La Difesa della Razza - anno III - n. 18 - 20 luglio 1940

MORTALIEFFETTI DELLAFILOSOAA Quello ch'io dico della filosofia dc,' rom>ni, e in genere di ogni ftlosofia. si confenna dall'~ cosa sià osservata che /11 ,rli1io11e 1i rilrOH JIU"° ,. ,.11. di /Mlii i f>Of>Oli, ;, ,.,,1,, fllÌW , .. i,, /i/010/iasi i 1,0,11111Je"1~e Piciru Ju lor....., (Esui ,., fmdiff""'" ,. """"'' tk. rdi,-,, oelle prime lintt dd capo 2.) E poco dopo il priDopio del apo I, dopo aver detto che la fi"-olu g,ca, tanto temuta da Catone e nondimeno iniimawi f,. i romani, fu la cag;one della ..,._ di Roma vincitritt dd mondo, soggiunll' d,'i • 1de1no de/111 pi,ì s"i" co,isìdrraio11e eh, 1111,; , __ ~ri, /11Clii J/(HU i J11 ,wj (OIIOJfflll•, , ti,, ,,.._ sl#li co,,so/iwi d,J ""'f>O , ""''· ,,,__, IIÌ , 11ideroro,nci111i dlii sofisti. Nel a.po sa:ICDJo li estende masgiormeote in provare che la filooolia fu la di<truttrice di Roma, e coona,c a,o Ma,. te,qui<u il quale •o• t,n,e di Miri•,,;,, i,, ~ di f•<Jl'im!"o ,J/4 filosofi• di E!«1"0, agi,mgcndo in no12 che Bolnrx.,oi, ~ ;,, fWI# p11,r1011Jsollllt1mn.tr comr Mo11lrSf""•: • L:#- hlio ,J ,t ~sprn:z;, d,/1, R,li~ f- i,, ,._ tione rn,<i1"fe Jei .,J; ,M pro.t, R.... ;,, • :•ilo: /11 R.ditiow e lo Staio ,hUIIIIJffo ..U. ..._ ,f,s,,_ f'Of'JWOIIU T. IV p. ~28. C.olla cliffe.-. renza che laddooe gli apologisli della ~ • deducono che gli stati sono stabiliti e conscrvao dalla verità, e distrutti daJl"crrorc, io dico che sono stabiliti e conservati dall'errore, e distrutti da.Ila verità. La verità non si è mai trovata nel principio, ma nel fine di tucte le cose umane; e il tempo e I' cspccienu non sono ma.i stati distruttori del vero, e introduttori del falso, ma distruttori del falso e insegna.tori del vero. E chi considera le cose al ro. vcscio, va contro la conosciuta natura deUc cose wnane. Questo è il controsenso fond:imcntalc in cui è caduto l'autore sopracitato. Egli avrebbe difcu molto meglio la Religione se l'avesse difesa non come dettame dclrintdligcnu, ma come dettame del cuore; e quando egli dice che dunque l'esistenza e la (d.iciti, la pcrfe:1.ione la vita dell'uomo sarebbero contro natura, percbè la natura ~ il complesso ddle ptrpctue verità, s'inganna, petchè la natura è il complcs.so delle verità in tal modo che tutto <juello eh· esiste Sia vero, ma non tutto quello eh'~ vero sia conosciuto da ciascuna delle di lei parti. Ed un2 di queste veriti che ,on comprC'SCnel sisttma ddla natura, è che l'errore e l'ignoranza è n«essaria alla felicità delle cose, per· chè l'ignoranza e l'ttrore è voluto, dettato e stabi. lito fortemente da lei e pcrch'ella insomma ha vo. luto d>C l'uomo vivesse in quel taJ modo in cui ella l'ha fatto. E non pen:bè l'uomo ha voluto speculase il fondo ddle cose, cootro qu<llo che doveva aor. poteva fare naturalmente, perciò è meno TUO ch'egli doveva ignorare quello che ha sroperto, e che la sua fdiciti sarebbe sta.la wr•, se egli a.esse er..to e ignorato quelle veriti che cosl CONidcrate riescono indiffettnti all'oomo, e che la natura ha seguik (ma segrrtamenk) oel suo sàmma, pen:bè gli erano -,ie o pen:bè cosi gli è piaciuto.

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