:.tiu1ma lon!asio che mono guidai: nella loro azioni da 1\h.1sioni, le quali noturollssìme illusio:ii erano poi la sorgente dello grandez:ta e felicitò: umane. e del lare. (Alla luce delfo considera:tlon1 d, cul sopra, si $piega loc1lmenle perchè la lilosolio. di- :<truggendo quelle cotali illusioni. sio nello stesso tempo cauao della decadem:o della · po.ei,sia e del progressivo afhe\·olirti n~li uomini del senso eroico della vita e del conseguente imborghesirsi della societò:). Pote• re d·immag1:io:zlone è poi per noi quello focoltO 1ns1ta nelruomo di ricr.ore fantaati• comcnte la no!ura ne!! opero d'arte, facoltò: posseduta in sommo grado dagli antichi e scaduto a mono o mono che insuperbirono 1 lumi della ragione. Perciò allora quei popoli erano tulli natura:lmente poetici, il che non al può allallo dire det soçien:i.saimi (ed aridi) secoli moderni. Psicologia, invece, è l'arte d1 quegli artisti che avendo smomto il linguaggio della natura, non sopendo cioè rappresentare naturalmente il loro mondo poetico, si alhdano, per destare, negli animi quel senlimenh (illualoni} d'omore. di p\ace:-e, d'eroismo ecc. propri della i:,oesia, alla lacoltò: più anlipoetico che esista: lo rillessiono. Ne nasce coal un'arte ibndo, spos.so malsana, che può euere mogari fìlosolica, ma niente oflotto clouico r,el senso genuino della parola; un'arte che può essere !orse lroncese, di questa ra:zionolissima Francia d: Cartesio e dell'Enc1dopedia; che certo manderò: in fregola il borghesume ebreo d1 rne:z:zomondo, ma eh• non sorà mai !tallona, se per Italia mten• diomo quella sbocciata dal poema immortole di Dante, lo na:zione closs\eo per ecce!: l"n:za. • Dunque orte psicologica è orte essen:ziolr.iente borghese (ebraico) e decaden1e, orte Corinto: fontana e tempio di Apollo unessn·o e perciò inler1oro, quasi non orte, rispetto o quella doseica e crootiva, antitahano m ogni modo. Mo perchè il comorota Pistoni. parlando di arie (poesia) riflessivo, la raggruppa sotto il nome generico dl lirico? Che !a lirico, nel senso lradi:zionale dello parola, sia poesia essen:zialmente rillessiva, a me non pare. O !orse per il camerata Pistoni è classica solo t·epico di Omero? {E qui ol1010 sarebbe da vedo~ so un'arte classica losse ancora possibile. Io credo lrancomente che no). Leopardi, Pelrorca, Foacolo, non sono certamente degh epiet - ammenochè per il comeroto Pistoni siano epiCi lutti quei poeh che non lSOno rillessivi - eppure chi può neçrare la loro classieitò:? E Il Dante dello e:Vito Nuova,? Ecco, io non credo che il roppresen• tare il mondo Invece di se stessi, ma 1! modo di rappresentare (io direi piuuoato di ricreare), sia ressen:za della clo:,sicitò:. Si può, infatti, rifleUere, e \•olumi di poesio lo dimostrano chiaramente, tanto su se stessi quanto sulle cose e lare quindi arte riOe-ssiva, anche epico (d'accordo poi che questo presente epica nulla ha o che lare con quella di Omero), e sj può bene rappresentare in modo immediato, vivo. naturale. i n:.oti del proprio cuore ed easere quindi clossioo, creativo. Mi spie90 meglio. lo vedo una donna - è il coso di tanti i:o,eli, Dan1e compreso - e immediatamente resto come ahboglioto dalle sue grazie; i suoi occhi. guardandomi, Imprimono al mio cuore una ferito, ho loUo orte rilles.sivo? Se invece io rifletto su un impresa eroico della mia gente e questa nlleasione roppres.ento sollo veste poeliro, anche perlettiuimo socondo gli schemi dasi,lci del poema. ho lotto poesia ep-,ca nel senso omerico della parola? Foesio classico dunque anche lo lirico quando è l::xlla da un Leopardi. un Dente un Foscolo, un Pei!rorea, o comunque quando non è rillesa1va. Perchè poi, in fondo. lulla questa spinoais.:,!ma quesllone non si riduce ad allro che o una questione di genio. Bisogna avercelo il genio. Essere una natura classico, vale a dire creativo. Allora si risolve tutto. Resterebbe ora la questio:1e. squis1tamen1e moderna, del mettere d'occordo poesia e !iloaoha. (Dante, infatti, l'avevo giò: risolto e li .._ C::,cnvivi.:) > ce lo insegno). forse c1 tomerè quakhe ollra volta. Adeuo, per non citare Aristotele, mi limiterò o indicare Ire nomi, che sono anche una fulgida insegno d1 douico italianità; Dente, Vieo. Leopardi. Uso amoroso di so-pienao, cosl delinisce Danio la lilosolio in un passo del e Convivio >. Che fors:e, nel dantesco teno cielo, • anche la chlove di quesfaltro tormen1oso problema. ~ma,e,w«tole, Mo-rio Caporilli. do Genova I nostr 1 metodi di vila, nello morale e nella educo:zione. non hanno certo bisogne d1 nsçecchiorsi in quelli che cl vengono d'ohr'olpe. t nostri schermi .sono lelleralmen• te invasi da proietionl lroncesl I cui soggetti. Jonlano dall"avere un carattere pedagogico. non sono consoni oll'ellea nostra e quindi r,on adotti -::i!la visione del popolo che dal cinema apprende e con esso si istruisco. L'induslrio cinematografica. froneese porto sugli schermi, spesso e volentieri, argomenti ehe aor nella loro $0Slan:zo, la ne90:zione dei no ..1ri principii di vilo. Che ci offrono 1 ptodunori gallici? Tri,tì vite d1 donn9 perdul•, angoseiOM esisten:ze d1 ro 9ane m pericolo. fanciulle chiuso 1n tetr.
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