La Difesa della Razza - anno III - n. 18 - 20 luglio 1940

, ~ ✓--~ -- -,,, /' •••• I I ' • f stratint e dalla paru:cip. !.ione al go,·erno; tassati senza nostro consentimento: costretti :1 Ja,·orare per il benessere del paese che non ci dava alcuna protezionc-: llichiarnti una classe a sè separata dalle altre». Tuno ciò di cui si Jamcnta\'ano i negri-americani, fu lla !ore applicato in Lil>cri:1ai negri indigeni. Li hanno esclusi dalla ,·ita po1i1ka; li hanno tassati senza prc,·io accordo e se ne sono segregati con una barriera di pregiudizi razziali. poli1ici cd intelleltuali, così da rimanere dopo pi\1 <li 120 anni di storia, 1111elemento razziale completamente distinto. Oisogna aggiungere che questi negri-americani \'Cdcvauo, dall'inizio, gran differenza fra sè e le tribll del luogo. Parlavano l'inglese. mentre gli africani parlavano k· loro lingut. Si vesti- ,,ano ali;, moda euro!)<'a, mentre gli indigeni ,·i\·e,·ano nudi. Era• 110 cristiani, nu:mrc gli altri cran'.> pagani. Vin·\•;mo, pc.•nsavano. mangiavano di,·ersament<". Erano in unti J,!'li aspett, uomin: differenti. Per di piii, a,·e,•ano alriuizio grandi difficoltà da superare- e resistenze da ,·inctrc, sia da parte degli indigeni che dr-gli al'nn1urieri e neg~ie-ri t"uropei. Ad ogni modo. non a,·e,·ano nè tempo nt: tranquillità per ,·arare una politica di collaborazione con l'dem:nto indigeno. l)o,,ev,mo comhatterc- on1nque e hanno com· battuto. Na«111c cosi la Libcria odierna. \;11 paese della supe-rfacie di un 1euo dell'Italia, go,·c-rna10 da circa 20 mila dis.ccndemi dei ntgri-americanj c abitato da un milione e meno di indi_g-eni africani. La s1oria de.Ile relazioni fra questi dut" clementi è una storia di guerre e di ri,·ohc Le tribù dei Ot", Vai, Km. Kana, Bassa. Kpwcssi e tutte le altre, si sono sollc,·au nna dopo l'ahra 38 I < per I zo anni, pcriodicamcme, contro il malgoverno dti liberi a 111. Tuttt· qurste ril'o\te sono state soppresse dall'esercito liberiano con l'aiuto <le-gliStati l;ni1i che più di una l'Olta hanno man<lato na\•i da guerra in Libtria pu debtllarc le 1ribì1 in ri,•olta. Dal 1816 fino a questi ultimi anni, la storia dl'lla Liberi., è una rnssegna di continue lotte fra i negri-africani e il governo ne-• gro-anwricano. finchè la Lega dtlle !',;azioni non mandò una com- ;m~sio,w molto cost'.>sa.che ne riportò uno studio intcrcssamc sul. le forme di schiavitù esistenti nella Liberia; e questa n:laziont', com'na da J)revedersi. non el>br alcun ~j:uito pratico da parte dell'is1i1uzionc gine,·rina. Alcuni s1udi da· me compiuti in Liberia, durante il mio sog. giorno nt'I 1936. mi accertano qmuuo è confermato da molti ahri o~sen·atori, cioè che il tipo negro-americano (che si chia. m,1 e liberiano») è raz:da.lmentc di,•erso dall'indigeno librriano. Sono negri, tx-n inteso, ma fra i negri esistono differenze razziali simili a quelle che si rik,·ano fra i bianchi. Senza dnbbi<l una mescolanza dei due tipi, se si fosse iniziata dal principio. a,•rebbc potmo creare un legame fra le due razze consanguinee, ciò eh(' s.art'bh<- stato nom1ale. Ma fin dagli ultimi 1empi, i liberiani e,·itavano di sposare donne indigcne. Il pregiudizio è stato infranto solo qualche decennio fa, in casi isolati. Così. l'rlcmcnto colonizzatore ha subito la legge inevitabile dell'isolame-mo e della mancanza d'un apporto di sangue nuo,•o. li clima ha fatto il resto; il clima tremendo della Liberia che è fra le piìi ~nsalubri regioni dcll'Afric:a. Oggi la Liberia è un paese poverissimo, mal gm·trna10, corrotto e sfort11na10. Uno squallor.e. A. BOLTHO VON HOHENBACH

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