La Difesa della Razza - anno III - n. 19 - 5 agosto 1940

contentas.,ero !IOhanlo di raccontarla: parlando anzituuo degli uomini. e clicendo ciò che hanno fatto e pem1ato: che quC"sladav,·ero è ma1eria di storia. Una volta, da noi, ,·eniva narrata in quo,.to modo; ed allora ,·eramente dai fatti sorgeva ciò di cui alcuni, oggi. semLrano a,·ere pC"rduto Ja memoria: che cioè, in nessun temJ>O, •i è stata interruzione nella vita dell'Italia; cl1e mai il popolo italiano, anche nei momenti più lri.sti. ha perduto le sue caratteri!tiche: ma uomini e ciuà le hanno sempre affermale; e ehe le ealulrofi, che anche questo popolo ha viste, piuttosto che aJ>.. bauerlo. gli banno dato modo di destarsi. Ciò appare chiarissimo. per il periodo di cui finora ho parlato, da tutte le storie scritte prima dell'aweul.o dC"llostorici- ~mo, ed anche da quelle che, per ,·olula brevrt.à, non si erano !IOffermate lroppo sull'argomento: per esempio, da quei bellissimi 500rci di avvenimenti italiani tra i Goti e le Crociale, che Michele Amari fece ~r,,ire da sfondo alla sua e S1oria dei Musulmani in Sicilia •· Un nuo,·o fen·orc di ,·ita. di moto. eri infine cli ~pan"ione è innegabile. J)Cr quel periodo, in molti punti della penisola; uomini e ciltà sorgono, operano. sono vivi e presC'1lti. Sono italiani: &J>partenendo a terre che, appunto in lal modo. si sono sottratte alle nuo,·e. od an1ichr dipendenze. Sono genie dura: a,•,·ezza a Tomba di Teodorico

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