STORSIAENZASTRAZIO Una delle cose più sorprtndenti che eàpitano a chiunque oggi apra un libro di storia, in cui si parli dei secoli compresi tra il quinto e l'undecimo, è die vi ,i perdono completamente le tracce del• l'Italia. Ma non, come potrebbe ctt"deni. percllè manchi la materia: o per non esserci stata arr auo, o per non es&ere stata surfi.cicnlemcnte tramandata. Sebbene non sempre con abbondanta, la materia c'è: tale da dare un'idea chiara e continuata Jei falli. La" ragione è un'altra. Ed è che, per l'uso, introdotto da un peno, di una facile coruaminazione tra la filosofia e la t:loria, per questo periodo ancora più che per tutti gli y1ri, ai fatti. a quelli che li hanno compiuti ed ai loro reali mo\·enti ~i è preferito sostituire delle entità generiche: o e l'unità economica del Mediterraneo >, col suo centro in Siria, &ot1lenuta soprattutto dagli storici francesi, d.:al Pirenne belga, rd anche dal nostro Ferrabino; o e l'unità giuridica dell'Impero •• con sede a Bi!B.n:r:iod, i cui abbiamo sentito discorrer-e assai spesso i nostri; o il M:mpre crescente contratto tra la e cultura magica :t e la nascente e faustiana •• di cui ba parlato lo Spengler. In queste e unità• o tra queste « culture•• per l'Italia non s'è trovato posto. Anzi, che è ancora peggio, ne è venuta una tale deformazione del modo con cui tl\'vennero allora le cose., non più presentate .semplicemente. ma aolo in guisa di rientrare nei quadri &!abiliti che il meno importante ha preso il posto del più importante: come il sopraccennato predominio commereiale dei siriaci, ormai cittadini romani; &ul fallo gravissimo, che non erano più gli italiani a go,·emare nmpero; o il fatto della dipendenz.a. formale di qudli ultimi dal suddetto impero, su quello, ben altrimenti importante, della riconquistata autonomia di alcune nottre ciuà, .soprattutto di mare; o infint: il rifugiarsi, nel VII secolo, a Roma e in Sicilia d'un certo numero di monaci, provenienti da Damasco e da Antiochia, che proprio allora ,·enivano conqui!tate dagli arabi, (e perciò il p~teso soggiacere del nostro pae$Calla e cultura magica), portata dai fuggiuchi), al fatto ben chiaro e tangibile. dell'architettura che in Italia rimaneva romana, e &oprallutto della tra• dizione lasciata da uomini come S. Gttgorio, il cui caranere, la cui mente, la cui ·straordinaria operosità e grandezza di animo, furono certo quanto di più romano e di meno e magico• si f055e visto da gran tempo. Cultura fau.stiana e cultura magieli, occidente ed orit'nte: ecco le due morse della strettoia, nella quale. tra i secoli compresi dal V all'XI. è stata. dagli storici stranieri. falla quasi oomplelamente sparire l'Italia. E Ira i nostri, purtroppo. qualcuno insieme a loro. Fino a ieri, fino ad oggi: si de\'e ,·edere quando finiranno. Fppure la cosa non sarebbe difficile; solo che si decidessero a guardare la storia per quello d1e è alata. mellendo da parte gli e &viluppi • e rinunziando allo storicismo, cioè al frutto infelice dt'lla sua unione con Ja filosofia. Basterebbe che si 33
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