La Difesa della Razza - anno III - n. 15 - 5 giugno 1940

(come in molti casi anche ora) la forma del cranio; e al• !ora l'angoscia veniva naturalmente dalla considerazione che. almeno negli adulti, essa non può mutarsi a volontà. Ognuno deve tenersi il cranio con cui è nato. Non c'è niente do di1e. Una diagnosi della razza, nel caso che sia giusta. <à sempre qualcosa di delini.tivo. E questa è la ragione, per cui tanti uomini. dinanzi od essa, segretamente !remano. Sempre nuove vie si sono perciò cercate per sottrarsi al giudizio che si è da se stesso fol"'plato. La più semplice è stato di dire: le razze sono invenzioni del cervello. alle quali niente di reale corrisponde. M,o facilmente si vedeva che essi stessi vi credevano, poichè, anche essi parlavano delle rozze, quando non lo evitassero di proposito, come di realtà ben definite. Cosl lo loro negazione si limitava al campo dello spirito: cioè che le tj,ilferenze di razze siano solo differenze nei corpi, mentre nel campo dello spirito non esista razza. Su questa si trovarono insieme tutti quelli. che non voi• !ero porsi di fronte ad una dura alternativa. e si oppog• giarono dietro alle più combattute dottrine. Liberalismo ed ortodossia stettero spalla a spalla. Dio stesso fu chia• moto o testimonio per negare l'ereditarietà della parte spirituaJe: contro taJe ereditarietà parli il principio di lede che l'anima sia creata volto per volto da Dio. Con ciò ogni ricercc delle razze dello spirito dovrebbe essere ban· dito, e cosl pure scientificamente combattuta. Ma in nessun caso si ero disposti a parlare della razza, senza ongo• scia e irritazione, mo con calmo e ragionevolezza. Noi non ci azzardiamo o voler conoscere se Dio· crei di volta in volto un'anima allatto nuova. Di più: noi siamo pronti a credere, che egli 1ealmente faccio questo. Tutta• via, anche Dio onnipotente, che ha creolo il mondo e lo regola. rispetterà quelle leggi, secondo le quali lo ha creato. A queste leggi appartiene la dipendenza tra l'ani• ma vivente e il corpo, che le è stato dato come suo campo d'espressione. Anche se Dio - se vogliamo seguire quest'ordine di idee - anche se Dio crea volta per volto ogni anima, vale la considerazione che egli ad ognuna dà un singolo corpo, nel quale essa vive e nel quaJe si esprime la suo vita. Se lo formo del corpo non fosse in rapporto con la forma del!'anima, che coso avverrebbe? Basta solo che pensiamo ad uomini di un definito carattere spirituale, perché la risposta si presenti do sè. Un'anima, per esem• pio, che vive il suo mondo come qualcosa che le è posto di fronte ed o cui essa stessa è posta di fronte con l'istinto di andarvi incontro con coraggio, di conquistarlo e di averne il dominio; è credibile che una tale anima sia contenuta in un corpo ottuso e arrotondato, il quale, invece, OOTÒ più adotto ad esprimere il tranquillo benes• sere d'uno vita appartata? Sl, è credibile. lo ammettiamo. Di più: non è soltanto ipo pr •al nt m nte mediterrane, Tipo pr••alentement• nordico 7

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