~ ~~ '$~ ~--- b-- 'i() ~ ... e;/ O;; .I() Può essere; ma le nostre couosccnzc ,:cnetiche ci permettono di · affacciare up'altra ipotesi: quella della e mutazione somatica>. E' c\'idcntc che se una mutazione interessa l'elemento uo,·o all'inizio della sua segmentazione, !Ulte le cellule che successivamente da questo derivano prcstnteranno quella determinata mutazione; se, invece, la mutazione interessa una cellula isolata di un embrione, in stadiQ più o meno avanxato di sviluppo, quella determinata mutazione oomparirà solo ed csdusi,·amentc in quelle cdlule che dalla prima derivano, cd Csse saranno tanto più numerose quanto più precoce è stata la comparsa della mutazione. A queste e: mutazioni somatiche>, ben conosciute sia nd campo vegetale che in quello animale (macchie cromaticamente a~rranti in superficie uniformemente colorate, aie.une anomalie unilaterali, ccc.), potrebbero essere rap1>0rtati anche i tumori. Si \'crrcbbc così a considerare la lorr...mpio di •rMitarietà del CClDCro MCODdo W<ntia J.. 111/,r mazione neoplasica come una colonia di cellule derivanti da una cellula madre accidentalmente mutata, in conformità. del resto. a quanto sembra essere realmente, dato che talì cellule si pruentano tutte con caratteristiche proprie. sia morfologiche che fisiologiche. e che per molti anni, possono essere coltivate in \·itro sem"a subire la benchè minima variazione. Questa ipotesi, sostenuta già da molti studiosi, è stata recentemente ripresa e sviscerata in modo magistrale da liii illustre chirurgo ingle~: Lockhart-Mummery; molti fatti, anche sperimentali, dèpongono a favore di essa, e molti altri possono tro,•arc così una loro probabile spiegazione. Le teorie genetiche (costituz.jone germinale, mutazione somatica) sembrano, insomma, acquistare una sempre maggior imp,Jrtanza nel campo degli studi sul cancro. Si de,•e intravv«l~re con dò un proba.- bile fallimento degli sforzi terapcutìci che si fanno per combatterlo? Bisogna tener vrcse1ue, a questo proJlOsito, che le cellule cancerogene sono sostanzialmente diver:se; da quelle normali e che, quindi, J)uÒ sempre permanere la s1><:ranzadi sc::oprire un mezzo che. riesca a distruggerle senza ledere le altre e sfruttare cosi, come del resto si fa a1tualmcntc con i raggi X, la maggior \'Ulncrabilità degli clementi neoplasici rispcl· to a quelli normati. Non va dimenticato, inoltre, che molti effetti gcnid dipendono dalle condizioni generali dell'organismo e che si è riuscili a sostituire l'azione di certi geni con dc. terminati cs1ratti tissulari. Si aggiunga che sono già note sostanze ad azione inibitrice e che non è improbabile che piU sicuri risultatì si potranno ottenere con l'estendersi e l'approfondirsi delle ricerche; si comprenderà così come non si debba essere scettici nei riguardi di questo male, e la spcrania, la speranza che non muore mai, troverà un nuovo raggio di luce da gettare verso le ombre del nostro domani. GIAN MARIA G!ilDINI
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