La Difesa della Razza - anno III - n. 17 - 5 luglio 1940

L.1 " L'omini siate, e non /H't·ore 11w1te, si che 'I Giudeo dè roi tra t·oi non rida!" -----------'"""--'•-· ,~~~!! SCIENZ!•DOCUNENT4ZION DIRETTORE TELEs,o ,NTERLANo, POLENICl • ou1ST10Ni1mo

-..-.-- .. --."- G.• .ulluul ID - 'IIEIU 1!1'1-..:Al .. 5. MAIIN0,_.....,a.<aUDAIIIIOIIILUI 1WCA1VAi .-.0.- UII IIIIGCO 111/11/WIIIA -.cA:lL~DAIIIICUl0i,IQO. --IQIÌICA-l)ll'!lllllWIDO D'ARAQClllk. IIOQAI ID - 00lffllO .. IIONOC0I.OI IIANOSCUTTI ÀNCHl ,1 NON fU~1C:A~ NON SI .Al&TITUISCONO GLIUFFICInELLA"DIFESADELLARAZZA"SI TROVANIONROMA- PIAZZACOLONNA ,PORTICIDI VEIO!- TELEFONO67737- 62880 LE 33 • • • 1n,ras10111 33 volte, nel corso di 1l11e secoli, J fran• cesl hanno passato la frontiera per Invadere le terre altrui

L'ISTITUTONAZIONALEDELLEASSICURAZIONIho rovvisolo un settore della difesa della rena scarsamente esploralo e generai• mente negletto! quello della medicina preventiva. Euendo tale settore affine alla sua attività industriale, l'Istituto si è assunto come un suo dovere sociale il compito di far convergere con una essidua propaganda l'attenzione pubblica sulla medicine preventiva e di dimostrare con un'attrezzatura adeguala e con servizi gratuiti i benefici immenst della difeso della salute quando la salute è ancora intatta o i germi del male appena iniziano la loro azione Sono cosl sorti in motte città iteli•n• i eentri ~anitari dell' btituto Ne:rionele delle Assicurnionl, dotati di meu.i dì ricerca ph) progrediti che le Kienn offre1 essi sono posti • disposizione gratuite di tutti gli euicureti. • Ecco le princip11i P re s t a z i n n i s a n i t a r i t• · ~- r a t II i t l' di qneNU NllCrl n fN.VOrc degli a.uleurAtl dell'l•lllulo Nualeoaledelle Atndcnra•lonl: 1. Visite mediche periodiche - 2. Esame del sangue per il dosaggio della glicemie, compresa le prove di carico • 3. E.seme del sangue per il dosaggio dell'azotemia. - 4. Esame del sangue per il dosaggio dell' uricemie • 5. Esame del sengue per le reozione di Kahn .. 6. Esame del sangue per le reazione di Meinicke · 7. E.seme del sangue per la reazione di Wassermenn - 8. [seme completo chimico e microscopico delle urine .. 9. E.seme dell' espet· lorato • 10. Misurezìone della pressione arteriosa • 11. Radio· scopia del torace • 12- Teleradiografia del torace (Raggi X) 13. Visite consultive per l'idoneità coloniale • 14. Consultazioni d'igiene (alimentazione, cese, lavoro, vestiario, sport, ecc.}. Olfre al Servizio Medico della Direzione Generale in Roma ~~;~~-~:i;!'t d~~~::: 1~i:r:;o~nC.;i1!'::.1z:~~~s~~::~;i ~:,_~~: No't'1r1, Tr.nto • Vened,. Sono. In prep111zjone ICentri di firen.te • di B1ri • In Wudio quelli di Tripoli. Sono in fun.1:ione rKhe numerosiuiml ConJ.Ultori neUe clHi più import■nli. Tutte le prlncip.11 c.iHi ilalieM, • c:omlndere dei s::e.~hà.'1t1~u7o"N~:i~~e:ie ~eA~::fOs:{•;.-:7.::::: ~~~n:_: Gli effetti di queste attività dell' lstitulo Nazionale devono end are oltre la cerchie dei suoi essicureli. Questo indirizzo tende • creare negli italiani le coscienze delle medicina preventive, il senso del dovere di curare le salute quando è integra, e quindi di feria e.seminare periodicamente, in modo da .sorprendere la malattia ai suoi inizi, quando la cura è più facile, e più certe le guerigione Non tutti 11entono eo8l Tivamente Il dovere della preTidenza, da prendere l'lnl.zlatlva di una propo11ta di &8sleurazlone. Per que!Oto l'I1<tituto Nazionale delle Assleurazlonl Ti Ca vl,.lta.re dal suol agenti produttori ~

Pe1· i vost1·i bambini Pura polpa •li frutta e zucchero C·REDITO ITALIANO BANCA DI INTERESSE NAZIONALE SOCIETÀ ANONIMA CAPITALEINTERAM.VERSATO L. soo.000.000- RISERVA· L 120.+1s.212 Sede Sociale: GENOVA - MILANO Direzione Centrale OGNI OPERAZIONEE SERVIZIODI BANCA

■ ANNO Ili . NU~IEIIO 17 5 LUGLIO 1940-XVIII ll8Clt IL S Il IL 20 IH OçNI Jfl!,SI!: UN NUMEIIIO lllEPA.KATO Llllt: I A•BONAMF.NTO ANNUO U•E 20 ABRONA.H.l!.NTO SOIESTKALE, 12 l!lllTF.ltO IL DÙP'l'IO Direttore: TELESIO INTERLANDI Corniuto di redai.ione: pr6f, dott. CUJDO LANDRA prof. don. LIDIO CIPRIANI. dou. LEONE FRANZI dott. MARCELLO RICCI · dott. LINO BUSINCO Segretario di reduione, ClORClO ALMIRANTE SCIENZ.l•DOUCEUNT4ZIONE POLEUIC4 • OUESTIONJ\810 La Razza ita(iaua ud seguo immorta(e di Leonardo da Vinci

PRIMATODELLA N on c'è, lorse, tema più vasto ed attraente (e ne! contempo cosi arduo per lo storico), che un parallelo fra le conquiste del genio italiano e dello straniero, nel quadro sconfinato del tempo. L'umanità è il grande specchio rifrangente, che moltiplica ogni raggio• di luce. Ciascun popolo civile ha contribuite nei secoli ad apporto:re il proprio contributo di invenzioni, di dottrine e di scienza mo.rale, al benessere ed all'evoluzione del mondo. L'Italia non è stata soltanto la terra dei poeti, dei cantori, degli artisti e dei Santi. Essa ha dato alla scienza ingegni altissimi di innovatori e di precursori, in c:o5l gran numero che non è vano orgoglio nè presunzione affermare come questo primato non sia .stato mai raggiunto da altre Nazioni. Invero, la storia dei popoli non è latta in base a critert di esclusione. Le gerarchie non sono certo stabilite dalle 6 tacune che l'una o l'altra razza può presentare nella sto• ria della civiltà, anche perchè fatto,ri esterni importantissimi - come il clima, la posizione geograhoo, le comunicazioni, gli eventi politici, le necessitò di carattere economico - possono avere affrettato o ritardato lo sviluppo razziale, C'è a volte una legge superiore di compensazione, la quale attribuisce ad un popolo quel che monca all'altro o fa progredire talune caratteristiche, che sono altrove allo staio embrionale. E' quasi un ritmo oscillatorio, che governa e scandisce le attività umane nel tempo. Un antipatico pensatore moderno - Proudhon - dice parole dì una certa saviezza: « Il moto non è uniforme nè regolare, ma la tendenza rimane CC>Stante ». Queste parole noi possiamo applicarle al nostro concetto. Nei mondo, ogni razza lavora_ Lavora in mille diverse manie-

RAZZAITALIANA CONQUISTE DELL'INGEGNO Serena gnmdn1a 0 di Golil•o Galilei

re, con mille differenti risultati, ma unico è lo scopo. Per poterlo conseguire, il consorzio dei popoli attraversa stadi di provo. Ora è indiscusso che la .razzo italiana vanta una tal compiutezza in tutti i campi dell'ingegno - scienhfi~ e morale, artistico e politico - da stabilire uno superiorità, che non ho rapporto alcuno con le fortunose vicende dei tempi. Come si affermò su queste stesse colonne, la nostra è l'unica terra al mondo che non abbia veduto affievolirsi il genio dell'arte e della scienza nei secoli di decadimento politico. Spettacolo superbo ed unico, questo di una gente che divisa e sfigurato do invasìoni e dcr interne vicissitudini, non perde il suo prestigio nel campo dello spirito. Soggetto a schiavitù o

parte delle sue doti migliori, per acquistarne altre. dirò cosl, oblique: necessità di difesa, dice qualche storico. Mo osservando la vita e l'attività della razza italiana, ci si accorge che essa, nelle tenebre del Medioevo, nella disgregazione territoriale del Rinascimento, nella confusione del 1empo che segul, tenne lede o se stessa. La purezza deUa nostra razza. non sub\ d'altra p::Irle mutamenti o adullerazioni dalle calate barbariche e dalle dominazioni successive. La nostra penisola visse come due grandi vite: l'una. antico ed eterno, del popolo nostro. assorto nel suo lavoro, sospinto olle sue conquiste, isolato nelle sue manifestazioni e salvo nella compagine; l'altro. quello dell'invasore straniero, il cui dramma si Al..-andro Voha 9

respinto l'intruso di là dogli antichi termini della natura. « Pareva - dice Ca.rducci - una sacra vendetta, questa delìo nostra patria che, ne· temoi più vituperosi, mentre per le regioni contendevano eserciti e governi d'ogni terra, non più padrona di sè; quando altre nazioni sarebbero cadute nel dissolvimento. gittaVa tra le dominazioni straniere a prova della vitalità che ancora le ardevo. vasti spiriti irrequieti capaci di sconvolgere regni, di annientare eserciti. di scoprir~ continenti, di alzare monumenti mirabili, di iniziare movimenti filosofici e sistemi politici. A ben altro JXI,rOlad'ordine essa chiamò i figli suoi: stupire il mondo. Ed il mondo, come attonito, guardò per secoli questo spettacolo. grande, di una gente che ri. creava l'umanità con le conquiste del sapere e dell'arte"' che dispensava a piene mani tesori di scienza, di dottrina e di esi.ctico; ovunque imitata e ricercala, sempre spinta a creare delle influenze, ed a portare luce là dove era penombra se non oscurità. 10 « In questa reazione e .in questa lotto, gli scienziati ila• liani sembrano guidare, come dei condottieri, tutte le sorti delle battaglie». Qui conviene ricordare il fenomeno opposto: l'ebraismo. Gli ebrei, dopo il crollo subìto dinanzi alle legioni di Vespasiano e di Tito, iniziano il movimento di disper• sione per le varie contrade del mondo. La loro nazionalità diventa un'internazionalità vincolata da un credo religioso. Vengono od estinguersi b virtù limitate degli antichi giudei. come lo poesia, la musica, la filosofia e l'idioma che hanno vita soltanto nella terra d'origine. Una parola d'or• dine circola fra gli ebrei snazionalizzati: attendere. E nulla è più pericoloso e più temibile di coloro che hanno molto pazienza. Lo pazienza ebraica è stola ed è ranno più terribile cli questa razza, mec-canicamente polverizzata e frantumata, ma chimicamente sempre ricomponibile come le particelle di mercurio. L'infiltrazione di elementi che

Anlonio Padnotti. genio delle appliccn.ioDi elettriche hanno l'orgoglio e l'odio di un popolo vinto, la profonda dilferenza razziale, la necessità di una difesa incessante e millenario, costringono gli ebrei o non avere uno personalità spirituale, estetica e scientifica, di carattere innovatore e di avanguardia. Agli ebrei è ~lato indispensabile lavorare nell'ombro. Alfinati in mille astuzie, pratici di mille strottégemmi, abili e roditori, mentre gli artisti e gli scienziati di tutto il mondo. ed in specie quelli italiani, giungevano aJle più alte conquiste, gli ebrei, con una mentalità tutta loro, cercavano di dissolvere nell'astratto. nell'impu• ro, nel relativo, nel surreale le affermazioni dell'ingegno ariano. Jn genere, la loro intelligenza li spingeva e li spin· ge più che nel campo delle scoperte e delle innovazioni, in quello delle applicazioni e delle elucubrazioni. Anche le scienze' esatte, come la matematica, la fisica e l'astronomia, nelle loro mani diventano materie tortuose e di· scordi. L'umanità non riceve alcun benelicio dagli scienziati ebraici, solo inquietudini e smarrimenti. Se noi guardiamo anche gli stessi volti degli scienziati ariani e li confrontiamo con quei pochi degli scienziati giudaici. vediamo come nei primi è la nobile e tragica effige del pensatore tonnentato ed assorto, mentre nei secondi lampeggia antipa1ioa ironia ed ambiguità sardonica. Ma tornando al. concetto di prima, quale è stata l'opero del genio italico verso il mondo civile? E' forse possibile misurare con aride statistiche quello che il mondo deve a questo popolo di pionieri, di navigatori, di scopritori, di clinici, di filosofi e di trasvOlatori? Ad ogni grande affermazione del genio straniero, corrisponde in ltalia lo figuro del precursore, di colui che anni, se non secoli, pri~o. ha gettato per primo il seme e l'idea di quello che più tardi altri dovevano tradurre in .otto. In ogni conquista della scienzq, la prima parola è italiana. F.d ognuna di tali conquiste, è madre legittima di cento altre. Nella bussola di F1avio Gioia d'Amalfi, è in germe la scoperta delu

L'Allena Reale Luigi di Savoia. Duca degli Abruui pbnler,,. delle Hplorcu,ioni polari l'America; e con questa, il mondo entro in un'èra nuova. che durerà sino al 1793: tre secoli sono cosl intitolati al grande marinaio genovese. Gli scienziati italiani d1 ogni epoca sembrano inoamore nelle loro scoperte quel che fu l'Atto Pwo. esaltato più tardi da Gabriele d'Annunzio. L'Atto Puro è il geslo dell'eroe che dona tutto quanto ha potuto inventare e per cui si è sacrifi~to. La vita dei nostri scienziati, è vita di rinuncia e spesso di martirio. L'inven1ore. l'innovatore. sono individui di eccezione, che impri• mono a una società lento e restia l'impulso od andare i!'· nanzi. La storia rico.rdo queste pietose tragedie: l'ignt>• ronza, la JXIUra, la prepotenza, ostacolarono a volte le conquiste del sapere; nei tempi che furono, si cercò di combatterle e di soffocarle. Il patibolo, il rogo, la tortura e le catene. hanno spesso angustiato l'opera degli scienziati italiani. Gli scienziati ebrei, usi più comodamente e L2 sicuramente a solisticore, a camminare per vie tortuose, hanno superato tanti ostacoli e corso tanti pericoli? Quel che fu scritto sui caratteri razziali dei grandi italiani nell'arte, prendendo spunto dalle recenti considera· zioni del fischer all'Accademia delle Scienze di Berlino, può attribuirsi anche ai grandi scienziati. Forse in questi non si riscontra una grande varietà fi- ;sionomica. tale che si possa tentar di stabilire una tripar• llzione, come già facemmo altra volta. Lo scienziato italiano ha quasi un tipo ricorrente, aquilino, molto misurato e composto, dai più antichi tempi ai più recenti. L'artista conduce per solito una vita più agi.tata. erotico e bizzarra, che imprime nel suo volto caratteristiche diverse. Lo scienziato batte invece vie più trar.quille e diritte. Mentre nell'artista si può riscontrare una serie di contrasti e d1 im· perfezioni, pur rimanendo salvo lo schgma del suo carattere. nell'uomo di scienza la calma, la certezza, il concen• trarsi del pensiero, producono stabilmente una misuro e come una quadratura somatico. Anche nella maschera del greco-italico Archimede, troviamo come stabilito l'ordine architettonico facciale del genio nello scienza_ Tale architettura di lineamenti la possiamo ritrovare pressochè identico molti secoli più tardi, sul volto di Leonardo da Vinci, di Galileo Galilei e di Alessandro Volta. Questi visi nobilissimi, di !orma allungata ed ovale, con la fronte p:irticolarmente sviluppata, l'arco delle sopracciglia molto pronunciato, la linea ricurva del naso, il mento regolare sotto il taglio semplice della bocca si ripetono. Chiamam• mo greco-italico Archimede, ma esaminato bene il suo volto, vi troviamo una quasi assoluta coratteristica della razza nostra, dove ie linee elleniche sono scomparse. In Cristoforo Colombo, come in Amerigo Vespucci (non facciamo che esempi isolati e non una rassegna) il tipo del navigatore è ben scolpito, ben plasmato, sicuramente costrutto. L'uomo del mare app:Ire nei lineamenti più rudi che gentili. ma sempre nobili. t·universalità del genio di Leonardo è palese, si rivela a prima vista nei pochi ritratti ed autoritratti che abbiamo, nella mirabile perfezione del volto. nello stessa espressione di ogni particolare SO· matico_ Ci sarebbe impossibile illustrare, sia pure in modo sommario, tutti i geni italiani nel campo dello scibile. E' una schiera, anzi sono innumeri schiere, che costituìreb• bero il vanto di molte nazioni. Celebrando ogni anno i grandi italiani, distinti per regioni, il Regime ha iniziato un'efficace azione valorizzatrice delle conquiste passate. Tornano rivendicati al nostro ricordo i grandi che la convenzionalità dei testi in U$O o della comune conoscenza, ralligurava con importune alterazioni. E quando i cich regionali saranno compiuti, potremo forse in base alle ultime ricerche e alle più recenti deduzioni. stabilire lino a qual segno di grandezza e di potenza sia pervenuto il genio della Razza italiana. OTTORINO GURRIERI

I :~ ,~--- - 71r.o·1 I ,~,, /✓ -,, I 'I ' / 'tO li ' l ! ,, I I I "j ""}/ --~t-- 1 _ ._1 __ L ___ I ESPANSIONEDEGLIINDO-EUROPEll '°" S<·aJ;1di I : 80000000 ,• - :~•• h~lCt C.,JO -~ i Ili. t0 hilo1111•1r1 r-- t A1vi1-ltulùu11 t. 1;,.,.'('i S 1)y1ri ,lllir; ,,llhu,," , i HNi,. li!Jur( 1 /lutl,~.o.-i.n,,,,,,;, ou( nnn01nnzz1smo nnun //li /11gl10dtlt'A. XVI i l(iornaJi dt/111 ura pubbli<aro11n _;/ ma; .11i/nto dtl razzismo i1alia110 ntl q11ale venh•a finala q11t1la the è la po1izirme dtl Fttuismo nei tonfro11ti dei problemi dtJlll rnZd. E' pu 11oiora motivo di orgoglio ricordare che J'oper11 110/t,1 da q11t1larivùla da d11t a1111ai qNtsla parte, si è sempre ùpiraJa ftdrlmmle ai diui Jmllli ·del ma11ifn10, che eua p11bblirònella 111aprima pagina. In tjJltJla 111adZione 4< La Difesa della R.a%zd » è staJa appoggiata dail'aneggiammlo deciso a111mto dal P.N.F. 11ei ,;gNardi d,lld qKeJlion, razziale. E' Nlile di/alfi ricordare che ,mclu l'inugnamenlo di politica della razza nel Ctnlro di Preparazione Polilùa dtl P.N.F. ug11e le Jll'IU irltmicht direllive 1eg11iledal/a .1101/rari11ula. DaJe qKe,le premesu, ci sembra oppor111110richiamare alla memoria dei 110Slfi/mori i dieci pN11lidel ma11i/es/o nazista. N,I primq /JKnlq si affermava che « Le nuc umane esistono» ~ 1i agghmg,i,,1 che l',suthJZd di esu deve essere ammesstZ q11ale realtà oggeni,,a e 1101g1ià 'fNale '"azione scggeuiva. Questo pm11(, ; di in1portan%dfondan1t11tah ed è ben~ ritardarlo ai gi11daizzanli che conti1111a1a10ripetere, in ,rvme di ,m troppo facile spiri111alismo. ,d,e la raua p11òessere creala, tra1for111a1ap,la1mala co111ple1ame11u .a 11ostravolon1à. Importante i auche ritordare che ili 91usto slesso primo p,mto era messa i11 evidenza l'eredilarietà J,; caraJleri razziali fisià , psicologici. Nel srco11do punto si affermava che « Esistono grandi razze e pi«olc rane• rioi che l'Nm411iJJnon ""' distinta 10/Janlo in bùu,- chi, in ntgri , i,1 gklili, "'" a11ch1i,! nordici, in J,vanlini, i,i dinarùi, ""· e« . .Anche 'JIUSlore«mdo p,m10 i di importamJ fondam,mta/1 perchè o permelle di fare del razzismo non so/JaJJIOnei rig111:rddi elle r.tzzs di colore ma .tnche dei giudei. « Il concetto di raua è concetto puramente biologico » ani diu1,•a ;/ let'ZO punto; la raua fJNindi non p11ò essere c.tmbiaJa a.om, p11òeuere cambiala la li11g11a, I,, rdigione, la nazionAlità; i caraJJerir.tuiali, si4110essi morfologici eh, psicologici, si ue,!ù;.1r.n e l'ambienlt p11òagire. soltanto SII q11t/Joche tJli hanno di variabile, a meno t'he l',aìone Je/J'ambi,111, 110,1si prol,mghi per mollissime gen,r11Zioni. « La popoluione dclrita.lia attuale è di origine ariana e la sua ci\'ilti è ariaru. » così affermava il parlo p1111toL. A dichiarnione d,I Gran Consiglio e lulla la legislaziolie i1ali.tna in maJeria razziale ha Je,,ulo prnenle '{Ne.1/aaffermazione. Ci s,mbran(I 'JIIÙtdi perfelkt,,ienlt oziose 11111,le dùausioni 1111unni11e « ariano », daJo che qNeSlo ter,ni,i, da tempo ; m/h1l0 in 1110pn- indirm"e complessivan1'11te 11111gi/J. individui che appartengo,10 allt varielÀ anlropologieht .tjfi11i, de/te rispet1ivame11/e nordir.t, dt/1.triu, alpina, jeiica, medile"anta t b.t/Jica. Nel p,mto q11ù110si meuoa in tvidmZd rht « E. una lcgs.,enda l'apporto di masse ingenti di uomini in tonpi storici ». Cadev:1 cosi il veuhio e disabMs.tlo J11ogocom1J11ed,/l'/1alia, crogi11olodi l111/ii f'opoli e di l11Jlele rdZ'Ze,spesso ùzvo<aJoJ4g/i anlira:niJli , dai Jilogiudei. N~I sesto p11111s0i afferH1.tva che « Esiste ormai una pura.,. ruza italiana•· »; 11a/1Jrdlme111q,11iil ,er,,,ine «rana• non veniva im. pieg1110nd umo sJreJ/ame,zJem11ropologko pNr poggù:ndo r1111pre 111daJi di fallo biologki.

GENTI E FAVELLE DELL'ITALIA ANTICA I. Tuu:i 2. Umbri 3, Ficenti Sanniti -'· Italici Centrali 5. Letini•felisci 6. Campani 7. Celli 8. Ad,ietici-llliri 9. Veneti 10. Siculi•liguri e coloniz. greca 11. Iberi

MEDIE DEGLI INDICI CEFALICI PER REGIONI I. ,i,MOftt♦1I 85,8.CO l. •-.-. ... oli 8.S,,Cll J. Veneti .. 84,900 4. failielM . l",78.S .S. l-bMdl 8~,266 6. Ui.i~i l-'.Oll 83,.)60 U,111 82211 10, Ab.-..,uo.C-p. lt.960 t 1- ·-·'" . 11,300 12. &.1iliului .. 80,750 13. PugliHi. . 79,7.SO 14. Ap,,1nl . 79,400 I.S. C1l1brt1i , 18,,lJQ 16. Slcul;, . 79,000 17 S.,di . 77,65.S

Co11 flltJla tlj/nmAZi.ont Ji mttltva JOP-,altNIIO ;,, tt1idmza qutllo rbt gli ildianJ a11nano di ,011111ntc,iol la puriuima,ptt,111Jt/,1 Ji!sangNt cht wnùrt gli italiani di oggi allt gmmaioni ,ht J,, millnmi popolano l'Italia. Agli tjftJti politici 'flltSto punlo ; forst il piò importa'1ft td originalt dtl razzismo italiano, pn,hl ,on tuo si ,,,ira a pottnziart IIJIJdla maua dtl pop()lo ilalia110 q11alt tua è oggi, i11diptnde11ltmtnlt dallt JUt r,a,itlà originarit. Chi P" poco ,ono1ct l'.mlropologia dell'llalia ,omprrn4t com~ Jartbbt 11~0 impouibilt t ingùulo impostar, divtrJd1'ltnlt ;J 110/lro rttZzumo. « E' tempo che gli Jta.Ji1nisi proclamino francamente razzi:.ti », ,01i dictva il Jtllimo punto, t noi vorremmo cht i noslri k1tori i(, riptUJSHO d 'fllanli bor1,h,sii t jilogiudt} hanno iniziato ria tempo la congiura dtl 1ilmzio ,011/ro H rauiJmo italitmo. Nt/J'o1tar,o punto si a/ftrrn4t1a tht « E' necessario fare una netta distinzione tra i mediternanei d'Europa (occidentali) da una parte, gli orientali e gli africani dall'altn. ». Richi,nni11mo1'41tn1ziont dr/ lttlort JJI qunto p1mto ptrthi i ormai .1rimtifit1»nenlt dimoJtrala la maggior affinità biologit•a t spiril11aledei nudi1trra11ti Offidmtali con lt altre r,aritlà tNropee ariant ,ht non ,on lt rdZZt dt/J'Ajri<a t dtll'Oritnlt. Q11tslo p111110 ; mo/lo importante per,hi i nt<tJJdt'iOai fini dtll'azion.t po/iJita sldbilirt una dis1ù1ziont ntllissima Ira indir,idui della 1101/ra razza, a q11alsia.1,iegione d'Italia tsJi apparlengono, dt: 11na pttrlt i gi11dti ti popoli de/J'A.frictt Italiana dalfdltra. Nel ,umo punto poi si a/Jtrmat•a ,ht « Gli ebrei non appartengono alla rana jt,.Jiana »; in bau a,' queslo punto è Jlala pouibilt lulla /'dVonti di, tliminazione dtll'dtrn1ent(1 gi11dakp dalla r,ÌJan. azionalt, d1110,h, 1111/0sldlO fa.uista può ar,ert i pieni dirilli dì <i11ddinosoltanto colui cht ; di razza. italiana. Il decimo punto i11ffot ,on l'tt/Jtrmaziont ,he « I canattcri fisici e psicologici pura.mente europei de.e-liitaliani non devono essere al.- terati in ncssun modo» impostava il probltma della lolla d fondo contro ogni forma dJ mefÌ(('Ìa/0, non 10/Janlo biologico ma aJl(h, 1pirit11ale,1101s1olta11l0nti rig11ardidtlle popoldVoni di wlort ma a11,ht nei riguardi del git1daismo t degli altri /allori di d1gt11er11zio11erazziale. Parttndo da tpmti di"i p11nti « la Difesa della Rana» ha 11/- fronlalo td approfondilo il problema razziai, 111;SNoi vari t mo/. ltplici aspmi, Jtnmdo og11ora tù1a ·1•a1tenzio11detl p11bblito italiano 111/problema 1/tsso. VQ/e11doriassumtrt l'opera sr,o/ta dalla nostra rit1i11ai,1 q11,iti d11t 111111d/o,bbi,1mo ùma11Zit11lloricordart come JÙLmerito di tJS:J J'ar,tr portato per la prima volta 'a/la <01101<111duel gr,mdt p11bbliro itaNano i ris11JtatipiN moderni t fondamentali dtlla Jtitnza razzialt. Dc>ìmm;trosi artitoli apparJi 1u 'l'""i argommlJ d!,1111ji11,0110 urilli dai più famo1i r'1ZZiJtidi t111toil mondo. Aaanto ad arlfroli di '"'"""' piM tipicamente ;UJlropofogia, altri ,11 JOIIOappar,i riguardanti lo studio psicologico .-ltlle ,azu 11n1a11tA. lcuni di qutsli 10110sia/i s<rilli da dti veri sptda/iJJi i11maltrio1, ,cm, '" eumpio il Clam1, fondatore dt/1;1 nmd"11a p,i<011nlropologia. ' I,, altri arti<o/i; 1/alo approfo11diJoil probltmd dell'ertdilarittd ,lei ,aralltr.'-.razziali , r,arie q11tslicmi,,lativt al metiuiJJo. A que1l0 p11111r0i,ordiamo' il n11mrro1mi<o111/111tliuia10ntl '!"alt 1ono .rt.. ti ria.J111nti ri111ltatipiM im_bortanll r11ggi1111d1ailla srienza in- -'"naionale i,1 q11~slo stllore. Dobbiamo tJstrt par,icolttrmenle grmi ,11 FiJ<htr t alla sua s,110/adi qutsla intert11a11/t ,ollabora- %10111E,' merito ancora dt!la ,101trarivilta l'at1tr por/alo alla ,onosun%d del ltllort italiano i riJ11lta1pi iM rettnti ulativi al problema dt//'qrigint degli E1r11Jthi,L'arli<olo relativo alla« raruaaq11ilina » app11rsoin q11eslarir,is/a ·"4 rapprestntato 1111vatrtr ,hiarifitazione dell'impor/a,1/t problnna. Co1ì amora ntl ,a111podtlla prtùloria t della storia i slttto merito dt « Lt DiftJa della R4U4 • /'ar,ere ,on1rib11iloalla tlimmdVont di lanli /11ogbi tom11ni t patli<olarmtnte a/Id ,omprtnsim,erttipro,a ita/')-ttdtsca. A q11t1l0riguardo « La Diftsa dtlla RltzZ4:,; pJlò rtalmtntt ,sstrt orgogliosa dtl ,0111rib11to·df}ede trii scitnza cht esu ha stmprt rt<alo alla ,a111adtll' A.Ju. - Q11an10 i Jlato urino Ju (jlltlla rir,iJ/a P" fau tomµendtre- . agli itf#iani la realt porla/a del razzismo ,1azio11alsoàalùta, per ,hi1trire t'/11ivoci td en-ori SIii medt1imo, per diffondere i pit)• inttreuanti risultati della rrit11za razziale ud11ca, ,i1pondtt1a aJ un tlt111tnlart dovtrt. Pu q11a,1topoi ,ig11ardala comprtnsiont· del rani.smo i1a/i,mo in Germania è Jlatq mtrito dt « I.Jt Dif11a: della Rana» Jt tSJO 1id Jlalo fin dal primo momtnto ,omidtraJo, ,omt 1111movimmto d'idtt originali td mllonomt. Potrnmno ,1: qutJto p11nto ri«>rdare ,h, i pi,ì aNlortvoli rtnzisli dtl Ili Rtich,. come il Ulogotenmtt dtl Fiihrtr, Rodolfo HtsJ, il ,apo dtllt SS. Enrfro Himmltr, il ,apo dell'Ufficio Politi{Y) R,::niale dt! Rtirh Walttr Grou, il Reirh1teiltr Alfredo Rounbtrg, 1 il grandt a111ropologo EMgtnio, FiJ,h,r, in ript111tt'o. ttasioni hanno tJfrtJJO /~- loro ammiraziont per fopt,a sr,o/ta rial/A no1lrd.riviJta. Pauando ad a/Jro Jtll,ore possiamo rkonlart <Omt faspe110 ,o-- Ionia/e dtl problema ra%Zialt,nti 111oimolttplici a.,ptlli biologi,o. poli1i,o, socialt, i Jlalo approfondilo da dti vtri afri<a11ùti, in· b.::seai ,is,dtali di viaggi e di 011ervazioni personali. li stflore gi11daùo ,vuh'eJJo ha oa11pa10largJ parte dtll'allivilà dt • l..,a Diftsa della Razza». L'amropologia, la psi,ologia, la prti. su.m·a, la 1toria dti Gi11dei sono J/alt Ira/late in ogni par1itolart. A.rtitoli 1pui41i sono stali dedit'ali alla disJribNziont dei Gi11dei nelle singole regioni d'Italia talla Joro infJ11enu nti divtrsi ,tmtpi politi<o, tconomico, 10,itdt, ar1is1ico.tu. Ci pia.u ora rkordart cOmt lit « La DiftJa dtl/4 ll.nui » 1i.m,J sl11tiaffrontali fin dai primi n11meridti problemi cht ora sond di. ,,e11talidi stolla11tea11ualità.Così in 'fUtsla rir,ista da molto ltmpo 1i i a11auato il r,u(hio t duadenlt wr,utto di lalinilà intt10 dtuhe in senso ra:aialt. Co1ì ;UJ(Orain qutst" rir,isla Ji i dimosti-aJo dd mollo ttmpo fitali1111ilàrazziaJt di ttrre tht oggi fltttlia sia ri<o11- 'l"is1a11do,o,, lt armi. Q1us1i artfroli, come lt ,artint i11di<a11ltai dislrib11%io11detlla ra%d ila/iana oltre ,011fll1e,determinarono allora1111faòrte rtaziont 11tllaJl,11111dptallt dtmotrazit o<tidmtali. Pauttndo ad altro a.Jftllo dtl problema ,azzi11lt ri<ordiamo,pmr nt « La Diftsa della RJtzza » non siano ma11catigli urilli e gli 1pumi polemici relativi al probltma della dtgtntrazione razziale dor,ula a fa11ori"tdi111ri. Si traJla, tomt si comprende di 111s1e/fore mollo importallle t delicato che merita di tJSert 11lttriormtnle approfondito. Non pottr,a n,anc1treinfine nella 11oslr1r1Ìl•Ùlala diuussione Ji un altro fallort di d"adm%d razziai,: i111mdiamo parlare della q11ts1io11beorghese, vis/a nel grande q11aJrodt/111difesa della razza. Poichi la borghesia i ptr sua na/Nra ù1tnnazionalt ed e1Jr111lta.. allo spirito della ..-azza1111111,roJstriilli polemùi ,0110Jlali dtdùati a queJt(! arf,o1tltnlo. In q11tJ/otampo. forse piM cht i,1 og11ialtro, i11Jt11sa i staia la tollaborttZione data alla rir,ista dai sNoi 1tt1si lellori. Potremmo infine ,011tin11artricord1U1doq11a1110 i slaJo s<rillo 111iproblm1i rtlatiJJiai rapporti Jra1razza e religiont, raz~ td artt, razza e uitnza, ea. te<. ma q111111a1b0bù1mo urillo ci stmbra sufficentt ptr dimostrare q11a11tro,aJti e ,ompltssi sono stai; gli argo-- 111111Jtirdllali da 'flltlla ,ir,ista. A/c11ni Jono JtaJi già approfonditi al.1ri meritano amora 11,r esame pi,ì parti(J0/11reggia10N. 11or,i problemi e 11110va, rgomenli' Jorgtranno. pert'hi il prùuipio razziale i dtslinato ad 1111er,tma gr.:ndt tvol11ziont in q11tsto s«olo. « La DiftJ4 dtlla Rax.za », fedele a/lA sua ormai bitn1111ltlr4lii-, %10111,o, nlÙJNtTà Id 111aaziont raZZÌJ/.ae antigiNdai,a, Jttondo i principi ,he l'hanno finora i1piraJa anche ptr far,vtnire ,011 lo JleJJO1pirito di radfralt imra111igtnza. GUIDO LANDRA 17

GLI STUDIDI PATC lt t Albero 9enealo9ico di uno lomi9lio eon difetti nelle mani • nei piedi L,1 J><:llitiu della razza nel 111 Rcich, iudipcndcmemcntc dal suo aspcUo anti· giudaico, è diretta essenzialmente alla difesa della razza da ((Uci fattori di dcgcncrazipnc che sono da1i dalle malattie e· rcditaric. Non è nostro compito per ora ricordare la complessa legislazione tedesca in materia. Pili interessante ci sembra ricordare quei dati scientificamente i11opp11gnabili, stabiliti con ricerche sc- ,·crc, sui quali essa si basa. Data. l'impossibilità di riassumere sia putc brevemente il con1ributo della scicn- ;(à tWcsca in materia ci limiteremo a riportare alcuni degli esempi più significativi tratti dagli ottimi lavori del Lange, del Lcnz, d~I ,,_ Vcrschncr, e del Weitz. Per il lct1ore desideroso di maggiori notizie sull'argomento consigliamo la con• sultazionc del volume « Erbpathologie >, che fa parte del famoso trattato del Baur-Fischcr-Lcnz « Mcnschlichc Erblchrc und Rassenhygienc •· Le riccrdtc del ,·on Vcrschucr e della sua scuol:i sono state csscnzialm.cntc in• lii diriuate a stabilire l'ereditarietà di alcune anomalie della formtt cor)?Orea. Un gru1>po imponente di queste ri~crchc riguarda l'ereditarietà di anomalie che in· vestono l'iutcra forma del corpo. Cosi, per esempio. la. e eondrodistrofia > o cccessi\'a riduitionc della lunghezza degli ar• ti rispetto al tronco. in base allo studio di din..,rsi alberi goncalogici risulta eredita• ria e rcces5i\'a. Anche il nanismo è rcces· sivo se di origine ipofisaria. Per il nanismo i1wcce, cosiddetto primordiale, in quanto ricorda i caratteri di razze pigmee è discutibile se esso sia dominante o re• Una anomalia molto caratteristica è la .e aracnodactilia > :-apprcscntata da indi· ,·idui con dita cccessivalt'l('ntc lunghe cd esili. Questa anomalia nell'ereditarietà si comporta come dominante. Anche la «.esostosi nmltiplc >, anomalia del sistema ""scheletrico, si comporu.no come dominanti secondo le ricerche dc.I Konai e del Kakekì. La mancama delle cla"icole costituisce l'anomalia detta « disos:osi clcidocraniale >, della (jUalc il Blcnkc ha potuto studiare l'ereditarietà in :tlcunc famiglie. Esiste poi un gran numero cli altre anomalie riguardanti !'in• t~ro corpo che non sono state ancora studiate a fondo. Un altro interessante gruppo di ricer· che compiute dal von Verschuer riguar· d; rereditarictà di alcune anomalie del corpo localizzate. Così p~r esempio egli ha potuto dimostrare come si ereditano diverse anomalie delle labbra. della mandibola, dei denti, e dei piedi. Mollo interessanti sono gli alberi genealogici che riguardano l'ereditarietà della e oligodattilia > o mancanza di alcune dita, della «sindattilia:. o fusione di di,•erse dita: anche in questi casi è stato JlOSSihilcstabili· rc che si tratta di caratteri che si cr<'dita110 secondo leggi determinate. Passando a tutto un altro campo di ri• cerche, dobbiamo essere grati al von Vcrschuer per i contributi da lui recati · allo studio dei fattori ereditari nelle malattie infettÌ\'e. Naturalmente si tratta so-

LOGIA EREDITARIA pratlutto di studi rign:ird;uiti i 1)rohkmi della n·s1stcm:a. della immunità e dt"lla prcdis1)()sizionc indi,·idualc o razziale ai di,·crsi agenti patogeni. Particolarmwtc intncssa111c è il oom1>0rtamcnto delle di- ,·cne rar.zc ris1>etto a difTcr<'llli malattie. E' noto difatti che durante l'cpid::mi.i di inAucoza an·cnuta nelle isole della Socie· tà negli anni 1917 e 1918 morirono il 25 per cento degli iudigcni, un numero mollO min:>re di meticci :; solo ;:i.lcuni europei. IN GERMANl"A Altre malattie, come 1>er esempio la scarlattina. snbisconQ l'infl11c111.a dei fat· tori ereditari anche presso le nostre popolazioui. $::condo il \Vciti: quando nessuno dei genitori ha sofferto di scarlattina solo !'11 per cento dei figli può am· malarsi di essa. Quando uno dei genitori l'ha an1ta la pcrccmualc si deva a 16.1 e <1nando infine entrambi i i:,:-cnitori l'hanno anlla essa si eleva ancora a 3~,5. \lo\to importanti sono gli studi compin• u rccemcmcntc dal BUhlcr sull'influenza dell'ereditarietà 11ell'i11fozionc diherica. t·n altl'O gruppo di ricerche riguarda la poliomiditc. la parotite. le polmoniti, e le :mgine. Il ,•011 Vcrschucr. scncndosi soprattutto d::I metodo dei gemelli, ha recato nu· merosi contributi allo studio dcll'influen· 1:t deffcrcditarie1:\ sulla tubacolosi. QueFamiglia che pr .. enta in cinque generazioni haion• delle dita delle mcmi • dei piedi Fc::imiglia con mancan1a er~ditaria di dita e di braccia ID

Dobhiamo ancora al Lcur. l\•samc del comrK>rtamento ereditario di numerose malattie e anomalie della 1,elk. Egli ha così illustralo numerosi all>cri gcucalogici riguarOanti l'c albinismo•· lo e x<'roll('l'ma •• la « chaalosi •· l' di,·crse altre affezioni cutanee. t.:n ahro ,·asto c.tm1,o indagato dal Lcnz è qu~llo dcll'erl.'ditarictà dei tumo• ri. Egli ha riassunto tutta la ,·asta lctter:m1ra medica esistente in materia e vi ha a~u:'iunto il risuh:i.to delle sue !}Crsonali oSSl.'h·azioni. Eaernpi di CHlini Per quanto riguarda i rapporti ira raz- :.ta ~· cancro, il Lenz con\'icnc con gli altri autori nell'affermare che nei paesi mc• diterranci ('SSO è meno diffuso che n<:.1 uord-o,·est dell'Europa.. .\la esisterebbe i1h·cce una differl.'nia notevole ira ebrei e non ebrei. Presso i mongoli e i 11:?gri i tumori della pelle sono meno numerosi che presso gli Europei, forse pcrchè la peli..: pili pi~m~ntala è nwi;:lio difrsa dai ilti smdi riguard.tno tanto l'ereditarietà ddl"abito astenico, <1uanto l'~rcdi1arietà di ~lisposir.ioni lòcali dei singoli organi. Cli studi del Lenz si riferiscono innanzitutto alle malattie e alle anomalie 1lcgli occhi. Così per esempio sembra eh(' re albinismo• ddl'occhio sia un ca. ratterc rcccssi\·o e legato al sesso. La mancam:a dell'iride è stata ugualmente osscn·ata in diversi individui di una stessa famiglia. La JT'iopia secondo queste ri• cerche sembra essere recessiva. per altri clifetti dell'occhio i risultati sono meno certi. Recessirn è anche il cosiddetto e glaucoma•• recessiva . ugualmente fa e neurite ottica• e legata al sesso. La e emcrolopia • o cecità durante la nottc è una anomalia che da t~mpo ha anche richiamato l'attenzione degli studiosi italiani. Come ricorda il Lenz, il Nettlcschip ha potuto studiare l'eredità di essa in nove generazioni, z ha potuto constatare che di 2116 persone esaminate 135 1>resentavano questo difetto. Appare chiaro dagli alberi genealogici riportati <la questi studiosi che l'c cmerolopìa • è ,lominame. Spesso l'c cmcrolopia • è combinata con altri difetti dell'occhio e allora il suo compOrtamento è diverso. Unita alla miopia, per esempio, si comp<>na co· mc recessh•a. Al Lcnz dobbiamo ancor.i l'esame di vari tipi di cecità ai colori, tutti indistint:i.m:nte ereditari secondo regole ben determinate. Un altro gruppo di ricerche del Lenz riguarda l'ereditarietà di diverse malattie e difetti dell'orecchio. Per il e sordo• mutismo>, conformemente ai risuhati di altri autori, il Lent afferma che t'SSO è recessivo. La ~ durezza dell'orecchio in· terno• si comporta invece come domi· r.ante e I'« oh'.>sdcrosi • come recessiva. 20 Ereditarietà dell<1 •c:hizofreni<1: Sc:hizolrenic:i!. P.ic:opcitic,; @ Alcoliu.olt (S)

r;:,::gi dd sol<'. Nell'Asia orie111alc im·~·Cl' i tnmori d~ fr-gato sono piil frequenti che in c1ualsiasi altra parte del mondo . .\lolto importamc J)~r la politic., della razza è lo s1udio dell'ereditarietà della fertilità o della sterilità. Il Lenz ha riassunto i risultali delle nc~rche pili importanli compiute in que• sto settore e ,·i ha aj:'giunto molte osscr· , ai:ioni personali. Per l'ercditariN:\ delle malattie inter· 11c è particolarmente not~voh. l'opera s,•olta dal \Vci1z e dalla sua sc\,ola. Egli r,cr esempio ha 1>01111d0imostrare la do• minanza di molte forme di e angina• -: rcredi1arietà di molte mala1tic d~I sistc· ma circolatorio. Per quanto riguarda lo :q>J).lrccchiodigerente sono molto intercs• santi k sue ric("rcht sull'ulcera dello stomaco e del duodeno. sul carcinoma dello stomaco. Per !"appendicite il Wcitz è del· l'opinione che, indipcmlentcrncntc dai fat· tori cst':!rni, l'crcditaric1à ha la sua importanza. See()lldo c1ues10 autore difatti I.I percentuale di malati di :tppcmlicite sa• rd,1~ rispc1tiv:in1<.•ntcdi S,8 di 11.2 e di 18.2 a seconda che n~ssuno. uno o cntramhi i genitori del pazicnl~ siano ~lati alla loro ,•olt:t ammalati di appendici. h. l_;gualmcnte ìntcres:santi sono i rtsul· lati che riguardano le malattie del fcga• tu. dl'i reni e d~lle "ie urinariç. Più 110t;l da tcmJ)o t! l'inAuenza. dei fa11ori ere• ~li1ari su diverse malattie lici sangue. Gli alhcri gcnealogici ri1,ortati dal Weitz ri· ~.,IKono a par<'cchic i::-tncrazioui e S!k.':SW ri~uardano centinaia di indi,•idui. Il \\"citz ha a\trcsi compiuto i1Klagini mc>lto vrofondc riguardanti reredit.uictà (lclle malauie delle ghiandole a sccrezi(). n,· int~rna. come il e morho di B:is«k>w •· il e mixodema », il e gozzo•· il , crei i• uismo •- e r «aeromtgalia •· Pcrula maniaco•depnai..-a 'f • ~ d rh I i I i I 99ff • ç,••0 ~.~~ .. ,~ :li

z.f>.NJ,N• ,. lY• JT Imbecille hc ifl\•ccc dimostrata la loro fl'C-.:ssivit!i. Notc\•oli co11tribnti ha ancora rl'.'calO il Lange allo srndio dell'epilessia, e della « cidofrcnia >. Molto i1ucrcssanti infine sono i suoi studi snllc psicopatie e sulle anomalil· sessuali. Da <1uanto abbiamo cs1>0sto si comi,rcndc come ampio sia il c.11111)d0i i11<1agini abhracciato dallo;:moderne scuole di p;,tologia ereditaria in Germania. TiPi dì lu,ion• delle dito Sarebbe ozioso dilungarci sull'im1,or. iam:a di qucsri studi per la difesa della razza da quei fattori interni di dcgcnc· razione che sono dati dalle malattie crc- <litaric. A questo riguardo in Germania e in mmwrosi altri paesi tra i quali gli StaKcl campo delle malattie del ricambio il \Veitz ha affrontato il problt'ma ddl'crcditarictà d:.-1 e diabete mellito> e di molte altre mal:tttie del genere: naturalmente si traua di questioni molto compksse. Ancora al \\'citz dobbiamo inte• rcssctnti scritti sull':'rcditarictà delle varie diatesi (cssudativa, linfatica, distrofica., rachitica ccc.), delle malattie allergi• chC '(asma, ortìcaria, «c.) := sulle malattie reumatiche. Un altro campo nel qual:- notc,•oli sono stati i contributi del Wcit;c C quello delle malattie dd sistema nervoso. Chi consulta i suoi lavori \'cdc cOme nume-' roSi sono gli esempi di distrofie muscolari. di 1>aralisi spinali spastiche, di scie· rosi del ccr,•ello, di tabe dorsale, distintamente :!rcditaric secondo le note leggi della dominanza e della rccessi"ità. Per quanto riguarda l'ereditarietà delle- malattie mentali e dcli~ psicopatie è uostro do\'cre ora ricordare i lavori di .. t :-f(fd' .. , .. , ffàf9d'9 t J: j_,90' .r9 t 9 9 <:f' O' d'd'Q W'O' Q O' Q w ~ (Jf' q> EHmpio di emorolopio, o cedi~ duroni• lo: notte, domino:,uo Giovanni Lange, purtroppo mono prima di :werc Yisto Slampata la sua opera definitiw1. I suoi studi sugli imbecillì lo ha.nno portato a considerare come polimerico il fanorc di tale malattia. Per il gruppo di malauie che si ,·o· gliono indica.re con il nome di • schito• frenia , o di Jcmcnza precoce scmbrcr~bti Uniti e i pa:.-si nordici esiste già un:. complessa leRislazione. Quello che ci importa di stabilire è che anche in questo campo la politica della razza nel 111 Reich, poggia su sakk- ba.si scil•JUifichc e che i più illus1ri scicnzia1i ted::schi collaborano aJ essa con gran(\(" fodl' e do1tri11a. G. L.

Il più anuco s«ato dd mondo, come si compiacciono d1 dite e di scrivere i s.tnmarinesi, ebbe anch'esso a soffrire nel puuto la piagi ddl'inv.uione ebraica. A questa ttpubblìa. tanto glociOJacome faro d'italian1t-à, per quamo minuscola, e che rappresenta la pcrsisten:u. dei v«chi comuni itaJici del medio C\'O, non mancarono inquietudini causate dalla pccsmu di clcmtt,ti giudaici mtro le sue mun. E come :abbiino potuto pcn·enirc anche in quei nido di purità quasi spartana., in quella cittaduzza di non oltre duemila abitanti, fondare 11loro ghetto ed esercitare natun.lmcnte l'usura, non è facile oggi indagare. Tuttavia, se vi cn um vigilanu ncUa ttpubblica, css.a cn rh'Olta all'esame attento e rigoroso di ogni stn.niero. Sulla Porta di San Franccsro, in una lapide sono scolpiti i regolamenti dlC' disciplinano l'ingresso e l'uscita di tutti i (Ott$Cieri sin dal secolo XV. Non bisogna dimffltiare, d'altro canto, che una delle D.,panorama della città di San Marino dalla ione del Palau:o Go•ernoti•o. In ton.do le tre Penn-2.

bblico 6 di . a n HIGIUDAISMO CHIERIEBRE DI SAN MARINO . della immunità, orm.ii pron:rb,:ile, ragioni dclb. conscn·az.1~e :. attraverso i tempi - in un gel()Sl() della repubblica è cons1st1t~ a es nsioni territoriali. Napoleone isolamento che la esdude\a ~ I' pa ndo per le terre di RoBuonaparte, quando invase I lita •\~spidato - il Titàno - magna ammi_rò.e ris~tò q: /::::tà Con usi patriarcali cd abitui cui abitanti s1 r~gg~Hno . re Mon e, proponendo ai sanmadini spartane. !fl\'JÒ_ I ambasc1~~orio e c~care di San Marino u~a rincsi di ampliar~ il loro. t:marinesi guidati dal saggio ~ntomo più v~ta repubblica. M;a•· :fiutarono accontentandosi di nm:mer~ Onofn, padre dc~la. pat I ' I con res.sodi Vienna i ripprcsentant1 negli storici confm,; _on~e a viano piegato l'imperatore a Wadiplomatici delle nazioni che a . I rcpubblic.i che no:i terloo, risptttarono a loro volta la pi~coa • aveva approfittato dell'offerta napoleomcaj· a picco del Titàno Visitando San Marino, che ~alle murag ic R bbbc::a di San Marino, •utto> noi IJ Palano Go••rnativo d•llo ;pu . •d in<ZUCJUlolo>da GioJuÒ 1894 d<Zll•grchit•tto rl)inano. n.urr, u la LibHltl Pu~tu::r. Carducci. con il memor<Zb,le d1acorao I . >hl.\ 'i,\ \ 1. --

:::,. .:...--, - / :...:- . ~-:-· """-C.?-/-;, -- - La caaa di Ma•tro Anlonio <>«do (CM. di Otlo Von GurrJ .1Ue 1riplic1 mura, dalle tre rocche - la Guaita, la Cesta cd d Montale - al cuattcristico insieme d1 vie- angus1e, di piaueue' pensili, d1 cuc umili e di eh~ modeste è un solo e solenne IOOnumento, ci si meraviglia al pensare che in così brC'\'Cterritorio vi sia stato posto per una comunità d>raia. Ecco. Il Titino fu la ,·cn nxu di difesa dei sannurincsi, i quali dcrivuono la loro perpetua liberti dal Pnto tagliapietre venuto dalla Dalmnia. Quan. do non bastaronai più i dirupi della montagna madre a protegger" gli abitanti, allora furono C05trWte k fortificazioni che rinu.ngono mirabilmen1c intatte. Poi le leggi sane, semplici, umane, compirono l'opera. La Repubblica fu salva, tranne i brcviss.imi tentativi di soffoa.mcnto compiuti da VSl.;e 8orgia nel ~o XVI e dal C.ardinale Albcroni nel s«olo XVIII. Oggi è un lembo di tena italianissima, che si governa indipendentemente, e che suscita l'amrn.iraDooc di tutti. Anche il Duce visitò DC'll'anno 1926 la repubolica. I sarunarincsi tributarono a, Lui acwglicnzc indimenticabili, alk quali il C.apo rispo6C coo le stOf'ichc parole: « Qui non sono il primo ministro del Governo d'Italia, sono sanp.iccmc:ntc un italiano mc deplora. di non aver ma.i visitato la V05tra antica. repubblica,.; e nel libro degli ospiti illustri al Palazzo del Go,-crno, Kriuc il saluto: e Gloria imperitura e prospe:riti alla vecchia Repubblica! •· Nè va dimcntia.to il rifiuto che i sanma~ncsi fecero ad alcuni $f!«Ulatori straniC1'i, i quali in cambio di lauti benefici avevano proposto di ape-ire in repubblica una gr;ande casa Ja gt0eo sullo stile di quclb. che ha rno tristamrnte celebre Monlt<arlo. I primi clementi ebraici sl infilnarono nella Repubblica di ~n Marino verso il secolo XV. Come ottennero di restarvi? Si pensi ,hc se oggi la città con(') circa 2.000 abitanti, in quel tempo la popoluionc cn assai minore. Riteniamo si 1n.1t~ J1 clementi fuggiaschi per qualche m.alefatta o per· una delle tan1c pcrs«u:r:ioni. Capi1arono forse in un momcnlo di incnte:u:a politica o di biso--- 1,.'flO: talchi: non si spiep. la loi-o sosta fmo al s«olo XVII. La Repubblica era, tanto gclos:i quanto ospiti!~; e si può comprendere come e con quali scuse i giudei abbiano preso stanu lmù. Gli ospiti indesiderabili non si diedero naturalmmte ni- alfa. gricoltura, nè alle armi, n~ al Ja,-oro: esuli forse da ahro paese eh~ non li toller:wa, e non certamente a tasche vuote ma ben prowisti di dmaro, csei-citarono fin d·a110ra rusura. Urgevano alla Rcpubblka le nUO\·c fortificazioni, si dov~·a mantenere la milizia e sostenere le guerre contro i MaJatcsta di Rimini. Gli ebrei sfru1b.vano il momento e prestavano denari ai pri, 1ati e alla Comunità. Ma seguendo ben presto le spcculaz.tOni ignobili e i ricatti, lo stato fissò leggi ron cui regolava i p~iti e l'operaio m gfflCre dcli.i colonia giudaica. Gli ebi-ci cosi, con le rc:.tri:r:ioni dei regolamenti, si irasfonnarono in banchieri privali autoriz:nti :a prestar dcn:ati con1ro pegni e con norme stabilite. Nel I ))9, per esempio, troviamo che il regolamento consentiva il prestito al fruito di 3 quattrini per lir.1. E se la lira aveva - non .siamo sicuri dei cambi

d'allora - lo stesso Yalore della nostr.1, l'interesse che gli ebrei pcrcepi"ano s.uebbe stato circa il I~ per cento ... I.a Rep..ibblicadovette subire l'onta della presenza di ebrei nella cerchia delle sue mura e tra i forti, puri, ones1i cittadini, certa• mente per effetto di dolorose vicende politiche, che la costrinstco ad a"cr bisogno di mezzi per la sua.difesa.. In un primo tempo, gli affari dO\"Cvanoanda, bene agli abitanti del ghetto, e la cos.1 non dovt'\'a rimaner tanto recondita, poichè nell'anno 15~0, un banchiere isr2.clita di Ancona, Angelo Salomon Oona,·cntura, iniziava le pratiche con il go\·erno per aprire un grande banco di prt:-. stiti a San Marino. La comunità locale soll<."Vòmolte proteste (quando si tratta di concorrenza negli affari l'ebreo non appartiene che a S<. stesso) e le trattative con ii Bonaventura naufragarono. Le riprese più tardi un altro della razza, di a.ii è rimasto solrinro il nome, David, che con maggiori promesse e forse pagando indennità, potè vincere l'ostilità dei correligionari e la diff,denu della Repubblica, riuscendo ad aprire un banco. Fu però sottoposto a special( capitoli, che ne regolavano la condotta. L'usuraio più noto e più oscu,o nello stesso tempo, è l'ebreo Musetto, che aveva rapporti con la Comunità sanmarinese cui prestava denari. Il suo nome ricorre sovente ed è: poi del tu!to dimcntia.to. Infatti, nel .secoloXVII, non esistono più nomi singoli di ebrei a San Marino, ma c'è un Banco degli Ebrei, ..::he dimostni fa loro fusione, e che pote1>'aS\'Olgerela sua attività, corrispondendo all'en.rio 0 pubbltCo una tassa annua di lO o 100 scudi. Vltdata del Monte Titàno, •u cui ""9• la dttà di San Mario, -=> -~:..._ ~--"·.,_ . .,,,__ "+- ~'-<> .,-,-,------- - .-·~ La porta d•lla Fratto ♦d il Cavalier• quadrab del ••condo 9lron-> (Ois. di 01to Von GuH) Intanto gli affari cominciarono a peggiorare. li secolo XVII e XVIII a\·evano portato alla trasformazione politica della Repubblica. Me,ure nel Medioe,•o e nel Rinascimento essa U'(C"'"a do,'Uto lottare con gli stati vicini, nel tempo che seguì, cambiate molte cose nell'arte della guerni, negli eserciti, e nelle armi, affidò la propria indipcndenia alla saggia diplomazia dei reggitori. Veniva a cessare in tal modo il bisogno di provvedere alle fortificazioni e agli annamenti, e gli ebrei non f«ero più buoni affari. Dalla popolazicne non c'era da spenr nulla, dati i•suoi costumi e le sue modeste necessità. Il Banco degli Ebrei~u chiuso e tutti gli israeliti abbando. narono San Marino, purificando l'ambiente, che non 'èbt>c 'éertò· .1 dolersene. Di loro non rimaneva che la trista memoria ed il' &hcttO:" A San. Marioo, il ghetto era in una stradicciola chiamata un ·téfnpb·• Via Santa. Croce (non è improbabile che il nome volesse costituirè·' più tardi una specie di riabilitaz.ione) e che in seguito fu1dedicata allo storico Melchiorre Delfico. lvi alloggiarono gli isneliti in meschine ca.se, in una delle quali era la sinagoga. Alcune di es.~~ nei tempi che seguirono, furono demolite IX'r fai posto a costru• zioni più decorose. Oggi - secondo affermano i sanmarinC$Ì.- non vi sono più ebrei nel territorio della ,·ccchia Repubblica, nè con fissa dimon nè temporanei. Do,·e non è possibilità di spccula,e sui vizi, sui bi. sogni e sulle miserie umane, difficilmente l'ebreo pianta b. tendJ e pone l'altare. O. G.

UN NEMICO DELL'USURA EBRAICA ILBEATOCHERUBINO D~ SPOLEIO D11ranlL il 1"0/0 XV, soru H ma,simo baluardo cauolico eo11Jro f,n,m, tbrairt1; i n11'istit11zio11deo1111ladii Nomini di jetlt i: d'11iio,1e, q11ali uppt dare in quel umpo la gmtt uo11ra. E.JJi fondarono Monti di Pù1J, ron fi11a/ùà uommn<he 1 ,o,, allo JtJJJQ di cristiana rari1à, di fraltmo ai11/o. Il Bealo Cher,1bi110da Spol'1o dei Minori Ouervanli, rhe fondò il Monte <fi Pietà .b Prato nel 1476, i tra i più degni di ricordo. Egli sarebbe nato dalla famiglia dh Capofe"o di Spoleto, .:i Negroponlt, t quindi 111rtbbe/Ornato in Umbria, dtwe mirò ,1eli'ordi11e dei Minori, divmmdo famoso predi<aJou. F11 1111 ro11tim1aJQfe dtll'op,ra del Jai!IO di Si~na il graJ1dt Btrndf'drllo, e, <Omeì11i predirò in /PIie le rittà ed i luoghi principali d"lt:Jiia, suscilando nti c'iuadini t nti rtggitori dt//a ro1a p11bb/ica l'idt,; dti Monli di Pitlà, dti pali tgli a,1dt111aprtdira11do l'11rgtnlt nrctJJtlà, ptr alltviart i po11tri dalltJ milerit1, cioi dt1ll 0 11J1tr<J dtgli ebrei. Veramente tJ1t11ziaJe/11 la pane che egli eb~t 11tlla fondazione dtl M<ntlt di Pitlà in PraJO, baita riftrir;i t1idoa1mt11Jidel lempO, ptr dtd11rre la 11rgen1e11tuJJità di ltJ!e iJ1il11zio11e. Nei « Capitoli del Monte della Pietà de' Poveri dcl Comun,: Ji Prato•• con i q11ali fu llj>HIQp. er la p,,ima volla il Mor1Jt 1i leggt al Vlpito/o p,1m<>: « Per porre rimedio alle infinite usur<' per meno delle quali sii ebrei per molti anni passati, prestando nella terra di Prato, hanno devorato e consunte delle sustam:ie degli uomini d·essa et per comodità dc' poveri calamitati et miserabili d'essa, avendo lo Onnipotente: per Prato nella mente del ferventissimo banditore dello Spirito Santo, Frate Cherubino da Spoleto della osscr\'anza del di\'O Ordine dei Minori da predicare nella Terra di Prato, et per li uomini J·essa in tt"a l'ahre buone o~rc Al Monte della Pietà de' po\·eri esortare molti detti uomini ... per deliberazione dct Consiglio Generale di detta tcrt"a, os.scrvate prima le debite osservanze roncessooo autorità 2gli infrascritti otto prudenti uomini ... di potere ordinare et pro,•, 1ederc che in detta terra si possi fare il detto Monte della Pietà de' Poveri ». E il 22 ouobrt, gli oJJo prudttui uomini a ,iò drp111a1i.riuniti ntl palazzo del Com11ne. dopo malnra t diligt111t rictrra, Jop, /'011imo par,-,e I per/ello conriglio di mae11ri t profr11ori in lilcr,; Jeo/ogia, dopo a11e-r11diJo il ro111igliodi allri Nomini; «... dcJj. bc:-t"aronoche ta.Jeoj,cra tanto laudabile et a Dio tanto accetta abbia et sortisca .1.J suo debito eHetto ... statuendo che il soprascritto Monte della Pietà dc· Poveri si debbi fare nello infrascritto modo et forma et oon li infra.scritti capitoli et ordini cioè ... ».

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