La Difesa della Razza - anno III - n. 17 - 5 luglio 1940

:::,. .:...--, - / :...:- . ~-:-· """-C.?-/-;, -- - La caaa di Ma•tro Anlonio <>«do (CM. di Otlo Von GurrJ .1Ue 1riplic1 mura, dalle tre rocche - la Guaita, la Cesta cd d Montale - al cuattcristico insieme d1 vie- angus1e, di piaueue' pensili, d1 cuc umili e di eh~ modeste è un solo e solenne IOOnumento, ci si meraviglia al pensare che in così brC'\'Cterritorio vi sia stato posto per una comunità d>raia. Ecco. Il Titino fu la ,·cn nxu di difesa dei sannurincsi, i quali dcrivuono la loro perpetua liberti dal Pnto tagliapietre venuto dalla Dalmnia. Quan. do non bastaronai più i dirupi della montagna madre a protegger" gli abitanti, allora furono C05trWte k fortificazioni che rinu.ngono mirabilmen1c intatte. Poi le leggi sane, semplici, umane, compirono l'opera. La Repubblica fu salva, tranne i brcviss.imi tentativi di soffoa.mcnto compiuti da VSl.;e 8orgia nel ~o XVI e dal C.ardinale Albcroni nel s«olo XVIII. Oggi è un lembo di tena italianissima, che si governa indipendentemente, e che suscita l'amrn.iraDooc di tutti. Anche il Duce visitò DC'll'anno 1926 la repubolica. I sarunarincsi tributarono a, Lui acwglicnzc indimenticabili, alk quali il C.apo rispo6C coo le stOf'ichc parole: « Qui non sono il primo ministro del Governo d'Italia, sono sanp.iccmc:ntc un italiano mc deplora. di non aver ma.i visitato la V05tra antica. repubblica,.; e nel libro degli ospiti illustri al Palazzo del Go,-crno, Kriuc il saluto: e Gloria imperitura e prospe:riti alla vecchia Repubblica! •· Nè va dimcntia.to il rifiuto che i sanma~ncsi fecero ad alcuni $f!«Ulatori straniC1'i, i quali in cambio di lauti benefici avevano proposto di ape-ire in repubblica una gr;ande casa Ja gt0eo sullo stile di quclb. che ha rno tristamrnte celebre Monlt<arlo. I primi clementi ebraici sl infilnarono nella Repubblica di ~n Marino verso il secolo XV. Come ottennero di restarvi? Si pensi ,hc se oggi la città con(') circa 2.000 abitanti, in quel tempo la popoluionc cn assai minore. Riteniamo si 1n.1t~ J1 clementi fuggiaschi per qualche m.alefatta o per· una delle tan1c pcrs«u:r:ioni. Capi1arono forse in un momcnlo di incnte:u:a politica o di biso--- 1,.'flO: talchi: non si spiep. la loi-o sosta fmo al s«olo XVII. La Repubblica era, tanto gclos:i quanto ospiti!~; e si può comprendere come e con quali scuse i giudei abbiano preso stanu lmù. Gli ospiti indesiderabili non si diedero naturalmmte ni- alfa. gricoltura, nè alle armi, n~ al Ja,-oro: esuli forse da ahro paese eh~ non li toller:wa, e non certamente a tasche vuote ma ben prowisti di dmaro, csei-citarono fin d·a110ra rusura. Urgevano alla Rcpubblka le nUO\·c fortificazioni, si dov~·a mantenere la milizia e sostenere le guerre contro i MaJatcsta di Rimini. Gli ebrei sfru1b.vano il momento e prestavano denari ai pri, 1ati e alla Comunità. Ma seguendo ben presto le spcculaz.tOni ignobili e i ricatti, lo stato fissò leggi ron cui regolava i p~iti e l'operaio m gfflCre dcli.i colonia giudaica. Gli ebi-ci cosi, con le rc:.tri:r:ioni dei regolamenti, si irasfonnarono in banchieri privali autoriz:nti :a prestar dcn:ati con1ro pegni e con norme stabilite. Nel I ))9, per esempio, troviamo che il regolamento consentiva il prestito al fruito di 3 quattrini per lir.1. E se la lira aveva - non .siamo sicuri dei cambi

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