Uta acl artisti ed artefici siciliani, che :norarono nei templi e nei monumenti. Nel i,a$54to si è esagerato dando aggellivi impropri 411Jecreazioni locali. Sono il gro\'iglio delJe complicazioni fatte dalla critica ci sia con una linea chiara e precisa un'arle che ha un suo contenuto che gi sviluppa e si continua nei secoli da Dionisio a Huggero Il. I.a fantasia che ha creato i maestosi tem• pii di Agrigento e di Selinunle, le superbe cattedrali di Cefalù e di Monreale è !priuata dal cielo azzurro della Sicilia, si è accesa dinanzi al mare azzurro della Sicilia, d8vanti ad una natura che ha rnhlimato l'anima nelle più elel'ale t:i'JHCS.Siondi ello !pirito. Questa continuità è ancora un indice della continuità e della omogeneità del popolo siciliano che nella fuga dei secoli l1a potuto e Hputo presen•are le nobili • virtù della rana. V. CAVAIJ.ARO
FaneiuUi di rcu:sa gallo (Somolia D1eridiooe1le) NT l! DI SULLE Il IGA Nel ~ndovcst et10pico. :i.i Skllde la pii, ampia e \'aria regione dell'Abissinia. at· tuahncme oonosciuta c<m il nome di Governatorato dc.i Galla e Sidamo. Per quan. 10 poco csplorata, Sàr>!)iamo tuttavia di essa i traiti geologici e fisici fondamentali: separata <hl Goggiam, verso nord, per rr:ezzo della valle del :--Jìlo Azzurro, imi. tata ad occidente da possenti muraglioni che scendono a picco sul Nilo Bianco, questa regione trova, quasi nel suo centro geo. grafico, un'interrm:ionc nell'altopiano d1 antichissime roceie ,·ulcaniche che la com. pongono: la doccia tettonica della regione dC1laghi. In quest'ultima. situata sulla li• nea della grande frattura arabica, l'or>t~ra dell'erosione fhn•ial~ ha nn-sso allo scopcr. 10 le forme più antiche: artnaric, schisti, basalti, mentre il fenomeno opposto ha ac. cumulato terreno alluvionale. Tuua Ja va. stissima zona, che ,·ama più di mille chi. lometri di estensione <lai picco Kasciaugar al punto in cui il Daua Parma delimita la fron:icra col Kenia, sì può considerare co. m~ una serie di verdeggianti colline JK>polanti l'ahopiano a nord-ovest della frattura, alture che vanno degradando dokementc a sud-ovest di essa. Pascoli abbon~ tanti ed ottimi nella zona pitì alta, foreste inestricabili in quella mediana, terreni stepposi cd acquitrinosi coperti di erbe nel. le bassure coprono questo territorio pastorale, dotato ovunque di "egeiar.ione lussureggiante e d'imponente fauna, giunto a far parte dell'Impero ncgussita solo negli ultimi decenni dello ~corso secolo. L,'l madrepatria è atlualmentc sulla via di sfruttare le immense possibilità agricole e fors'anche minerarie della regione. che non molto tempo indietro costitui\'a per i negus un meno di applicazione su \'asta scala del e ghchbàr • (servitù della ~lcba, basata su forme riconducibili in parte ai concetti economici e politici del fcuda]('si. mo) e una fonte inesauribile di schiave Galla, ricercate dai mercanti arabi per la gentilezza dei 1ratti e la docilità cki modi. Appunto sulle genti che poJ>ofano il vasto territorio ci vogliamo soffermare, quantunque non esistano studi razzistici di 1>roposito sull'argomento. In verità. una decina di studiosi, non pct'Ò s1>ecialis1i. tra cui due italiani, si sono interessati d'esso c le informa1.ioni raccolte, sebbene las;:ino molti punti oscuri, ci possono oHrire un quadro sufficiente per la conoscenza dei Galla. Il nome con cui la razza è designata, ,•ien senza dubbio dalla radice semitK:a X L.. che rende l'idea del giogo. I Galla
zzt: l)t~LL'IJIPERO LLA s')no dun<111c gli aggiogati, 1 scn i, e 1l no. mc tn),·a la sua giustifica,;ionc nella vsioologia del oon<1uis1a1orc c<I irnchc nel suaccennato commercio di schia\'i, che da t<"m1>0antichissimo si svolgc\'a tra il pac- ~ e l'Arabia; ma gli indigeni chiamano sè stessi Oràmo, parola di provenienza cusc1tica che, scco11do il Kraph, vorrebbe dire e puro>, secondo il D'Ahbadic, e nobile :t; comunque il concetto fondamentale non ~ubiscc alte-razioni. Sulla loro origine e pro\·cnknz,'l, si hanno forti dubbi. Le teorie linguistiche Jlropc,H.lono per una gcncsi camnica dei Galla, parlando essi una lingua camitica; altre ipotesi acccrmano ad un tipo di\·ersi. ficato della razza negra. Infatti, soluzioni mo<lcrnl" del prohlcm,1, postulando un'affinità consta1a1a tra l'uomo di Gallcy-llil! cd i crani di StrandlooJ)(r, indicano una diffusione di pakom:gri dall'Inghilterra attraverso l'Europa fino al Slcditcrraneo; da c1ui la corrente :1igr1t• toria si sarebbe biforcata: una p;,nc aNcbbc popolato il centro Afric.-.., i;ià abitato da uomini piccolissimi e rossastri, un'altra, per l'Asia .\tcridionalc e J'Australasia sarcl.,lh' giun1a fino all'Australia, lasciando tracce considerevoli del 11roprio 11assaggio. Che i Galla appartengano con ccrlczza ad una di queste due correnti, non sappiamo appurare: ma è certo eh~ il loro tipo etnico, forse anche 1>erla hmga consucmdinc dei matrimonio misto, si :1.\'vicin:i.di più ai Bantù che non ai Camiti. In genere i Galla hanno cori)() snello. statura alquanto superiore alla media, labbra turgide e capelli folti e crespi: il c:o• !ore della loro pelle, specie nci tipi più mc. ridionali, si a,•,•icina :11rossastro. mentre, ad o,•est dei laghi, finc1111iscc fino a raggiungere gr3dazio11i Imano oli\·a. Si di\'idono in Yàrio numero di stirpi, su cui i diversi autori nou sono d'accordo e ciru sessanta J>Oi)Oli e rapprcsem:rno. Logicamcntc, i confini geografici n::in oomb,'\ciano con quelli puramente emici, i qua.li ultimi sono di mollo superiori ai pri• mi. Troviamo gli Oràmo diffusi in grau parte- del go'"ernatorato dello Scioa e di llarar. nonchè nella Somalia centro-meridionale: anzi secondo il citato Kraph, la m.usìma diffusione etnica dei Galla sarcbhe limitata da una linea chC'. dalla b.,ja di Tagiura, segue all'ingrosso il quarantatrccsimo meridiano est fino al suo in• contro col quinto par;illclo nord, nella zona intumcdia Ira il Giuba e l'Uebi Sccbeli, ~r poi scendere vc-1 so l'Oceano, identifiDonn1:1Borana d•Ua tribù Gium-Gicnn
Uno dei pi\i 9roaj "Tueul ·· di Rae DHlb. u N•9heUi cala col leuo ùello stesso Sccbdi. Tuui questi faui determinano una quantità di ~ottotipi difficilmente conciliabili: ad oricn1e, in stretto oomatto con i Dancali vivono gli Uollo Galla, più permeali di cultura e di civiltà amharica; a sud di questi, tra gli 1\russi (•d i Baie si verificano forti infi\trar.iOni Oràmo, cosi c\'identi da indurre · parecchi a .,ostulare gli uni e gli altri come rami del ~rnn tronco Galla cd altreuanto a,·\·iene 11Cr te popolazioni Adama e Rahanin in 1)ie11;,Somalia; a nord,' tuua la \'alle dell'Abbai e del suo affluente Bascilò I! Jlt')()()fata da Galla incuneati tra gli amha. ra scio:rni l· quelli dd nordahbai. Xon si erra quindi caloolando ad 1/,J e forSe pili delle g-ellli dcll'lm1>ero la forza numerica della i.tirrK' ed anche riducendo a cifra minore i sei+sctte milioni di Galla di cui parla il Kraph, ci tra.;iamo pur IUltavia. di front.._•ad una m;issa considerevole. .\nteriormente al secolo XVf gli Ori+ mo occ111>:u·,mola 1.011acom1>resa tra il lago Rodolfo cd il Giuba, 0\'C do"ettero sostenere lunghe lolle di supremazia coi BantlÌ; 11ual...e-sito a\•csscro ;l\'uto queste guerre non è dato sapere; ma l'occu1)a+ zionc ~alla del 1500 \'erso \'oriente cd il settentrione, fino a prendere posir.ione su una bu01la metà dcU'ahopiano etiopico, ci fa sup1>0rrc una cacciata delle genti dai loro territori primitid, di cui una parte rimase in mano ad una tra le stirpi c.hc meglio li SC]lpe difendere: i Borana, cioè i • possessori >, Comi." la razza galla si trova diffus:i. fuori <:Ciconfini geografici della zona da css.'\ occupata, così pure nella regione s1es• S.t si• nota la presenza di grupJ)i etnici i,olati, di c.ui quasi nulla sappiamo. H rauna particolare del pa••• di aorana: 1 omc Peyaa" Nella parte pili occidentale d'Etiopia, lungo il fiume Baro, hanno prc:.o stam::t i Bené Sangui; è inutile indagare circa l'etimologia dei nome, che s111>crficialmenle do,·rebl>e essere araba. Sembrano appar+ tenere all'etnia negra e in fatto di caratteri somatici, lingua e costumi si anici. nano alle po1>0lazionisudanesi, loro confinanti. Gli amhara li chiamano Sciangalla e li considerano tra i più V'ili cd inutili ::abitanti dell'Impero. Tr:1 i Sidamo cd i Bor::ana, dall'Omo P..òttego al lago Margherita, vivono invece i Guraghi. I più li ritengono semiti, pro+ "enuti dal nord.non si sa quando, sebbene storicamente noi\ sia probabile un'in\'asio• ne semitica con caratteri di st::abilità fino a 1:1li latitudini, quasi nell'interno del continente. Comunque furono circondati dai Galla e si incrociarono con loro. Tulle queste relazioni e contatti con i vicini hanno non poco contribuito ad imbast::ardirc etnie.i+ mente gli Oràmo e ad imporre, lingua, religioni, costumi prQfondamcntc diversi da quelli originali, il che determinò l'attuale manc.,nza di unificazione, più ac.c.entuata lungo i confini delle terre galla. )la for· . tunatamcntc sono rim:tsti distinti i \'ari strati che col \'Olgcr del tempo h::annoprovocato l'accennata diversific.uione. Sotto la maschera dell'org:111izzazione soc.iale del nord, tipicamente amharica, e quella del sud, inconfondibilmente Bamìi, si riconosc.ono tracce precipue di abitudi+ ni matriarcali, come, oltre i riti mussulmani, copti e ca1tolici, si rivelano chiare le antiche pratiche del primiti"o feticismo.
Prcs~ i Galla, st:condo il Cerulh, la posiidone 1,olitica e sociale- dell'individuo t determinata dalla prucn:,:t del e Gad2. ». Il Gad:t. i una iSlituzione ~ntù, che presuppone la div1s1one del f10polo m classi, ognuna delle quali precisa la caJ).'tC1til.giu. ridica degli tltmenti che la compongono, as50ggcuandoli 111 ma111tra diver,-2 alle tre supreme IC'gg1 dtll'cuua: reiezione dei magi:strati, il regolam<'nto dc-I prcuo dc:I sangue cd il matrimonio, ~la la condotta d'cs~. noia il Grl1hl, avVl<'I~ in funzione degli antichissimi usi oràmo no11 accostabili comunque alla crudeltà dei mo<li scnuto-a.mittci; ad ucmpio, 11 rispdto 1JCrla donn1 g-a.lla, non solo nella ianu,:lia, ma anche fuori paese e in condizioni ser\'ili, ~ pro,•crbiale. Nel Caffa, nel Gimma e nel Collega, la ferhlità d<i terreno ha favorito su larga scab, fin dal St'.'C!Olo scorso. l'applicazione del ghebl,ar, cui abbiamo accennato; gli abitanti 10no quindi in mus1ma agricoltori, oppure allevatori; nel tcrntono dei Sidamo e d<'1Borana, la vita assume in\'<'Cc forme pastorali. Nè dimentiche.remo, ver chindcrc ques10 bre:ve studio sull'argome.1110. un e,enno sulla religione". Forti influenze mussulmalll' hanno agito sui Galla del Gimma e del Balie, dieterminandom· la com•ersionc, cosi pure la prcd1cazionc cns1iana ha ottl'nuto i suoi effetti in tuna la xoua. ParKChio 1>erò è :s1ato raccoho sulle primi1i,·ecttdcnzc, ancor oggi tietiacemente pro. fessatc cd adattate alle nuo\'e. Per i Galla Dio supremo è la ,·oha celeste, chiamata W:1ka. J1 cui occhio è il solt"; contcmporanc-amcnle, Atété, do del. la fccond11à. gode delb \'Cn<'raz1om: gc- !lcrale. Ci troviamo Ji fronte ad un 1:.a.- g•nc:simo semplice, M':111110e KrCOO, in n11 le grandi fonc del Creato s'impongono e dominano; accanto ad esso prendono naturalmente forma pratiche magiche, baH1h.' sopra riti d1 zoola1ria, che abbiamo NFfllSICNlf DfW >TIRftMLI.AOIOIIO ·• . ' ~ 1111 Nt,,J,t,,.'I,,;, !,,/•--· rJlEil 11,_,y,1,;. ,lt,; t,,.•t.,; ma 11,,,.ç.i. ,,.,. .,.. 1.1,~ J.· t-·1.,; ::"'.:::"11t,;.,,.,,J.e,..-..-1 . 4,;, ,,j,1i ragione d1 su1)porrc antichissimi. 1 due n:rn:tati più comuni d'essi sono la reincarnaii,Hic e la trasmigra:tionc: certo in quest'ultima non si deve UI\ ,·isarc una vcr.-.. e pro1>ria metempsicosi, ma 1111;1. serie di processi magistici che. mO\'cndo dall'esi- ~tcnza. di spiriti detti O.)'OHÒ, ne postulano l'emigrazione nel corpo dei neonati. 1.."ay:rnà,che pu6 essere buono (liencia. cioè del Icone), oppure catti,·o (warabcs-- sa, cioè della jcna), determina l'indole del bimbo. La stcua denominaz:ionc delle qualità. dello spirito, ci porta a credere ch'esso \'Ì\•a dapprima nel corpo degli animali, per poi trasmigrare in quello dell'uomo. ~l:l anche qui siamo ben lontani dal rie• \'oca re significati filosofici; notiamo sem• plice:rnentc due serie t!i falli: da una p.2,rtc le qualità uma.1~ nei loro due aspetti, dal- ]'3ltra le qualità delle fiere, cui inconscia. mente viene tru!cri1.t L, stessa valutazione che si fa di quelle umane. Gli esperti di tutte queste pratiche sono detti G)'tl"'"· T concetti religiosi cristiani imrodoui prcs,o i Ga.lla hanno pro"ocato una so,·ra. I>oa.ocl• landulla 9all• cril:ticmlnat• ' , ND ··············•· .. ·• ... -·· struttura di idee e di divinità che, in,·ecc di nuocere a quelle preccdcnll si sono fuse con esse. Xota così il Ccrulli come il culto di Atété sia tutt'uno con quello di )larém (Maria Vergìnc) e come l'unico nome di Atété-:Harém nlga a designare l'ibrido. E' caratteristico un salmo di implorazione raccolto dallo stesso Cerulli, in cui al nome della divinità Oràmo si sostituisce quello della madre d1 Cristo, lasciando però inalterati i concetti: e l\'011 tutti ti co11oscoNO o .i\forém ! A,,:i ogNuno ti ignora, o Morlm! Jfo it gùx·:ine <-hc J,orlr i• 911rrra ti [<-onoscr ., Jfo /ti parlori't'l11/c clic srntr le doglie ti [conoscei• Dobbiamo l\ugurarci che gli studi ~u quesfa laboriosa e docile razza Gi11\avengano seriamente ripresi e rondotti a tcnnine, per poter cosi completare il quadro degh studi rauist1ci sulle popoluioni ddl'impcro. CLAUDIO CALOSSO li'i
LA PENETRAZIONE GI IN EUROPA Il :<ee0:o Xl:\ :-i pui1 ,cra111e11ic con- -.iderare come il secolo d'oro delrebrai- ,mo: in qut'SI0 periodo. infotti, gli c-hrt-i rÌl"$COllO u oonquis1are pre.socchè in lutti gli stati del mondo l'eguaglianrn ccn g:li allri ci11adi11i. e. a11ra,2rso :1lrazi1me ,l(.;Ja nH•~~oneria, ad a,;.~icurn~i una po,iziouc JHt'i:lominaule nella cla,,e dire-HiHl dei pii1 (·O"'f>icui ~la!i. '1011 si può pcrcii, di-tinguere fra U7ÌOuc del giudai-<mo t' :n:ione clell 1 11,ae.:.onerin, 1>oiehè qu~1e du" forte. C'~ualnle11le di~solvitrici. i.1,Ì :-cmo. nd ~- c-olo scorso. talmente cornpcneirate. da coslituin• 1111,50]0 h:occo n1ì ormai p<'r consm.-tmlinc i_l,i :.110I dare il uome dì ~iudo-mu ..'-Oneri;t. a11che p('rchè è ,-1a10 ampiamenll' dimo,5trato dalla pr:1tica che ,olo gli ebrei 1>01t:,ano ;bJ)irarc ai pii1 ahi ~rndi della gcrorchia; i non el,rci 1,01c,·ano aspiran i solo ,lopo e"',ere-i (011\('rlili alrt"ltrai,1110. Co,;ì. ad ._.,,,cm NEL SE pio. fu con Adriano Lemmi d1c. per po• tcr OCCUJ)are il più .. :10 gradino della f!Crarchia massonica <IOH~llc ripudiare In rcli~ionc cri..,liana per rpwlla ('hraica IH•di A. <le La Hi,c . I.I' lui/ dm1s li, F,mu-Muço1111erir. pag. 1201 Nclrì1111,o..sihili1à materiale di pa:.-.a• re .in ra:.?oC:;1111 la enorme diff1uione dcli.: giudo-m:h~Oncria ,lur.wte il !1.CC-XIX. diamo qui alcuni dali d1e JJON>ono dal(' un.idea <!ella ,era e propria .scalata .tlle ahe cariche dc:gli Slali, promo-..sa e attuuta dai giudei. In Olanda. le prime orme della ma-.- :.oneria ri~lgono al 1725. Nel 17:{J iu una :o~gia olande,-c \Clmè amme..~ nella mas._-.oneria France:.co di Lorena, granduca di Toscana, di\'c11u10 poi imperatore di Germania. '1a la penctraziollt> giudo-massonica in Olanda incontrb ,arie diffiroltà per a,cr destato so,,.petti r•('lle aulorilà. e g:ià rtel 1735 si parla,11 di una :-oppro$ione della Socie1à; ma dopo d,e l'oro t:iudai<'o l'i,be corrotto i ma1iiori c-.porienli del Go\erno. l'at1:,ità 11011,enne più ostaco;alll. onde gli d1r<-i l"Onlinuarono a<I 3\NC. cd httnrtO lullora nelrOlamla. una loro roccaforte. Jn 1,-pa~na la giu lo-ma...,,oneria penetrò 11el 1726, :111110in cui \('11rn.• f<.nda!a a Cihillerra la 1,rima loggia: ud 1728 fu aperta la prima loggia a .\ladrid, ma !?iii uel 1710 il go,·erno ~pagnuolo comi11cia, a atl o,1acolame l'aui, ilà dimos1ra1a.-.i anticri~tiann e di-.,..oh ilrice, e nel 1751 il re Ferdinando \'I emi'-e un edi110 col <1ual(' -.i dichiaro,o illc~ale la ma-..soneria. i\u1 fu che dopo la iucrr:1 carli,la e il con-.olidame1110 -lt·I ramo ulfon-.ino dw 111 perwtr:11.io11l~gimlnic,1 J'Olè riprcnd(•r(' ed 0Herm::1n,i. 111S,ezia e 1\one)?lo la fiiudo-ma-.,o11erin peuelrò dall'lng:hilterra \t'r~o il 17:i(;. e in Danimarta nel 1717: ma fu .tòolo nella ... ecomla mclà del 1'ecolo i,corsù clic queiòli pa~i risentirono delfinfluenza i;-iudaica, dato anche il uumero limi1a10 tli ehrt'i d1c a,e,ano o::1pitnto. Le. :sle~o dica.~i per la S\ izu:ra. me la~ Il' penetrazione ~i iniziò nel 1737 con la CO,;liluzionc di una I0,1:"gia Gi11c, ra. In Hu:-$ia, do,·e gli cl,rcì non erano mai ~lati bene accetti. la giudo-maNio• m:ria incontrò o<=lacoli notc,oli al ~uo L0 Imperatrice Caterina II di Runìa {rirem.e, Pala:r.zo Ve-«h10)
UDAICA OLO XIX ..,iluppaqi. Fondat1:1 nel 1731. eN,8 agi con C!trcma cautt"la duranu• il regno di \1111ae quello di [li$11:bclla. l,wccc Pietro lii e Caterina Il. 'fUf'!lt'uhim3 imhtH1la di illuminismo frana-_qo_ prole.- ,.ero gli chrci ed i ma:;soui. col l!IOloril'Ultato pra1ioo di pre1,arare in germe la 11'0:uzione del 1825. '.\la dopo qu~o c~perime1110. ogni ul1erio1t renlali\'o ,cime W3peso ;<Ìno al 1906. ma nnchc uel dettnnio suCCNl&i,·ogli ebrei ,en11ero ~mpre tenuti lontani dalla ,·ila polilÌCA del pa~, e la loco influeuw fu limilala ai isoli circo:i ri,oluzionari. In Auslràa. 11011 si sa ron ~neua la data dells fondazione dell11 prima logi;ia: mu ucl 1797 tssa ero assai diffu. ~- Gli imperatori Carlo VI e Urlo VII lo IK"rs,rguilarono, e CO!Ì pure fece la Imperatrice l\fari11 Ter~: ma allorchè sali sul trono Franedco di Lorena, giudti e n1auoni ,·tn1lero •1.1tr1amentcfa- ,oriti. In Turchia ,er!O il 1748. cioè dopo pochi anni dalla sua fondazione, la maSM>Mria n~nn(' aholito. i suoi mt:ml•ri arre51ati e di~1ru1to il luogo delle riunioni, che erano h•i cou1ra~8note. , ittl'tf'!a. da spirito antim1mulmar10. In Cc,,rmania la prima loggia ,e,mc fondata nd Amburgo ,·erso il 1733i ma giÌt nel 1738 foce,·a parie tklla ma:MOneria il princi~ errditario di PruNl8, Federico, dhenulo poi Federico Il. Ma più tardi. nella seconda mttà dd secolo XVIII, massoni e giudei p~ro addirillura la din."1.ione delle cose &lalali, aiutali in. ('ÌÙ dall'o1,era del Ldsin;; e citi Doom che Kri•M" il famoso libro e Sul miglioramento della situazione ci- , ile degli ebrei >. A capo della m11!so11('1 iu 1edCM:a. ,·erso il IROO, ,·i erano llf:u 17 eh~i :111 :w membri. Ma i'axione JJÌÙ hrilla,ue e co11chiu- ~nsi ccl llli\5Simo suOC::C$...CO fu. ~112.a alcun dubbio, l:t giuda.iuaiionc della Fral}('ia. Napolco11c si era mollo giovato. nella 1111a 3~. dcll'o~ra tklla ma..qoneria. cohh·ando in cuor suo l'idea di 8:!16C'r- , irla complelamente e di eliminarne gli tbrei. dc.i quali è nota l'accanita av,·er• jtone per lui. Effeuh·amente~ in un 11ri• mo tempo. sembrò che i suoi intenti 'li an·erasscro, tanto che mentre Giuseppe Froric.. co I di Lor•na (rirenH, Palazzo Pitti) 13uo11apar1cdl\'enin Gran Maestro ..kl C.rand'Oriente. dh·eNi altri generali napoleonici dh·enlavano i capi delle varie loggie. ~fa in un M:Condo tempo l'influeni:a giudaica riprendc,•a il so1>rav,·en10, specie per l'inter~menlo usunlo dai Hotl1i,ehild nella lolla antina1>0leonlCa. E i vohafaceia di taluni generali .,1:•:wtomani del fune11to 1814 ai del·ono ascrircre alla loro •1>partenenza alla ma..uonttl&. Luigi XVIIJ. C9Sendo am1>iamcntc sostenuto dalle potenze eetere, non potè ~re deposto in alcun modo: ma in compo111,o ciò riu~ì loro col su~rc di quC$1Ì, Carlo X, al quale aucce.e Luigi Fili1,po. figlio di quel Fi;ippo d"Orleans soprannominato e Egalité > clic fu ri,•oluzionario, terrorista e regicida. Luigi Filippo. che prcs,e il 1itolo cli <. ciuadino re>, con~ agli d1rt-i che lo avc,•ano aiutalo numeretsi prh•ilcgi: l'R febbraio 1832 decretò cl,c il clero chraico pa..'i6ao alle dirette dipen-Jenu ainministrath·e dell'erario statali·. l'I: giugno 1832, per e.oniro, tolse al clero 17
cristiano ogni SU$.8idiostalale. mohi ebrei entrarono anche nel parlamento e nel Senato, Anch'egli però, al monremo opportuno. ,·enne rovc.<K:ialoda quegli stessi cl1e lo a,•evano S08tenuto: proclamato il go- \'emo provvhiorio. nel 1848. in esso &i trovarono, su dodici membri. no,•e mas· soni e due giudei che occuparono i ·posti di mintSlro della giustizia e ministro delle finanze. Quattro anni più tardi. nel 1852, gli stts.<1i giudo-mas.roni &pingcvano Luigi N,;poleone a proclamarsi imperatore; ma quando si accorsero che egli mirnva Al l'interesse personale ed a quello delltt 1•ropria famiglia. decisero di fomentare una nuo,,a rh·oluzione. La guerra del !870 fu il pretesto per lleatenare una JS L1.1i9i Filippo (quadro di Horoce Vernel) lotta feroce contro il sovrano. ~la proprio mentre la Francia, sul campo della ioua, si batteva per difendere il suo territori.o dall'im•asione germanica il suo Primo Mi.nislro non tro,·a,,a nulla di me- ;dio che dedicare la sua maggiore atten11:ioneal miglioramento della situazione degli ebrei in Algeria! Miglior esem,>io d" in<:oscien1.a non si potrebbe trovare. Da questo momento, cioè ,la quand,l C slala creata la cosiddella terta repubblit·a, la Fra,w::ia si è sempre più aggiogata al carro giudo-musonico: 1uova ne sia che è da aseri,·ersi agli ebrei l'auassinio dei presidenti Carnol e Faure, il primo reo di non aver pos10 in lacere lo s<:an· c.lalo di Panama. il 1;eco11do di 11011 a,·er preteso J"a~oluzione del traditore Oreyrus. :\i primi del sec. XX la Francia, giudaizzata, era la roccaforte delle più ro· vinose teorie, come anemo occasione di ,·edere piì1 innanzi. Hesta da dire due parole degli Stati Uniti, do,·e gli el,rei erano J)Otenti sin dal 1790, e do,·e la loro azione crebbe con l'andare degli anni: qui furono anche fondate organi:uazloni inlernazionali a l'lase ebraica che si ,,alesarono ottime J'.H!r la propaganda ri,·oluzionaria. 1e 1>arleremo in a·hro capitolo. L'anno 1900 Yede,·a cosi agli ordini dei giudei una immensa forza politica. e i principali posti di comando in tulli gli t-tati. quando non erano occupati eia loro. lo erano da loro crealure. Non per nulla il sec. XIX ru tltl secolo materialista per eocellenza. A. M. DE GIGLIO
GLI UNGHERESI E IL PROBLEMA RAZZIALE Gli s1atistki dicono chl' degli otto mifami t' dnquccentomib Cnghcrcsi eh(• abit::no l'l.:ngh~ria mutilata. i.CUcmi:ioni ciu. 1:11ec('ntomila hanno un nome ma!:iaro, mcwrc un milione di cilladini unglu~r~si hanno nomi stranieri. Gli storiografi stimano cht· ht p01lOla- ,io11..: dcll'tngheria al tl'mf>O dì re .\l;mia :i.mmon1assc a quattro milioni :.li anime e eh~ l'ottanta l>CT (:(."rl!O di (JUCS!O 11\l!lh.'TO io~~c costìtuÌlo da gr-nt,: di pur;1 ra1.1.a m:1. i;:,ara . .\":1111ral11wn1c ti domimo turco dc,. c,mO k tilt-, fcc'(' tcrrihìli dn·;ot;i:,;·oni pri11cip;1lnw11tc m:llc n·gioni più fior<'nti ::: più po1'>0l:Hc.<111cllc abitale <lai .\lagiari. fu.so free dei ,·uoti immensi ndlc f::"Tandi 11 :h~(• (ki :\l:i.giari di rau.1. 1::-st('rminò im..'.,)rahilmetHc. I >opo la nconq111:,t,1 di Du<la.all'inizio <lei st-colo x,·111. tki dm· miliuni e 1m:z.:o d'ahitanti 1lell'l 'ngh1ri:t s1orica, orm.ai apr,e11,111n miliouc (luc..:cn• 1omila erano ,·zramcntc m:1,:::iari, o:.sia m.::mch(' il 45 1,cr CC:JIIO•• \la IIU\'~11 1111milione duecentomila m,11,:iari )Ì ~archbcro roi tutli sperduti, mcscr,lati, assinnl;1ti. sarebbero tutti dc6ni1i\amcntc scomparsi n:-lla mass.i. delle di,·cr)c u:uionalità d'allra razza? Le c,)ll!>tat:uìo11i ~1a1is1ichc 1)0- ~tcriori dimostrano che accad<k· ;•roprio il contrario. Risulta da C)S(' che l'accre)cir.1<'nlonaturale dell;1 popola1.:ionl· magiara fu ,·eramentc rile,·anlc " 1>0rpa~sò <p1asi ~cmprc <111cllodelle ahre nazionalità e che J'n,vansionc ddle :teeresciul:'! masse m:t• giare si diresse appunto n-rso le S}X>1"10lalc rq,ioni dcll'"//ii/d (il bass..:ipianomagiaro) e transdanubi:tnc. Secondo la ~tatistka compilata da Elck FCnycs, nel 18.io la 1)0polazione magiara :unmonta\·a a cinque milioni di animz num('ro che fino al 1870 s1 clc\·ò a sci milioni ducccnto111ila. Sapviamo che.dopo la cacciala dei Turchi nlc,·ant1ssime colonizzazioni str:1.11:cr~ ~·drc1111aro1Mnelle rcg10ni liberate: nuo- \'C masse di popoli, s~•rhc. tedesche, romei.~. ,i ~tahilirono, la mai;!g-ior 11.1rtc in blocchi SC'rrati: llC'llc dh·cr)(' p;1r1 del paeM:O.\1:1 \ice, crsa in pari 11.:mpo anch<' i grandi ra.ggrupp.imcmi colonici ;n iti t.lclla 1,01K)la1.ionc magiara restarono imani in ~ran<li territori connusi. 1✓.! na:i:ionali1i ~•il,,11i1Zatcsi o infiltratesi \"Ì\·ono a,:cor 1 gii prt-cis;1.mcntc in quegli s1cssi punti. eh~· ;1 ,11<1 kmp,o iurono da esse occupati. I.e statistiche sulla diffusione delle na• 1ionalitil .. la 1K"rdita di forze dcll'clcmen~ 10 magia:o ci d:'umo 1111quadrn di <1ucgli 'JI 1st:11nc11ti che s·cffcttuarono 11ci teniti n di nazionalità. miste ;1 svantaig1<> della r;,11.1magiara. :\l:1 il me,col:lmo.:nto V\'r:iH Portone unglMrffe.. di Xoloan·4, 10
1•1c1uc rii('\ ante tr.11 la popoluionc ma.. J:IUa e qu-:lla di altre razze s'inii:iò sol, tanto n('lla seconda metà del secolo 19• e<, assunst una forma prcdomiuantc prin. c,p,almnuc nei ctntri urbani indusu·iali cc. C<'SSl\'amtnae ingrossati. tra h masse 01M'• r.11cprolctari:uatc delle grandi ci1tà. Una ,;11<'stionc a parte è qudla del mescolamento con la razza ebraica. che si lirnita alla d.auc int:lltt111ak c il cui numuo rro1>0rzionak. come ,·OOrcmo, è tanto d1 poco co1110, che non può nemmeno "enir 1 r<''° in seria cons1d('r:u:ionc d.1.l punto d1 \ ista dei mutam('nti prodo11isi ndb. composizionc razziale d:.-lla 1,opolazi.:>nc unghertse. A questo riguardo mollo l)iù gra\'C di c-,nscguenze fu il forte d!ça, diml"nto. il collasso degli s1rat1 dirigc111i d rau.a mafiara nel quadro delle classi (•1rigemi della società ungherese: la cla.s- >·' dell'aristocrazia latifondista, quella dei 1>0ssKtcnti mcdi, i cosiddcu, e gcntry :t e qull:( degli mtclleuuali Mi centri urbani. Dicono cht Se ai\Che tsistono al mondo ancora dei magiari nel senso razz1a.lt dtlla parola e se o.nche, in fondo, è tuttora la cornposiziont dei suoi clem:nti ,-azziali che dà. alla popolazione magiara Lo chiHa rl6oni,oto di I>'• il suo carauerc p.trticolare. la sua intln 1· c!uali1à, comt ai tnnpi ddla conquis1a del p.itrio suolo o come sollo re )la11ia, nel corso dei secoli la g.:mc magiara, c.:>me nationc politica. ·assorbì C'd assimilò anch(' tanti popoli pregl!'voli d'altra rana. cht nè si vuò più tscludcrli dal com11less.> dei fauori costitutivi della \'ita nationalc, nè è lecito molC>tarli od offenderli rh-a11ga11do ~ risolle,a11do la qun1tonc dell'origme razziale-. Il rimestne - dicono - questa <1uestionc. che 11npor1anza :ibbia cioè il princii,io rau:ialt, l'origine razzialc 1)Cr i <-:tsti111e la composii,one della naiione unghert'SC dei noslri iriorni. una coatro mille l' mille sensib,htii. e 1mò offenderecentinaia di miglfaia di huuni cittadini 1111. ghrrui. che, st anche non magiari di ru. za c di sangue, nti loro cuori, nelle loro cnscitnit pos,0110 a buon diriuo proclamarsi ,·eri unght'resi. Cht potremmo ris;io1Ktert a questa obicztOnt? Kessuno pro. tcstcrt-bbc più di noi sincera.mente «t ('IJ('tgicamcntt' contro qualsiasi rimestamento di tal genere. Nessuno appruza pi1'1di noi i noitri fratelli d'.akrc nazionalità, fedeli alla patria magiari nello spirito. ntllt a.spi. razio111. n:i sentimenti, t ntssm\O risp:tta p1\1 di uoi la lvro kg111ima :i.11scc11ibilnà di fron1c- :id ogni mgiusto tra.11amen10. Sa.- rcbbc 1111a110 in«ndaario tqun a lente " un (!is,1,stroro !oCOll\'Ollgimcnto spirituale morale e 1>0litico della socic1i na:i:ionalc ungher~sc. qualsiasi 1e11ta1i,o d'abhorc.l.tre qul"~lo problema con mtennoni lesn·e o unuliautì 1>Crterzi. Afa il chi.irirc l'cs~n- ,:a raniale della »tiqk! magiara. il comprO\·are fa :r.ua appartenenza ad ima d:ua razza s~1ak. 11 rafforzare- la sua co1cienia r.uziale non può sigrnficarc un'm1cnzionc aggrcssi\'ll, Che da 1..irte dei ,:iu• dei, i quali nella :i.tori.2 della 1:u0\'a Ungheria sono riuscni a prendersi il 1,osto d, ceto soc,alc pr:doininantc, 11 faccia 1111. 10 il J)ossibilc 1>Cr compromc11crc l'i1lca ranialc e :i.i tenti di far ap1~rirc qu:s111 klca. come un'aspiraz.KK1c nefasta. pri,·a d1 qu.ilsia-si b.t.se scientifia. d1s1runi,·a nelle sue ronkgucnu 1K>litìche e cuhurali, - è 1111:11 ~-osa focilt a comprt1WcrSi. Il loro intcrc-ssc è che in tJngheria sussista (' pos. sa manifcitani una sola cosdtnza ra.z. zial:: <1udla stessa che, irmccr:mdosi dic. trv ambigue fr-'lsi e J>ar->le d'ordine. rui aHccondano e promuo,·01".) con 1an1a ferrea COOKC\-leme te:naci.a.. \'ice\ crsa b. no- ,tr.1 arrendevoh:ua, il nos1ro ass:nirci a <1ucs1aco:i,cic,u:a r;uzialc senza 1>rotcsl(' e Knz.a rtsistenza apt)restcr,ebbc: la pili or- ~nda. son~ ch,c sì possa infhggere ad un.a 11:n:one, una sortt S('nz.a risc.:,ntro ntlla storia dei "1,opoli. A noi M'mbra che J)iuttosto ci doncmmo , ugognare J)l!'r il fatto che, mt:ntrc le grandi forti potenti nazioni dell'Europa. occid;nialc. la cui csiMenza razziale non è pcrta1110cosi ,:ra,·cmcntc minacciata da un immitM:ntt ptricolo come b, nostra, 1an1a autnzionc d«!ica110 a qucs10 dclica.10 1>r'Wlcm:11ed esplicano una forte <'d i mensa :tlli\·ità scientifica. rter conoscere sè s1cssc, 011.a gotico • Nd.Ni dello dNà di S..--•tnirn
ptr colti,•arc t• promuu,·crc il prs>prio s :nso cii voca:eionc rauiale,-da noi nessuno si 1,r~n11>a di queste cose, questo grande dovere nationalc non suscita alcuna «.o. non trova akun ap~gi'l n~ nella Kitiu:a ufficiale, n~ in quel!:. non ufficiale. E siamo COll\'illll che ljllt'Sla inesplicabile llO!l· curan:ca. questa 101.-lc msensibilità è un sintomo c1uan1O m:111 allarmante d1 deca. dcnz.a o d1 gra,·e mala.ma. E siamo ahrc11a.nto co)lwnui che 11chiarire fcu;cnu raz. zialc: della s1iq>c:mai;-fara, il rinforzare le l>U:! riscn·(' d'('nergia r:u:1.ialt·. il tener desta e rirwigorirc la sua cosc,cnza razziale è 0011 rncno intcru~ dei nostri fratC':lli. assimilatisi a ooi ncl semnne.1110nuiona• le o pcr a\'cr comrnuo oon noi ,·incoli di co11sanf,:'11Ìnei1à, che nostro. Se noi 11011 riu. sciamo a )ah·ar: quc11c energie. insieme ad esse andranno pcrdutc anchc quelle ca• padtà della stirpe, allc qnali l'Ungheria storica de,·c la sua m1lltnana csisttn:ca e stnta k 11uali anche n;n,::hcria mutilata di,·errà prim.a o poi I:!. preda di fon:t s1ranicre, d1 intere11i s1r:111it•ri.'.':oi siamo pic. namente d'arordo con l..ajos Barluu, l'er.mente a111ropolilg1),che così s·tspr1me: e Il corpo della nazione e ranima n;u.1onalc ~0110 bensì mollo pii, che scmpliccmcntc il c·1mplcsso. l'cuc11z:a. il comrassegno e l'c· )pressione ,,ila.le dellc peculiarità fisich: e pirituali degli indivtdui che cos1itu1scono '..i nazione, ma in ultima analisi sono pure in stn:110 td inndissolubilc nesso coi due fattori fondamctllali: il principio razziale e qu:llo etnico. Senta la conoscenza quan• to pili perfetta di noi stessi, ossia della gtnte unghttC1<':, hutc le altre ll0$lrc Il(). zioni, tulle le altre nostre aspirazioni, tutta la nostra -csistenu JlOlitica sono soltanto c:utclli in aria. Tu110 si dcvc basare ~:: questi due fattori, da questi dut fattori tutto de,•e prendere le mosse ». E. siamo d'accordo 1,ure con ciò che dtee Lajo, Mé. ht'ly: e I.a sorte delle nazione è govcrna1a da. forze biologiche. il loro rifiorinm110 o la loro dtcadrnu è, ncllc suc più profon· ,le .radici. la oonstgucnza <li cause biolo• g1chc. Il p11'1 prnioso tuoro d'uno Stato non è gi.i quello costituito dalla sua rH:- chc.zz.a economica, b:nsì quello cht s1 cda nel suo po1)0IOdi sana ptrpctu:u:on<', f~- dclc alla Jlropria raua ,. Raz;~i.sti m1gl1ere•i na quando~ \('T:1111('111(' chc IIOICl (}('('U, pi.amo .:1.nchescientificamente del prohlc• r1a se csistc o meno una \'Cra e 1>ro11ria r:,na magiara e quali sono lc sue carattc• ristic.he fisN:hc, morali e SJlirìtuali? l..ajos Rartuc.z in un suo in1:rtss.ante NI ouuno studio, parlando dt"I 1.1assa10e dei compui della scicnu nazionale unghrrcse, dice che Màtyàs Hél, il grande s1orio,::-rafo :: geografo, fu il )lrimo che due-cento a1111i ur sono, c:omnciò .a cinwn1arsi - sul ln·cllo dcli.a scic.nu d'.allora - con questo pro• blema. Egli è il primo ungherese chc sol, lc"a I.a questione della rau:a magiara, co. m~ problemi\ tcicntifico. ì'\clla sua ,::rand,· ,u
opcr;1 •n·itolata e Notitia llungari'ae no. vae hi'\1orico-geographiea >, pubblicata n:I 1731, :1 qu2dro earatttristico ch'egli fa dti mag14f del Csallokòz ~ la prima dcscriz1011,·"-Cu:ntilica della teoria rauialt unghcrcH·. e Per ciò che concerne gli Un, ghu1,i, - scrive Màtyàs Bé!, - in tutto l'am10:o u~rri1orio in cui s'è annidata b. n:u1u•t... difficilmente n(' lrovi di razza più gcnnna o che mt'glio abbiano con5en•ato i 10111 lratti carincristici, che qm - nel Csall,11-.uL.Quando li definisco di razza gè. nuina. pt'nso alla ru.u a,•ita. A quella rau.1 : nuca che, ~ntrc in hllla l'Ungheria tkcrnata da tanlc ca1.u1ro6 .sì rinno- i ,·tll,11 j complt"tandos1 da altrt puti, si m:ull,•f'I''\', se anche non dd tulio intana, ntll1• Mstre isole, restando pU"rc tanto simile ,1 .. e stessa, che ,•erameme può ,·antars1 (1 aver veduto un vuo magiaro sol1an1,, ,.._i ha ,·cdu10 già un ungherese del C~:1l.,,k1.l2•· Màl)i.s Rél ,·idt dunque il 1e1·;111d\.• rimescolamento razziale, eh: la po. pc1l:inll11cmagiara delle di,•crse regioni don-llt ~ub1re in K'J.,1ito 2lle dc,•utazioni dei Turc:h1, alle: colonizzazioni c alle im. m1g-raziom. Ma ntllo stesso tempo egli constala che: i irandi territori difesi dai fiumi e dalle inondazioni furono fa\'ore- ,·oh alla conser\'azionc dei tipi a,•i11 e pro. clama con connnzionc che: le: a,•itt carat1eristu:hc razzi.ali deHa stirpe: magiara non andarono perdutt, ma si mantennero in s1m1l1isole per ernlità. e: Pcrchè - dice più ohre - siccome in seguito alla grande musa d1 acque ehe la ctrcondano. gli accen1 1n questa regionC: ttano difficili e rari, 11 ~rmoo non ,·i pocC:,·a fac1lmtntC: passare. I:. se pur accadde a ,·olle chC: le sue orde devastatrici potcr,:mo entrare, gli abilanti si ritirarono negli angoli boscosi dt'II~ isole minori. E' questo il moth·o per a11 111 nC:ss,m luogo puoi 1ro,·are tante lettere rol sigillo pendente e 1an11 >en111 an. tich,, comC: qui. Molti dti n..>bili, dimo- ~trando. con la tcstunonianza di di1)lomi nobill;:m la S<'r1e dc,:li antC:nati, a, i. bis.a- ' oh, la riportarono lino all';u111ch1ssnno 1::mpo d, Santo ~IC:b.1Kn. E Mlt)às BH de,criH :mch\· ~uhm, dopo con p.,che a 1). propri:,\(' 1,.uo],, 1 caratteris11c1 conlrass::• gm h,ici ('~terni d1 c111cstimagi:iri dal tipo ,,nto e tarchia11, eh ◄1;;1:.,.tura pmltO)tO )M◄1;;. '-' che aha. la masn:1or parte con gli occhi grij!'lo-:uzurn, con le facct: ahhrunue dall'almud1ot: dd 'lo(,1.: >. Chi non riconoscerd1J\.\_111 (jllhlòl dt')Cr1z10ll(',thC('-Bartucz. i tra111 11rincir..1h ~Id 1i1,o hahico orientai<-. 1 1ra1111nll meis1n dell'ele:ml'nto ur:TI• -,1 Cht COSllllliM'.tI.i razza m2pua? ~l,a "à1yàs Dii n, ancora pili ohn· e d1pmgl.'" ,, 1 c111a1lromolto frdcle del 1cmvcramcnto. ,I r·imlok, Ohia clellt' impronti' rauiah 1,~•Y1•hl· degli l'11,:h1.:r1.:~id<'I Cs.,llokO:i:. U1· · ,·1 w <tU'-'"Sli l'nghC:resi e 1>osseggono un, 1,"''"' mc-saunb,le nel S..lppor1ame1110 d,•I Ln ,rn .lei eamp,. \"1,·ono tr.a loro e in ahb.1.,1a111,,huo11a armonia, ma se ,·ien fauo 1,,ru c1ualchl' torio. qualcht ingiusii1i'4, prch11•('•lllo temrlo scgre10 lino a 1anh> che n,ln ~, offr:: loro l'oecasionc di ,·end1car'4:lll'. oc·cas1011eche alcuni cerca• no col ma<1Mmoimptgno, mentre altri 1K>n ne approfitta, ,1 che <1uando essa non , icn propno <1na!-iposta loro nelle mani. SC: soli. non III comp.agma, efi"'' s.>no trou, c111asicupi. In occasione d1 p1ù lauti b:,,11. cheui. sono g10,·iali. alkgr1, ma pronti a11. che a menar le mani. a meno che sia 11rc. M"nte qualcuno di cm ri)1)(11a1K>l'autc)· ntà•. llentre ~Ul)'i!i Bél 11roclaman, già dut·• cem·anni or sono l'esistcnta dtl tipo ma1,:1aro := la 1K'rnnu1cnza <lrlk a,·i1c imJ>ron. 1c rauiali, c11K1ua111'an11i do1;o di lui Zahrià.s I lu,zti, medK:Oordinano della città lii Poz§On) (PrC:.1,burgo>,1n una sua ~rande 01,era JK1bblicilla 111lingua unghf'hM, ,o:stC!lC\a 1,roprio il punto d1 ,i~rn con· tr.trio. 1luoti afTerm:t cht· gh Cnglwro1 ,1 !1!i1inguonohcn~ì da 111thIl' allr:: nazio. ni, ma KCOndo lui I mott, i d1 qudl<- pc:c:uharità natuuh cht d1s11ni,1,)1l0gli uomini tra loro sono .sempre soltanto 1'2ria, l'alime1nazionc, I: bibite. le eonsuctu,lini. J'c. ducazione, i ca!i fertuiti, I: (rll::rrc sfor1u11.11eo iortunatC: e M>1>rattu110l"org;i~ nismo dello Stato in cu, , 1,·oii.). R;!t",a cht neanche gli L'ngheref;1 SOIK>uguali tra loro nella patria unghcrtJt•. ma diffcrt:n- ;.e1anotra loro secondo i diversi influssi a cui sono soggeni. Huszti era coavinto che e k' l'aria, gli :ilimenti, le bibite, i eostumi. la cosiituti,>ne losse:ro an<:ora gli antichi. nulla imJ)(."dirtbbc che gli l'nghcrcii1 fossero 11110,amcnte gli stessi '-.hcerano :n :m. li St"Coli >. Sono gli inflml~i fisici chl· fon. CL.A: COLOSWARw <Tnnrs3-w O,.:U --~_ 110gl, L"nghcresi ciò che sono. - scrive in un'altra 11rancdel suo libro. Ecco dunque che nella pres.1 d1 vosizione di )U.1)às Bi! e dì Zakarìàs lluuti si riflettono già i dut op1JOsti aueggiam~nti scient11ici. che dh·ik 1n due: campi la IN. tc.ratura mondiale cht s'occupa dtl yroblcma razziale cd alimentò la secolare ,•er. rcnza sorta intorno allt peculiarità ereditate «I acquisi1c. D'altronde q11cfita IC:11• dC:nz.asci::ntihca indirizuta alla conoscenz.;. della razza o delÌa nazion1: magio1ra. fino alla fin.: de-I ~lo ,~ non tra nC sist,;-maoca, nè generai<::. ls1v;rn G:\th~. uno cki prmii cultori ungh\•resi delle ~cien. zc n:uun,li ~· dcli,;- inda1,-ini rauiali. nella sua opera (Stor/.,. d.-lfo HOIHro) 1)t1bbhcata a Poz•,UlJ nel •i'JS dict: quanto 5c~1;;: , Xoi cono~ciamo 11 meno proprio aoi steht, mt:utrc lo KOl>O pnncip.1lc di ~ni nostra a.Lione ~ a11punto la nostra felicità. che ncc, crn non )JOSSiamo conkituire ~:nza la C'>nosce:nn di noi St('5~1•· Col 11.a. SCCh' poi del l>Ccolo19· tra le ma111futa1ioni p11chiche, spirituali del grande rin·cg!io na11onalc, iniiem~ alla rinascita della coscienza nazionale scm1>re piit fort~ :.i manift\ta anche la ttndenza. il desiderio di chiarire fa nostra posizionC: razzl,ale: 1111 ,eino c111csto.che la nazione senti\\ in ~è la f'lr:t:a. \'Ìlal~ necessaria 1-er l'inizio ddla llnn, a \·it:i, JlCr l'adempimento <lei
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