La Difesa della Razza - anno III - n. 17 - 5 luglio 1940

POLITICA RAZZISTA DI ANDO D'ARAGONA stata un'altra im·asionc dalla Provenza, donde erano stati cacciati da Luigi XI, dopo che Carlo Vl li avc\'a scacciati dalle altre h:rrc della Francia. Nella seconda metà del secolo XV in Sicilia ~i conta\'ano 57 Comunità. Giudaiche. E pochi secoli prima l'ebreo spa· gnuolo Beniamino di Tudcla aveva scrit• to nel suo Itinerario che, sotto il r~ Guglielmo il Buono, Palermo contava 15oo Ebrei, ).'fcssina 200 famiglie ebraiche. Ora, cioè alla promulgazione dell'Editto di Ferdinando il Cattolico, gli Ebrei di Sicilia si calcolarnno 50.000. Avevano molte Sinagoghe, principal:.- quella di Palermo, col bagno per la llurificazionc delle donne. AbitaY::U10 quartieri propri, o ghetti, denominati Giudèch:.-, e dopo la Giudèca di Palermo, I(; più importanti erano quelle di Messina, Siracusa, Tra1>ani, Girgen1i e Modica. Quella di ,\Iodica :n·~"a all'ingresso un gran car• tcllonc. che l'ictava il quartiere giudaico a: Cristiani: donde l'attuale nome di C(lr• lcllon;• :1 qud' quartiere, che, come 111 S\:· guito \'Nlrcmo, ha tanta J).Utc nella !:lO· ria dell'antisemitismo. · Per molti secoli non ;wc\'ano potuto possedere beni s1abili, nè tenere scn·i o domestici cristiani. Erano esclusi da molti impieghi e soprattutto dalla Magistra. tura. Un Capitolo d~I Parlamento Sicilia· no del 1296 vieta,·a loro l'esercizio della M!:!dicina, sal\'O \'Crso i concligionari. Vi- ,·cvano di commercio e di usura, esercita· ,·ano arti meccaniche, e mantenevano rapporti coi correligionari della Tunisia. dd· l'Algeria e del Marocco. E, come sono stati <lappcrtutto, erano inassimilabili, costi• tucndo una forza a sè, diversa da quella dell'organismo sociale. Ogni società ci,•ilc ha lllltc le sue parti (mdividui e grnppi) cospiranti a una fi. 11alità propria dell'ente sociale e diversa dalle finalità individuali e dei gru1>pi, scn• za esserne in antitesi od opposizione: A· ristotc-lc a,•rcbbc detto e11telecl1ia tale fi. nalità sociale. Le atti\'ità dei componenti il cor,,o social<'. in quanto si rivolgono al linc del mzdcsimo (Nazione. Stato, J>a. tria), o •n quanto ,·ivono per tale finalità superiore, si possono sintetizzare nella parola c"trlrbiosi, pcrchè simbiosi è dwa dai biologi la manifestazione di attività degli individui e grnppi di individui in campi 1,ropri e divzrsi, ma di reciproca i.ntegra• 1.ionc e reciproco commercio, prcstazio11~· cd aiuto. E però la silnbiosi è ,·icina alla cntdcbiori; ma l'una non è l'altra, Uanuosa è la p11rabìosi o manifes.tazionc di atti,·ità diverse e non reciproche ira indi,·idui e gruppi, e <11aturalmcntc priva Ji finalità sociale: è parabiosi, 1>eresempio, la vita delle caste SUJ)('rN)risulle inferiori, d!:!ntro lo stesso organismo socia· le, cioi: qualsiasi forma di vita parassita• ria o di sfruttamento: sfruttatore. iuf;i.t• 1i, è colui che egoisticamente lucra od agisce senza dare adeguato corrispcttirn o sacrificio. Ora in Sicilia, allo scordo del XV se· calo, gli arabi, che per circa (iuz secoli 31'

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